Almeno Raitre prosegue con i programmi culturali,
anche con il solleone dell’estate.
L’ultima puntata della “ grande storia”, curata da
Mieli, su Hitler e Mussolini è stata di grande interesse.
Come la precedente sul 25 luglio 1943, è stata
molto utile per sfatare leggende metropolitane e proporre gli avvenimenti nella
loro complessità e quindi nella loro obiettiva difficoltà di lettura, anche
oggi, quando molti si illudono di sapere tutto su quei fatti.
Le differenze caratteriali fra i due personaggi : uno
( Mussolini) estroverso e piacione, l’altro
Hitler freddo e mai un sorriso, hanno contribuito a stabilire questa
semplificazione: il nazismo orribile e ossessivo, il fascismo dittatura, ma
umanizzata.
Questa é una cantonata che molti hanno preso,
soprattutto fra le persone più anziane, che sono state testimoni di quei fatti e
che hanno d‘istinto adottato questo
giudizio, anche per giustificare il fatto che allora non si erano posti i
problemi morali, che ci si pongono adesso nel giudicare il fascismo.
Come mai persone di dirittura morale ineccepibile
sono cadute in questo abbaglio?
Guardiamo all’ oggi per capire come una domanda
del genere sia sempre di attualità.
Traduciamo allora.
Come mai tante persone genericamente “per bene”
hanno sostenuto il berlusconismo per vent’anni e lo sostengono tuttora, quanto
agli aspetti per niente “per bene” di quel movimento politico, sono così tanti
e così documentati?
Come mai, specularmente, tante persone,
genericamente “per bene” sostengono il Partito Democratico, che ha tradito in
modo plateale il mandato dei suoi lettori e che è ormai completamente estraneo
e staccato dagli ideali, che avevano spinto extra comunisti ed ex democristiani
di sinistra ad aderirvi?
Una qualche giustificazione in più ce l’hanno gli
anziani, che non riescono ancora oggi a rimproverarsi di essere stati fascisti,
perché la dittatura, prima di tutto, aveva realizzato anche una serie di opere
tutt’altro che trascurabili : piena occupazione, scuole di buon livello, opere
pubbliche, edilizia popolare eccetera.
È chiaro quindi che queste opere abbiano
condizionato il giudizio.
E poi bisogna considerare che uno dei puntelli su
cui si reggevano le dittature era una sistematica manipolazione delle notizie e
quindi, se le notizie non le hai, come fai a non farti infinocchiare dal
dittatore in carica?
Ad esempio, il peggio che ha fatto il fascismo,
secondo la sensibilità di oggi, peggio ancora della instaurazione della dittatura
e della andata in guerra, sono state le leggi razziali.
Allora però, questo problema è stato avvertito in
modo molto attenuato, proprio per il problema di fatto legato alla mancanza di sufficiente
conoscenza.
Chi viveva a Roma o Milano, in qualche modo, ne
sarà stato informato, ma, per esempio, nella gran parte dell’Italia di
provincia, semplicemente non esistevano comunità ebraiche e di conseguenza il
problema non era entrato nelle case per essere recepito dalla gente.
L’esistenza dei lager tedeschi e peggio ancora
della Shohà, mentre i tragici fatti avvenivano, erano ignoti alla gente comune
di allora.
Questo per sottolineare il fatto, che per suo
formulare correttamente i nostri giudizi morali e politici é indispensabile
avere gli elementi di giudizio il più veritieri possibili.
Essere informati, vuol dire acquisire l’abitudine
di procurarsi notizie sistematicamente da più fonti e confrontarle,
diversamente, anche se si vive in una democrazia matura e consolidata, la
dittatura ce le creiamo noi stessi.
Se leggiamo sempre lo stesso giornale o ascoltiamo
sempre lo stesso telegiornale e prendiamo per buono tutto quello che ci
trasmettono è come se noi guardassimo il mondo sempre e solo con occhiali da
sole rosa.
È inevitabile che in questo modo ci creeremmo una
realtà completamente contraffatta, che non può essere quella effettiva.
E poi, se vogliamo uscire da una forma di
dittatura personale auto-costruita, cioè se vogliamo uscire da quella specie di
bozzolo, che ci siamo intessuti intorno nel corso degli anni assorbendo notizie
tutte filtrate con lo stesso filtro di parte, è necessario che impariamo a
diffidare della naturale pigrizia che ci spinge naturalmente al conformismo.
Cioè, appoggiamo quel partito, perché siamo sempre
stati lì e allora i buoni li vediamo tutti da una parte e i cattivi e i
traditori tutti dall’altra.
Ma questo non è un modo di ragionare appena appena
sensato.
Dovrebbe essere evidente invece, che è esaltante
sentirsi posizionati in favore del vento del cambiamento.
Ed è invece penoso imbozzolarsi in un mondo, che
non esiste, se non nella nostra fantasia, perché così avremo sempre paura di tutto,
perché tutto ci sarà ignoto, e sarebbe come se fossimo vissuti su Marte,
semplicemente non sappiamo quello che è successo veramente nel nostro paese.
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