Renzi promette, Grillo maledice e
nessuno dei due fa qualcosa per risolvere i problemi del paese
E' passata una settimana dalle
elezioni, Renzi è stato incoronato imperatore, il Movimento 5stelle
di Grillo è stato confermato come secondo partito, ma, alla prova
dei fatti, nulla sembra cambiato, siamo ancora nella solita palude.
A sentire il ministro più importante,
quello dell'economia, Padoan, che dice che l'Italia i compiti a casa
li ha già fatti, cascano le braccia, sembra di essere rimasti ancora
ai tempi di Tremonti, che per anni ha preso per il naso la
Commissione Europea con la sua finanza creativa, mentre non si faceva
assolutamente nulla per affrontare i nodi del declino italiano.
Riassumiamo in estrema sintesi quello
che si ripete ormai da anni e che sappiamo tutti a memoria.
I problemi di fondo più urgenti e
importanti da affrontare sono due :
- la disoccupazione sopratutto
giovanile
- il debito pubblico abnorme e sempre
crescente
Per affrontare questi due problemi,
prioritari e macroscopici, nessuno fa niente, questa è la realtà.
Non occorre essere grandi economisti e
nemmeno grandi cervelloni per sapere che le crisi di occupazione a
livelli feroci come quella attuale si affrontano in un modo solo :
massicci investimenti pubblici e massima apertura del rubinetto del
credito.
Si è detto e ripetuto fino alla
stanchezza che in Italia è assolutamente urgente investire nel
risanamento delle infrastrutture pubbliche esistenti (scuole, strade,
prevenzione frane e allagamenti, beni culturali, istruzione e
ricerca, carceri, ambiente).
Qualcuno ha sentito parlare i politici
di stanziamenti o piani di massicci investimenti in questi campi?
Renzi, quando girava col camper, e mai
e poi mai avrebbe neppure sognato di essere da li a due anni,
incoronato imperatore dal voto popolare, parlava addirittura di piano
Marshal, l'ho sentito con le mie orecchie.
Ma ora che è insediato nella stanza
dei bottoni, corre come un pazzo davanti alle onnipresenti
telecamere, ma si sono visti solo i famosissimi 80 € ma non per
tutti e nemmeno per i più bisognosi.
Meglio che niente, certo, ottima
pensata per propiziarsi quel voto popolare così ampio, ma perfino la
Corte dei Conti ha definito quella misura un palliativo.
Qualche decimale di aumento dei consumi
dovrebbe produrlo, ma siamo lontanissimi dalle necessità.
Oggi siamo al 46% di disoccupazione
giovanile cetificata dall'Istat.
L'Istat compila quella statistica
lasciando fuori coloro che non cercano più il lavoro e che sono
calcolati intorno al 16%.
Sommiamo e andiamo al 62%.
Ma ci rendiamo conto di quale disastro
sociale questa cifra rappresenta?
Secondo problema, il debito pubblico
mastodontico : 2.069 miliardi di €, pari al 133 % del PIL,
che ammonta a 1.560 miliardi di €,
cifre ufficiali riferite al 2013, in costante peggioramento.
Qui siamo veramente al cuore di questo
nostro paese, dove la tragedia spesso sconfina in commedia, perché,
pur essendo questo del debito pubblico abnorme, il maggiore problema
italiano, semplicemente, la classe politica non ha in serbo alcun
piano per disfarsene, essendo evidente a tutti che il fiscal compact,
che prevede di dimezzare il debito dal 2015 a colpi di 50 miliardi
all'anno è talmente idiota e insensato (comporterebbe
automaticamente la cancellazione dello stato sociale), che a suo
tempo è stato votato all'unanimità (i 5stelle ancora non erano nati
come forza politica) e firmato ufficialmente, impegnando il nostro
paese, anche se i trattati internazionali, come qualsiasi contratto,
possono essere disdetti.
Lo si è detto in post precedenti, ci
sono piani sensati di ragionevole rientro, elaborati da esperti, come
quello dell'ex ragioniere generale, Monorchio eccetera, ma pare sia
proibito parlarne.
I tedeschi, nella loro cocciutaggine
anti- debito e anti- inflazione, spalleggiati da tutti gli altri
paesi nordici, saranno anche un po' troppo grigi ed egoisti, ma
questo del debito è un problema nostro, che dobbiamo risolvere noi.
E dico nostro, non nel senso di
responsabilità politica ,ma nostro, nel senso di noi cittadini
qualunque, che da buoni creduloni, imbottiti di pregiudizi , pigrizia
e conformismo, siamo andati avanti imperterriti per decenni a
comprare Bot e PTP, che sul mercato internazionale erano in realtà
titoli spazzatura e quindi rappresentavano un tipo di investimento ad
altissimo rischio, facendo finta che fossero sicurissimi.
