mercoledì 11 maggio 2016

Sulla politica dell'immigrazione l'Italia ha tutto da imparare dalla furbetta Cancelliera tedesca






E' un peccato che al momento non abbia un amico tedesco da consultare su quello che si pensa al di là delle Alpi su noi italiani.

Cosa pensano i Tedeschi di noi Italiani
Sappiamo che ci hanno guardato con sorrisetti di commiserazione per tutto il lungo periodo del ventennio berlusconiano ed è comprensibile, perché se abbiamo mai avuto un premier capace di fare venire l'orticaria ai tedeschi con i suoi comportamenti sbracati e approssimativi,questo era il barzellettiere Silvio Berlusconi.
Ora il giovane Renzi avrebbe qualche elemento per piacere alla Germania, se solo non desse a vedere che dietro al suo costante movimentismo forse non c'è proprio alcun filo conduttore.
Per essere affidabili in politica come in qualsiasi altra attività occorre seguire percorsi chiari e coerenti, ma questa è una caratteristica che non sembra possedere il folletto fiorentino.
Saranno anche noiosi questi tedeschi nella linearità senza strappi delle loro politiche, ma tutto si può dire meno che non siano chiari e quindi affidabili, prevedibili.
Hanno una autentica fobia per i conti in rosso perché sono convinti a ragione che proprio i conti in rosso della Repubblica di Weimar abbiano aperto la strada al nazionalsocialismo di Adolf Hitler.
Di conseguenza non riescono a capacitarsi di come mai la riduzione del nostro spaventoso debito pubblico,che dovrebbe essere il primo impegno dei governanti italiani, non compaia mai fra le priorità nelle pirotecniche esternazioni del nostro premier.
Secondariamente, dopo la preoccupazione perché i conti non vadano mai in rosso, i tedeschi hanno chiara un'altra idea che consiste nel fatto che proprio non vedono perché il cittadino tedesco che si è tenuto virtuosamente i conti a posto lavorando sodo e pagando tasse salate, debba accollarsi parte dei debiti del cittadino italiano, che non sa o non vuole risolvere i propri problemi da solo.
Detto questo, non facciamoci ingannare dalle comunicazioni per slogan per lo più sbrigative e a spanne che i nostri giornali e telegiornali dedicano alla Germania, come agli affari esteri in generale e che con la medesima trascuratezza hanno descritto la linea politica della Merkel verso l'immigrazione, come l'atteggiamento di una buonista bonacciona come fosse anche lei una Boldrini in seconda, perché le cose non stanno affatto così.

La politica sull'immigrazione “furba” ma lungimirante del governo tedesco
Come si era accennato nei precedenti articoli su questo argomento (3/7/14; 2/9/15 e 19/2/16) la Cancelliera tedesca aveva fatto il bel gesto di dichiarare che il suo paese avrebbe dato ospitalità ad alcune decine di migliaia di immigrati, facendo però da statista autentica un calcolo preciso.
Prima di tutto constatando che la Germania ha un tasso di incremento demografico talmente basso da non essere più in grado di garantire né lo sviluppo economico del paese, né la stabilità nel tempo del sistema previdenziale e quindi ha bisogno di assumere immigrati per un preciso calcolo di politica economica anche se così facendo può portare a casa il risultato di avere ottemperato anche a un elevato principio di umanità e di solidarietà cristiana.
Secondariamente la Cancelliera ha sempre posto dei filtri molto chiari al fine di regolamentare e di limitare l'afflusso degli immigrati che cominciano applicando il criterio di parlare solo di rifugiati politici cioè di sfollati per causa di guerra in atto e quindi in pratica solo di siriani.
Anche alla base di queste scelte c'è un calcolo ed è giusto che uno statista vero i calcoli li faccia, governando gli eventi invece che subirli.

Accogliere ma ponendo dei filtri precisi che vengano incontro anche agli interessi del paese ospitante
E il calcolo più o meno espresso consiste nel fatto che i siriani richiedenti asilo non sono dei poveri contadini che vengono in Europa mirando a fare i badanti, ma in prevalenza appartengono al ceto medio urbano dotato di una istruzione medio alta.
Cioè in poche parole la Merkel non vuole badanti ma ingegneri, inserendo i quali lo sttato tedesco risparmierebbe i costi molto elevati della relativa istruzione, già pagati dallo stato siriano.
Ma la filosofia molto furba e lungimirante che ispira la Cancelliera l'ha portata poche settimane fa a fare il suo capolavoro sul tema della politica migratoria che consiste nel fatto di avere convocato i capi dei partiti che formano la sua coalizione di governo e di averli chiusi in una stanza intorno a un tavolo per tutta una giornata fino a che non è stato messo nero su bianco un programma molto articolato, nel qual sono stati elencati proprio dei filtri precisi da impiegare nell'accoglienza ai migranti.
Quindi d'ora in avanti nulla è lasciato al caso ed all'improvvisazione, in Germania ovviamente, non da noi.
In base a queste linee guida tedesche si stabilisce che gli immigrati servono e quindi che si prendono, ma adottando i filtri sopra accennati ed altri, tutti ispirati alla filosofia del “do ut des”.
Cioè, in breve,rimane in Germania ed accede ai benefici del welfare solo chi dimostra fattivamente di avere la volontà di inserirsi in modo stabile nella società tedesca, accettando il modo di vita tedesco con tutte le sue regole.

Do ut des”, cioè ti facciamo usufruire del welfare solo se farai alcune cose se no te ne devi andare
E quindi i richiedenti asilo riconosciuti in quello status, dovranno seguire corsi dichiaratamente obbligatori di lingua tedesca e di “cultura civica”, da concludersi con delle prove.
Chi non le passa verrà accompagnato alla porta o meglio all'aeroporto.
Ma la vera chicca di quest'accordo fra i partiti di governo tedeschi non l'ho ancora elencata e l'ho lasciata per ultima perché è la più bella e la più impensabile per la nostra cultura politica buonista e pasticciona e consiste nel fatto che in modo del tutto trasparente è stato inteso che per il primo inserimento di questi richiedenti asilo non si prevedono i salari previsti dai contratti nazionali delle rispettive categorie, ma quelli derivanti da
una corsia particolare definita del “ein € Work”.
Avete capito bene, un Euro all'ora.

E quindi lavorare, lavorare in modo da non portare via posti ai tedeschi e non essere mantenuti a sbafo senza fare nulla per anni, come capita nel nostro paese per i richiedenti asilo veri o fasulli.

Nessun commento: