martedì 22 settembre 2009
In Italia non c'è più libertà di stampa! Non è vero, ma stiamo male lo stesso e molto.
Negli ultimi tempi si sono registrati alcuni fatti che hanno indotto la Federazione Nazionale della Stampa ad indire una manifestazione in difesa della libertà di stampa, ritenuta a rischio.
A partire della pubblicazione delle foto non commendevoli fatte da un fotografo agli ospiti della villa in Sardegna del Capo del Governo ,nelle quali oltre a codazzi di belle figliole appariva tra l'altro un ex premier straniero a prender il sole privo di mutande etc, etc.
La pubblicazione delle foto in Italia è stata maldestramente bloccata da un istanza del solito super avvocato del premier Ghedini,come sempre abilissimo come avvocato, ma non altrettanto come politico e consigliere del politico numero uno.
A che serve infatti bloccare alcunché oggidì se non dirottare su you tube milioni di persone a vedersi tutto quello che vogliono?
Grazie a dio le moderne tecnologie globali per natura se ne fanno un baffo delle grida italiane.
Poi sono comparse sulla stampa le vicende delle escort del prode Tarantini a palazzo Grazioli, residenza ufficiale romana del premier, con registrazioni audio, filmati da telefonino, interviste, tutto materiale molto esplicito che è finito sui giornali di tutto il mondo per mesi, ma non per esempio sul TG1, il più diffuso telegiornale italiano.
Poi sono arrivate le citazioni in sede civile per Repubblica e l'Unità con richiesta per danni di cifre assurde, e ,nel caso dell'Unità mettendo il premier (essendo l'onere della prova a carico dell'attore) nella per lo meno imbarazzante posizione di dover dimostrare in tribunale di possedere ancora una adeguata potenza sessuale, quando è nell'archivio dei giornali un articolo dell'attuale direttore del suo Giornale che affermava il contrario con argomenti analitici per scagionare il suo padrone dalle accuse di libertinaggio.
Poi è arrivato il famoso caso Boffo, ex direttore del giornale dei vescovi, costretto alle dimissioni da un attacco del Giornale berlusconiano, che tirando fuori una vicenda giudiziaria di qualche anno fa accusava il Boffo di essere omosessuale e di avere molestato una giovane signora per contenderle il fidanzato.
Su tutte queste vicende il premier ha deciso di non ammettere nulla, di non scusarsi di nulla e di passare al contrattacco castigando pesantemente i quatto gatti che hanno osato criticarlo.
Vedi infatti il caso Boffo, che poveretto lui,per anni aveva incensato su Avvenire il governo Berlusconi, ma che, sommerso negli ultimi tempi da una valanga di lettere di contestazione da parte di parroci e fedeli, aveva balbettato qualche lieve e indiretta critica allo stile di vita del premier, e vedi citazioni per danni in sede civile di Repubblica e de l'Unità.
E poi il premier ha operato un abituale rivoltamento della frittata dichiarando che la stampa sarebbe in mano per il 90% ai catto-comunisti, suoi avversari pregiudiziali.
Comunque la si pensi pro Berlusconi o anti Berlusconi, però ,la questione del conflitto di interessi è un grosso problema reale,anche se nessuno ne parla.
Vediamo perchè.
1)- Berlusconi è contemporaneamente capo del governo e titolare di aziende concessionarie delle frequenze televisive pubbliche e quindi in quanto premier si fissa l'importo del canone per l'utilizzo delle stesse (e ovviamente tiene la mano molto leggera 1% dei ricavi),sarebe come se Benetton (Autostrade) fosse capo del governo e si potesse così fissare il canone da pagare allo stato per gestire le autostrade pubbliche;
2)- Berlusconi è contemporaneamente capo del governo ed è titolare delle aziende concorrenti della Rai e quindi come premier è in grado di nominare la maggioranza del consiglio di amministrazione del suo principale concorrente,appunto la Rai,sarebbe come se Marchionne (Fiat) potesse nominare il consiglio di amministrazione della Renault;
3)- Berlusconi è contemporaneamente capo del governo e proprietario di una fetta significativa di editoria (il Giornale e Panorama, gruppo Mondadori), nonché beneficiario per intrecci azionari diretti o di indiretti dello schieramento a suo favore di un numero elevatissimo di giornali : Libero (proprietà gruppo Angelucci "re" della sanità privata laziale e non solo, nonchè senatore del PDL); i giornali del gruppo Riffeser : Il Giorno, il Carlino,la Nazione;i giornali del gruppo Caltagirone (Caltagirone, come è noto è il suocero di Casini, ma è uso a mettere gli affari davanti agli interessi familiari e i suoi giornali sono tutti schierati per il centro destra): il Messaggero, il Mattino, il Gazzettino; infine sono schierati per il centro destra i giornali locali del gruppo Ciarrapico che sono una legione).
