mercoledì 10 settembre 2014

Renzi quest'estate non ha fatto alcuna riforma, ma i sondaggi lo danno in ulteriore aumento
Possibile che abbia ragione lui ?



Secondo l'ultima indagine di opinione fatta da Nando Pagnoncelli pubblicata sul Corriere di due giorni fa risulta che Renzi dopo la vetta del 70% di gradimento appena dopo le europee, e la discesa al 60% a fine primavera, risulta ora essere risalito al 65%, che è sempre un livello altissimo.
E' addirittura impietoso paragonare queste cifre con il  13% del povero Hollande   o al 30 scarso di Cameron.
Renzi non ha realizzato ancora  nulla di concreto, ma è indubbio che stia viaggiando col vento in poppa, addirittura invidiato dagli altri leader europei.
Dopo le esperienze penose degli anni della decadenza di DC, PSI e PCI e poi il ventennio di Berlusconi, finito nel disastro proprio sul piano della caduta di immagine  e tralasciando le troppo brevi  parentesi si Monti e Letta, sono decenni che  non succedeva una cosa del genere.
Non possiamo che arrenderci  a questa evidenza  e rallegrarci, perché è nell'interesse del paese che il premier goda di così larga stima in Italia ed all'estero.
Questo larghissimo consenso non risolve però nessuna delle debolezze intrinseche di  questa prima fase della gestione di Renzi.
Continui annunci, ma ancora nessuna riforma.
Mancanza di una vera strategia, cioè di un quadro di insieme, di una ispirazione di fondo, di un disegno politico coerente e ben delineato, questo governo da costantemente l'impressione di vivere alla giornata.
 Ma forse più grave di tutti è il problema che Renzi di fatto non ha una maggioranza in Senato, e che di conseguenza è costretto ad andare ad elemosinare i voti di Berlusconi, inaccettabili per la grande maggioranza della base del suo partito, il PD, non solo per le così dette riforme costituzionali, ma anche per le misure economiche eccetera.
In più la sua leadership nel partito deve fronteggiare una minoranza  molto consistente ed agguerrita, sempre tentata di farlo saltare nel segreto dell'urna appunto in Senato.
Poi il suo esecutivo è si fatto di giovani e di donne di bella presenza, ambedue importanti per dare l'immagine di un effettivo cambiamento rispetto al passato, ma il loro grado di preparazione si è spesso rivelato terribilmente inadeguato, a livello da 5Stelle.
Rimane poi il problema irrisolto e forse irrisolvibile, per ora, di Renzi gestore di in partito come se fosse un partito personale, alla Berlusconi o alla Grillo, perchè la tipologia del partito personale risulta inaccettabile, in quanto prescinde da una visione politica chiara  alla quale anche il leader si deve sottomettere e non fa di conseguenza riferimento ad alcuna tradizione politica precisa di una qualche consistenza.
Basta guardare ai partiti di Berlusconi e di Grillo, per evidenziare tutti i difetti insuperabili del partito personale.
Non facciamo poi l'errore di voltare la testa dall'altra parte o di  reagire con un'alzata di spalle, quando qualcuno mette in guardia contro i rischi obiettivi di acquisire elementi di regime autoritario nel caso in cui a un leader che gode di così ampi consensi venissero attribuiti con riforme costituzionali o anche solo con innovazioni nella prassi poteri molto più ampi di quelli oggi previsti, senza introdurre contemporaneamente i dovuti contrappesi.
Insomma ad un'indagine razionale Renzi esce molto malconcio.
Ma la stragrande maggioranza degli italiani lo sostiene.
Perchè?
Evidentemente gli Italiani valutano molto più che i risultati, lo stile e l'immagine del premier.
I giornali anglosassoni spesso parlano di Renzi come "The energetic italian Prime Minister".
E' chiaro allora che anche all'estero le espressioni di vitalismo dannunziano che esprime Renzi, vengono valutate con interesse.
