Renzi : non mi piaci e mi sei
anche un po' antipatico, ma se non ce la fai tu, arriva la Troika.
Però io non so se tu sei migliore
della Troika
In un panorama di informazioni
grigio, grigio, tutto occupato da un pretestuoso dibattito sull'art 18, ieri è
successo l'impensabile.
Il compito e misurato direttore
del principale giornale italiano, il Corrierone di Via Solferino, ha scritto un
articolo di fondo contro il presidente del consiglio in carica, di una tale
violenza, che nessuno ricorda di avere mai visto pubblicato da tale giornale
nulla del genere.
Poche righe, ma ogni parola era
una stilettata.
Tutti sanno ,che DeBortoli sta
per lasciare la direzione di quel giornale, dopo parecchi anni di più che
onorato servizio, ma se voleva togliersi i sassolini dalle scarpe, come si usa
dire, di sassolini ne aveva veramente parecchi.
Oggi, praticamente tutti i
giornali hanno parlato di quell'articolo, come fosse la più importante notizia
della giornata di ieri.
Il guaio è che le affermazioni
che ha fatto, sono praticamente tutte da sottoscrivere, perché sono di tutta evidenza e infatti le avevamo
già elencate e valutate in questo blog in
diversi articoli precedenti ed in particolare in quelli del 9 agosto;13
agosto e 10 settembre scorsi.
Affermazioni di tutta evidenza, salvo due.
La previsione, che all'inizio del
prossimo anno si dovrà eleggere il capo
dello stato, che appunto è solo una previsione.
E la qualifica del patto del
Nazareno fra Renzi e Berlusconi, come una presunta opera di vecchia e stantia
massoneria.
Come si diceva, non è possibile
dimostrare che l'una e l'altra affermazione abbaino una qualche evidenza, perché
la cosa è indimostrabile.
Ma proprio per questo, qui sta il
massimo dell'interesse.
Se DeBortoli decide di mettere in
gioco la reputazione e il grande
prestigio, che si è conquistato alla vigilia della sua dorata pensione, che
sicuramente sarà accompagnata da qualche altro incarico, di adeguato livello,
è perché l'autore è ben sicuro di
quello che ha scritto.
Ma allora, è vero, che il patto
del Nazareno contiene molte più clausole, di quelle, che i firmatari dell'accordo
stesso vogliano far sapere, anzi che proprio non ci vogliono far sapere.
Ci sarebbe dentro anche il nuovo
Presidente della Repubblica.
E se c'è quello, che è il vertice
della piramide, volete che non ci sia anche tutta la piramide?
Ed allora, altro che accordo
verbale, per fare in fretta e furia una legge elettorale e l'abolizione del
senato elettivo , tutto lì, e poi, ognuno per la sua strada.
Allora, non hanno torto i pochi
giornalisti, sempre fuori dal coro, alla Travaglio, che da mesi parlano di "partito
unico di Renzusconi".
Ma se è così, gli italiani, cioè
noi, dobbiamo sapere, come chiede appunto DeBortoli.
Dobbiamo sapere cosa c'è scritto
nel patto del Nazareno, ed anche, ammesso che non ci sia scritto nulla, e cioè
che non si sia verbalizzato nulla, sebbene la cosa sia piuttosto improbabile, dobbiamo
sapere cosa si è concordato in quegli incontri.
E se si è concordato di non farci
sapere le cose più succose, allora sarà bene, che cominciamo ad agitarci ed a
reagire, perché in democrazia queste cose, semplicemente, non si fanno, non perché
non sta bene, ma perché se si facessero si uscirebbe dal sistema democratico.
DeBortoli, da una vita, parla con la compostezza verbale di un
monsignore di curia , questa volta, pur
nulla togliendo, appunto, alla compostezza
ed all'eleganza del suo eloquio, parla da monsignore di curia un po'
incavolato.
Ma ,anche senza voler andare a
leggere fra le righe, e rimanendo al puro testo, l'allusione alla massoneria è
cosa di una pesantezza impressionante.
Del resto, il solito "cattivo
ragazzo" del giornalismo italiano, e cioè sempre Marco Travaglio, sono
mesi che va scrivendo che i "Renzusconi" stanno attuando, punto per
punto, il "Piano di rinascita democratica" della Loggia P2, di Licio
Gelli, sequestrato nel testo integrale a M.Grazia Gelli nel 1982. (http://it.wikipedia.org/wiki/Piano_di_rinascita_democratica)
e (http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2010/07/Il-Piano-di-rinascita-democratica-della-P2-commentato-da-Marco-Travaglio.pdf).
DeBortoli non parla di P2, ma
l'allusione è evidente.
Lo stesso DeBortoli conclude il
pezzo, augurandosi che Renzi riesca, perché se fallisse, falliremmo anche noi.
Vero.
Ma questa conclusione, che
formalmente appare come un'apertura di credito a Renzi, in realtà è anche l'agghiacciante
constatazione, che il fallimento di Renzi, aprirebbe la porta all'arrivo immediato
della Troika.
Non so se BeBortoli sia stato gesuiticamente
tanto sottile, da usare la parola fallimento,
nascondendo in una figura retorica, l'allusione
al reale significato di fallimento dello
stato italiano, ma certo la situazione è proprio questa.
La Troika sancirebbe
definitivamente il fallimento di tutta la classe politica italiana e questo
sarebbe un terribile incentivo a spingere la gente a prendere, per la prima
volta, in considerazione anche soluzioni autoritarie, pur di uscire da una
condizione, che sarebbe umiliante per tutti.
Si dice che gli italiani non
sarebbero né nazionalisti né sciovinisti, ma aspettiamo a dirlo, se fossero
messi alla prova.
E la prova della Troika sarebbe
veramente severa.
Sarebbe un salasso di pensioni e
salari.
Avremmo a Palazzo Chigi un
tecnico o un politico qualunque, messo lì a fare da garante ai diktat di
tecnocrati senz'anima, ai quali la svendita indecorosa del nostro elevatissimo
patrimonio immobiliare e artistico, non farebbe nè caldo nè freddo.
Il tutto, sotto lo sguardo indifferente
e un po divertito, dei tedeschi, che troverebbero così l'occasione, per "raddrizzarci la schiena", occasione
che aspettavano da tempo e forse a ragione.
Peggio la Troika o peggio Renzi?
Veramente difficile dirlo.
Verrebbe da dire : meglio Renzi,
se non altro perché questo eviterebbe di farci amministrare da stranieri.
Ma per rispondere, dovremmo
sapere cosa c'è scritto nel patto del Nazareno.
Se fosse davvero la versione
aggiornata del piano Gelli, per farci governare da una congrega che abbia come
unico programma la gestione del potere senza tante storie e tanti saluti alla
democrazia, meglio la Troika.
Concludo con una osservazione più
live, ma significativa.
Spopolano sul web gli spezzoni
dei discorsi di Renzi in America, che mettono in evidenza quanto sia insufficiente
la sua conoscenza dell'inglese.
Però, pur accorgendosi dei suoi
vistosi limiti, il ragazzo ci da dentro e questo è sgradevole, perché sottolinea un aspetto
molto negativo del suo carattere.
Quest'uomo è arrogante,
approssimativo e non abbastanza preparato.
Quando il tutt'altro che brillante
D'Alema, si era trovato a fare il ministro degli esteri e il Presidente del
Consiglio, consapevole del suo inglese
non abbastanza spendibile ha fatto la cosa più ovvia : si è fatto dare delle
lezioni sistematiche, spendendoci ore su ore, fino a poter colloquiare quasi
ogni giorno con Condoleezza Rice direttamente.
Romano Prodi, che parla un
inglese scorrevole, quando fu nominato presidente della Commissione Europea, ha,
altrettanto umilmente, dedicato ore ed ore per perfezionare il francese all'Università
per stranieri di Perugia.
Ma Renzi pensa di essere
superiore e inanella figuracce su figuracce.
Sembra proprio di essere tornati
a Berlusconi.