Nel mezzo,cioè in posizione terzista e quindi non schierati ci sono : il sole 24 ore ( della Confindustria, dove Berlusconi conta),il Corriere della Sera (dove fra la proprietà figura Mediobanca dove Berlusconi conta e parecchio) e la Stampa (famiglia Agnelli, qui Berlusconi non conta, ma non risulta che gli Agnelli siano mai stati di sinistra).
Schierati decisamente contro e con grande tiratura vi è il solo Repubblica affiancato dal settimanale l'Espresso, seguita dalla pattuglia dei giornali della sinistra l'Unità, il Manifesto etc, che però ,messi insieme, tirano meno di un qualunque giornale di provincia.
Come si vede il problema del controllo del premier sulla quasi totalità dei media italiani è quasi totale ed una realtà facilmente documentabile e che chiunque può verificare, è quindi sorprendente che lo stesso premier affermi invece che il 90% della stampa in Italia sia in mano catto-comunista, naturalmente senza mai elencarli i presunti giornali catto-comunisti, dato che dovrebbe fermarsi a un solo giornale di grande tiratura.
4)-Ma non basta il controllo della quasi totalità dei media da parte di Berlusconi, è molto rilevante anche l'uso che viene fatto del suo “vantaggio competitivo” rispetto alla magra opposizione.
Risulta infatti dalle rilevazioni fatte da organismi indipendenti che Mediaset non garantisce neanche lontanamente il pluralismo dell'informazione.
Ad esempio le presenze nei telegiornali di marzo risultano essere le seguenti :
- TG 4 Berlusconi e governo hanno occupato il 90% del tempo;
- TG 5 il 73% ;
5)-Ma non basta neanche questo, la situazione è ancora peggiore perché in Italia le televisioni e sopratutto Mediaset si portano via la quasi totalità della pubblicità a scapito e a danno della carta stampata, che potrebbe chiudere i battenti senza gli aiuti di stato per l'acquisto della carta o peggio senza i soldi dei gruppi finanziari che li controllano.
6)-In Italia i giornali, per lo più, non sono in mano ad editori puri, cioè ad industriali che investono in giornali per fare soldi,ma a gruppi che li gestitscono molte volte in perdita o in grande perdita solo per controllare una parte dell'opinione pubblica, cioè per distorcere l'informazione a loro favore, per ragioni di potere.
Come mai i grandi costruttori detti anche palazzinari sono proprietari in toto o pro quota di grandi giornali? E gli imprenditori della sanità che se ne fanno dei giornali?
7)-Infine, la ciliegina sulla torta:il premier è anche padrone della Medusa Cinematografica, il principale produttore e distributore di film in Italia, e il cinema una certa influenza sulla formazione dell'opinione pubblica ce l'ha e come.
Quasi tutti i media nelle mani di una sola persona sono già un problema di per sè, figuriamoci poi se quella persona è anche il capo del governo.
Ne viene fuori una repubblica anomala, fortemente anomala,anche perchè questa anomalia non ha compensazione nell'uso di altri mezzi di comunicazione alternativi per informare l'opinione pubblica.
In Italia purtroppo soffriamo non solo del famoso “digital divide”, cioè della percentuale di uso delle nuove tecnologie più basso rispetto ai nostri partners, ma di altri preoccupanti “divide” cioè distacchi rispetto agli altri.
Primo fra tutti soffriamo del numero più esiguo di lettori di giornali.
Vediamo qualche cifra significativa:
- Il New York Times (giornale letto solo dalla élite colta americana tira 1.500.000 copie , il più diffuso USA Today passa i 2 milioni e mezzo di copie, il Wall Street Journal 2 milioni di copie;
- il Times di Londra, pure giornale della élite conservatrice tira quasi un milione di copie;
- il Guardian, giornale della élite progressista tira quasi 900.000 copie;
-il Sun, quotidiano della così detta working class, cioè popolare tira la stratosferica cifra di 3.000.000 e non è solo essendo affiancato ad esempio dal Daily Mirror che tira 1.500.000 copie e dal Telegraph che tira quasi 900.000 copie,oltre al Daily Mail tira oltre 2 milioni di copie;
-sempre in Inghilterra i giornali gratuiti venduti nelle stazioni del Metro, mercati etc. tirano addirittura 6.000.000 al giorno;
-in Germania il Bild tira tre milioni di copie
- in Austria il Kronen Zeitung tira 900.000
- in Francia Ouest France tira quasi 900.000
In altre aree del mondo il divario è ancora peggiore a nostro sfavore.
In Giappone i quotidiani più diffusi tirano 14 milioni di copie lo Yomiri Shimbun e 12 milioni di copie l'Asahi Shimbun
-L'egiziano Al Aram tira 900.000.
Il più diffuso quotidiano italiano il Corriere della Sera staziona sulle 650.000 e risulta essere al 96° posto nella classifica mondiale per diffusione (http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_newspapers_in_the_world_by_circulation).
Ne consegue che l'informazione della quale fruisce la stragrande maggioranza degli italiani è solo quella televisiva, dei telegiornali.
E questo ,occorre dirlo, non perché non ci sia libertà di stampa, ma perché questa è di fatto limitata da una delle tante anomalie italiane (il conflitto di interesi), alle quali anche i governi di centro sinistra, che si sono succeduti, non hanno colpevolmente nemmeno posto mano, ma il problema rimane ugualmente ed è pesantissimo, perché vuol dire che la maggioranza degli italiani fruisce di una informazione solo di parte, manipolata e in ogni caso di pessima qualità.
E' scontato quindi che un elettore privo delle informazioni necessarie elegga una classe politica di bassa qualità, che sia di destra o che sia di sinistra, perché non dispone degli strumenti elementari per giudicarla.
Come reagiscono le forze politiche a questa pesante situazione?
I DS purtroppo si portano al piede la pesante palla del non aver fatto nulla sul conflitto di interessi quando erano al governo loro.
Di Pietro è al momento l'unica opposizione ma da solo non può fare molto, si vedrà se dopo il congresso dei DS si aggregherà una opposizione decente.
Il centro-destra quando si parla di conflitto di interessi tira fuori regolarmente il debolissimo argomento che gli Italiani sapevano benissimo dell'esistenza del conflitto di interessi ed hanno eletto Berlusconi lo stesso e con ciò l'hanno legittimato. Attenzione però anche Hitler e Mussolini sono arrivati al potere a seguito di regolari elezioni, legittimati anche loro? L'argomento non tiene, nessun voto sana illegittimità o nel caso specifico anomalie di questa gravità.
Non bastasse la estrema debolezza dell'opposizione nel sostenere la necessità di tenere vivo l'argomento del conflitto di interessi come pericolo per la democrazia in Italia, ci pensano i terzisti a dar indirettamente man forte al centro destra per lasciare dormire l'opinione pubblica.
Panebianco e Pierluigi Battista sul Corriere pontificano in continuazione che tutto è regolare ,che è ridicolo parlare di pericolo fascista ,sia pure in forme nuove e molto soft, la democrazia sarebbe solida.
Salvo risvegliarci una mattina nell'incubo, quando la strada per tornare indietro potrebbe non esserci più, come è capitato infinite volte nella storia.
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2 commenti:
il primo giornale italiano che compare nella lista è al 96° posto...che amarezza! Tra l'altro proprio oggi esce il nuovo giornale Il Fatto quotidiano (tra le firme Travaglio e Gomez) pare che già di prima mattina a Milano non si trovassero più copie!
Ansa
Il fatto quotidiano
ops! i link corretti nel mio commento di prima sono:
Ansa
Il fatto quotidiano
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