lunedì 17 agosto 2009

L'esercito del bene contro l'esercito del male

“Il governo, ha aggiunto il premier, ha la fortuna di essere sostenuto da una vasta e solida maggioranza, perciò resterà in carica altri 4 anni. E metterà in atto un piano a lungo termine e si spera definitivo contro le forze del male, non solo contro la criminalità diffusa ma anche contro la criminalità organizzata........Uno Stato ha il compito di difendersi anche dagli attacchi interni, mettendo in campo l'esercito del bene"
(dalla conferenza stampa di Ferragosto tenuta da Berlusconi,Maroni,Alfano)

L'esercito del bene contro l'esercito del male,non è nuova la pensata, anzi!
Viene da Mani, teologo patristico del terzo secolo, contro le idee del quale Agostino ha scritto la maggior parte delle sue opere, dopo avervi aderito in un primo tempo.
Nei tempi moderni influenzò tutti i fondamentalismi e totalitarismi ed in particolare le idee dell'Islam radicale dal Wahabismo in Arabia Saudita alla più recente rivoluzione komeinista in Iran.
Il nemico numero uno del terrorismo islamico George W. Bush, notoriamente uomo di cultura posticcia e raffazzonata, fece sua la visione manichea dei suoi nemici.
The war on terror fu più volte presentata come la guerra del bene contro il male.
Come mai questo slogan che è forse il più semplicistico che si possa immaginare viene tirato ora fuori dal cappello del “Buffoon of Europe”, come lo ha largamente definito la stampa internazionale (L'Express), non sempre in senso offensivo, ma per accentuare le sue mosse volutamente teatrali, fino ad ora apprezzate da una parte dell'elettorato.
Possibile che la gente in Italia sia culturalmente terra terra come gli americani provinciali della Belt Bible ai quali si rivolgeva Bush?
Il Cav. notoriamente si muove davanti alle telecamere recitando sempre un copione accuratamente preparato dai migliori specialisti del settore (ai quali è perfettamente in grado di pagare le parcelle).
Non c'è mai nulla né di spontaneo né di improvvisato.
La cosa però non è simpatica, perchè se dei capoccioni di scienza delle comunicazioni ritengono seriamente che possa essere efficace questo slogan, che, statene sicuri ,il copione prevede che venga ripetuto fino a completo incretinimento dello spettatore, allora è bene allarmarsi sulle nostre condizioni psico fisiche, sul nostro bagaglio culturale.
Se all'incirca 220 anni dopo l'illuminismo ascoltiamo il nostro capo del governo che se ne esce con uno slogan del genere pensando che sia il più adatto per noi ,perchè non saremmo in grado di capire cose più raffinate e non corriamo a Palazzo Chigi per prenderlo a calci nel sedere, vuol dire che andiamo veramente male.
Senza andare su Marte per ricordare il livello dei discorsi elettorali di Obama, rimaniamo in Europa e riandiamo allo slogan più ripetuto da Blair per conquisare i dodoci anni di governo laburista, interrompendo i diciotto dei conservatori : “Britain deserve better”.
Anche noi abbiamo diritto di pensare che meritiamo di più della massa di cialtroni di destra e di sinistra che compongono l'attuale classe politica.

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