All'interno, come risulta anche dall'indagine di Pagnoncelli, sopra citata, ha avuto un grosso impatto positivo il piglio dimostrato da Renzi nell'imporre la candidatura della Mogherini a Lady Pec, (Alto rappresentante dell'UE) quasi  ministro degli esteri dell'Unione, non ostante l'opinione  contraria dei paesi ex comunisti (Polonia e Baltici in primo luogo) e la posizione fredda della Germania.
E' chiaro che l'orgoglio nazionale, da decenni frustrato dal fatto di essere rappresentati o da personaggi poco presentabili o da governicchi, esiste ancora ed è parecchio sentito dalla gente.
Forse come italiani siamo diventati poco patriottici per disperazione, ma non perché quel sentimento sia scomparso.
Renzi poi, non dimentichiamolo, ha costruito la sua posizione politica con la fama attribuitasi di "gran rottamatore" dei ras delle prima repubblica, sopratutto all'interno del suo partito.
Evidentemente la gente valuta parecchio questa posizione, anche se in realtà i vecchi notabili sono stati messi in disparte solo parzialmente e non sono ancora rassegnati a mollare l'osso del tutto, vedi D'Alema.
La giovane età, il suo modo di parlare diretto, la sua aria da bulletto, evidentemente piacciono.
Il suo atteggiamento diretto spesso a sfidare pubblicamente   in modo canzonatorio i "poteri forti" e le lobby  intoccabili  è piaciuto e piace a molti.
I lavoratori, i giovani, i disoccupati, dovrebbero essere imbestialiti contro qualsiasi governo in questa situazione di crisi .
Ma Renzi non sarebbe al 65% dei consensi se gran parte di queste categorie non lo appoggiasse.
I giovani che rappresentano una percentuale impressionante di disoccupati, non dovrebbero amarlo.
Ma evidentemente il fatto che Renzi faccia di tutto per presentarsi come  uno di loro ad esempio con l'uso ormai compulsivo di twitter, eccetera, ha giocato a suo favore.
Probabilmente gode di quel credito e di quella fiducia, che il personaggio politico ,realmente "nuovo" riesce ad accumulare, come era riuscito al Berlusconi del '94 ed al primo Bossi.
Nessuno poteva dire che c'entrassero qualcosa col regime a loro precedente.
Questo è un grosso vantaggio, nessuno può imputare a Renzi gli errori o le debolezze della DC o del PCI, semplicemente perché lui non c'era, anche e sopratutto per ragioni anagrafiche.
Renzi, è inutile nasconderlo, è riuscito ad imporre , consciamente o inconsciamente ,la sensazione che lui sia l'ultima spiaggia per evitare il diluvio.
Il famosissimo 40,8% che Renzi ha preso alle europee, in misura assolutamente inaspettata,  anche da parte di tutti gli analisti, è la misura matematica di questa diffusa sensazione.
Che Renzi sia riuscito a "fabbricare"  con una strategia sua questo sentimento non lo credo, se fosse vero dovrebbe essere un vero fenomeno , talmente intelligente e capace, da mettere paura.
Più probabilmente le cose sono andate così per caso, e lui sarà stato probabilmente il primo a stupirsi di una incoronazione così consistente.
Fatto sta però che la stragrande maggioranza della gente lo ha considerato e lo considera l'ultima spiaggia.
Lo ripeto, si tratta di sentimenti, perché nella politica reale non esiste mai alcuna ultima spiaggia, ma i sentimenti in politica contano da sempre molto più delle analisi razionali.
Potremmo dire purtroppo, ma non servirebbe a nulla, perché  la nostra mente funziona così e non diversamente.
C'è solo da augurarsi che al più presto agli annunci comincino a seguire dei fatti.
Marchionne sarà antipatico, ma che ci sappia fare lo dimostra l'incredibile incremento delle vendite di auto realizzato  recentemente dalla sua ditta ,la Fiat Crisler  (del 20%), negli Usa.
Ebbene Marchionne pragmaticamente gli ha consigliato di concentrarsi su tre sole cose, ma quelle di farle veramente e di farle quanto prima.
Non si può che associarsi a questa esortazione, perché  checché  ne dicano gli espertoni,  anche questo fenomeno di Renzi comincerà a logorarsi se continua a non fare nulla.



Nessun commento: