giovedì 12 giugno 2014

Papa Francesco  allo stadio Olimpico ha incontrare i Carismatici il primo di giugno. 
E' stato determinato come sempre, e non era facile, ma forse ha anche anticipato un futuro con la figura del prete destinata ad affievolirsi. 





L'ultimo e irriconoscibile Paolo VI, per stanchezza, Papa Woytila, per scelta sua, Papa Ratzinger per scelta e convenenza, tutti i predecessori più vicini  di Papa Francesco erano caduti nella rete dei così detti movimenti.   
Le chiese si svuotavano e questi papi ingenuamente hanno creduto che le piazze riempite dai movimenti fossero un nuovo dono dello spirito. 
Presi alla sprovvista dalla profondità della crisi della chiesa e dall'imprevisto successo di massa, riportato da questi movimenti ,non riuscirono a valutare il fatto che in questi movimenti medesimi si annidava la mala pianta del settarismo e del fondamentalismo. 
Subito in contrasto con i tradizionali canali di presenza sul territorio : le parrocchie e i Vescovi. 
Subito ansiosi di affermare la propria specificità identitaria, e tendenti a ritenere sé stessi gli unici veri cattolici. 
Fanatici dell'organizzazione, mettono regolarmente dei capetti a controllare ogni aspetto della vita privata degli aderenti, pur ammantando le figure di questi " commissari del popolo" cattolici,  con accattivanti termini in uso della chiesa primitiva. 
La figura del prete del movimento, indottrinato nell'ambito del movimento stesso, deve essere il più possibile distaccato  dalla gerarchia locale, ed usato  come supremo gestore del potere di controllo delle coscienze, ove questa prerogativa non venga espletata da laici , come capita proprio con carismatici e catecumenali. 
Rapporti col resto della chiesa  nulli o indifferenti. 
Teologia professata   adesione non al  "depositum fidei" nella sua totalità, ma  
adesione acritica  solo ad alcuni principi ultra- tradizionalisti, sganciati dal contesto : autorità, lettura  letterale della Bibbia ecc., fanatica lettura dei manuali dei fondatori, ma, soprattutto, disinteressati e sganciati da qualsiasi elemento di aggiornamento e rinnovamento ecclesiale di derivazione Vaticano II : pluralismo, ecumenismo, scelta privilegiata per i poveri e gli ultimi ecc. 
Tendenza  generalizzata a diffondere una visione infantile e miracolistica del cattolicesimo. 
Cerchiamo però di vedere quanto sopra esposto non in un'ottica italiano -centrica, ma globale. 
Ad esempio non diamo più rilievo di tanto a CL, che ha avuto un clamoroso successo in Italia, ma che è sempre stata tendenzialmente elitistica e che probabilmente per questo è fallita clamorosamente immiserendosi nel puro affarismo, ma che nel mondo hanno sempre contato poco. 
Lo stesso  discorso vale per l'Opus Dei, che CL ha sempre di fatto imitato, senza riuscirci. 
Siamo nell'ambito di movimenti volutamente e costituzionalmente elitistici, che nel mondo globalizzato non hanno mai inciso più di tanto. 
Se passiamo ai Neocatecumenali e ai Carismatici (Rinnovamento nello Spirito) la cosa invece cambia radicalmente di dimensione. 
Questi sì che nel mondo contano e, forse, anche troppo. 
I successi numerici del cattolicesimo che oggi sono  solo nel mondo in via di sviluppo, America Latina, Africa e, se pure in misura minore, in Asia, hanno la  firma dei neocatecumenali e dei Carismatici. 
Il Papa non può quindi non tenere conto di questa vistosa realtà, anche se rimediare alle imprudenze ed alle leggerezze pastorali dei suoi predecessori in materia, è tutt'altro che semplice, perché i movimenti globali sono andati a ruota libera per decenni , diventando potentissimi in molte realtà del mondo in via di sviluppo, ma anche in Occidente. 
