Renzi
quest'estate non ha fatto alcuna riforma, ma i sondaggi lo danno in ulteriore
aumento
Possibile
che abbia ragione lui ?
Secondo
l'ultima indagine di opinione fatta da Nando Pagnoncelli pubblicata sul
Corriere di due giorni fa risulta che Renzi dopo la vetta del 70% di gradimento
appena dopo le europee, e la discesa al 60% a fine primavera, risulta ora
essere risalito al 65%, che è sempre un livello altissimo.
E'
addirittura impietoso paragonare queste cifre con il 13% del povero Hollande o al 30 scarso di Cameron.
Renzi non ha
realizzato ancora nulla di concreto, ma
è indubbio che stia viaggiando col vento in poppa, addirittura invidiato dagli
altri leader europei.
Dopo le
esperienze penose degli anni della decadenza di DC, PSI e PCI e poi il
ventennio di Berlusconi, finito nel disastro proprio sul piano della caduta di
immagine e tralasciando le troppo
brevi parentesi si Monti e Letta, sono
decenni che non succedeva una cosa del genere.
Non possiamo
che arrenderci a questa evidenza e rallegrarci, perché è nell'interesse del
paese che il premier goda di così larga stima in Italia ed all'estero.
Questo
larghissimo consenso non risolve però nessuna delle debolezze intrinseche
di questa prima fase della gestione di
Renzi.
Continui annunci,
ma ancora nessuna riforma.
Mancanza di
una vera strategia, cioè di un quadro di insieme, di una ispirazione di fondo,
di un disegno politico coerente e ben delineato, questo governo da costantemente
l'impressione di vivere alla giornata.
Ma forse più grave di tutti è il problema che
Renzi di fatto non ha una maggioranza in Senato, e che di conseguenza è
costretto ad andare ad elemosinare i voti di Berlusconi, inaccettabili per la
grande maggioranza della base del suo partito, il PD, non solo per le così
dette riforme costituzionali, ma anche per le misure economiche eccetera.
In più la
sua leadership nel partito deve fronteggiare una minoranza molto consistente ed agguerrita, sempre
tentata di farlo saltare nel segreto dell'urna appunto in Senato.
Poi il suo
esecutivo è si fatto di giovani e di donne di bella presenza, ambedue
importanti per dare l'immagine di un effettivo cambiamento rispetto al passato,
ma il loro grado di preparazione si è spesso rivelato terribilmente inadeguato,
a livello da 5Stelle.
Rimane poi
il problema irrisolto e forse irrisolvibile, per ora, di Renzi gestore di in
partito come se fosse un partito personale, alla Berlusconi o alla Grillo,
perchè la tipologia del partito personale risulta inaccettabile, in quanto
prescinde da una visione politica chiara
alla quale anche il leader si deve sottomettere e non fa di conseguenza
riferimento ad alcuna tradizione politica precisa di una qualche consistenza.
Basta
guardare ai partiti di Berlusconi e di Grillo, per evidenziare tutti i difetti
insuperabili del partito personale.
Non facciamo
poi l'errore di voltare la testa dall'altra parte o di reagire con un'alzata di spalle, quando
qualcuno mette in guardia contro i rischi obiettivi di acquisire elementi di
regime autoritario nel caso in cui a un leader che gode di così ampi consensi
venissero attribuiti con riforme costituzionali o anche solo con innovazioni
nella prassi poteri molto più ampi di quelli oggi previsti, senza introdurre
contemporaneamente i dovuti contrappesi.
Insomma ad
un'indagine razionale Renzi esce molto malconcio.
Ma la
stragrande maggioranza degli italiani lo sostiene.
Perchè?
Evidentemente
gli Italiani valutano molto più che i risultati, lo stile e l'immagine del
premier.
I giornali
anglosassoni spesso parlano di Renzi come "The energetic italian Prime
Minister".
E' chiaro
allora che anche all'estero le espressioni di vitalismo dannunziano che esprime
Renzi, vengono valutate con interesse.
All'interno,
come risulta anche dall'indagine di Pagnoncelli, sopra citata, ha avuto un
grosso impatto positivo il piglio dimostrato da Renzi nell'imporre la
candidatura della Mogherini a Lady Pec, (Alto rappresentante dell'UE)
quasi ministro degli esteri dell'Unione,
non ostante l'opinione contraria dei
paesi ex comunisti (Polonia e Baltici in primo luogo) e la posizione fredda
della Germania.
E' chiaro
che l'orgoglio nazionale, da decenni frustrato dal fatto di essere
rappresentati o da personaggi poco presentabili o da governicchi, esiste ancora
ed è parecchio sentito dalla gente.
Forse come
italiani siamo diventati poco patriottici per disperazione, ma non perché quel
sentimento sia scomparso.
Renzi poi,
non dimentichiamolo, ha costruito la sua posizione politica con la fama
attribuitasi di "gran rottamatore" dei ras delle prima repubblica,
sopratutto all'interno del suo partito.
Evidentemente
la gente valuta parecchio questa posizione, anche se in realtà i vecchi
notabili sono stati messi in disparte solo parzialmente e non sono ancora
rassegnati a mollare l'osso del tutto, vedi D'Alema.
La giovane
età, il suo modo di parlare diretto, la sua aria da bulletto, evidentemente
piacciono.
Il suo atteggiamento
diretto spesso a sfidare pubblicamente in modo canzonatorio i "poteri
forti" e le lobby intoccabili è piaciuto e piace a molti.
I
lavoratori, i giovani, i disoccupati, dovrebbero essere imbestialiti contro
qualsiasi governo in questa situazione di crisi .
Ma Renzi non
sarebbe al 65% dei consensi se gran parte di queste categorie non lo
appoggiasse.
I giovani
che rappresentano una percentuale impressionante di disoccupati, non dovrebbero
amarlo.
Ma
evidentemente il fatto che Renzi faccia di tutto per presentarsi come uno di loro ad esempio con l'uso ormai
compulsivo di twitter, eccetera, ha giocato a suo favore.
Probabilmente
gode di quel credito e di quella fiducia, che il personaggio politico
,realmente "nuovo" riesce ad accumulare, come era riuscito al
Berlusconi del '94 ed al primo Bossi.
Nessuno
poteva dire che c'entrassero qualcosa col regime a loro precedente.
Questo è un
grosso vantaggio, nessuno può imputare a Renzi gli errori o le debolezze della
DC o del PCI, semplicemente perché lui non c'era, anche e sopratutto per
ragioni anagrafiche.
Renzi, è
inutile nasconderlo, è riuscito ad imporre , consciamente o inconsciamente ,la
sensazione che lui sia l'ultima spiaggia per evitare il diluvio.
Il
famosissimo 40,8% che Renzi ha preso alle europee, in misura assolutamente
inaspettata, anche da parte di tutti gli
analisti, è la misura matematica di questa diffusa sensazione.
Che Renzi
sia riuscito a "fabbricare"
con una strategia sua questo sentimento non lo credo, se fosse vero
dovrebbe essere un vero fenomeno , talmente intelligente e capace, da mettere
paura.
Più
probabilmente le cose sono andate così per caso, e lui sarà stato probabilmente
il primo a stupirsi di una incoronazione così consistente.
Fatto sta
però che la stragrande maggioranza della gente lo ha considerato e lo considera
l'ultima spiaggia.
Lo ripeto,
si tratta di sentimenti, perché nella politica reale non esiste mai alcuna
ultima spiaggia, ma i sentimenti in politica contano da sempre molto più delle
analisi razionali.
Potremmo
dire purtroppo, ma non servirebbe a nulla, perché la nostra mente funziona così e non
diversamente.
C'è solo da
augurarsi che al più presto agli annunci comincino a seguire dei fatti.
Marchionne
sarà antipatico, ma che ci sappia fare lo dimostra l'incredibile incremento
delle vendite di auto realizzato
recentemente dalla sua ditta ,la Fiat Crisler (del 20%), negli Usa.
Ebbene
Marchionne pragmaticamente gli ha consigliato di concentrarsi su tre sole cose,
ma quelle di farle veramente e di farle quanto prima.
Non si può
che associarsi a questa esortazione, perché checché
ne dicano gli espertoni, anche
questo fenomeno di Renzi comincerà a logorarsi se continua a non fare nulla.
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