giovedì 5 giugno 2025

Vito Civello : Chi ha sparato il primo colpo?: La verità nascosta sulla guerra in Ucraina e il grande inganno dell’Occidente - Ed. autoprodotto Amazon Logistica – recensione

 





Quando è scoppiata la guerra in Ucraina nel febbraio 2022 bisogna riconoscere che anche i più autorevoli analisti, tipo Caracciolo di Limes, si trovarono presi del tutto di sorpresa, perchè la cosa era anomala, per una serie di ragioni e prima di rutto per il fatto che era stata troppo annunciata.

Anche al bar sport sotto casa, mia tutti avevano visto in televisione le file di carri armati russi ,che si spostavano dalla Bielorussia verso il confine ucraino.

Di conseguenza , si interpretava la cosa, come una forte pressione russa per ottenere qualcosa dal governo ucraino, ma non come le prime mosse di una invasione vera, perchè militarmente giocarsi l’elemento sorpresa è giudicata una pura scemenza.

Eppure l’han fatto, convinti di trovare un accoglienza festosa di pro-russi.

Perchè ho premesso questo discorso ? Per mettere in luce il fatto, che il mondo moderno è complicato e che anche gli esperti (abbiamo citato Limes da una parte e addirittura il successore del KGB dall’altra, che sono considerati più che autorevoli ,possono incorrere in errori di valutazione clamorosi ,dimostrando che la situazione sul campo era sfuggita a tutti e due.

Di fronte a una situazione di così difficile lettura, purtroppo i media, invece di dire che per capirci qualcosa di serio, occorreva studiare più approfonditamente i fascicoli, hanno fatto il contrario ,semplificando le cose in modo assolutamente puerile.

Putin sarebbe impazzito e scemenze analoghe.

Ecco perchè in questa situazione, se a qualcuno interessa cercare di capire come stanno le cose ,al di là della propaganda delle due parti in guerra ,è di estrema utilità questo libretto di pura documentazione sintetica.

L’autore è un esperto di comunicazione e la cosa si capisce subito dalla scelta quasi geniale di pubblicare il libro in italiano e in russo.

Ovviamente ,non per fare propaganda all’opinione russa, ma per far capire in modo immediato al lettore, che ,quanto meno, bisogna tenere conto anche del cosa ne pensano della vicenda in Russia.

La documentazione presentata nel libro mette in luce le seguenti concause della guerra, che i media hanno largamente snobbato.

Cioè le azioni tese a :

-sottomettere economicamente l’Ucraina alla finanza occidentale;

-manipolare l’opinione pubblica ucraina perchè esprimesse governi giudicati allineati agi interessi anglosassoni;

-armare in modo intensivo l’esercito ucraino ed addestrarlo per arrivare a fare arrivare la Nato fino in Ucraina

Allora il matto che ha voluto la guerra non è stato Putin ma erano Obama e Biden?

Assolutamente no.

Ma che ci siano stati comportamenti scorretti ,sulla base del diritto internazionale, che ci siano stati errori di valutazione da tutte e due le parti ,e che è inconcepibile e in contraddizione coi nostri principi e valori occidentali ,che la strada del negoziato non sia mai stata presa in considerazione ,prima di combinare pasticci costosissimi è un fatto documentabile.

Si vedano le dichiarazioni successive dei capi di stato dell’epoca sugli accordi di Minsk, che mettono in evidenza la loro mancanza di buona fede, sono lì nero su bianco.

Non parliamo delle esternazioni della Nuland.

Non vi dico chi è ,perchè così obbligo il lettore ad andare a cercarla.

Brutta faccenda, politicamente e moralmente deprecabile, ma non certo solo per Putin.





Luigi Contu Domani sarà tardi Romanzo Il 25 aprile di un fascista salvato dai partigiani Solferino Editore – recensione

 





Se avete voglia di leggere una storia di buona gente che riesce a comportarsi all’altezza della loro formazione anche nelle circostanze più avverse, questo libro fa per voi.

L’autore, omonimo del protagonista ,essendone il nipote ( figlio del fratello del nonno), è giornalista di lungo corso e attualmente direttore dell’Ansa.

