giovedì 25 settembre 2014

Renzi : non mi piaci e mi sei anche un po' antipatico, ma se non ce la fai tu, arriva la Troika.
Però io non so se tu sei migliore della Troika



In un panorama di informazioni grigio, grigio, tutto occupato da un pretestuoso dibattito sull'art 18, ieri è successo l'impensabile.
Il compito e misurato direttore del principale giornale italiano, il Corrierone di Via Solferino, ha scritto un articolo di fondo contro il presidente del consiglio in carica, di una tale violenza, che nessuno ricorda di avere mai visto pubblicato da tale giornale nulla del genere.
Poche righe, ma ogni parola era una stilettata.
Tutti sanno ,che DeBortoli sta per lasciare la direzione di quel giornale, dopo parecchi anni di più che onorato servizio, ma se voleva togliersi i sassolini dalle scarpe, come si usa dire, di sassolini ne aveva veramente parecchi.
Oggi, praticamente tutti i giornali hanno parlato di quell'articolo, come fosse la più importante notizia della giornata di ieri.
Il guaio è che le affermazioni che ha fatto, sono praticamente tutte da sottoscrivere, perché  sono di tutta evidenza e infatti le avevamo già elencate e valutate in questo blog in  diversi articoli precedenti ed in particolare in quelli del 9 agosto;13 agosto e 10 settembre scorsi.
Affermazioni di  tutta evidenza, salvo due.
La previsione, che all'inizio del prossimo anno si dovrà eleggere il capo  dello stato, che appunto è solo una previsione.
E la qualifica del patto del Nazareno fra Renzi e Berlusconi, come una presunta opera di vecchia e stantia massoneria.
Come si diceva, non è possibile dimostrare che l'una e l'altra affermazione abbaino una qualche evidenza, perché la cosa è indimostrabile.
Ma proprio per questo, qui sta il massimo dell'interesse.
Se DeBortoli decide di mettere in gioco la reputazione e  il grande prestigio, che si è conquistato alla vigilia della sua dorata pensione, che sicuramente sarà accompagnata da qualche altro incarico, di adeguato livello,
è perché l'autore è ben sicuro di quello che ha scritto.
Ma allora, è vero, che il patto del Nazareno contiene molte più clausole, di quelle, che i firmatari dell'accordo stesso vogliano far sapere, anzi che proprio non ci vogliono far sapere.
Ci sarebbe dentro anche il nuovo Presidente della Repubblica.
E se c'è quello, che è il vertice della piramide, volete che non ci sia anche tutta la piramide?
Ed allora, altro che accordo verbale, per fare in fretta e furia una legge elettorale e l'abolizione del senato elettivo , tutto lì, e poi, ognuno per la sua strada.
Allora, non hanno torto i pochi giornalisti, sempre fuori dal coro, alla Travaglio, che da mesi parlano di "partito unico di Renzusconi".
Ma se è così, gli italiani, cioè noi, dobbiamo sapere, come chiede appunto DeBortoli.
Dobbiamo sapere cosa c'è scritto nel patto del Nazareno, ed anche, ammesso che non ci sia scritto nulla, e cioè che non si sia verbalizzato nulla, sebbene la cosa sia piuttosto improbabile, dobbiamo sapere cosa si è concordato in quegli incontri.
E se si è concordato di non farci sapere le cose più succose, allora sarà bene, che cominciamo ad agitarci ed a reagire, perché in democrazia queste cose, semplicemente, non si fanno, non perché non sta bene, ma perché se si facessero si uscirebbe dal sistema democratico.
DeBortoli, da una vita,  parla con la compostezza verbale di un monsignore di curia , questa  volta, pur nulla togliendo, appunto,  alla compostezza ed all'eleganza del suo eloquio, parla da monsignore di curia un po' incavolato.
Ma ,anche senza voler andare a leggere fra le righe, e rimanendo al puro testo, l'allusione alla massoneria è cosa di una pesantezza impressionante.
