Se la chiesa
italiana potesse presentarsi col volto le idee e la testimonianza di
Papa Francesco, andrebbe tutto bene, ma purtroppo non è così.
Quello strano genere
di giornalisti italiani che vengono definiti vaticanisti, dopo avere
avuto il tempo di prendere le misure di questo papa, per definirne la
linea usano oggi un termine tratto della politica e dicono che si
muove come un centrista, cioè che, in altre parole, ritiene di
andare avanti dando un colpo al cerchio dei tradizionalisti e uno
alla botte degli innovatori.
Tutti sappiamo che
papa Francesco è in netta minoranza presso la curia romana e che è
in minoranza forse ancora più netta presso la conferenza episcopale
italiana, piena dei vescovi nominati da Woytila e da Ratzinger per lo
più dopo averne valutate la sicura obbedienza e fedeltà, prima di
tutto a loro e poi alla teologia più stagionata e anti- mondo
moderno.
Il risultato è
sotto gli occhi di tutti.
Quando si mette un
piede in una chiesa, ormai non si incontra più nemmeno il vecchio
sacrista, mentre il prete, se il suo vescovo è riuscito ad
assegnarne uno a quella parrocchia, è impegnato a fare
l'impiegato-manager.
L'Italia, se pure
arrivando per ultima a sperimentare le strette della
secolarizzazione che avevano già svuotato le chiese del Nord Europa,
ha avuto la disgrazia di incappare nei decenni della cura Ruini, il
Cardinale Presidente della Conferenza Episcopale di provata fede
tradizionalista, e dotato di uno smisurata presunzione di sé ,che ha
investito cifre ingenti, non per opere di carità e di solidarietà,
ma per cercare di realizzare un anacronistico e fantomatico
“progetto culturale” trionfalista, in stile Pio XII, riducendo
letteralmente sul lastrico qualsiasi gruppo o filone di pensiero che
dissentisse dalle sue idee.
Omologato il mondo
cattolico nell'osservanza militare di teologie anti- modernità ed
anti -scienza, si è finiti a ridurre a zero quello che un tempo era
un universo pluralistico dialogante e ,orribile a dirsi, “pensante”.
Oggi le parrocchie
esistono ancora, solo dove c'è un prete che si danna l'anima per
cercare di mettere in piede attività ,per lo più solo giovanili
,in sostituzione di quello che lo stato e gli enti locali e la scuola
non si accollano , cioè alla fin fine per organizzare i vari “grest”
o cose simili, per tenere i ragazzi impegnati e seguiti almeno un
poco, per togliere dagli impicci le famiglie di oggi nelle quali
lavorando entrambi i genitori, e dove di conseguenza è difficile
trovare qualcuno che accudisca ai figli.
Nell'attività
liturgico- ecclesiale le parrocchie esistono ancora perché anche chi
non va più in chiesa da chissà quanto, ritiene ancora di non poter
fare a meno della cerimonia ecclesiastica per rimarcare “i riti di
passaggio” battesimo, matrimonio, funerale.
Fino a quando durerà
e la gente non troverà più sensato finirla di fingere una fede che
non c'è, sostituendo i riti religiosi con più sobrie cerimonie
laiche, che infatti stanno assumendo sempre più spazio.
La chiesa italiana
quindi non solo è ridotta male da un punto di vista numerico, chiese
vuote, seminari e conventi deserti, popolo scristianizzato come non
mai, classe dirigente corrotta come non mai, ma si ritrova ad avere
il clero e popolo indottrinati nelle teologie più vecchie e quindi
meno spendibili nel mondo di oggi.
E questo, perché la
gerarchia alla quale abbiamo sopra accennato,nei decenni scorsi,
terrorizzata di perdere il lavoro ed annessi benefici, visto che nel
Nord Europa le istituzioni ecclesiastiche erano costrette a chiudere
bottega, invece di aprirsi alla modernità ed alla scienza, aveva con
assoluta miopia ,deciso di fare dell'Italia la linea del Piave, cioè
di mettere in atto qui da noi una difesa a oltranza della linea più
tradizionalista.
Questa è la ragione
di fondo per la quale ci sono state quel tipo di reazioni alla legge
sulle unioni civili approvate la settimana scorsa dal parlamento
italiano, ultimo parlamento fra i 28 dell'Unione Europea.
Le reazioni venute
da parte del Card. Bagnasco, rappresentano una evidente ingerenza
nei poteri dello stato, inconcepibile in qualsiasi altra democrazia
dell'Occidente,ma dimostrano anche l'assoluta inadeguatezza di
quell'uomo, che papa Francesco ha fatto molto male a mantenere in
quella carica.
Già nel passato il
medesimo Cardinale si era segnalato per la sua loquacità fuori luogo
in argomenti completamente estranei alle sue competenze e conoscenze
e per questa ragione sarebbe stato opportuno mettere in quella
poltrona delicata una personalità di un livello più ,adeguato.
Sentire un Cardinale
che vorrebbe spingere il popolo cristiano rimasto alla crociata,
decenni dopo le solenni legnate che si erano presi i Don Camillo
dell'epoca con divorzio e aborto, dimostrano che questa gerarchia non
conoscere affatto il popolo che cristiano che le è affidato.
