mercoledì 2 marzo 2011

La rivoluzione in Libia la stanno facendo i giovani ma il paese ha una struttura sociale arcaica

In Libia è in corso una rivoluzione vera e propria animata dal popolo dei giovani come è successo in Tunisia in Egitto e in altri stati arabi e islamici , ma la situazione libica è del tutto particolare, perché la Libia ha avuto una storia diversa da quella dei suoi vicini.
Gheddafi, dopo aver preso il potere 41 anni fa, ha fatto una scelta particolare inventandosi un sistema politico che avrebbe dovuto essere di democrazia diretta ben delineato nel famoso (non Italia dove non ne esiste una traduzione italiana) Libretto Verde.
Il sistema politico descritto nel Libretto Verde ha una sua coerenza logica e una sua consistenza e quindi ritengo che meriti di essere trattato in un apposito post, però per farla breve è necessario dare almeno un cenno su di che cosa si tratta altrimenti risulta praticamente impossibile capire cosa è la Libia.
Secondo il Libretto Verde il sistema liberale rappresentativo, nato in Europa, sarebbe tutto un inganno che in realtà non consentirebbe affatto al popolo di governarsi.
Lo stesso sistema europeo si fonda sull’idea di rappresentanza gestita poi in pratica da diversi partiti, che dovrebbero fare gli interessi degli elettori, ma che in realtà non lo farebbero affatto ed anzi essendo in continuo litigio fra di loro impedirebbero di governare.
Ed allora che fare? L’idea del Colonnello è stata quella di costruire un sistema di democrazia diretta fondata non sulla elezione di rappresentanti del popolo, ma di assemblee popolari che a livello di base (villaggio, paese, quartiere di città) designano un Comitato Popolare, che non deve essere un rappresentante ma solo un organismo che presieda ai lavori dell’assemblea, la quale prende direttamente le decisioni.
Il Comitato Popolare, dice il Libretto Verde, una volta prese le decisioni dall’assemblea popolare deve solo far le funzioni di “postino” e portare quelle decisioni ad analoghi organi di livello territorialmente superiori.
Per fare un esempio, il Comitato Popolare di Municipio coordina le decisioni prese dalle varie assemblee popolari suddividendosi in Comitato popolare per l’Istruzione, per la Sanità ecc.
Le assemblee, denominate Congressi del Popolo, alle quali ogni cittadino partecipa in quanto “socio” si riuniscono a scadenza annuale.
Salendo di livello territoriale il Segretario Generale del Congresso Generale del Popolo corrisponde al capo dello stato ; il Comitato Popolare per le varie sezioni esecutive corrisponde al governo.
Attenzione però perché corrisponde solo vagamente se si tiene conto che non dovrebbe fare altro che coordinare decisioni che non prende lui, ma che sono già state prese e definite dai vari Congressi del popolo.
Questo è il sistema come avrebbe dovuto essere.
Limitiamoci a constatare non tanto quello che è a tutti evidente e cioè che quel sistema ambizioso è miseramente fallito, ma soprattutto che la pretesa di mettere in atto quel particolare sistema ha di fatto consentito a Gheddafi di costruirsi un sistema di potere personale unico al mondo per il semplice fatto che in Libia non esistono strutture statali come le intendiamo comunemente, parlamento, governo ecc., perché le strutture corrispondenti per analogia non sono la stessa cosa.
Quando il colonnello dichiara di non essere il presidente di nessuno stato non sta vaneggiando, come si è portati a credere ,stante anche il ben noto carattere eccentrico del personaggio, ma esprime quello che dovrebbe essere formalmente.
Di fatto il sistema politico, il regime è stato qualcosa di non facilmente definibile.
E’ stato una dittatura personale fondata su un clan familiare, ma non solo.
Uno degli inviati del Sole 24 ore ha osservato ieri che per capire qualcosa della Libia sarebbe utile rimettere mano a quell’aureo libretto (aureo per ricchezza di informazioni) che il Reale Touring Club aveva redatto all’epoca fascista e andare a ripassarsi la struttura tribale della società libica, perché la consistenza reale di chi detiene il potere in Libia si misura soprattutto usando questo metro, di quale gruppo tribale è espressione e come questo gruppo è schierato al momento, con quali alleanze.
Il medesimo giornalista, per rendere l’idea, faceva osservare che essere generale in Libia oggi non significa pressoché nulla se non si tiene conto del rango della tribù di appartenenza, essendo questo particolare che determina il reale livello del potere detenuto.
Le tribù hanno diversa consistenza numerica ,i Warfala sono i più numerosi pare un milione su cinque, altre meno Zintan, Rojahan, Orfella, Riaina, al Farjane, al Zuwayya, Tuareg Maqariha ,i Qadhadhifa sono la tribù di Gheddafi.
I Qadhadhfia sono poco numerosi, ma con i Maqariha pare che detengano tutti i posti di potere più importanti.
Gheddafi all’inizio pare che avesse inventato il suo singolare sistema politico proprio pensando di poter così emarginare i notabili delle tribù, ma poi a poco a poco ha dovuto prendere atto che la società libica era fondata prima di tutto sulla struttura tribale e da buon medio orientale si è giocato le tribù mettendole una contro l’altra o comprandone la fedeltà, con una complicata rete di alleanze.
La situazione oggi sul campo però delinea una importante linea di demarcazione fra le tribù più vicine a Gheddafi e quelle storicamente avversarie, perché legate alla confraternita senussita, che aveva espresso il precedente regime del re Idris territorialmente proveniente dalla Cirenaica.
Non è certamente un caso che oggi i “territori liberati” dal regime di Gheddafi in Cirenaica abbiano issato la precedente bandiera monarchica.
Il nostro ministro degli esteri si è lasciato scappare l’osservazione che il nostro governo in Libia conosce praticamente solo Gheddafi, se fosse così sarebbe un bel guaio, si spera che la diplomazia parallela dell’Eni sia più forte di quella ufficiale.
Non risulta però che nemmeno gli altri governi si siano preoccupati di tenere i contatti con le tribù libiche e questo sarà un problema.
In Libia non esistono partiti, nemmeno clandestini, non esistono giornali o altri media indipendenti, non esiste per ora una figura di anti-Gheddafi.
In queste condizioni è difficile capirci qualcosa.
Se vogliamo essere sinceri l’impressione che si trae dalla lettura dei giornali anche specializzati è che della Libia non se sappia abbastanza praticamente in nessun settore e questo è veramente sorprendente se si pensa che geograficamente con la Libia praticamente confiniamo.
Bisognerà umilmente fare dei corsi serali di aggiornamento per evitare di prendere delle cantonate macroscopiche, tenendo comunque presente che le caratteristiche pariticolari della Libia fanno sì che la soluzione del problema richederà comunuque tempi lunghi,anche per evidenti problemi logistici (da Tripoli a Bengasi c'è più o meno la distanza Milano- Palermo).

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