lunedì 29 luglio 2013

I grandi dittatori ci campavano sulla disinformazione sistematica, ma anche molti di noi, nel nostro piccolo , ci rendiamo prigionieri di una piccola dittatura personale



Almeno Raitre prosegue con i programmi culturali, anche con il solleone dell’estate.
L’ultima puntata della “ grande storia”, curata da Mieli, su Hitler e Mussolini è stata di grande interesse.
Come la precedente sul 25 luglio 1943, è stata molto utile per sfatare leggende metropolitane e proporre gli avvenimenti nella loro complessità e quindi nella loro obiettiva difficoltà di lettura, anche oggi, quando molti si illudono di sapere tutto su quei fatti.
Le differenze caratteriali fra i due personaggi : uno ( Mussolini)  estroverso e piacione, l’altro Hitler freddo e mai un sorriso, hanno contribuito a stabilire questa semplificazione: il nazismo orribile e ossessivo, il fascismo dittatura, ma umanizzata.
Questa é una cantonata che molti hanno preso, soprattutto fra le persone più anziane, che sono state testimoni di quei fatti e che hanno  d‘istinto adottato questo giudizio, anche per giustificare il fatto che allora non si erano posti i problemi morali, che ci si pongono adesso nel giudicare il fascismo.
Come mai persone di dirittura morale ineccepibile sono cadute in questo abbaglio?
Guardiamo all’ oggi per capire come una domanda del genere sia sempre di attualità.
Traduciamo allora.
Come mai tante persone genericamente “per bene” hanno sostenuto il berlusconismo per vent’anni e lo sostengono tuttora, quanto agli aspetti per niente “per bene” di quel movimento politico, sono così tanti e così documentati?
Come mai, specularmente, tante persone, genericamente “per bene” sostengono il Partito Democratico, che ha tradito in modo plateale il mandato dei suoi lettori e che è ormai completamente estraneo e staccato dagli ideali, che avevano spinto extra comunisti ed ex democristiani di sinistra ad aderirvi?
Una qualche giustificazione in più ce l’hanno gli anziani, che non riescono ancora oggi a rimproverarsi di essere stati fascisti, perché la dittatura, prima di tutto, aveva realizzato anche una serie di opere tutt’altro che trascurabili : piena occupazione, scuole di buon livello, opere pubbliche, edilizia popolare eccetera.
È chiaro quindi che queste opere abbiano condizionato il giudizio.
E poi bisogna considerare che uno dei puntelli su cui si reggevano le dittature era una sistematica manipolazione delle notizie e quindi, se le notizie non le hai, come fai a non farti infinocchiare dal dittatore in carica?
Ad esempio, il peggio che ha fatto il fascismo, secondo la sensibilità di oggi, peggio ancora della instaurazione della dittatura e della andata in guerra, sono state le leggi razziali.
Allora però, questo problema è stato avvertito in modo molto attenuato, proprio per il problema di fatto legato alla mancanza di sufficiente conoscenza.
Chi viveva a Roma o Milano, in qualche modo, ne sarà stato informato, ma, per esempio, nella gran parte dell’Italia di provincia, semplicemente non esistevano comunità ebraiche e di conseguenza il problema non era entrato nelle case per essere recepito dalla gente.
L’esistenza dei lager tedeschi e peggio ancora della Shohà, mentre i tragici fatti avvenivano, erano ignoti alla gente comune di allora.
Questo per sottolineare il fatto, che per suo formulare correttamente i nostri giudizi morali e politici é indispensabile avere gli elementi di giudizio il più veritieri possibili.
Essere informati, vuol dire acquisire l’abitudine di procurarsi notizie sistematicamente da più fonti e confrontarle, diversamente, anche se si vive in una democrazia matura e consolidata, la dittatura ce le creiamo noi stessi.
Se leggiamo sempre lo stesso giornale o ascoltiamo sempre lo stesso telegiornale e prendiamo per buono tutto quello che ci trasmettono è come se noi guardassimo il mondo sempre e solo con occhiali da sole rosa.
È inevitabile che in questo modo ci creeremmo una realtà completamente contraffatta, che non può essere quella effettiva.
E poi, se vogliamo uscire da una forma di dittatura personale auto-costruita, cioè se vogliamo uscire da quella specie di bozzolo, che ci siamo intessuti intorno nel corso degli anni assorbendo notizie tutte filtrate con lo stesso filtro di parte, è necessario che impariamo a diffidare della naturale pigrizia che ci spinge naturalmente al conformismo.
Cioè, appoggiamo quel partito, perché siamo sempre stati lì e allora i buoni li vediamo tutti da una parte e i cattivi e i traditori tutti dall’altra.
Ma questo non è un modo di ragionare appena appena sensato.
Dovrebbe essere evidente invece, che è esaltante sentirsi posizionati in favore del vento del cambiamento.
Ed è invece penoso imbozzolarsi in un mondo, che non esiste, se non nella nostra fantasia, perché così avremo sempre paura di tutto, perché tutto ci sarà ignoto, e sarebbe come se fossimo vissuti su Marte, semplicemente non sappiamo quello che è successo veramente nel nostro paese.



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