Beh , doveva succedere che a un certo momento mi capitasse di leggere un libro di un autore, che stimo molto, ma che proprio mi è piaciuto poco.
Ho conosciuto Scurati non dalle sue prime opere, come è per esempio il libro del quale stiamo parlando, ma dal favoloso “Il figlio del secolo”, il primo libro della trilogia su Mussolini, che mi era piaciuto enormemente per l’estrema abilità dell’autore di delineare non solo la figura del protagonista ma anche quella degli uomini e delle donne che gli giravano attorno e che purtroppo i manuali di storia tutt’al più accennano appena.
Anche se hanno fatto la storia di quel periodo, non meno del Capo.
La storia del fascismo in Italia è stata imbozzolata nel dogma dell’antifascismo, diventato istituzionale e con ciò ,lo studio di quel periodo è diventato politicamente scorretto, impedendo a chi è nato dopo di capire di cosa si sta parlando.
Scurati , “ca va sans dire” ,intellettuale progressista e antifascista, ha avuto il grosso merito di rompere i vecchi tabù riportandoci alla presenza dei personaggi storici e non delle loro figure mitizzate e spesso stravolte dall’ideologia.
Mi son permesso di fare questa premessa perché il libro in esame non c’entra niente col fascismo, ma richiama già alcuni parametri della costruzione letteraria di Scurati, nel senso che parla come di un romanzo di fatti che sono realmente avvenuti.
Autentici fattacci di nera, anzi ancora peggio che di nera, perché concernenti reati o meglio presunti reati ,di carattere sessuale.
Presunti reati di pederastia, che sarebbero stati commessi da maestre, addirittura con la complicità e la copertura di preti.
Sono fatti di cronaca non lontani nel tempo,dei quali all’epoca avevo sentito parlare, come tutti, ma che, confesso ,non ricordavo in modo chiaro, ma sopratutto non ricordavo che avevano sollevato un polverone mediatico enorme ma che ben presto si sono rivelati fondati sul nulla.
Il libro infatti, nelle ultime pagine, fa dire alla protagonista di tutta la storia , in veste di grande accusatrice ,in diretta televisiva, un bello e chiaro : “mi sono inventata tutto”.
Tutta la narrazione si svolge a Bergamo intorno a un fantomatico ente ecclesiastico per preti “disturbati”, anche da turbe sessuali, che si sarebbe trovato nel plurisecolare edificio del seminario vescovile di una delle città tradizionali baluardo (nei tempi andati) del cattolicesimo tradizionale, e che però non risultava raggiungibile.
Insomma ci sono tutti gli ingredienti per una storia che tocchi le corde più sensibili dei sentimenti più nobili e più infami dello spirito umano.
Scurati però, nella vita e nel romanzo, è un accademico esperto di comunicazione, particolarmente televisiva ed è portato a fare riflettere il lettore sulle capacità di manipolazione, se non addirittura di auto- manipolazione, della nostra mente ,proprio quando ci si ritrova di fronte a storie del genere.
Non ne nasce solo il fatto della immediata divisione fra colpevolisti e innocentisti, che si incaponiscono in modo fanatico nelle conclusioni che ritengono di trarre su quel poco o tanto che si riesce a conoscere.
Quando anche le persone più miti in certe circostanze diventano irriconoscibili estremisti bruciati dal fanatismo,
Scurati, in circostanze di questo tipo, spinge a ricercare i moventi dell’esplodere delle emozioni nelle neuroscienze ,anche se non ne fa esplicitamente menzione, così come nella trilogia su Mussolini, fa consciamente o meno riferimento alla psicologia delle folle.
Come è possibile che ci si infiammi per mandare, se fosse possibile, schiere di persone al rogo, se poi viene fuori ,che quello che sembrava una prova inconfutabile era tutta un invenzione .
Ecco ,l’argomento sembra fatto apposta perchè un abile romanziere ci vada a nuotare dentro.
Scurati è abile , ci sa fare e sa scrivere bene.
Ma in questo libro non mi convince se non in piccola parte.
Innanzi tutto, un soggetto di questa delicatezza, sinceramente mi sembra che sarebbe stato metabolizzato dal lettore in modo più consono se tutto si fosse ridotto alla metà o almeno ad un terzo in meno delle pagine usate.
La parte migliore del libro l’ho trovata invece, come si può evincere da quello detto sopra, dal descrivere e constatare quanto ci sia ancora misteriosa la nostra psiche ed il funzionamento di un cervello allo stesso tempo ultra-potente, ma anche responsabile di farci cadere in errori di valutazione catastrofici.
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