Bagnasco ha ripetuto
pari pari le medesime invettive apocalittiche che decenni fa i suoi
predecessori avevano pronunciato prevedendo catastrofi, la fine
della famiglia e la società che si sarebbe diventata belluina, se
fossero passate le leggi civili già in voigore gtranquillamente nel
tresto del mondo civile e sviluppato : divorzio e aborto.
Naturalmente quelle
leggi entrarono in vigore e non successe un bel nulla delle
catastrofi preannunciare, ma al contrario si sanarono civilmente
situazioni che prima costringevano molti a situazioni insopportabili
e invivibili.
Ma queste gerarchie
a furia di vivere fuori dal mondo nel loro arrogante distacco, si
sono guardate bene di riconoscere che allora avevano sbagliato di
grosso e che invece la società civile, disubbidendo ai loro veti
anacronistici aveva avuto ragione.
Ma la lezione si
vede che non ha loro insegnato nulla.
Oggi Papa Francesco
sta facendo sforzi titanici per cercare di recuperare almeno una
parte della credibilità perduta della chiesa.
Ma i suoi sforzi
diventano purtroppo vani quando la gente sente straparlare questi
cardinali, che con i Bertone e compagni si erano già
sufficientemente fatti giudicare per quello che sono.
Forse papa Francesco
non è nelle condizioni per spingersi oltre e spedire in Africa tutte
quelle porpore che lo tallonano nelle solenni liturgie in San Pietro.
Forse, ma così
facendo mette in gioco tutte le volte la sua credibilità ed il suo
messaggio e la fiducia della gente.
Va bene la linea
“centrista”, se davvero non può fare di più, ma almeno qualche
segnale severo, ora lo dovrebbe dare.
Non basta che faccia
le nuove nomine dalla parte giusta, occorrerebbe anche che qualche
testa che squalifica la chiesa, la facesse cadere senza equivoci.
Gli impietosi
registi televisivi hanno mostrato le facce da funerale con le quale i
vescovi italiani ascoltavano l'allocuzione papale alla loro
conferenza episcopale che li strigliava come mai era capitato prima,
invocando addirittura il loro dovere di spogliarsi di tutti i beni
non strettamente necessari all' esercizio dell'attivita pastorale.
I giornali hanno
fatto due conti e sono venute fuori delle cifre folli, che dimostrano
da sole quanta strada ha fatto la chiesa italiana deragliando per
decenni dai binari della sua missione evangelica.
Tutte quelle
sovrabbondanti ricchezze immobiliari non sono mai servite alla
missione della chiesa, ma al benessere ed a rafforzare il potere
delle sue gerarchie, che fra l'altro spesso e volentieri hanno anche
avuto la sciatteria e l'incompetenza necessarie per lasciarle andare
in malora.
Sull'uso ,diciamo
per educazione ,“improprio” delle ricchezze da parte delle lobby
di curia, abbiamo acquisito una documentazione inequivocabile e di
prima mano dai recenti libri di Fittipaldi e di Nuzzi.
E quindi nessuno ci
venga a raccontare delle favole, come quelle che abili professionisti
del mezzo televisivo ci propinano negli spot pubblicitari per
convincere gli italiani a dare l'8 per mille alla chiesa italiana,
descritta come tutta impegnata a sostenere i quattro preti da strada
dediti a sostenete commoventi opere di carità.
Purtroppo tutti
sappiamo che quello non è il vero volto della chiesa italiana o
meglio lo è solo in parte minimale.
Ma dato che la gente
queste cose ormai le conosce o comunque ha i mezzi per conoscerle, è
proprio sicuro il Cardinale Bertone di avere ancora l'autorità per
andare a fare ,appunto, la morale alla gente ed al parlamento
italiano.
Ma quando mai
vescovi e cardinali invece di riproporre sempre le medesime ricette
anacronistiche si sono letti i saggi di sociologia della famiglia che
le nostre università hanno elaborato da anni?
Ma di che cosa
parlano questi auto- nominatisi difensori della famiglia, se parlano
di un fenomeno sociale del quale chiaramente ignorano di quali linee
siano intessuti nella società di oggi, non in quella arcaica ,che
non esiste più da chissà quando?
E' della settimana
scorsa la notizia, molto interessante che in Vaticano è stato
organizzato per quelle gerarchie , diciamo, un corso di aggiornamento
addirittura di più giorni ,sulle cellule staminali e sulle
prospettive che il loro utilizzo avrà nel futuro prossimo.
Questa è una strada
da seguire essenziale.
Era ora che chi
ritiene di potere ancora avere qualcosa da dire o da predicare, prima
di parlare si decida a studiare almeno l'essenziale, per acquisire
almeno le nozioni basiche di quelle materie.
Il Dalai Lama,
furbamente fa stampare tutti gli anni un volume che riporta il
contenuto dei seminari che lo stesso fa tenere ogni anno da un
nutrito e qualificato gruppo di scienziati per aggiornare il suo alto
clero.
Diciamoci la verità,
dopo averne viste e sentite di tutti i colori, sulla realtà della
vita di questo alto clero, non ce ne facciamo proprio nulla di
personaggi arroganti e impreparati che pretendono ancora di venirci a
fare la morale.
Accettiamo con
interesse invece chi ha argomenti solidi da proporre e ce li propone
con umiltà.
Per questo ci piace
papa Francesco e non ci piacciono invece quelli che formalmente
dovrebbero essere i suoi “collaboratori” , ma che nella realtà
passano il tempo remandogli contro, perché temono di perdere potere
agi e ricchezze.
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