mercoledì 25 maggio 2016

Renzi apre la campagna elettorale per il referendum su di lui ma non solo





Dobbiamo sempre essere gli ultimi della classe.


Almeno gli inglesi possono volare alto ed andare a votare per dire se vogliono restare nella UE o se vogliono uscirne.
Gli scozzesi hanno già votato sulla secessione dal Regno Unito respingendola.
I Catalani hanno già votato sulla secessione dalla Spagna respingendola.
Gli austriaci hanno votato pro o contro il blocco delle frontiere.
Noi no, a noi non è concesso di andare a votare sul merito di un tema importante, perché, come al solito, abbiamo affrontato cose serie nel modo più pasticciato possibile e quindi andremo si a votare per un referendum confermativo o meno di una corposa riforma costituzionale,ma solo in teoria, visto che il presidente del consiglio ha girato il referendum sulla sua persona, dichiarando che si impegna ad andare a casa nel caso in cui perdesse il referendum medesimo.

E' un atto di coraggio per Renzi metterci la faccia sul risultato del referendum, ma è anche una grande furbata

Bel colpo di teatro da parte sua, perché questo fatto dell'andare a casa nel caso di sconfitta elettorale, non è certo il costume italico.
Berlusconi ,per fare un esempio, tutte le volte che ha perso un'elezione rimaneva lì ad aspettare l'autobus successivo per Palazzo Chigi.
E gli altri hanno sempre fatto lo stesso.
In passato Andreotti è entrato e uscito innumerevoli volte.
Veltroni è l'unico che si era lasciato andare a dire : se perdo vado in Africa a fare volontariato, poi ha perso ed è rimasto.
Ma Renzi non potrebbe permetterselo, lo sa lui e lo sappiamo noi.

In cosa consiste la riforma costituzionale da confermare o da bocciare col referendum indetto per l'ottobre prossimo

Nel merito, la riforma costituzionale, già approvata con la lunga procedura parlamentare richiesta, se confermata dal referendum, cambierebbe in modo piuttosto radicale tutto l'impianto costituzionale, perché rivoluzionerebbe l'attuale equilibrio fra i poteri dello stato, nel senso che da un sistema bicamerale puro, si passerebbe ad un sistema di fatto monocamerale, svuotando il Senato dei suoi attuali poteri principali.
In poche parole, il governo, che oggi è diventato il più importante proponente delle leggi, non dovrebbe più sobbarcarsi un iter lunghissimo con la ripetizione di discussione e votazioni per due volte cioè sia alla Camera che al Senato, ma farebbe passare quasi tutto solo alla Camera.
Il governo cioè sarebbe finalmente in grado di governare.
Del resto lo stesso vero “padre della patria” della nostra democrazia, cioè Alcide DeGasperi, si era reso conto dell'incongruenza del sistema bicamerale puro e aveva cercato di aggirarlo, proponendo una legge elettorale maggioritaria con forte premio di maggioranza, che garantendo una ampia maggioranza nei due rami del parlamento rendesse il sistema molto più veloce.
Ma quella legge non passò.
Renzi dice, non smentito nella sostanza ,dagli ex-comunisti ,che anche Enrico Berlinguer si era espresso più volte a favore di una riforma del sistema, che consentisse al governo di governare con tempi più sensati per la discussione e approvazione delle leggi.
Alcuni telegiornali hanno attribuito a Renzi di avere citato Giuseppe Dossetti fra i "grandi"del passato prossimo  che avrebbero sostenuto la necessità della riforma costituzionale.
Il giorno dopo,  i giornali ed in particolare il Corriere hanno un po' messo ordine indicando Dossetti, come icona invocata a sostegno delle loro tesi dai fautori del "no".
E  le cose in effetti stanno in questo modo, perchè Renzi ne dice tante, ma non esageriamo, si spera che almeno di Dossetti qualche cosa sappia anche lui.
Ricordo in proposito, che pure considerandomi da sempre figlio del cristianesimo sociale in politica, rimasi allibito quando lessi a suo tempo le esternazioni dell'ultimo Dossetti (che di questa tradizione politica era uno dei lumi tutelari) che esprimeva tutta la sua indignazione contro chi voleva riformare la costituzione, che lui invece considerava praticamente perfetta in sé stessa.
Capisco umanamente che personaggi del calibro morale,ideologico, politico, eccetera, di un Dossetti , o ancora più del costituzionalista Leopoldo Elia o dello storico Pietro Scoppola,
trovassero addirittura blasfemo che gli omuncoli del berlusconismo trionfante si apprestassero a mettere mano a riforme costituzionali.
Però non ho mai né capito né condiviso la loro intransigenza nel voler fare dell'intangibilità della costituzione una linea del Piave.
Questi tre intellettuali se pure di altissimo livello, avevano finito per sacralizzare la costituzione.

Cosa dice Zagrebelsky, capofila dei comitati per il “no”

Oggi, Gustavo Zagrebelsky, ex giudice e poi presidente della Corte Costituzionale, pure lui intellettuale di altissimo livello, di formazione molto vicina a quella dei tre personaggi sopra menzionati, è divenuto di fatto il padre nobile del comitato del “no” al referendum, riallacciandosi alla loro filosofia e tradizione politica.
Mi sembra che questa tradizione politica, non riesca a prestare la dovuta attenzione al fatto che i padri costituenti, se pure di livello incommensurabile rispetto a quello della classe politica attuale, stante il periodo storico nel quale erano chiamati a lavorare, si sentivano attanagliati dalla preoccupazione preminente di delineare un sistema di equilibri fra i poteri dello stato che impedisse al governo di prevalere, ovviamente per non rischiare di ricadere nel baratro del fascismo sotto altre spoglie.

