Qualsiasi persona seria anche se ha votato per il Cavaliere perché ha creduto in buona fede nel suo progetto politico in quanto nel ’94 questo era credibile non può non provare disagio e disappunto arrivati a questo punto.
- Trecento cinquanta deputati della Repubblica, precettati a certificare col loro voto che Berlusconi sarebbe stato convinto che Ruby era nipote di Mubarak, cioè una pura sciocchezza è uno spettacolo semplicemente grottesco e umiliante per le istituzioni;
- ministri rispettabili e credibili per il lavoro che hanno fatto come Gelmini e Frattini, che si vedono costretti, si presume dalla previa telefonata del premier, a fare dichiarazioni alla stampa per difendere l’indifendibile con argomentazioni da asilo infantile;
-il direttore di Libero (e prima del Giornale) che per due o tre settimane parla del cavaliere definendolo “il vecchio porco” e tesse lodi aperte a Giulio Tremonti, presentandolo come la ovvia alternativa più credibile del Cavaliere e poi improvvisamente fulminato dallo strapotere economico del capo si vede costretto a scrivere umilianti editoriali di segno opposto e puramente propagandistici;
-lo stesso premier che sistematicamente oggi dice bianco (elezioni ) e domani il contrario, come se fosse obbligatorio credergli, indipendentemente dal senso di quello che dice;
-i commenti dei giornali stranieri che dopo essersi chiesti negli ultimi due anni : ma come è possibile che gli italiani sopportino al governo una persona che si comporta come un buffone ormai si sono data la risposta : perché sono dei buffoni;
-Napoli sommersa dai rifiuti ,L’Aquila che ha perso la fiducia nelle istituzioni, le inchieste sulla corruzione della “cricca” dei costruttori del G8 hanno ormai chiarito che quel poco che era stato fatto dall’ “uomo del fare” era costruito su un mare di porcherie molto peggiori di quelle delle allegre serate di Arcore;
- non ha detto la verità agli italiani sulla situazione economica e sui sacrifici che l’Unione Europea ci impone di fare “mettendo le mani nelle nostre tasche” con nuove tasse inevitabilmente per iniziare un percorso di riduzione del debito se vorremo rimanere in Europa;
- il rosario che il premier ripete ossessivamente : “è un golpe fermare chi è voluto dal popolo” si dimentica di dire che per “popolo” si intende dieci o quindici parlamentari, raccattati evidentemente in cambio di qualcosa in schieramenti votati dal popolo perché si opponessero a Berlusconi, che tutti coloro che conoscono l’aritmetica applicata al Parlamento sanno essere esattamente la metà del numero che servirebbe per avere la maggioranza nelle commissioni dove si svolge il lavoro quotidiano e quindi la verità è che questo governo non ha una maggioranza per governare, ha solo i numeri per bloccare ogni attività del parlamento;
-e via di questo passo.
Siamo incartati ma non abbiamo ancora il coraggio civile di riconoscere che Berlusconi ci ha provato, che all’inizio aveva un programma credibile, che probabilmente valeva la pena di metterlo alla prova, ma che ora continua a sbattere la faccia contro il muro e che quindi con lui non si può più andare da nessuna parte, perché non è più in grado di governare.
Non c’è alternativa si dice.
E no, e no, attenzione a non dire cose che dimostrino che stiamo perdendo la bussola della democrazia.
In democrazia l’alternativa c’è sempre e sono le elezioni.
Purtroppo però se il problema fosse solo Berlusconi le cose andrebbero ancora bene.
Purtroppo non è così.
Purtroppo il coraggio civile ci dovrebbe anche spingere non sono a riconoscere che Berlusconi non è più in grado di governare, ma anche che le procure stanno usando i media con la stessa arroganza e spregiudicatezza di Berlusconi per farci credere di avere trovato dopo sedici anni di inchieste a vuoto il famoso “firing gun” la prova definitiva per incastrare la causa di tutti i mali italiani, ma questo non è vero. Non è così.
Ma dove siamo finiti se da una parte continuiamo ad essere creduloni al punto da continuare ad avere fede contro ogni evidenza in questo venditore di tappeti, abile come venditore, ma molto modesto come politico , e dall’altra siamo altrettanto creduloni da prender per buone le “prove schiaccianti” della procura di Milano che non provano un bel nulla sul piano dei presunti reati?
Ma da quando in qua una telefonata di raccomandazione di un potente può essere portata in tribunale sostenendo l’accusa di concussione? In Italia dove di telefonate del genere ne vengono fatte migliaia al giorno dal consigliere comunale al membro del governo?
Certo che nemmeno il più sprovveduto dei politici di provincia sarebbe stato tanto infantile da tirare in ballo Mubarak, come ha fatto il premier, quando era più che sufficiente dire il suo nome per ottenere quello che voleva, senza dovere aggiungere stupidaggini come quelle.
Da una parte un premier che ormai è solo fonte di imbarazzo, non governa più nulla e blocca il parlamento, dall’altra una magistratura inquirente che si sente investita della missione di salvare l’Italia dai politici usando forze e metodi spropositati rispetto alla fattispecie ed alla tipologia dei reati ipotizzati.
Anche qui stiamo attenti a scandalizzarci solo quando c’è da prendersela contro il grande satana nazionale e a non vedere i pericoli per la tutela delle libertà individuali se non quando il bargello dovesse suonare il nostro campanello alle sei del mattino per rovistare e sequestrare inseguendo piste per lo meno discutibili, come a fatto nelle case di quelle poverette “ragazze di spettacolo” frequentatrici delle eleganti notti di Arcore.
E’ una balla clamorosa la storia della nipote, come è verosimilmente una balla altrettanto clamorosa la storia della eleganza delle notti di Arcore, l’uno e l’altra sono un insulto al buon senso.
Ma cosa dire di una Procura che mette in scena una vicenda teatrale ad elevatissima copertura mediatica per esercitare l’azione penale su una raccomandazione telefonica del premier ad un funzionario dello stato per indurlo a dare la famosa Ruby non in affidamento ad una comunità ma sempre in affidamento ad una sua conoscente, formalmente ben titolata ,con l’accusa di concussione :” farsi dare o farsi promettere, per sé o per altri, denaro o un altro vantaggio anche non patrimoniale abusando della propria posizione”, quando l’Italia nell’indice stilato da Transparency International è quotata per un livello di corruzione superiore a quelli di Tunisia ed Egitto, dove i governanti sono appena stati cacciati a furor di popolo?
Ma in quale pianeta vivono i procuratori che fingono di non sapere che i quasi mille membri del Parlamento italiano usano quotidianamente la carta intestata del ramo del Parlamento al quale appartengono per chiedere a funzionari dello stato di mandare avanti pratiche di pensione di assunzine ecc. ecc. con tanto di firma in calce ed alla luce del sole : tutti casi di concussione?
D’accordo che giunti a questo punto sarebbe ancora più offensivo del comune buon senso pensare che la persona adatta a fare la riforma della giustizia potesse essere lo stesso Berlusconi, ma dopo di lui qualcuno dovrà pur farla, se la macchina della giustizia gira in questo modo.
A questo punto di sputtanamento generalizzato di tutto e di tutti, di conflitto fra le istituzioni, di stallo degli organi costituzionali decisionali occorre uscire dal marasma con elezioni al più presto, ma dato che siamo nella situazione di marasma e stallo che abbiamo appena descritto non si può fare nemmeno questo perché il Capo dello Stato non può sciogliere le camere se il Presidente del Consiglio non controfirma il decreto e Berlusconi non controfirma.
Ed allora? Allora l’ultraottantenne Presidente dovrebbe accollarsi il compito ingrato e politicamente scorrettissimo, secondo la vulgata attuale, di fare veramente l’arbitro della partita e trasferirsi a palazzo dei Marescialli nella sua veste di Presidente dell’Organo di autogoverno della Magistratura ad esercitare direttamente il potere che la costituzione gli affida convocando il Procuratore Capo di Milano ovviamente in seduta riservata per fare con lui i discorsi del caso.
Nessuno lo ha mai fatto prima ma il caso presente è eccezionale ed il Presidente è l'unico che ha quel potere costituzionale ,per quanto la materia sia delicata.
Non ritiene di potere arrivare a tanto?
Allora nomini Berlusconi senatore a vita, come è pure suo potere e promuova il ritorno dell’immunità parlamentare, del resto prevista dai costituenti, che non erano dei dilettanti come i loro successori.
Non riesce a fare neanche questo?
Allora invii un messaggio alle Camere ex art 87 ,usando della forma più solenne che la Costituzione gli affida per farsi sentire proponendo quello che i suoi consiglieri giuridici gli possono indicare per un caso che non ha precedenti, ma occorre uscire dall’angolo il più presto possibile senza aspettare che si manifestino focolai di guerra civile.
E’ chiaro però se non vogliano prenderci in giro che una soluzione qualunque sia ha dei costi e contrasta sia con la vulgata dei berlusconiani fanatici sia degli anti berlusconiani fanatici.
Cioè non esiste una soluzione sensata che non sia diretta a concedere qualcosa a Berlusconi nel senso di metterlo al riparo dal bargello almeno per un po’ di anni dandogli una onorevole via di uscita, che a questo punto è nell’interesse del paese trovargli.
Ricordiamoci però che gli italiani non sono minchioni come vengono descritti e che quindi sono disposti a vedere Berlusconi che esce onorevolmente di scena, ma non per cadere dalle notti di Arcore all’incubo di risvegli all’alba per le allegre inchieste delle procure.
Gli Italiani sono probabilmente disposti a lasciare ormai Berlusconi al suo destino di onorevole pensionato, solo se avessero la garanzia che con lui finirebbe anche contemporaneamente il teatrino delle procure.
Non è difficile capire che se dovessero scegliere fra una “ mignottocrazia” disdicevole fin che si vuole e una molto più pericolosa repubblica delle procure, sceglierebbero ancora la prima , purché vada avanti a non far nulla, evitando così il rischio che faccia danni.
Non facciamo finta di non capire che la commedia delle procure che salvano la patria è ora in scena per la seconda volta dopo la prima di tangentopoli diciannove anni fa che ha sconvolto la geografia parlamentare per via extraparlamentare e che l’Italia nella classifica della corruzione dopo la cura Borrelli Di Pietro sta peggio di allora.
Le riforme anche in senso moralizzatore le fa la politica, non la magistratura in democrazia.
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