sabato 25 novembre 2023

Dario Fabbri Geopolitica umana. Capire il mondo dalle civiltà antiche alle potenze odierne Ed. Gribaudo – recensione

 




E chi meglio di Dario Fabbri, Direttore di Domino e della Scuola di Domino, poteva scrivere il miglior testo di geopolitica, arrivato fino ad oggi sul mercato?

Non sembri esagerato quello che ho scritto, perché è singolare il talento di questo giovane analista, ormai pienamente affermato, con il non trascurabile “aiutino” ,che gli ha fornito due anni fa, quel pezzo da novanta del mondo dei media che è Enrico Mentana.

E’ stato infatti lui, che ha avuto il fiuto di lanciarlo negli speciali di La7 ad aggiornamento e commento della guerra d’Ucraina.

Fabbri ha il pregio di unire i vantaggi di una giovane età con l’autorevolezza .che si guadagna chi studia e fatica più degli altri e poi emerge per forza.

Nelle ormai continue apparizioni televisive o nei vari podcast ,blog e social vari, aiutato anche da un linguaggio molto personale. preciso e spesso perfino troppo colto, o forse anche proprio per questo. appare col suo rigore. quasi come un sacerdote. di questa nuova disciplina che è la geopolitica.

Che non teme di fare affermazioni quasi sempre contro- corrente, tanto contro corrente. da apparire spesso provocatorie, e comunque. sempre del tutto politicamente-scorrette.

Del pensiero considerato unico e mainstream, la geopolitica se la ride.

Nelle primissime righe di apertura del saggio del quale stiamo parlando,Fabbri introduce, molto a proposito, la sua testimonianza personale.

Che consiste nello sconcerto e nell’insoddisfazione di uno studente di Scienze politiche,come anche lui era stato a suo tempo, che si accorge che le materie basilari,, deputate a fornire gli strumenti per capire, dove va politicamente il mondo, come scienza politica e relazioni internazionali, sono declinate in modo da non essere affatto funzionali allo scopo.

Tutti costruiti su schemi ideologici, applicati in qualsiasi contesto, senza rendersi conto che gli schemi sono frutto di ideologie esclusivamente occidentali, spacciate erroneamente per universali ,con piglio colonial-razzista, in senso culturale.

Lontani da una sistematica analisi storica, affiancata da antropologia e psicologia.

Studio delle etnie e ,si direbbe ,di quell’oscuro mondo, che ,per intendersi, potrebbe definirsi come psiche collettiva.

Ed allora ecco che la realtà non viene più descritta visionandola e classificandola ,guardandola dietro a lenti colorate, che la definiscono sulla base di severe, ma posticce classifiche a base di democrazia formale e diritti umani (declinati alla occidentale).

Ma viene scansionata dalla geopolitica sulla base di concetti antichi : potere, nazione, e orribile a dirsi secondo il pensiero unico mainstream, imperi.

Per impedire lo svenimento continuo dei lettori non avvezzi alla crudezza di questi linguaggi alla Thomas Hobbes, (che curiosamente i cultori di geopolitica non nominano mai) ,Fabbri e soci invece che impero ,usano più spesso il termine egemone regionale o globale e si spiegano comunque benissimo.

I lettori avranno già sentito sciorinare i “fondamentali della geopolitica : andamento della demografia; coesione etnica o meno di un popolo ; pedagogia sempre di un popolo, amministrata dal sistema scolastico, che può portare a quella negli Usa è comunemente considerata apertamente come una “religione civile”; attitudine a considerare o meno come prioritari, elementi che non sono economicisti (benessere materiale, da coltivare senza sacrifici) come : potere, sovranità, sentire comune condiviso, orgoglio del proprio passato, meglio se imperiale, attitudine all’uso della violenza, per difendere la propria idea di nazione profonda, attitudine a sacrificare l’immediato bene materiale e in una certa misura i diritti, pur di godere del prestigio del proprio passato considerato glorioso ed esaltante.

Ecco ,bastano poche righe e pochi concetti base per capire ,che esiste un discrimine abbastanza netto fra il mondo degli egemoni o aspiranti tali : Stati Uniti, Cina,Russia, Turchia, Iran e “gli altri”, che impersonano la parte dei “clientes” dei primi.

Si direbbe ,che in geopolitica come nel diritto, “tertium non datur”.

E avanti così, con sorprendenti sventole date in faccia a che si pasce dell’illusione di un governo “etico” del mondo ,basato su istituzioni internazionali, delle quali la geopolitica ha una considerazione direttamente proporzionale al loro (quasi nullo) potere effettivo, o delle presunte potentissime multinazionali, che la geopolitica ridimensiona drasticamente, alla sola dimensione che gli apparati dei loro paesi di riferimento, concedono loro di esercitare.

Non lo nego, essere invitati a leggere il mondo, usando parametri del tutto nuovi e diversi (anche se sono antichissimi) mette inizialmente a disagio, ma l’irritazione si supera ,quando si capisce che dietro c’è un’analisi accurata, trasparente e asetticamente distinta da ideologie di sorta.

Personalmente ,dopo essere stato per un certo periodo scosso nelle mie precedenti convinzioni, mi sono convinto, che usando questi parametri coltivati dalla geopolitica, riesco a capire quello che prima mi convinceva sempre meno.

Ma leggetelo comunque questo saggio, da qualunque scuola di pensiero proveniate.

Vedrete che Fabbri, per male che vada, vi darà comunque delle piacevoli soddisfazioni intellettuali.



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