A me il libro è piaciuto tantissimo perché tratta uno degli argomenti tuttora più delicati e “divisivi” per il nostro paese : fascismo e antifascismo, veleggiandoci sopra come un aliante.

I protagonisti sono sì fascisti e partigiani, anzi arci-fascisti e arci-partigiani nelle convinzioni, ma nei rapporti sociali che si svolgono in un paese della Val Brembana ,sono prima uomini ,che rispondono alle loro coscienze ed ai loro sentimenti profondi, in base ai quali se uno è una brava persona ,lo giudichi per quello, non per la tessera di partito, anche nelle circostanze storiche più pericolose.

Figuriamoci ! La narrazione parte dal 23 aprile 1945, repubblica sociale ancora formalmente in carica, soldati tedeschi ancora presenti, brigate partigiane in piena attività, Mussolini ancora vivo e vegeto, che non sa cosa fare, nemmeno di fronte alla autorevole mediazione del Cardinale Shuster, arcivescovo di Milano, che gli offre la sua ultima opportunità di salvare almeno la pelle.

Il protagonista è un servitore dello stato, dirigente dell’ufficio agricoltura della zona.

Fascista della prima ora, ma distinguiamo.

Chissà se le prime guerre che ci coinvolgono ,se pure indirettamente per la prima volta dopo quel 1945, e il diffondersi della geopolitica ,come modo efficace per interpretare gli eventi, sono riusciti a convincerci ,che per guardare a fatti storici occorre prima di tutto contestualizzare, cioè non giudicare in modo affrettato, usando i parametri di oggi, ma studiandosi i parametri di allora.

Se usassimo questi parametri metodologici essenziali verremmo a sapere che esistevano cento e oltre modi, per essere fascisti, e altrettanti, per essere partigiani.

Luigi Contu era un fascista singolare, che avendo preso sul serio il manifesto di San Sepolcro (come sarebbe utile che quelli che tanto blaterano di qui e di la ,l’avessero almeno letto) credeva nei valori del socialismo ,che il primo fascismo proponeva scritti nero su bianco, e che si illuse che quel movimento li avrebbe veramente messi in pratica.

Certo che quel Contu, come tanti e tanti altri come lui ,fece ripetuti errori di valutazione ,continuando a credere nel fascismo primitivo, anche dopo il delitto Matteotti eccetera eccetera.

Ma la sua posizione al momento degli eventi ,che entrano nel romanzo, non va oltre quella di capo ufficio statale con una manciata di dipendenti.

I tempi sono quelli che sono e quando avvengono fatti che portano i locali responsabili della repubblica sociale a catturare e condannare a morte alcuni capi partigiani, Contu si attiva per salvare dalla fucilazione quante più persone può.

Nel suo ufficio e nel paese è molto ben voluto anche a causa di questo suo agire ispirato a valori umani e non a fanatismi ideologici.

E’ interessante vedere come quei tempi fossero difficili, perché anche in quel piccolo ufficio di montagna, c’erano gli infiltrati partigiani, che riferivano e uno di questi era l’impiegato di Conti che ostentava la fede fascista più becera.

Ma non sto a riassumere la storia che è interessantissima e coinvolgente.

Ancora più coinvolgente è la vicenda sentimentale di Congiu, separato dalla sua amata dagli avvenimenti bellici e dall’influenza, che nella vicenda assume il fatto che lui fosse fascista e la sua fidanzata di famiglia rigorosamente socialista.

Dico solo ,che ci sono figure che dopo aver letto il libro difficilmente si dimenticheranno, dal parroco del paese che era riuscito a nascondere brillantemente il fatto di essere membro addirittura del comitato del CLN locale, all’autista che diventa amico e confidente di Contu ma che è anche membro della locale brigata partigina.

Nella timeline della narrazione del libro, il bello ovviamente deve ancora venire dopo la presa del potere da parte del CLN e della condanna a morte del medesimo Contu.