I “padri costituenti” erano preoccupati di bloccare qualsiasi forma di ricomposizione del fascismo e quindi delinearono un governo con pochi poteri

Oggi questa preoccupazione è divenuta del tutto anacronistica ed è venuta invece di preminente attualità la necessità di consentire al governo di attuare il suo programma in tempi sensati.
La riforma costituzionale attuata da Renzi, risponde a questa esigenza.
Secondo Zagrebelsky, il problema è che vi risponde troppo bene, nel senso che dà al governo troppo potere, senza prevedere adeguati contrappesi e controlli.
Quando ne ho l'opportunità ,non mi perdo mai una conferenza di Zagrebelsky, perché si tratta di una persona di vasta e profonda cultura, ma sono perplesso sull'opportunità di spingere l'elettorato a pronunciarsi sulla bocciatura della riforma costituzionale di Renzi.
Come del resto sono perplesso allo stesso modo sull'opportunità di dare a Renzi i vasti poteri che prevede la riforma.

Anche se la riforma costituzionale andasse bene, siamo sicuri di voler dare tutti quei nuovi poteri proprio a Renzi, che non si degna di comunicarci per fare cosa li userà?

E' ovvio che Zagrebelsky fa alla fin fine lo stesso ragionamento che viene spontaneo anche a me e chissà a quanti altri, e cioè che va bene dare più potere al governo, ma per fare che cosa, se non è dato di sapere a quale tradizione e storia politica si riferisca Renzi e quale sia la sua strategia politica a lungo termine.
Cioè ,in sintesi, l'argomento è : perché dovremmo dare più potere a un Renzi che non si degna e, probabilmente, non si degnerà ci dirci per fare che cosa, perché questo non lo sa nemmeno lui, essendo abituato a vivere ed operare alla giornata?
Purtroppo è vero che le cose stanno così.
Però ci sono anche altre considerazioni che si possono fare.
La prima e più importante è ovviamente questa : la sfiducia in Renzi è probabilmente giustificata, ma la riforma va oltre Renzi e potrebbe essere più utilmente usata, si spera in linea di principio, da personaggi più preparati di lui e dopo di lui.
Cioè evitiamo di buttare via con l'acqua anche il bambino.

Votare “no” oltretutto significa trovarsi in pessima compagnia

Poi, sinceramente, come non sentirsi fortemente imbarazzati a trovarsi affiancati per il “no” al referendum a gente del livello dei leghisti, degli ex fascisti e della destra clericale dei family day, oltre ovviamente al prode Brunetta ed a quello che rimane del berlusconismo?
I 5Stelle, immagino siano in gravissime difficoltà, perché se da una parte quasi non possono politicamente non cavalcare la più decisiva occasione per mandare Renzi a casa, come è quella del referendum, dall'altra parte non possono non condividere l'esigenza di rendere più funzionale il sistema politico.
Capisco e condivido in larga parte le argomentazioni di Zagrebelsky, che da quel giurista che è ,non può soffrire quel pateracchio abborracciato e approssimativo ,che costituisce l'istituto del nuovo Senato, che sarebbe abitato prevalentemente dal peggio della attuale classe politica, come sono i membri dei consigli regionali.
Per rinfrescarsi la memoria ,si pensi alla pubblicazione delle famose “note spese” che ha sputtanato a vita quella classe politica regionale.

Zagrebelsky però ha ragione a descrivere il nuovo Senato come un pateracchio senza senso

D'altra parte però é anche vero che mettere Renzi sul trono votando “si” al referendum significa prendersi una bella responsabilità.
E se questo Renzi (Grillo lo chiama “il bomba” alludendo al suo vezzo di sparare annunci in continuazione) continuerà a blaterare a vanvera, senza però muovere un dito per ridurre la montagna del debito pubblico, dall'Europa prima o poi ci butteranno fuori, è inevitabile.
E per trovare impiego a più di metà dei giovani italiani, che il lavoro non lo trovano, continuerà a ignorare l'esistenza del problema?
E se poi questo porterà avanti a gran velocità col nuovo sistema costituzionale riformato, i progetti demenziali dei suoi principali consiglieri economici e taglierà con la scure le pensioni, ricalcolandole tutte col sistema contributivo, impoverendo così in modo catastrofico la gran parte del ceto medio, non ci daremo degli idioti per avere contribuito ad avergli dato tutto quel il potere ?
E i dieci milioni di nostri concittadini che si trovano per l'Istat nella fascia di povertà, andrà avanti a ignorarli?
E i 2.000 immigrati al giorno che sbarcano da noi non sono un problema?
La soluzione più sensata alla quale mi conduce la pura logica sarebbe far passare la riforma costituzionale, ma mandare a casa Renzi, ma questa sembra proprio una quadratura del cerchio di realizzazione estremamente difficile.
Abbiamo ancora qualche mese ( 4 e non sono pochi) per pensarci, sperando che qualcosa maturi.
Non mi aspetto scatti di fantasia dai partiti tradizionali.
Probabilmente gli unici che potrebbero risolvere il problema sia perché sono più aperti ad elaborare nuove vie, sia perché ne avrebbero i numeri sono i 5Stelle.


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