I disastri morali derivanti dall'indifferenza vaticana di fronte al fenomeno dei preti pedofili, tollerati per decenni ; le deviazioni paradossali dei Legionari di Cristo; gli scandali finanziari che stanno minando la reputazione di ordini, un tempo stimatissimi, dai Salesiani ai Camilliani; la deriva affaristica di CL con alcuni dei suoi uomini simbolo, sono tutti elementi che hanno costretto non solo la gerarchia, ma anche il popolo cristiano a vigilare se non a diffidare apertamente della troppa fiducia, prima accordata acriticamente, ai movimenti. 
I Carismatici ed i Catecuminali in Italia sono presenti non in modo massiccio, ma dove arrivano colonializzano. 
Molti ricorderanno le liturgie, sui generis, celebrate con incredibile affluenza di popolo da quel Mons. Milingo , oggi costretto a nascondersi, ma qualche anno fa molto in auge. 
Non c'era da annoiarsi alle sue liturgie. 
Il copione era basato su un crescendo di canti e narrazioni di storie personali, che dovevano finire nel presunto miracolo in diretta o raccontato. 
La presenza di presunti "posseduti dallo spirito", dediti alla glottologia (parlare le lingue), meglio se in visibile contrappunto con presunti "posseduti dal demonio"  che si rotolavano per terra urlando frasi sconnesse, erano i pezzi forti. 
Questo tipo di rito , se pure al limite, è quello che ci si aspetta ad una celebrazione catecumenale o carismatica, se il celebrante è all'altezza. 
Non è un caso che  parte del  traffico dei pellegrini italiani verso Medjugorje, sia di fatto gestito da alcuni gruppi di questi movimenti, se pure in modo non ostentato (non vedrete alcun avviso nella vostra parrocchia, per intenderci). 
A  meno che il parroco abbia commesso la leggerezza di aprire la porta della sua parrocchia ai medesimi catecumenali o carismatici, riducendo così il suo ruolo a quello di pura tappezzeria, come è successo a diversi parroci, angustiati dal vedere le panche vuote. 
Ci sono documentazioni scritte, che descrivono il mondo dei catecumenali e dei carismatici italiani, che hanno come autori sia studiosi , sia giornalisti di inchiesta, sia, come capita sempre nel caso di questi movimenti -setta,   fuorusciti con fatica, che vorrebbero risparmiare ad altri di vivere le medesime esperienze incresciose, che hanno vissuto loro. 
Da queste documentazioni si capisce che in questo mondo attuale, nel quale il vicino di casa, potrebbe essere morto da tre mesi, che nessuno se ne accorge, a molti fa comodo avere come una "famiglia allargata" di "fratelli" di setta, che li coinvolgono in incontri ,riti, prove, colloqui periodici e poi li promuovono membri a tutti gli effetti. 
Prima della crisi ti trovavano anche un lavoro, se avevi un problema di salute ti assistevano. 
Se avevi dei problemi a vivere in questo mondo superveloce e sempre più complicato, trovavi un sistema chiuso di pensiero, ultra tradizionalista, nel quale non ti viene richiesto altro che l'adesione , senza fare la fatica di pensare troppo, con una risposta a qualsiasi domanda già scritta per tè. 
La contropartita è la perdita di fatto della propria libertà di pensiero e d'azione. 
Per molti, questo sistema risolve la loro angoscia esistenziale e per questo sono disposti a pagare la contropartita richiesta. 
Per altri sarebbe una galera.  
Ognuno è libero di fare le sue scelte purché non si arrivi allo sfruttamento della credulità popolare, alla circonvenzione d'incapace, o il livello di condizionamento non arrivi al plagio e la corresponsione delle immancabili decime sia gestita in modo trasparente. 
In questi universi il rischio di arrivare a queste situazioni estreme c'è, è inutile negarlo. 
E comunque, la chiesa ha bisogno di cristiani sempre ubbidienti ma creduloni e bambini, oppure di cristiani adulti ,anche se un po' meno ubbidienti? 
Ubbidienza ceca all'autorità o esercizio della responsabilità? 
Passando dall'Italia al mondo in via di sviluppo, meglio folle di quasi analfabeti affamati ,che  "si convertono" accostandosi al battesimo, senza curarsi troppo di sapere a cosa si sono convertiti, o accettare il dilagare della secolarizzazione, che prima o poi, finita la fame e cresciute le classi medie, anche in quei paesi, arriverà implacabile ,portando con   una drastica diminuzione delle nascite e delle "conversioni". 