Del resto, il solito "cattivo ragazzo" del giornalismo italiano, e cioè sempre Marco Travaglio, sono mesi che va scrivendo che i "Renzusconi" stanno attuando, punto per punto, il "Piano di rinascita democratica" della Loggia P2, di Licio Gelli, sequestrato nel testo integrale a M.Grazia Gelli nel 1982.   (http://it.wikipedia.org/wiki/Piano_di_rinascita_democratica) e  (http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2010/07/Il-Piano-di-rinascita-democratica-della-P2-commentato-da-Marco-Travaglio.pdf).
DeBortoli non parla di P2, ma l'allusione è evidente.
Lo stesso DeBortoli conclude il pezzo, augurandosi che Renzi riesca, perché se fallisse, falliremmo anche noi.
Vero.
Ma questa conclusione, che formalmente appare come un'apertura di credito a Renzi, in realtà è anche l'agghiacciante constatazione, che il fallimento di Renzi, aprirebbe la porta all'arrivo immediato della Troika.
Non so se BeBortoli sia stato gesuiticamente tanto  sottile, da usare la parola fallimento, nascondendo in  una figura retorica, l'allusione al  reale significato di fallimento dello stato italiano, ma certo la situazione è proprio questa.
La Troika sancirebbe definitivamente il fallimento di tutta la classe politica italiana e questo sarebbe un terribile incentivo a spingere la gente a prendere, per la prima volta, in considerazione anche soluzioni autoritarie, pur di uscire da una condizione, che sarebbe umiliante per tutti.
Si dice che gli italiani non sarebbero né nazionalisti né sciovinisti, ma aspettiamo a dirlo, se fossero messi alla prova.
E la prova della Troika sarebbe veramente severa.
Sarebbe un salasso di pensioni e salari.
Avremmo a Palazzo Chigi un tecnico o un politico qualunque, messo lì a fare da garante ai diktat di tecnocrati senz'anima, ai quali la svendita indecorosa del nostro elevatissimo patrimonio immobiliare e artistico, non farebbe nè caldo nè freddo.
Il tutto, sotto lo sguardo indifferente e un po divertito, dei tedeschi, che troverebbero così l'occasione, per  "raddrizzarci la schiena", occasione che aspettavano da tempo e forse a ragione.
Peggio la Troika o peggio Renzi?
Veramente difficile dirlo.
Verrebbe da dire : meglio Renzi, se non altro perché questo eviterebbe di farci amministrare da stranieri.
Ma per rispondere, dovremmo sapere cosa c'è scritto nel patto del Nazareno.
Se fosse davvero la versione aggiornata del piano Gelli, per farci governare da una congrega che abbia come unico programma la gestione del potere senza tante storie e tanti saluti alla democrazia, meglio la Troika.
Concludo con una osservazione più live, ma significativa.
Spopolano sul web gli spezzoni dei discorsi di Renzi in America, che mettono in evidenza quanto sia insufficiente la sua conoscenza dell'inglese.
Però, pur accorgendosi dei suoi vistosi limiti, il ragazzo ci da dentro e questo  è sgradevole, perché sottolinea un aspetto molto negativo del suo carattere.
Quest'uomo è arrogante, approssimativo e non abbastanza preparato.
Quando il tutt'altro che brillante D'Alema, si era trovato a fare il ministro degli esteri e il Presidente del Consiglio,  consapevole del suo inglese non abbastanza spendibile ha fatto la cosa più ovvia : si è fatto dare delle lezioni sistematiche, spendendoci ore su ore, fino a poter colloquiare quasi ogni giorno con Condoleezza Rice direttamente.
Romano Prodi, che parla un inglese scorrevole, quando fu nominato presidente della Commissione Europea, ha, altrettanto umilmente, dedicato ore ed ore per perfezionare il francese all'Università per stranieri di Perugia.
Ma Renzi pensa di essere superiore e inanella figuracce su figuracce.

Sembra proprio di essere tornati a Berlusconi.

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