E' un peccato che al
momento non abbia un amico tedesco da consultare su quello che si
pensa al di là delle Alpi su noi italiani.
Cosa pensano i
Tedeschi di noi Italiani
Sappiamo che ci
hanno guardato con sorrisetti di commiserazione per tutto il lungo
periodo del ventennio berlusconiano ed è comprensibile, perché se
abbiamo mai avuto un premier capace di fare venire l'orticaria ai
tedeschi con i suoi comportamenti sbracati e approssimativi,questo
era il barzellettiere Silvio Berlusconi.
Ora il giovane
Renzi avrebbe qualche elemento per piacere alla Germania, se solo non
desse a vedere che dietro al suo costante movimentismo forse non c'è
proprio alcun filo conduttore.
Per essere
affidabili in politica come in qualsiasi altra attività occorre
seguire percorsi chiari e coerenti, ma questa è una caratteristica
che non sembra possedere il folletto fiorentino.
Saranno anche noiosi
questi tedeschi nella linearità senza strappi delle loro
politiche, ma tutto si può dire meno che non siano chiari e quindi
affidabili, prevedibili.
Hanno una autentica
fobia per i conti in rosso perché sono convinti a ragione che
proprio i conti in rosso della Repubblica di Weimar abbiano aperto la
strada al nazionalsocialismo di Adolf Hitler.
Di conseguenza non
riescono a capacitarsi di come mai la riduzione del nostro spaventoso
debito pubblico,che dovrebbe essere il primo impegno dei governanti
italiani, non compaia mai fra le priorità nelle pirotecniche
esternazioni del nostro premier.
Secondariamente,
dopo la preoccupazione perché i conti non vadano mai in rosso, i
tedeschi hanno chiara un'altra idea che consiste nel fatto che
proprio non vedono perché il cittadino tedesco che si è tenuto
virtuosamente i conti a posto lavorando sodo e pagando tasse
salate, debba accollarsi parte dei debiti del cittadino italiano,
che non sa o non vuole risolvere i propri problemi da solo.
Detto questo, non
facciamoci ingannare dalle comunicazioni per slogan per lo più
sbrigative e a spanne che i nostri giornali e telegiornali dedicano
alla Germania, come agli affari esteri in generale e che con la
medesima trascuratezza hanno descritto la linea politica della
Merkel verso l'immigrazione, come l'atteggiamento di una buonista
bonacciona come fosse anche lei una Boldrini in seconda, perché le
cose non stanno affatto così.
La politica
sull'immigrazione “furba” ma lungimirante del governo tedesco
Come si era
accennato nei precedenti articoli su questo argomento (3/7/14; 2/9/15
e 19/2/16) la Cancelliera tedesca aveva fatto il bel gesto di
dichiarare che il suo paese avrebbe dato ospitalità ad alcune decine
di migliaia di immigrati, facendo però da statista autentica un
calcolo preciso.
Prima di tutto
constatando che la Germania ha un tasso di incremento demografico
talmente basso da non essere più in grado di garantire né lo
sviluppo economico del paese, né la stabilità nel tempo del
sistema previdenziale e quindi ha bisogno di assumere immigrati per
un preciso calcolo di politica economica anche se così facendo può
portare a casa il risultato di avere ottemperato anche a un elevato
principio di umanità e di solidarietà cristiana.
Secondariamente la
Cancelliera ha sempre posto dei filtri molto chiari al fine di
regolamentare e di limitare l'afflusso degli immigrati che cominciano
applicando il criterio di parlare solo di rifugiati politici cioè
di sfollati per causa di guerra in atto e quindi in pratica solo di
siriani.
Anche alla base di
queste scelte c'è un calcolo ed è giusto che uno statista vero i
calcoli li faccia, governando gli eventi invece che subirli.
Accogliere ma
ponendo dei filtri precisi che vengano incontro anche agli interessi
del paese ospitante
E il calcolo più o
meno espresso consiste nel fatto che i siriani richiedenti asilo non
sono dei poveri contadini che vengono in Europa mirando a fare i
badanti, ma in prevalenza appartengono al ceto medio urbano dotato
di una istruzione medio alta.
Cioè in poche
parole la Merkel non vuole badanti ma ingegneri, inserendo i quali lo
sttato tedesco risparmierebbe i costi molto elevati della relativa
istruzione, già pagati dallo stato siriano.
Ma la filosofia
molto furba e lungimirante che ispira la Cancelliera l'ha portata
poche settimane fa a fare il suo capolavoro sul tema della politica
migratoria che consiste nel fatto di avere convocato i capi dei
partiti che formano la sua coalizione di governo e di averli chiusi
in una stanza intorno a un tavolo per tutta una giornata fino a che
non è stato messo nero su bianco un programma molto articolato,
nel qual sono stati elencati proprio dei filtri precisi da impiegare
nell'accoglienza ai migranti.
Quindi d'ora in
avanti nulla è lasciato al caso ed all'improvvisazione, in Germania
ovviamente, non da noi.
In base a queste
linee guida tedesche si stabilisce che gli immigrati servono e quindi
che si prendono, ma adottando i filtri sopra accennati ed altri,
tutti ispirati alla filosofia del “do ut des”.
Cioè, in
breve,rimane in Germania ed accede ai benefici del welfare solo chi
dimostra fattivamente di avere la volontà di inserirsi in modo
stabile nella società tedesca, accettando il modo di vita tedesco
con tutte le sue regole.
“Do ut des”,
cioè ti facciamo usufruire del welfare solo se farai alcune cose se
no te ne devi andare
E quindi i
richiedenti asilo riconosciuti in quello status, dovranno seguire
corsi dichiaratamente obbligatori di lingua tedesca e di “cultura
civica”, da concludersi con delle prove.
Chi non le passa
verrà accompagnato alla porta o meglio all'aeroporto.
Ma la vera chicca di
quest'accordo fra i partiti di governo tedeschi non l'ho ancora
elencata e l'ho lasciata per ultima perché è la più bella e la più
impensabile per la nostra cultura politica buonista e pasticciona e
consiste nel fatto che in modo del tutto trasparente è stato inteso
che per il primo inserimento di questi richiedenti asilo non si
prevedono i salari previsti dai contratti nazionali delle rispettive
categorie, ma quelli derivanti da
una corsia
particolare definita del “ein € Work”.
Avete capito bene,
un Euro all'ora.
E quindi lavorare,
lavorare in modo da non portare via posti ai tedeschi e non essere
mantenuti a sbafo senza fare nulla per anni, come capita nel nostro
paese per i richiedenti asilo veri o fasulli.
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