Conta più il numero o la qualità, o tutti e due? 
Mi sbaglierò, ma il primo papa gesuita è probabilmente portato d'istinto a far sua la terza risposta. 
Un gesuita ha una mente troppo sofisticata per scegliere il bianco o il nero, quando sa di avere a sua disposizione  milioni di sfumature di grigio. 
La scelta però è difficile lo stesso. 
Come si fa a non rimanere turbati di fronte alle folle sterminate che invocavano Papa Francesco sulle spiagge di Rio. 
Proprio in Brasile, dove catecumenali e carismatici cattolici hanno un successo di massa, 
ma dove le corrispondenti sette protestanti dei Pentecostali fanno ancora più proseliti. 
Ma, d'altra parte, come fa la mente sofisticata di un gesuita a prendere per buone tante adesioni superficiali, o comportamenti settari, che annullano la personalità individuale? 
Fra Scilla e Cariddi, il Papa allo stadio Olimpico di fronte e oltre 50 mila carismatici  
ha fatto le sue scelte con pacatezza, ma anche con altrettanta fermezza e determinazione. 
Difficile che i destinatari del suo discorso possano dire di non aver capito questo Papa così diretto nel parlare, dopo decenni di politichese vaticano, politicamente corretto. 
Questi movimenti ultra- tradizionalisti, storicamente e per ironia della sorte, sono figli innaturali del Concilio Vaticano II. 
L'idea del dono della profezia, del leggere i segni dei tempi, l'accentuazione, per la prima volta dopo secoli, del valore primario della Bibbia, l'affermazione, anche questa per la prima volta dopo secoli, del ruolo dei laici, la messa in discussione dei vecchi riti liturgici, l'idea della chiesa perennemente in stato di missione (missione quindi affidata ai laici come ai chierici), sono fra gli elementi fondamentali del rinnovamento conciliare. 
Questi movimenti si sono buttati a pesce su quella branca della teologia cattolica, che con termine dotto, ma oggi un po' ridicolo viene definita teologia pneumatica, cioè dello spirito (Santo). 
Non c'è però alcun interesse per l'elaborazione teologica in questi movimenti, come si è detto sopra, perché il loro scopo è far fare delle esperienze, risolvere problemi esistenziali. 
Alcuni studiosi hanno avvicinato i loro rituali alla filosofia o alla psicologia che sta dietro alle tecniche di gruppi come gli "alcolisti anonimi", che fanno vera e propria terapia di gruppo e anche con buoni risultati. 
E' difficile avventurarsi in questi mondi, perché è molto facile cadere in equivoci colossali. 
Ad esempio questi movimenti, lo si è già detto, hanno enorme successo nel mondo in via di sviluppo fra la povera gente. 
Ma se ci sono movimenti religiosi del tutto estranei e indifferenti ad una dottrina sociale che li  spinga a costruire una società più giusta, questi sono i carismatici e i catecumenali. 
Non hanno interesse per il sociale e tanto meno per la politica. 
Questo è un punto fondamentale per capire cosa sono questi movimenti. 
Non hanno interesse per il sociale per una ragione assolutamente di fondo, che consiste nel fatto che  per loro la realtà non è quella che vedono tutti, ma è  una realtà parallela, nella quale il reale sarebbe solo l'intervento dello spirto e del divino anche nelle cose più minute. 
Il loro mondo è molto simile a quello del contadino medioevale abituato a vedere in tutto, dagli eventi atmosferici, al raccolto, ai loro fatti familiari e quotidiani l'intervento del divino nella lotta bene male. 
Di conseguenza riti religiosi comunitari e personali diretti ad aggiudicarsi il favore divino e l'allontanamento delle avversità. 
La perdita della libertà di pensiero e di azione individuale, come contropartita alle certezze fornite da un sistema omnicomprensivo, come era l'utopia della cristianità e del califfato islamico nel medio evo. 
