giovedì 16 novembre 2023

Limes : La Cina resta un giallo. La fine del mezzo secolo d’oro trova il colosso in mezzo al guado. I misteri dei palazzi di Pechino – n 9/2023 – recensione

 



Come sempre su Limes non si può perdere l’editoriale di Lucio Caracciolo, anche se il suo vezzo di ricorrere spesso e volentieri a termini ultra-colti a volte diventa sconcertante.

In questo editoriale dopo poche righe vi imbatterete nel termine “apofatismo” che non è proprio di uso comune, ma questo è Caracciolo.

Al di là dei termini esoterici il suo argomentare è molto solido.

Seguo da molto tempo Caracciolo e quindi ho imparato col tempo che i suoi giudizi e previsioni sono basati su analisi molto accurate.

Di conseguenza non mi rende affatto felice dover constatare, che nelle uscite recenti, esprime un pessimismo abbastanza accentuato.

Non solo e non tanto per le guerre che deflagrano in serie, ma per la situazione complessiva di fondo.

Del resto non è un caso ,che da tempo Limes abbia coniato un felice neolgoismo proprio per descrivere la situazione attuale di questo nostro mondo : “caoslandia” ,che dice tutto ,senza dover spendere troppe parole.

In questo editoriale, si da per assodato il fatto, che l’egemonia americana e il conseguente unilateralismo ,è soggetto a tali scricchiolamenti ,da costringere gli analisti di geopolitca a guardare a un futuro ,nel quale verosimilmente si vedrà imporsi o un altro impero egemone ,o più probabilmente una intesa fra imperi ,che porterebbe a un equilibrio multipolare e a un altro tipo di globalizzazione.

Dove dovremo misurare il livello di potenza del nuovo o nuovi egemoni ?,si chiede Caracciolo.

Naturalmente sul mare, ci risponde lo stesso direttore di Limes, che non a caso, è riuscito a far diventare quasi usabile ,il termine :“talassocrazia”, troppo importante per essere trascurato, dato che il controllo dei mari, come ci ha più volte spiegato, è forse il parametro più importante della geopolitica.

E’ interessante e significativo rilevare che Caracciolo spiega il complesso atteggiamento degli alleati asiatici americani più decisi ,come il Giappone, che mentre da un lato stanno elaborando verso la Cina tutto un cordone sicuritario, dietro al quale difendersi, dall’altro lato sono tutt’altro che propensi a battezzarsi nel credo occidentale perchè nel loro subconscio vedono scritto sempre più chiaro il motto “l’Asia agli Asiatici”.

Far dimenticare le umiliazioni coloniali o successive a chi le ha subite, non è facile o forse è addirittura impossibile.

Ma noi occidentali ci passiamo sopra quasi sempre.

Ecco allora che il quadro complessivo che ne deriva è assolutamente figlio dell’era della complessità e della contraddizione, appunto caoslandia.

Giappone, India, Turchia, Iran ,e non dimentichiamoci Russia, non sono affatto avviati a sposare l’Occidente come cultura.

Va bene l’economia liberale ,con tutti i vantaggi del libero mercato e della globalizzazione, ma non fermiamoci alle apparenze.

In profondità ,si muovono altre e ben più antiche forze.

Questo numero, come ha sottolineato giustamente il simpatico e tenace Alfonso Desiderio, curatore del canali di Limes, presentando il volume, è arricchito da una partecipazione del tutto inusuale di analisti cinesi e quindi è ancora più ,diciamo ,di prima mano.

Se avete tempo naturalmente leggete tutto quanto, ma se avete obiettivi limiti di tempo, oltre all’editoriale di Caracciolo, non trascurate di leggere l’articolo di Alessandro Aresu, uno dei collaboratori, divenuti più autorevoli di Limes, molto dettagliato sull’elemento forse portante della guerra ,per ora solo commerciale, fra Cina e Usa, il mercato dei microcip.



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