E questa è la ragione per la quale del
problema numero uno non se ne parla, perché qualsiasi piano di
rientro i tecnici possano prevedere, usando tutte le cautele e
raffinatezze del caso, non c'è santo che tenga, una parte del costo
se lo dovranno accollare i cittadini, cioè noi, che incautamente
abbiamo comprato debito pubblico insostenibile, facendo finta di non
saperlo, cioè se abbiamo comprato 100, in BPT, ci verrà rimborsato
90, se va bene.
Questo bravo ragazzo, Renzi, che
continua a ripetere, che ci sta mettendo la faccia, avrà mai la
faccia di andare a dire questa spiacevole verità agli italiani?
Probabilmente no, perché nessuno lo
rivoterebbe, altro che gli 80€ in più al mese.
Ma qualcuno dovrà pur farlo, a un
certo momento, perché nascondere la realtà non giova a nessuno.
Inutile farsi illusioni e raccontare
fandonie all'infinito.
Bisogna prioritariamente mettere mano
alla ristrutturazione del debito.
L'Italia i compiti a casa non li ha
fatti per niente, perché il debito cresce invece che diminuire.
L'Italia ha fatto in questi anni una
sola riforma strutturale ed è stata quella delle pensioni.
Disgraziatamente l'ha fatta con la
solita approssimazione e sciatteria, facendo emergere il caso folle
dei così detti esodati.
Però questa è l'unica riforma di
struttura fatta negli ultimi decenni, che ci ha di conseguenza
premiati con la fiducia e l'ammirazione dei partner europei, che in
questo settore sono rimasti indietro.
Disoccupazione fuori controllo e debito
pubblico pure fuori controllo.
Quasi due terzi dei giovani italiani
senza una prospettiva seria di lavoro, significa che questa società,
combinata com'è ,non ha un futuro.
Il così detto disagio sociale, questa
volta, si è indirizzato politicamente in un atto di fiducia , a mio
avviso ingiustificato, come ho scritto più volte ,alle promesse di
Renzi e la rabbia si è convogliata sul Movimento 5Stelle.
Ma se la storia insegna qualcosa,
difficilmente le cose finiranno bene, anche la prossima volta, se non
si farà nulla di sostanziale su disoccupazione e debito.
Si finirà necessariamente in una nuova
forma di autoritarismo più o meno fascista, vestito in moderato
doppiopetto alla Marine Lepen, con un linguaggio controllato e
accattivante, ma nella sostanza sempre nero, incolto, anti- moderno e
reazionario.
E a comandare sarà sempre la solita
cricca, dopo un pronto cambio di casacca.
Si è sentito dire ieri che Renzi ora
dovrà re- incontrare il pregiudicato ex cavaliere per concordare le
mosse future.
Era questo che voleva la gente che l'ha
votato in buona fede una settimana fa?
E Grillo avrà capito che il problema
dell'urlare o meno non è affatto la sostanza del problema, ma che la
gente che lo ha rivotato, sempre in buona fede ,vorrebbe tanto
vederlo uscire finalmente dal frigorifero nel quale si è rinchiuso,
per contare finalmente qualcosa, sporcandosi inevitabilmente le mani.
Ho fatto una tesi di laurea su
Robespierre e quindi non mi spaventa affatto sentire urlare nelle
piazze le malefatte della casta politica.
Senza la pubblicità dei “cailliers
de doleances” non ci sarebbe stata la rivoluzione francese del
1789, con conseguente illuminismo e modernità.
Mi spaventa invece quando vedo che non
si sa riflettere a dovere sul prosieguo di quella tappa fondamentale
della nostra storia.
Robespierre, l'incorruttibile è stato
ghigliottinato da chi si era ritenuto più incorruttibile di lui.
La corsa al più puro di tutti, non ha
mai portato bene nella storia.
Chi si proclamava l'unico puro, è
sempre stato smascherato poi come un ciarlatano.
Grillo e Casaleggio, pur benemeriti per
la loro coerenza nell'aver fatto l'unica opposizione esistente in
parlamento, dovrebbero ripensare ai loro principi ispiratori con un
po di buonsenso.
Il patrimonio di contrapposte fiducie
accumulato da Renzi, che ha stravinto e da Grillo, che ha perso ma
appena, appena, va usato per fare andare a pezzi queste insensate
“grandi intese”, sostituendole con intese su provvedimenti
singoli, ma fondamentali, che coinvolgano l'area di Renzi e l'area
dei 5stelle.
Dei cofondatori di Forza Italia, che è,
non dimentichiamocelo, il partito partner di Renzi nelle grandi
intese, i principali esponenti sono diventati ufficialmente
pregiudicati per reati infamanti (Berlusconi, Previti, Dell'Utri),
Galan sappiamo che non si trova in buone acque e i rimanenti Martino
e Urbani sono intellettuali abbastanza intelligenti per avere
dichiarato chiusa quell'esperienza, se pure in ritardo e con
insufficiente autocritica.
Di fronte a questo disastro, vogliamo
farla finita con questa farsa delle larghe intese con Berlusconi, che
Re Giorgio gradisca o meno?
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