Per avere un sistema in grado di fornire risposte precostituite a tutto, occorre ovviamente avere un sistema chiuso e immobile e cioè occorre bloccare l'accesso alla modernità ed al pensiero critico. 
Il riferimento quindi ad alcune idee forza avanzate dal Vaticano II è stato solo il grimaldello,  usato per rendere accettabili in campo cattolico, idee già presenti da secoli in campo protestante. 
E infatti questi movimenti condividono la medesima ispirazione dei Pentecostali e dei Battisti americani. 
Con l sigla cattolica sono presenti due movimenti distinti : i Carimatici, che sono quelli che ha incontrato all'inizio di giugno Papa Francesco e i catecumenali, che erano molo amati da papa Woytila, quello fondato da Kiko Arguello e da  quella Carmen Hernadez, che si era scritto, avesse avuto la chiave dell'ascensore per accedere all'appartamento privato di quel papa, fuori da qualsiasi consuetudine e protocollo. 
L'ispirazione ideale e la prassi fondata su liturgie e incontri, simili a terapie di gruppo para- psichiatriche sono molto simili, con una accentuazione forse nei catecumenali, anche a causa della provenienza di Arguello dalla filosofia esistenzialista di Sartre e da quella spiritualista di Bergson, verso l'aspetto appunto esistenzialista. 
La presenza di momenti di canto, accompagnati da movimenti ritmici è comune. 
La confessione del singolo al gruppo è comune. 
Come sono comuni le prassi che si sono sopra descritte. 
Come pure si è sopra accennato, la chiesa ha accettato o con entusiasmo o per convenienza questi movimenti trovandosi di fronte dei nodi non risolti né al momento della loro apparizione, né oggi, quando sono passati diversi decenni. 
La sottomissione all'autorità dei vescovi e dei parroci, prevista se pure fra mille ambiguità, dagli statuti imposti e corretti dal Vaticano, sono presenti solo sulla carta. 
Per gli adepti vale solo l'autorità e l'organizzazione di ferro del movimento- setta. 
I riti e soprattutto le messe sono sempre stati una spina nel fianco del Vaticano, perché  hanno introdotto usi propri. 
La messa settimanale è celebrata di sabato a porte aperte, ma chiuse di fatto, perché partecipate solo dal gruppo degli adepti che si guardano quindi bene dal mescolarsi al normali fedeli per la messa domenicale. 
L'altare, inteso come mensa è posto al centro della chiesa. 
L'omelia è lasciata al prete, che però deve poi lasciarla commentare dagli  adepti, che la  "attualizzano" con loro testimonianze. 
Dell'uso dei canti abbiamo detto. 
Delle accentuazioni relativi alle "possessioni" pure. 
Il povero Papa Ratzinger, dimostrando la sua inadeguatezza a governare la chiesa, era intervenuto su questi aspetti delle liturgie carismatico- catecumenali, approvandole "ad- experimentum", accampando la scusa puerile, che le aggiunte non sarebbero state stravolgimenti della liturgia cattolica, ma solo elementi extra- liturgici. 
Ma il contrasto di fondo sta nel fatto, che nella vita di questi movimenti la figura del prete, cresce, se c'è , è irrilevante, non ha un suo spazio, meno che meno gerarchico. 
Su questo aspetto di fondo il Vaticano era ed è in difficoltà. 
Vedremo fra poco come probabilmente intende muoversi Papa Francesco. 
Nel suo discorso ai Carismatici, il Papa ,come era prevedibile, ha cercato di rifarsi agli elementi che questo movimento aveva tratto dal Vaticano II in modo formale per sfruttarli a favore  della propria autonomia, perché invece siano presi ad ispirazione della loro sostanza. 
Al Vaticano II si era parlato molto di spirito, profezia, carismi individuali, per cercare di far passare l'idea di un pluralismo, di più teologie. 
Papa Francesco è quindi partito dal proporre il valore fondamentale della pluraità dei carsmi da usarsi per rafforzare la chiesa nella pluralità, che il contrario pratico della mentalità di setta chiusa in sé stessa. 
Con la sua solita sottigliezza intellettuale, che riesce brillantemente a far passare per bonomia col suo linguaggio diretto, ha affrontato un altro scoglio fondamentale, quello del riferimento alla Bibbia, più che alla tradizione ed al "depositum fidei", tipici di questi movimenti, tutte cose che fanno venire i brividi in Vaticano. 