Ma mi guardo bene dall’anticiparlo.




sabato 17 maggio 2025

Giada Messetti La Cina è un’aragosta Ed. Mondadori – Recensione

 


Su questo blog si era già parlato dei precedenti libri di questa autrice :”La Cina è già qui” :https://gmaldif-pantarei.blogspot.com/search?q=Giada+Messetti e

“Nella testa del dragone” : https://gmaldif-pantarei.blogspot.com/2021/09/giada-messetti-nella-testa-del-dragone.html , questo per dire che il presente volume “La Cina è un’aragosta” si presenta con tutta evidenza come un aggiornamento per il lettore sulla situazione della Cina, completando le narrazioni precedenti.

Il libro è recentissimo, addirittura la narrazione arriva a dopo l’elezione di Trump e all’avvento dei suoi dazi.

Lo stile è pacato e ben scelto : una serie di interviste (curiosamente per lo più a tavola dato l’ottimo livello della cucina cinese) delle quali l’autrice si serve, per compilare un quadro molto ordinato.

Come nei libri precedenti, traspare quella chiara simpatia, che lega l’autrice a quel paese ed a quella cultura, nelle quali si è inserita con molta fatica, in anni ed anni di studio e di condivisione della vita in Cina.

Contemporaneamente, ed è inevitabile che sia così, l’autrice non può nascondere il fastidio, che chi la Cina la conosce dal di dentro, prova per la versione mainstream, che gira fra i media nostrani, che colpevolmente non hanno da lungo tempo investito un euro per tenere dei corrispondenti residenti in Cina, anche se perfino al Bar Sport, è ormai noto che stiamo parlando della seconda potenza mondiale, aspirante al podio più alto.

Come dicevo, l’esposizione è tanto ordinata, da sembrare quasi scolastica.

Economia, società cinese,classe media, disuguaglianze.

Giovani ,ormai benestanti e molto istruiti,ma per la prima volta, con alto tasso di disoccupazione e quel che è peggio, con alto tasso di insoddisfazione.

Donne che sono saltate dalle catene della famiglia patriarcale medioevale (quella delle legature ai piedi femminili per intenderci), alle libertà dei tempi moderni ,con enormi difficoltà, ma con successi innegabili.

Il paese più popoloso del mondo, fino a ieri, che oggi è stato superato dall’India, a causa di un avanzante invecchiamento della popolazione, che crea enormi problemi, anche a causa dei numeri impressionanti.

Conseguenti grandi difficoltà per calibrare welfare pubblico e carichi privati.

Il paese più inquinante del mondo, che diventa leader mondiale nella produzione degli impianti per acquisire energia pulita.

Ecco, essendo personalmente ,chi scrive un saccheggiatore seriale e sistematico dei servizi di informazione e di inchiesta, che vengono riportati su Youtube ,a proposito delle diavolerie futuriste, che appaiono sorprendentemente e continuamente in Cina, nei panni dell’autrice avrei dedicato più spazio a questi argomenti.

Non solo perché sono di enorme interesse di per sé, ma perché è ormai chiaro a tutti ,che più questi realizzazioni divengono di dominio pubblico, più gli americani vanno in crisi.

Perchè se la gente si convince coi fatti ,che il futuro viene dal sol levante, è chiaro che “la missione speciale “ degli Usa, che si auto- narra ,addirittura ricorrendo all’immagine biblica della “casa sulla collina” ,faro per tutto il mondo, si va appannando sempre di più.

E il Maga (make America great again) tende a suonare stonato.

Concludo ,rimanendo sulla medesima osservazione, d’accordo ,la Messetti non si presenta come una giornalista d’inchiesta, ma questa Cina del futuro, che è già in atto, andrebbe anche illustrarla con delle immagini, stampiamole pure in bianco e nero ,ma una editrice come Mondadori se le potrà pure permettere no?

Comunque non voglio proprio oscurare con delle critiche questo ulteriore ottimo lavoro dell’autrice.

Questo è un ottimo libro che si legge anche in modo molto scorrevole.








martedì 13 maggio 2025

Walter Isaacson Elon Musk Mondadori

 





Imbarcarsi in un libro di circa 708 pagine, obiettivamente ,lo si fa solo se si presume che sia veramente molto interessante.

