mercoledì 30 maggio 2012

Todi 2 “de profundis” per il modo cattolico in politica

Ho letto con attezione il manifesto del Forum “delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro” a firma di Movimento Cristiano Lavoratori, Confartigianto, Confcooperative, Compagnia delle Opere, Cisl, Acli, Coldiretti, brevemente definito dalla stampa come Manifesto di Todi 2, per indicare il secondo tentativo di quelle associazioni di promuovere un dibattito fra cattolici diretto o a formare una nuova DC o a istituzionalizzare un movimento trasversale per un intervento diretto dei cattolici in politica. Do atto delle buone intenzioni e della buon fede dei promotori, ma obiettivamente chi ha scritto quel documento ha senza volerlo scritto il “de profundis” per la presenza dei cattolici italiani in politica. Se si voleva dimostrare al mondo, nero su bianco, la totale irrilevanza del pensiero sociale cattolico di oggi lo si è documentato con questo insulso manifesto. Se mi posso concedere una battuta di sintesi sono convinto che questo documento sarà giudicato troppo molle, flaccido, moderato perfino dal prode Pier Ferdina e dalla sua Udc, che certo non sono radicali di sinistra. Concedetemi una seconda battuta, poi prometto che sarò più politicamente corretto. Fra i firmatari di questo documento manca la Confindustria, che avrebbe potuto firmarlo con entusiasmo in quanto ci si ritrova perfettametne, essendo tutto un peana all’impresa beninteso rigorasamente privata. Ma allora i lavoratori che c’entrano? Si parte a pagina 1 con una affermazione sorpendente, che, posso assicurare i lettori avedola studiata, non esiste proprio nella dottrina sociale della chiesa : “sosteniamo…..la valorizzazione della ricchezza come motore dello sviluppo”. Come Acli e Cisl possano avere ingoiato questo boccone non mi riesce di capirlo. Perfino lo statuto del Pdl di Berlusconi, che all’art.1 del suo statuto elenca i valori di ispirazione arriva a tanto ed è più moderno e avanzato di questo Manifesto. Anzi ,già che ci siamo, riporto in integrale l’articolo 1 dello statuto del parito fondato da Berlusconi: “(i valori di riferimento del partito sono) la dignità della persona, la centralità della famiglia, la libertà, la responsabilità,l’uguaglianza , la giustizia, la legalità, la solidarietà e la sussidiarietà. Il PDL esalta il riconoscimento del merito e rifiuta discriminazioni personali e sociali di qualunque natura”. Il Manifesto di Todi 2 dice le stesse cose, quasi nello stesso ordine ,ma non sempre, ad esempio diversamente del Pdl mette prima la sussidiarietà rispetto alla solidarietà e non è cosa da poco, anzi! (Il testo integrale del Manifesto è scaricabile al link http://www.forumlab.org/ ; lo statuto del Pdl è scaricabile al link http://www.pdl.it/notizie/15377/statuto-del-popolo-della-liberta). A pagina 2 del Manifesto viene fuori questa incedibile dichairazione :” noi crediamo nell’Europa dei popoli come nostra patria”. Questa è una cosa da dilettanti, del tutto ignari della storia politica europea, se non sanno che quel termine lo aveva coniato DeGaulle, che era un anti-europeista convinto, tanto che a pagina 8 il Manifesto dice tutto l’incontrario quando afferma : “sosteniamo con forza la costruzione degli Stati Uniti d’Europa”. E allora che c’entra l’”Europa delle patrie”? A pagina 3 poi sembra di leggere un documento dei “Fratelli Musulmani” quando si legge della difesa della vita in ogni sua fase, predilezione della famiglia con la sottolineatura “naturale”, del pesante disagio economico, associato alla “grave crisi demografica che affligge il nostro paese”. Ora, che la crisi economica si possa superare facendo più figli è una castronata abissale secondo il più elementare buon senso, anche se di recente è stata detta e ribadita dal banchiere Gotti Tedeschi, (accreditato come esponente contemporaneamente di Opus dei e Cl ) che non è più tanto ben visto in Vaticano. A pagina 4 si teorizza il superamento del welfare a casusa “dell’insufficenza delle risorse pubbliche”.. Chi ha le mani in pasta su queste cose capisce immediatamente dove chi a scritto il socumento vuole andare a parare e infatti alla pagina successiva compare la chiave di volta, la parolina magica della dottrina sociale di Cl “la sussidiarietà”. Non mi addentro in una analisi sul termine al quale dedicherò un successivo post, mi limito ad accennare che questo termine,(che significa non faccia lo stato quello che può essere fatto ad un livello inferiore) non ha il più lontano fondamento nelle scritture cristiane, è stato letteralmente inventato dalla chiesa per buone intenzioni, quando doveva trattare con i regimi dittatoriali del secolo scorso e doveva trovare una base ideologica per appoggiare la sua più pressante e prioritaria richiesta : quella di conservare la titolarità dell’insegnamento della religione nelle scuole statali, l’esistenza delle scuole confessionali e delle associazioni giovanili cattoliche. Finiti quei periodi la sussidiarietà è rimasta nella dottrina sociale cristiana, ma sempre precipuamente per le stesse ragioni, per sostenere la scuola cattolica. Quando nacque Cl l’idea della sussidirietà fu da questo movimento adottata come l’architrave della sua filosofia sociale ispirata al liberismo ed alla tutela della piccola impresa a giustificasione e isipirazione del suo braccio operativo “la Compagnia delle Opere”, galassia di piccole imprese, cooperative , partite iva, con una strana vocazione a gestire più o meno piccoli servizi pubblici. Il resto del mondo cattolico, come si vede da questo Manifesto, ritrovandosi del tutto carente di idee proprie, l’ha presa per buona, senza farne alcuna analisi né storica, né teologica, né economica. Quindi è tutt’altro che sorprendente che CL teorizzi lo svuotamento del welfare pubblico, della sanità pubblica ecc, perché di quello vivono le sue imprese e impresette. Ma Acli e Cisl che c’entrano? A pagina 5 altra chicca : “nelle relazioni industriali va abbandonata la logica del conflitto”. Che significa? Che si vuole tornare allo stato corporativo o al presunto interclassismo della Dc, alla quale non ha mai creduto nessuno, democristiani compresi? Industriali e lavoratori hanno interessi contrapposti, punto. Negare questa evidenza significa prendersi gioco dell’intelligenza degli aderenti. L’obiettivo chiarito alle pag 6 e 7 appare sempre più chiaramente quello di creare un terreno favorevole a uno sviluppo straordinario di questo tipo di imprese al posto del welfare pubblico, coniando due termini nuovi che vengono presi molto sul serio : “economia civile” e “Welfare moderno e sussidiario”. A fine pagina 7 c’è un sussulto di modernità dove si dice che occorre superare le posizioni di rendita e favorire maggiore concorrenza. Vogliono bastonare gli ordini professionali, notai avvocati ecc? Niente paura alla fine del paragrafo si chiarisce che la cosa è realizzabile solo “nel lungo periodo”,cioè non è un obiettivo serio. Pag. 8 altro sussulto di modernità si spara contro “gli eccessi speculativo finanziari”. Però si arriva all’assurdo di non usare alcun soggetto, si vede che non era consentito parlar male della banche. A fine pagina saltan fuori gli Stati Uniti d’Europa e uno si dice: oh finalmente una idea forte!, una sola ma meglio che niente. Mi spiace deludere il lettore, ma a pagina 9 si capisce per quale ragione è stata tirata in ballo l’Europa, perché non sapendo o non volendo fare alcuna scelta (fare nascere un parito cattolico, un movimento, un circolo, una fondazione ecc) si lancia l’idea grandiosa di fondare un Movimento Popolare Europeo Transnazionale. Forse non hanno pensato che este già il Partito Popolare Europeo e che per l’Italia vi aderisce il Pdl di Berlusconi oltre all’Udc di Pier Ferdina. Segue a pag 11 uno sproloquio dal titolo “per una politica buona e moderata”, facendo quindi esplicitamente una scelta per il moderatismo, rafforzato dalla afferamazione che si vuole contrastare “il radicalismo culturale ideologico”. E’ una scelta di campo, affari loro, ci avranno pensato. Segue a pag 13 il pensierino finale nel quale si da la solita versione di laicità propria del tradizionalismo cattolico :” l’ispirazione religiosa, lungi dall’essere delimitata alla sfera privata,deve arricchire la qualità della vita politica”. Non hanno chiaramente il senso dell’umorismo, se non si rendono conto di quale sia oggi il prestigio del cattolicesimo sbadierato in politica dal Celeste Formigoni sul panfilo con aggiunto altarino. Cosa manca al Manifesto? Tutto quello che interessa alla gente oggi : - lotta alla corruzzione in politica con conseguente delimitazione degli ambiti fra politica e affari, divieto di candidature di pregiudicati e inquisiti; - fine del finanziamento pubblico dei pariti in rispetto della volontà popolare, - fine della cementificazione del paese con grandi opere di dubbia utilità e di edilizia abitativa nel paese che ha il maggior numero di proprietari di case d’Europa; - promozione della banda larga per intenet per dare una spinta all’uso generalizzato delle nuove tecnologie, - priorità ai finanziamenti per educazione, cultura, beni culturali; - difesa strenua dell’ambiente e lotta all’inquinamento; -porre limiti all’attività speculativa delle banche di sportello impedendo l’uso generalizzato dei derivati; -dire qualcosa di sensato su euro si euro no; -dire qualcosa sulla scelta di una politca economica liberista o keynesiana? Temo di avere trascritto il programma del Movimento a 5 stelle, sul quale non dò qui alcun giudizio, anche perché l’ho già dato nei post precedenti, ma voglio solo sottolineare che questo è l’unico movimento politico a mietere consensi per la semplice ragione che parla delle cose che interessano oggi alla gente. Se si vuol fare politica o si parla di queste cose o è meglio darsi all’ippica.

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