giovedì 9 luglio 2009
La normalità tedesca cosa può insegnarci per uscire dalla stagnazione ?
Non si parla di uscita dalla crisi che è cominciata con la bolla immobiliare e poi col credit crunch che ha colpito l'Italia come tutto il mondo.
Si parla della stagnazione del sistema Italia che dura da vent'anni e che si manifesta con tassi di crescita al di sotto regolarmente e costantemente da quelli dei nostri partners e che è causata da alcuni difetti strutturali del nostro paese, che la politica che oggi è di destra e che ieri era di centro sinistra non ha nemmeno saputo affrontare, mentre la classe politica inglese francese, tedesca e spagnola lo ha fatto.
I nostri politici non lo hanno fatto perchè si tratta di problemi difficilissimi da identificare? Assolutamente no.
Basta almeno leggere i giornali tutti i giorni per sapere benissimo di cosa si parla.
Se ne parla da sempre anche in tutti i bar sport di tutt'Italia, magari inovcando soluzioni semplicistiche, ma se ne parla e si è a consocenza dei problemi.
Volete un elenco? Eccolo, lo prendo da una sintesi di Mario Monti sul Corriere ma chiunque lo conosce anche senza scomodare il presidente della Bocconi :
riforma delle pensioni per ridurre gli sbilanci della spesa pubblica rispetto a quella dei partners e ribalanciameto del wellfaire con spostamento di risorse dalla protezione del posto di lavoro anche se improduttivo alla protezione del singolo lavoratore;
aumento significativo degli investimenti in istruzione e ricerca;
investimento significativo nell'ammodernamento delle infrastrutture;
iniziare un processo di azzeramento delle rendite di posizione corporative nelle professioni (dall'abolizione degli ordini professonali all'introduzione della carriera con progressione attraverso criteri meritocratici obiettivi e trasparenti nelle università etc.);
iniziare un processo di azzeramento delle posizioni di rendita di posizione nell'economia per fare in modo che tutte le attività siano aperte alla concorrenza (es. servizi pubblici locali , dalle concessioni ai privati, dalle frequenze radio televisive alle autostrade etc).
All'elenco misurato del Prof.Monti aggiuingeri due cose:
impegno prioritario nella lotta all'evasione fiscale (per le dichiarazioni fiscali il 50% delle società sarebbe in perdita e il reddito medio degli italiani sarebbe di circa 1.100 € mensili, non è facile cederci);
oltre al superamento del conflitto di interessi in materia dei media occorre ridiscutere l'alloccazine della pubicità (si pensi che in Gran Bretagna l'editoria di qualità prospera si pensi all'Economist che tira 1.400.000 copie anche perchè c'è equilibrio fra media diciamo di evasione ed editoria di qualità)
E' talmente strano che un paese di tradizione culturale elevata ed altretanto sviluppato come l'Italia si rassegni alla stagnazione ed alla serie B senza reagire per vent'anni , che alcuni politologi, cominciano a teorizzare che la cosa non sia un caso, ma una scelta, cioè la magggioranza degli italiani consapevolmente e pigramente avrebbe scelto di continuare a riscuotere la sua rendita senza dover pagare il conto che i cittadini degli altri paesi hanno già pagato per usufruire dei vantaggi della modernità, della globalizzazione eccetera.
Per capirci poniamo il problema in modo esagerato. Alla gente di Scarpia della legalità, della cultura della modernità etc.. non gliene frega niente, purchè la camorra provveda a dare ad ognuno di loro il sussidio o il salario che li fa vivere. E' l'antica squallida filosofia di “Franza o Spagna purchè se magna”.
Il paragone è al limite, ma c'è poi molta differenza fra la gente di Scarpia e la marea di datori di lavoro che fanno lavorare gente in nero?
i professionisti che non si ricordano di fare la fattura?
i baroni universitari che sistemano moglie amante e figli tutti nel loro istituto, come facevano i papi prima della riforma di Lutero?
i politici che occupano le istituzioni e le imprese di pubblici servizi con lo stessa fame di tangenti dei loro omologhi del Turkmenistan ?
i gestori dei servizi pubblici di trasporto che fanno tornare i conti tagliando sistematicamente le manutenzioni e mettendo così a repentaglio i passeggeri?
Sarebbe semplice e facile se il problema fosse Berlusconi con le sue inadeguatezze, basterebbe sostituirlo. Non è così, Berlusconi si inserisce prefettamente in questa diagnosi perchè è più che probabile che la maggioranza degli italiani lo abbia sostenuto e lo sostenga proprio perchè sa che non modificherà nulla di sostanziale e lascerà che tutti continuino a fare i cavoli loro come lui fa quelli che favoriscono i suoi affari privati.
Abbiamo un sistema politico che non ha la volontà politica di affrontare i problemi che tengono il paese in serie B e che ne frenano lo sviluppo, e allora cosa occorrerebbe fare per uscirne?
Dall'estero ci sono pochi esempi di politici di successo.
Uno è il giovane Obama, sull'onda di un successo mondiale senza precedenti e con una “vision” molto ambiziosa.
E allora è semplice, imitiamolo. Già ma con chi? Siamo realisti e accontentiamoci di molto meno.
L'altro esempio di politico di successo anche se di stile molto diverso e con ambizioni più ridotte è quello di Angela Merkel, più vicino e più abbordabile per il nostro sistema politico.
La Merkel non è un leader carismatico, non ha slanci intellettuali visionari, si è guardata di bene di dire al suo paese che occorreva ricostruire tutto come ha fatto Obama.
Non è un gran che come comunicatore, non ha atteggiamenti populistici.
Non è prigioniera di ideologie, è pragmatista.
La Merkel però ha un consenso stabile nel tempo, è vista come affidabile, dà fiducia perchè ha uno stile politico che si basa sulla ricerca del consenso, del consenso, non dell'inciucio.
Ha conservato il meglio della cultura democristiana senza il minimo profumo di incenso (è luterana al capo del partito dei cattolici e questo ha un suo peso).
Il suo partito la CDU è da sempre alleato con la bavaese CSU, non molto dissimile dalla lega, senza le degenarazioni sbracate e populistiche della lega.
E' un leader di area moderata che però sa guardare avanti e non indietro.
Guida una grande coalizione coi socialisti dell'SPD con equilibrio senza dover pagare prezzi superiori alla sensibilità del paese.
La Germania, sta meglio di noi ma non di molto, sta meglio di noi forse più per una cultura e sensibilità civica superiore e condivisa, che per uno sviluppo economico superiore.
Lo stato in Germania c'è e suscita rispetto, c'è più legalità, meno ccorruzione, più senso dello stato, ma tutto in termini relativi.
Finora l'unica riforma di peso che è stata portata avanti dalla grande coalizione è quella dell'elevazione dell'età pensionabile, che però non è poco.
Ha promosso nei fatti le energie da fonti rinnovabili arrivando alla più alta produzione europea di KW/H da pannelli solari.
Ha fatto fare al suo paese colossali affari nell'Est Europa e in Cina, cioè ha affrontato al meglio i guai della globalizzazione.
Ha affrontato il problema di un epocale flusso migratorio con misure serie ed equilibrate improntato all'accoglienza dei lavoratori che dimostrino volontà di integrazione anche con l'apprendimento del tedesco in tempi ragionevolmente brevi e con l'espulsione di chi non ha lavoro e non si integra.
Ha una politica economica che privilegia la quadratura dei conti rispetto all'entusiamo per i maxi investimenti statali ora portati avanti dalla finanza anglosassone , vista con scarsa simpatia essendo quella che ha provocato la crisi mondiale.
Ha spinto su educazione e ricerca con fondi adeguati.
Come si vede è lontana dagli entusiasmi visionari di Obama, ma è anche molto, molto lontana dal populismo velleitario e teatrale di Berlusconi.
Per noi pensare di passare da Berlusconi a Obama è come sognare di andare su Marte.
Fermiamoci alla Luna e accontentiamoci di zia Angela.
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