Dopo aver letto
quello che potevo sul “referendum delle trivelle” di domenica
prossima mi sono accorto che tutto il circo mediatico italiano girava
nel senso di spingere la gente a farsi dettare la legge da reazioni
emotive.
C'è chi sviluppa
l'argomento dell'inquinamento che mina la salute dei cittadini.
C'è chi chiede di
reagire all'ennesimo caso di indecente corruzione parlando delle
vicende legate alle dimissioni della ex ministra Guidi a seguito
dell'inchiesta penale relativa agli impianti petroliferi pugliesi.
C'è chi mete
insieme il referendum di domenica con la situazione dei medesimi
impianti pugliesi come se si trattasse della stessa cosa, mentre le
due vicende non hanno alcuna relazione fra di loro.
C'è chi “butta
tutto in politica” e in pratica invita i cittadini a usare il voto
o il non voto di domenica per “dare una legnata a Renzi” senza
nemmeno prendere in considerazioni il merito della questione alla
base del referendum di domenica, che in sintesi consiste nel
decidere se le concessioni statali alle trivelle nell'Adriatico
debbano essere limitate fino alla scadenza dei contratti oppure si
debbano estendere fino all'esaurimento dei relativi giacimenti.
Inutile dire che
argomenti a favore di una “reazione di pancia” da parte del
cittadino elettore ce ne sono e sono forti.
Oltre tutto il caso
ha voluto che venissero alla ribalta insieme i due eventi sopra
citati : eventuale inquinamento a danno della salute e corruzione da
parte di industriali e politici , che se ne fregano di rovinare la
salute alla gente pur di portarsi a casa profitti ingenti.
E' chiaro che se si
mettono insieme queste due cose la reazione della gente passa dalla
normale irritazione all' incavolamento deciso.
Se poi si aggiunge
un po di sale sotto forma della crescente antipatia per il giovane
leader fiorentino, che parla e straparla ma costruisce ben poco, ci
sono tutti gli ingredienti per spingere i cittadini a “fargliela
vedere a quelli lì”, cioè ai politici e più precisamente a
quelli che sono in maggioranza ed al governo.
Viene spontaneo
reagire in questo modo e confesso che la mia prima reazione
sull'argomento è stata : domenica andrò a votare contro Renzi e a
favore dei 5Stelle, quale che sia il merito della questione.
Ebbene, non fatelo
sarebbe un errore.
Non voglio dire non
andate a votare contro Renzi, perché ognuno è libero di costruirsi
la propria opinione in proposito.
Voglio dire invece
che sarebbe un errore saltare a piè pari le ragioni di merito
(cessazione o prolungamento delle concessioni per le piattaforme
petrolifere) per privilegiare il dare o togliere il consenso
all'azione del governo Renzi.
Ci sono mille e una
ragione per essere incavolati con Renzi e su questo blog se ne sono
elencate parecchie fin dalla nascita del “renzismo”.
Ma il referendum di
domenica 17 aprile è un'altra cosa.
Chi voterà no darà
la priorità a considerazioni di carattere economico ed anche
politico strategiche.
Infatti consentire
alle trivelle di continuare il loro lavoro anche dopo la scadenza
della concessione e fino all'esaurimento del giacimento comporta una
serie di ricadute economiche di tutto rispetto.
Si continuano ad
ammortizzare i costi di ricerca e di installazione delle trivelle e
sopratutto si dà continuità all'occupazione del personale che fa
funzionare trivelle ed annessi.
Seconda ragione di
notevole peso, si consente la continuità di una fonte di
approvvigionamento interna estremamente utile in caso di crisi
internazionali e quindi si garantisce una maggiore tranquillità nel
senso che ci permette di tenere più bassi gli approvvigionamenti
massicci da paesi non proprio democratici e stabili come Russia,
Libia ecc.
Poi i portatori di
questa opinione citano il fatto che i rischi da inquinamento
eventualmente prodotto dall'attività delle piattaforme in Adriatico
sono estremamente bassi prima di tutto perché estraggono
quasi solo gas e non
greggio e poi perché l'unico incidente verificatosi in passato
risale a molti decenni fa.
L'opinione invece
dei fautori del si e cioè di coloro che sono favorevoli a bloccare
l'attività delle piattaforme appena scadranno le concessioni,
appaiono come molto più influenzate dall'ideologia che da
considerazioni pratiche e verificabili.
Alla fin fine se si
guarda alle argomentazioni di Lega Ambiente, per esempio, sembra che
si tratti più che altro di allarme per il benessere di delfini e
balenotteri, che potrebbero riportare danni al loro sensibilissimo
apparato auditivo a causa dei colpi di aria compressa che vengono
sparati nel terreno quando si devono fare le analisi degli strati
sottostanti al livello delle acque per fare le dovute considerazioni
tecniche sullo stato dei giacimenti.
L'auspicio delle
associazioni ambientaliste che ci si diriga al più presto possibile
verso l'impiego di fonti di energia rinnovabile nella misura più
ampia possibile , penso che sia condiviso da qualsiasi persona
informata e responsabile, ma penso altresì che non sarebbe male
tenere i piedi per terra e numeri alla mano non ignorare il fatto che
ancora per anni a venire si dovrà continuare e ricorrere in parte
alle fonti tradizionali e quindi rendersi conto che in questo caso la
politica più lungimirante che si può fare risulta essere quella
della riduzione del danno privilegiando il greggio rispetto al
carbone ed il gas rispetto al greggio.
E intanto darsi da
fare per continuare a incrementare la quota di energia rinnovabile.
Non va trascurato
nemmeno il fatto che troppo spesso le associazioni ambientaliste
spacciano per scientifiche tesi strampalate con pochissimo rispetto
per la scienza (vedi caso OGM, demonizzazione del glutine eccetera),
sfruttano la buona fede e la credulità dei meno informati per
descrivere scenari apocalittici anche quando i rischi sono molto
limitati come nel caso del quale stiamo parlando.
Usare informazione
di qualità e del sano buon senso è sempre la scelta vincente.
Vinceranno comunque
i no, questo è verosimile.
Ma vinceranno male,
molto male, perché questa vittoria sarà probabilmente la
conseguenza, non di un ragionamento, ma dell'invito del governo
Renzi ai cittadino- elettore di stare a casa e di dar saltare il
referendum impedendo il raggiungimento del quorum.
Ricorrere allo
scherzetto inventato dal Cardinare Ruini per fare fallire il
referendum del 2004 sulla legge 40, in merito alla regolamentazione
della fecondazione assistita, è un espediente che umilia
l'intelligenza degli italiani, allora come oggi.
E' l'ennesima
pessima trovata di questo Renzi, che piace sempre meno.
Questo però non
dove compromettere la, secondo me, giusta causa a favore del no al
referendum del 17 aprile.
Nessun commento:
Posta un commento