Li ha presi addirittura in contropiede, chiedendosi se davvero si portavano tutti la Bibbia in tasca, come facevano  n tempo e li ha esortati a farlo ancora.  
Poi ha preso il tori per le corna affermando candidamente : nessuno (di voi) può dire : io sono il capo. 
Proprio loro che hanno una asfissiante organizzazione di gerarchia e controllo da fare invidia ai vecchi regimi comunisti. 
Ancora più direttamente ha detto loro : state attenti a non perdere la libertà che lo spirito ci ha donato, il pericolo per voi è l'eccessiva organizzazione. 
Non gliele ha certo mandate a dire. 
Che nessuno si arroghi il dritto di stabilire chi può ricevere la "preghiera di effusione" e chi no, e se qualcuno lo fa, non lo faccia più. 
La preghiera di effusione è una delle prassi a scaletta che l'aspirante adepto deve seguire per essere accolto a pieno titolo e quindi questo citato dal Papa è uno dei cardini nelle liturgie- terapie di gruppo di questi movimenti. 
E poi, "date testimonianza di ecumenismo spirituale", proprio loro che non usano parlare nemmeno con gli altri cristiani della stessa parrocchia! 
"Avvicinatevi ai poveri ed ai bisognosi!" 
Se poi fra gli adepti che riempivano lo stadio ci fosse stato qualcuno con interessi intellettuali, ha citato come loro doverosi punti di riferimento ideali due autentiche colonne del cattolicesimo progressista : il Cardinale Leo Suenans, belga, uno degli animatori più profondi e determinati del Concilio e il Vescovo Helder Camara, che si era conquistato sul campo il tiolo di "comunista", dai regimi autoritari della sua America Latina, senza soffrirne troppo. 
Come possano questi due giganti del cattolicesimo sociale diventare i fari ideali di movimenti, che gli studi su di loro definiscono apertamente come reazionari, non lo so. 
Questo Papa credo che non si accontenterà, come i predecessori, di accomodare statuti e dare direttive generiche, ma se ci mette la faccia, come ha fatto coi carismatici, userà poi l'apparato per controllare che le sue direttive non vengano disattese. 
Ma consentitemi una osservazione di fondo. 
I Carismatici che ufficialmente si chiamano "rinnovamento nello Spirito Santo", hanno preso la loro denominazione dalla lettera di Paolo a Tito 3,5-7 : "egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento dello spirito, effuso da Lui su di noi,…..perchè giustificati dalla sua grazia, diventassimo eredi". 
Questo passo, è facile da riconoscere come la pezza d'appoggio scritturale della Riforma Luterana.  
Non sarete giustificati dalle opere, ma solo dalla grazia. 
Da qui il rifiuto della Tradizione, il primato della Bibbia nella interpretazione personale. 
Da qui il superamento del clero. 
Inutile ripeterlo, questi movimenti, anche se accolti nella chiesa cattolica, sono di chiara derivazione protestante. 
E quindi inevitabilmente avrebbero posto il problema del superamento della figura del prete. 
Su questa linea di ragionamento, mi chiedo questo : se Papa Francesco che  è stato diretto e chiarissimo su tutti gli altri  punti di contrasto coi Carismatici, ha ritenuto di non rinfacciare loro il fatto di snobbare la figura del prete, perché lo ha fatto? 
Non è plausibile pensare che questo Papa, che viene dal mondo in via di sviluppo e che pensa e vive coi parametri del mondo globalizzato e che quindi ha ancora più presente di noi la profondità della crisi, ormai epocale di una chiesa che non ha preti a sufficienza non è che accetta implicitamente il fatto che la chiesa di preti è destinata semplicemente a non averne più? 
Non è plausibile che accettando questa implacabile linea di tendenza, interagisca con movimenti come i Carismatici, che questo salto culturale l'hanno già metabolizzato, pensando che le comunità cristiane a partire da quel mondo  in via di sviluppo, dovranno abituarsi a gestirsi da sole?

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