Perché le sue parole d’ordine
subliminali sono ordine e disciplina
Quando nel ’94 è arrivato inaspettato il marziano
Berlusconi siamo stati tutti
sconcertati ed a lungo ci siamo chiesti cosa avesse avuto mai quell’individuo
tutto anomalo per essere diventato improvvisamente il capo incontrastato del paese. Poi i giornalisti e i politologi più acuti
hanno concordato sul fatto che
il suo segreto consisteva nel
fatto di sapere parlare non alla testa ma alla pancia della gente.
Non era propriamente un gran complimento
per gli italiani che lo sostenevano, ma era la spiegazione forse più verosimile
di quel fenomeno.
Oggi
con Renzi ne abbiamo sentite tante di spiegazioni ma quelle
probabilmente più calzanti cominciano a venire fuori adesso e mi pare che siano
proprio queste.
Il giovane fiorentino deve avere intuito
che nel suo intimo, subconscio o quello che volete, l’italiano medio si stia
stufato di vivere in un paese che da troppo tempo, passatemi il termine poco
elegante , era diventato un gran casino,
e avrebbero una gran voglia di tornare all’ordine e tentare di vivere in un
paese almeno un po’ più serio.
Su questo blog in articoli precedenti si
era detto che la situazione non solo economica ma anche sociale e morale
di questo paese durata così a lungo non potrà essere risolta
senza che un governo ricorra ad elementi di autoritarismo o se la parola sembra impronunciabile dal
politicamente corretto, diciamo di decisionismo.
Le lobby e i privilegi si sono ritagliati spazi divenuti intoccabili e sono
un incentivo alla corruzione per la loro stessa esistenza che corrode gli spazi
del sacro principio dell’uguaglianza dei
cittadini di fronte alla legge.
E come se li sono ritagliati? Se li sono
ritagliati entrando in politica e mettendo loro uomini nelle istituzioni.
Per disarcionare un sistema così distorto
e corrotto non basta un Renzi qualunque,
per decisionista che sia, ci vuole un Renzi con poteri più ampi di quelli dei
quali hanno goduto i suoi predecessori.
Ma Renzi per sua e nostra fortuna è furbo
come papa Francesco.
Il papa sa che non può cominciare prendendo il toro per le corna
e dicendo che gran parte della teologia,
nella quale la gente è stata indottrinata fin da bambini, è tutta da riformulare.
Se facesse così quanti lo seguirebbero?
Una minoranza e questo non risolverebbe il problema della crisi della chiesa.
Analogamente Renzi non può andare a
lanciare apertamente nelle piazze e in
televisione gli slogan : ordine e
disciplina, perché si prenderebbe immediatamente del fascista, essendo quelle due parole
d’ordine state demonizzate per decenni
come idee fasciste, anche se non lo sono.
Ma siccome è questo ritorno alla
disciplina ed ad una normalità ordinata,
che presumibilmente la gente vuole da lui, li deve tenere come obbiettivi
strategici “subliminali”.
Si dice tanto che Renzi è bravo nella politica degli
annunci, ma che poi non sa andare oltre. A volte in effetti è così, ma non
trascuriamo alcuni fatti
di grande peso.
Chi in Italia prima di Renzi aveva avuto
il coraggio di sfidare apertamente la potentissima lobby del sindacato ? Non
stiamo ad andare a vedere se è giusto o sbagliato, quello che qui interessa è
il fatto in sé.
E chi prima di Renzi aveva osato sfidare
in modo altrettanto frontale l’altra potentissima lobby dei magistrati introducendo
la loro responsabilità civile?
E la scuola? La riforma che ha avviato è
forse la prima da tempo immemorabile che non sia stata redatta dalla
ancora da sempre potentissima lobby
dei funzionari ministeriali e relativi
consulenti.
Fare diventare i presidi capi di istituto
con poteri veri sarebbe un evento perfino simbolico sulla via di un ritorno
alla disciplina.
E la Costituzione, ritenuta intoccabile
solo in Italia, con un sistema di equilibrio di poteri che ormai garantiva solo
una eterna palude?
Il bicameralismo perfetto era un’anomalia
da sempre.
Del resto in qualsiasi parte del
mondo è in corso una transizione di
potere fra parlamenti irresoluti e governi che hanno bisogno dei poteri per
fare il loro mestiere.
E la Rai? Qui siamo solo alla fase
iniziale, ma quanto sopra elencato ci fa sperare che sia la volta buona anche
per riformare radicalmente questo
ennesimo elefante succhia- soldi dormiente, che costituisce un po’ l’icona
dell’Italia che vistosamente non funziona, ma che è intoccabile perché partiti,
lobby corporazioni eccetera non vogliono toccare nulla.