La decisione di intraprendere la lettura viene agevolata dal sapere che l’autore è uno specialista assoluto nelle biografie dei geni.

Si è già cimentato, infatti, tra gli altri , e non poteva essere diversamente, nelle biografie di Einstein e di Leonardo e più recentemente in quella di Jennifer Doudna con “Code Breaker”.

E poi si intraprende la fatica di leggere un bel volumaccio per soddisfare la curiosità di scoprire chi è veramente il personaggio più gettonato del momento : Elon Musk.

Personaggio poliedrico per le sue realizzazioni.

Nessuno prima aveva fatto quanto lui.

Come uomo però rimane difficilmente decifrabile, lo dico subito, anche dopo avere lette tutte le 708 pagine a lui dedicate.

Tanto per consentire al lettore di fare mente locale sull’argomento, cito qualche nome e qualche cifra:

- Tesla produttrice di auto elettriche, già dotate di tecnologia da autopilot ,con valutazione di mercato di 1.000 miliardi, sì è veramente un trilione, da fare impallidire Zio Paperone!;

-Space X, produttrice di razzi, usati non solo per rifornire la stazione spaziale internazionale, ma anche per portarci gli astronauti avanti e indietro.

Prima impresa privata al mondo, che abbia mai fatto cose del genere, per di più con la tecnologia innovativa dei razzi riusabili, cioè che decollano e atterrano nella medesima torre di lancio, valore stimato di 100 miliardi;

-Spacelink ,sistema di telecomunicazioni satellitari ,che si basa su una rete di satelliti posizionati a 550 Km dalla Terra,se contano in orbit ormai diverse decine di migliaia per consentire le comunicazioni fra qualsiasi parte del pianeta;

-Neuralink ,sistema di comunicazione fra il cervello umano e strutture informatiche esterne, tramite impianto di un cip appunto nel cervello, valutazione 1 miliardo;

-Boring Company, meno conosciuta dalle nostre parti, riguarda quel filone di opere di scavo per produrre collegamenti sotterranei, valore 5,6 miliardi;

-X app social, prima denominata Twitter ed arcinota con quel nome;

- linea di produzione del robot umanoide Optimus, macchine capaci di muoversi e pensare come

umani;

- linea di produzione del supercomputer Dojo;

- Solar City : linea di produzione dei tetti dotati di tegole, per produzione di energia solare;

- X Ai ,laboratorio per l’elaborazione di intelligenza artificiale, basata su reti neurali.

Difficile tracciare linee di separazione fra le diverse attività ,perché uno dei vantaggi competitivi di Musk è proprio quello di seguire un sistema organizzativo integrato, in modo che il patrimonio tecnologico ,acquisito da un settore ,possa essere usato anche dagli altri.

Esempio, il sistema di sviluppo dell’ X AI può essere implementato dall’enorme data base di immagini ,acquisite dalle auto Tesla ,in giro per il mondo.

Con tutti quei filmati si fa addestramento, ma ancora più si insegna ai robot umanoidi, od ai robot a quattro ruote ,a pensare come pensano gli umani:

Cioè , vedendosi una quantità inimmaginabile di situazioni e relativi comportamenti umani, questi robot sono indirizzati a seguire la filosofia dell’osservare e imitare.

Un cenno all’organizzazione aziendale ad al sistema delle condizioni di lavoro nell’universo Musk.

Mi sembra iconica a questo proposito la foto che vede lo stesso tycun ,sdraiato, che dorme sul pavimento sotto la sua scrivania ultra- minimalista.

O quell’altra che lo vede nel medesimo atteggiamento cioè a dormire di notte sul pavimento della catena di montaggio della Tesla.

Non si tratta di sceneggiata propagandistica, perché è suffragata da una vastissima documentazione, compresa quella riportata nelle note di questo libro di Isaacson, Musk lavora infatti con ritmi assolutamente insostenibili da un comune essere mortale e distingue poco il giorno dalla notte.

Il guaio per collaboratori e dipendenti è che ritiene ,che essendo possibile a tutti vedere come lavora lui,ritiene anche che sia ovvio chiedere loro di imitarlo.

