Non so come ma quando era uscito questo libro di Federico Rampini nel 2022 mi era sfuggito, peccato, perché oggi che l’ho letto rimediando al ritardo l’ho trovato veramente fondamentale per capire la deriva integralista dei democratici americani.
E’ singolare ma questo fenomeno che condiziona in modo pesante la strategia degli Usa e che impatta quindi in modo altrettanto pesante sulla nostra politica è conosciuto molto poco da noi, forse perché le nostre forze politiche di orientamento progressista semplicemente sono vittime della medesima deriva ideologica che proviene da oltre oceano.
Stranamente, sull’argomento mi aveva suonato la sveglia il libro di Francesco Costa sulla California e poi i suoi interventi successivi su tutti i canali che usa con molta abilità.
Forse proprio l’abilità e la freschezza del modo di comunicare di Costa mi avevano fatto considerare Rampini, validissimo inviato, ma di un altra generazione, come un matusa.
Errore pacchiano, perché leggendo il libro di Rampini ho dovuto constatare che tratta la materia a un livello di approfondimento sensibilmente superiore, cosa che emerge fra l’altro nella citazione dei testi da consultare per approfondire, che comunque rappresentano il punto di appoggio della sua esposizione.
Ma veniamo al dunque, Rampini argomenta questo, che la decadenza dell’America come potenza egemone dell’Occidente che si ergeva a poliziotto del mondo, è ormai un fatto vistoso.
Preso atto di questa realtà ormai incontrovertibile, è fondamentale cercare di capire quali ne siano le cause.
Rampini individua il tarlo che rischia di frantumare la potenza americana, rimasta quasi intatta dalla fine della seconda guerra mondiale, proprio nella deriva radicale dell’ideologia progressista, praticata negli Usa, tutta tesa, come dice il titolo, non a difendere i nostri valori, ma a “processare la nostra storia ed a cancellare i nostri valori”.
Non abbiamo più valori da difendere, ma abbiamo solo da espiare i nostri errori passati. Ecco allora che su questo nuovo dogma, hanno fondato la teoria “no border” che impone non solo il dovere di prendere tutti gli immigrati, ma di sdebitarci con loro dei nostri crimini passati assumendo noi i loro valori, che sarebbero più sani dei nostri, tanto per cominciare dando subito anche ai migranti che formalmente sono entrati illegalmente i benefici del welfare e non ultimo il diritto di voto, e quello di usare la propria lingua, tanto che di fatto si sono obbligati i call center pubblici ad essere bilingui inglese e spagnolo.
Le minoranze etniche e sessuali diventano di conseguenza il punto di riferimento obbligato.
Questa ideologia unita ad una interpretazione pure radicale dell’ambientalismo tesa a demonizzare il progresso economico ed a prevedere una imminente apocalisse.
Se andiamo a vedere l’ispirazione viene dalla poco brillante filosofia ,detta “del buon selvaggio”, di Jean Jacques Rousseau e quindi non è affatto originale.
Interessante la capacità di Rampini di farci capire come questa radicalizzazione ideologica sia cavalcata alla grande dagli ultra- milardari dell’High tech, che la usano cinicamente ,non perché ci credano, ma perché serve loro per oscurare il problema vero che è quello delle diseguaglianze , della crisi sociale e dell’impoverimento del ceto medio.
Qui da noi sono state prese come manifestazione quasi folkloristiche di frange giovanili stravaganti le vere e proprie ricadute nell’oscurantismo medioevale dei giovani americani che spingono per abbattere le statue, anche di coloro che, prima, erano venerati padri della patria ,come lo stesso Lincoln, perché a suo tempo erano incorsi in atti di razzismo, ignorando ogni senso critico o di contestualizzazione storica.
Non parliamo del povero Cristoforo Colombo, ormai completamente demonizzato come portatore di ogni nefandezza a causa del fatto che la “Critical race Teory” è diventata dogma.
Ma se si fossero fermati qui, i seguaci delle teorie “Woke culture ” o della “cancel culture”, andrebbe ancora bene, e invece sono andati ben oltre ogni decenza, additando al pubblico ludibrio anche Platone Aristotele e tutta la famiglia filosofica sulla quale è fondata la nostra civiltà, perché avrebbero la colpa inespiabile di avere tollerato la schiavitù e un ruolo subalterno del genere femminile.
E proprio qui è la giustificazione del termine deriva, per il fatto che quelle evidenti scemenze, sono prese molto sul serio e messe in pratica nelle ,un tempo prestigiose, università americane, al punto che se un docente osasse citare uno dei reprobi sopra indicati, rischierebbe il posto.
Immagino che ai tempi della Santa Inquisizione ci fosse più tolleranza!
Ma l‘elenco delle follie di questo tipo ha veramente dell’incredibile come quando l’autore cita l’episodio di un distretto scolastico americano,ovviamente gestito da famiglie che aderiscono a questo pensiero unico ,definito non a caso dal medesimo Rampini, progressismo illiberale, dopo avere constatato che gli alunni appartenenti alle etnie di colore proprio non riuscivano a raggiungere punteggi nemmeno lontanamente sufficienti in matematica, non hanno deliberato qualcosa di simile ai nostri “corsi di sostegno” ,ma hanno abolito ogni strumento di rilevamento della preparazione.
Prossimamente forse aboliranno la matematica per essere più completamente politically correct.
Non parliamo poi della imposizione delle più assurde invenzioni lessicali ,per non rischiare di offendere le solite minoranze.
Questa America vittimista ,colpevolista , assolutamente acritica , sta distruggendo sé stessa promuovendo l’ignoranza e la dittatura delle minoranze.
Per difendere e risarcire le minoranze etniche e sessuali si sono inventato anche lo slogan del “Defund the police”, preso e applicato molto sul serio con risultati catastrofici finiti nell’impennarsi macroscopico dei reati.
Non ostante queste palesi follie il capitalismo continua a funzionare meglio in America che altrove, sembra dire Rampini, fino a quando però i giovani delle classi di età “formate” da un “sistema educativo” bacato come quello attuale, non saranno costrette a diventare la futura classe dirigente.
Libro di ottimo livello.