Alitalia si è finalmente venduta
interrompendo una folle spirale di debiti.
Con l’Ilva si è addirittura sfidato il
mito delle privatizzazioni e della demonizzazione di tutto ciò che è pubblico e
la si è di fatto nazionalizzata,
conservando in vita, se pure ancora stentata, uno dei capisaldi delle
grandi industrie strategiche di base per le nostre manifatture.
Sulla Libia e l’inevitabile confronto con
il sedicente Califfato, Renzi pare
uscito dalle solite giaculatorie buoniste, per avvicinarsi ad azioni concrete,
come è di fatto un blocco navale, che sembra delinearsi.
In politica estera, l’atteggiamento filo
russo, da lui tenuto chiaramente, corrisponde ai nostri interessi nazionali,
anche se è in contrasto rispetto alla attuale linea della politica estera
americana.
Col temerario patto del Nazareno, Renzi
ha dovuto di fatto procrastinare ogni misura di legge anticorruzione, con allegato ripristino del falso in bilancio
e ri- allungamento dei termini di
prescrizioni e questo è senza dubbio un male, perché ora si vede che il sacrificio, fatto inevitabilmente
a favore di Berlusconi, è stato troppo
pesante e ha inciso pesantemente sull’economia reale, tagliando una fetta di
Pil.
Anche se
la nomina di Raffaele Cantone all’Authority anti- corruzione ha
parzialmente colmato un vuoto, che prima era completo.
Ma forse Renzi non poteva fare diversamente, almeno fino a
quando l’unica alternativa possibile a Berlusconi, cioè i 5Stelle, continuavano
a non rendersi disponibili, nemmeno sui terreni, che sono da sempre il loro
cavallo di battaglia, come appunto la lotta alla corruzione, alle lobby, alle
corporazioni eccetera.
Insomma, è parzialmente
vero che Renzi è andato avanti ad annunci
roboanti, ma ora cominciano ad arrivare anche i fatti, che sono vistosi
ed in netta controtendenza rispetto al passato.
Molti di questi fatti sono
tradizionalmente qualificabili come “di destra”, ammesso che nella politica di
oggi si possa ancora ragionare con le coordinate politico –ideologiche del secolo scorso e non è così, perché la
sopravvenuta complessità e novità dei problemi fa si che le soluzioni debbano
essere “trasversali” se si facesse riferimento a quelle coordinate.
Questa ,tra l’altro, è la ragione per la
quale Berlusconi è andato definitivamente fuori- gioco : perché Renzi è
chiaramente colui che realizzerà , salvo
sconvolgimento imprevedibili, alcune delle strategie “liberali”, che il Berlusconi del 94 ha solo enunciato,
ma non è mai riuscito a portare a soluzione e quindi gran parte del suo elettorato si è già
riposizionato dietro a Renzi.
Ma nella realtà concreta, se Renzi
riuscirà, come sembra avviato a fare, a portare il paese fuori dalla crisi
economica, realizzando nel contempo riforme, che aspettano da decenni, nessuno
sarà tanto sciocco da dire che avrà fatto una “cosa di destra”.
Renzi ha oggi delle opportunità uniche a
suo favore : la forte svalutazione dell’Euro, la altrettanto forte immissione
di liquidità immessa sul mercato dalla BCE, se pure con meccanismi macchinosi,
la ripresa che comincia a delinearsi.
Ma non basta, i giovani inesperti e un
po’ strampalati di “Siriza” , che sono oggi arrivati al governo in Grecia, si
sa che non saranno soli.
Ci sono infatti in arrivo e in forze, i
giovani spagnoli di “Podemos”, molto simili ai greci di “Siriza”.
Poi ci saranno le elezioni in Gran
Bretagna dalle quali ci si aspetta un incartamento clamoroso, dei grandi
partiti tradizionali.
Poi c’è l’incognita Marine Lepen,
eccetera.
Cioè la politica europea è in forte
movimento e la leadership tedesca della UE non potrà non tenere conto dei
numeri che stanno cambiando.
Renzi farà anche cose di destra, ma non
dimentichiamo che a Bruxelles i parlamentari di Renzi siedono sui banchi dell’Internazionale
Socialdemocratica e non in quelli del vecchio Partito Popolare di centro-
destra.
Questo fatto avrà anche solo un valore
simbolico, ma mica tanto.
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