Nell’universo Musk, in altre parole, non c’è posto per il sindacato e questo non è ovviamente una bella cosa.

Va detto però ,che la cosa è parzialmente compensata, da un sistema di azionariato diffuso fra i dipendenti.

Il licenziamento può essere sempre dietro l’angolo ,se a qualsiasi livello non si raggiungono gli obiettivi indicati.

Ecco qui però bisogna ,come sempre, contestualizzare, perché c’è anche l’altra faccia della medaglia, che non consiste solamente nella partecipazione dei lavoratori all’azionariato, ma nell’avere da parte loro l’opportunità di trovarsi abbastanza spesso il “sciur padrun” che si ferma alla tua postazione di lavoro e ti assale con una trafila di domande, che dimostrano la mostruosa conoscenza di ogni dettaglio del processo produttivo da parte sua ,con la conseguente apportunità per te dipendente, di dire la tua, proponendo le migliorie, che se sensate ,pare siano estremamente ben accolte dal padrone delle ferriere.

Parlare di Musk è complicato perché le contraddizioni si sprecano in quella personalità singolare.

Ne dò qualche accenno.

Credo che tutti sappiano ,che il singolare approccio che Musk ha con i suoi simili ,pare ovvio anche per non psichiatri, che sia dovuto al bullismo subito alle elementari ed al terribile rapporto avuto con un padre-padrone ,che Isaacson si limita a dire sinteticamente ,ma anche efficacemente, che non era una brava persona.

Musk ha spesso cercato di giustificare i suoi modi spesso bruschi con scatti d’ira difficilmente controllati, con il fatto di essere affetto da sindrome di Asperger (mancanza di empatia, mancanza di emozioni nei confronti delle altre persone).

Altra sfaccettatura del suo carattere è il livello di tolleranza ,che dimostra di nutrire verso il rischio, incredibilmente alta e assolutamente non condivisa dagli altri tycun ,delle 7 sorelle dell’informatica, coi quali ha rapporti contrastanti ,ma con i quali collide spesso proprio a causa di questo suo atteggiamento caratteriale.

Ma veniamo al nocciolo.

Musk è prima di tutto, quello che si direbbe, un visionario.

E’ l’uomo più ricco del mondo ,ma pare proprio, che accumulare denaro non sia affatto la molla che lo spinge a lavorare anche di notte per realizzare quello che prima di lui era impossibile.

La sua filosofia mira a migliorare le condizioni dell’umanità, punto.

Di più, la sua concezione ,sostanzialmente fortemente pessimista, sulle condizioni dell’umanità ed ancora di più sul suo destino, lo spingono a prendere come la sua missione prima ,trasformare l’umanità in una umanità trans-planetaria, per la prima volta nella storia.

Tutti si chiedono, perché la persona, che ha fatto di più nella storia per migliorare le possibilità umane ad andare nello spazio, si ostini a presentare come suo primo obiettivo ,in assoluto ,portare gli uomini su Marte.

Lui che sa meglio di ogni altra persona che per raggiungere Marte occorrono otto mesi di navigazione, con razzi però ,di una potenza, non ancora acquisita.

E poi ci sarebbe anche il problema del ritorno, o almeno della possibilità di ritorno.

Perchè ci insiste ?

Perchè ,probabimente, nel suo profondo ,crede veramente che l’umanità debba trovare il modo di conservare la propria, lui dice, coscienza, cioè la capacità di libertà, minacciata nel prossimo futuro da un intelligenza artificiale autogestita, capace di andare oltre il livello raggiunto dall’umanità attuale e quindi capace di schiavizzare l’uomo.

Nei momenti di cupa meditazione, Isaacson dice, che Musk sussurra ,che è possibile che noi umani potremmo benissimo essere degli alias, in un gioco di ruolo, condotto da intelligenze superiori alle nostre.









mercoledì 16 aprile 2025

Paolo Guenzi Il marketing dell’ignoranza Un prodotto made in Italy di straordinario successo Ed Egea – recensione

 


Un professore di Marketing per di più alla prestigiosa Bocconi che scrive un libro così feroce contro l’uso che si fa del marketing nei media e non solo, è certamente un caso che fa riflettere.

E’ ovvio che il professore non ce l’ha con la sua professione, ma con l’uso senza scrupoli ,che ne fanno media, spettacolo, sport ,politici eccetera eccetera.

Ma proprio qui sta l’interessante, cioè scoprire ,da un personaggio così qualificato, quali sono alcuni dei principi guida del marketing, che si possono usare , anzi che si usano fino all’abuso, nei campi più svariati, non per vendere dentifrici o merendine, che è la ragione per la quale si studia e si fa marketing ,ma per manipolare la gente.
Non è un caso, che il libro, quasi si concluda con una riflessione sull’abuso della credulità popolare, reato punito dal Codice Penale.

Teniamo conto ovviamente dell’aggettivazione ,che viene fatta fino a partire dal titolo del libro “marketing dell’ignoranza”.

Perchè il problema è questo.

Usare le tecniche di marketing, diciamo per altri scopi.

Partiamo comunque da una riflessione ,che mi sembra si imponga proprio da subito.

D’accordo, il marketing è una serie di tecniche e procedure, usate dai venditori ,da quando l’era di un benessere diffuso, ha caratterizzato il nostro modo di vivere, con uno stile consumistico sempre più spinto.

Si diceva anni fa : fare comprare a tutti il frigorifero o la lavatrice va bene, ma poi riuscire a vendere un ulteriore frigorifero o lavatrice non è così semplice.

Ed allora il mercato si è fatto più sofisticato, cercando di creare la spinta a consumi “superflui”.

E’ in questo momento storico ,che i medesimi venditori, più o meno consapevolmente ,vanno a chiedere lumi alle neuroscienze e si impadroniscono di meccanismi psicologici particolari, diciamolo pure, per cercare di manipolare il meccanismo delle scelte del consumatore.

Cominciato il giochino, si è verificato un subitaneo successo.

Ora, però, il medesimo gioco dura da decenni, e viene da chiedersi, come mai il consumatore continua a cascarci, possibile che non sia ancora consapevole dei trucchetti, operati dagli esperti di marketing per fargli comprare cose inutili?

A questa domanda si possono dare risposte diverse.

Il nostro autore dà questa risposta, il consumatore ,in senso lato, continua a stare al gioco, perché si è diffuso enormemente il marketing dell’ignoranza.

I burattinai del consumismo hanno capito che, quanto più il pubblico è ignorante, tanto più è facile fare e rifare lo stesso giochetto, traendone non poco profitto.

Ma loro fanno il loro mestiere, non truffano nessuno.

Il fatto nuovo ,che nemmeno loro probabilmente prevedevano, è che per una serie di circostanze è lecito dire che nelle valutazioni della gente “ l’ignoranza è stata sdoganata”.

L’imbonitore ,commerciale o politico che sia, ha capito che presentarsi al pubblico, con la convinta dichiarazione : “io sono uno di voi” è estremamente efficace.

Il problema è che gli imbonitori di oggi hanno la sfrontatezza di dare per scontato, che il popolo dei “voi” ,sia fatto di ignoranti ,e che quindi la presentazione di prammatica sia da intendersi, “non temete, io sono ignorante come voi, e quindi siamo fatti per intenderci, abbiate fiducia in me”.

E il meccanismo funziona.

Che vuol dire ignorante ? L’autore ha una splendida padronanza del lessico, il lettore penso che come mè apprezzerà molto questa ulteriore qualità.

L’ignorante è ovviamente colui che ritiene troppo faticoso usare la ragione, per individuare la sostanza delle cose, quello che veramente ha rilevanza, ma si perde nelle apparenze, nelle futilità.

Principio base del marketing è individuare un elemento ,spesso secondario, che venga percepito come un vantaggio competitivo, rispetto a prodotti analoghi e giocare su questo per la campagna di vendita.

Tutto lecito, ma il meccanismo è una fabbrica di ignoranza, perché induce il consumatore ad abituarsi a ragionare privilegiando il futile sull’essenziale.

E da qui parte la costruzione intellettuale dell’autore, con una trattazione decisamente brillante.

Ottimo saggio.