Dobbiamo
sempre essere gli ultimi della classe.
Almeno gli inglesi
possono volare alto ed andare a votare per dire se vogliono restare
nella UE o se vogliono uscirne.
Gli scozzesi hanno
già votato sulla secessione dal Regno Unito respingendola.
I Catalani hanno già
votato sulla secessione dalla Spagna respingendola.
Gli austriaci hanno
votato pro o contro il blocco delle frontiere.
Noi no, a noi non è
concesso di andare a votare sul merito di un tema importante, perché,
come al solito, abbiamo affrontato cose serie nel modo più
pasticciato possibile e quindi andremo si a votare per un referendum
confermativo o meno di una corposa riforma costituzionale,ma solo in
teoria, visto che il presidente del consiglio ha girato il referendum
sulla sua persona, dichiarando che si impegna ad andare a casa nel
caso in cui perdesse il referendum medesimo.
E' un atto di
coraggio per Renzi metterci la faccia sul risultato del referendum,
ma è anche una grande furbata
Bel colpo di teatro
da parte sua, perché questo fatto dell'andare a casa nel caso di
sconfitta elettorale, non è certo il costume italico.
Berlusconi ,per fare
un esempio, tutte le volte che ha perso un'elezione rimaneva lì ad
aspettare l'autobus successivo per Palazzo Chigi.
E gli altri hanno
sempre fatto lo stesso.
In passato Andreotti
è entrato e uscito innumerevoli volte.
Veltroni è l'unico
che si era lasciato andare a dire : se perdo vado in Africa a fare
volontariato, poi ha perso ed è rimasto.
Ma Renzi non
potrebbe permetterselo, lo sa lui e lo sappiamo noi.
In cosa
consiste la riforma costituzionale da confermare o da bocciare col
referendum indetto per l'ottobre prossimo
Nel merito, la
riforma costituzionale, già approvata con la lunga procedura
parlamentare richiesta, se confermata dal referendum, cambierebbe in
modo piuttosto radicale tutto l'impianto costituzionale, perché
rivoluzionerebbe l'attuale equilibrio fra i poteri dello stato, nel
senso che da un sistema bicamerale puro, si passerebbe ad un sistema
di fatto monocamerale, svuotando il Senato dei suoi attuali poteri
principali.
In poche parole, il
governo, che oggi è diventato il più importante proponente delle
leggi, non dovrebbe più sobbarcarsi un iter lunghissimo con la
ripetizione di discussione e votazioni per due volte cioè sia alla
Camera che al Senato, ma farebbe passare quasi tutto solo alla
Camera.
Il governo cioè
sarebbe finalmente in grado di governare.
Del resto lo stesso
vero “padre della patria” della nostra democrazia, cioè Alcide
DeGasperi, si era reso conto dell'incongruenza del sistema bicamerale
puro e aveva cercato di aggirarlo, proponendo una legge elettorale
maggioritaria con forte premio di maggioranza, che garantendo una
ampia maggioranza nei due rami del parlamento rendesse il sistema
molto più veloce.
Ma quella legge non
passò.
Renzi dice, non
smentito nella sostanza ,dagli ex-comunisti ,che anche Enrico Berlinguer si era
espresso più volte a favore di una riforma del sistema, che
consentisse al governo di governare con tempi più sensati per la
discussione e approvazione delle leggi.
Alcuni telegiornali hanno attribuito a Renzi di avere citato Giuseppe Dossetti fra i "grandi"del passato prossimo che avrebbero sostenuto la necessità della riforma costituzionale.
Il giorno dopo, i giornali ed in particolare il Corriere hanno un po' messo ordine indicando Dossetti, come icona invocata a sostegno delle loro tesi dai fautori del "no".
E le cose in effetti stanno in questo modo, perchè Renzi ne dice tante, ma non esageriamo, si spera che almeno di Dossetti qualche cosa sappia anche lui.
Il giorno dopo, i giornali ed in particolare il Corriere hanno un po' messo ordine indicando Dossetti, come icona invocata a sostegno delle loro tesi dai fautori del "no".
E le cose in effetti stanno in questo modo, perchè Renzi ne dice tante, ma non esageriamo, si spera che almeno di Dossetti qualche cosa sappia anche lui.
Ricordo in proposito, che pure
considerandomi da sempre figlio del cristianesimo sociale in
politica, rimasi allibito quando lessi a suo tempo le esternazioni
dell'ultimo Dossetti (che di questa tradizione politica era uno dei
lumi tutelari) che esprimeva tutta la sua indignazione contro chi
voleva riformare la costituzione, che lui invece considerava
praticamente perfetta in sé stessa.
Capisco umanamente
che personaggi del calibro morale,ideologico, politico, eccetera, di
un Dossetti , o ancora più del costituzionalista Leopoldo Elia o
dello storico Pietro Scoppola,
trovassero
addirittura blasfemo che gli omuncoli del berlusconismo trionfante si
apprestassero a mettere mano a riforme costituzionali.
Però non ho mai né
capito né condiviso la loro intransigenza nel voler fare
dell'intangibilità della costituzione una linea del Piave.
Questi tre
intellettuali se pure di altissimo livello, avevano finito per
sacralizzare la costituzione.
Cosa dice
Zagrebelsky, capofila dei comitati per il “no”
Oggi, Gustavo
Zagrebelsky, ex giudice e poi presidente della Corte Costituzionale,
pure lui intellettuale di altissimo livello, di formazione molto
vicina a quella dei tre personaggi sopra menzionati, è divenuto di
fatto il padre nobile del comitato del “no” al referendum,
riallacciandosi alla loro filosofia e tradizione politica.
Mi sembra che questa
tradizione politica, non riesca a prestare la dovuta attenzione al
fatto che i padri costituenti, se pure di livello incommensurabile
rispetto a quello della classe politica attuale, stante il periodo
storico nel quale erano chiamati a lavorare, si sentivano
attanagliati dalla preoccupazione preminente di delineare un sistema
di equilibri fra i poteri dello stato che impedisse al governo di
prevalere, ovviamente per non rischiare di ricadere nel baratro del
fascismo sotto altre spoglie.
I “padri
costituenti” erano preoccupati di bloccare qualsiasi forma di
ricomposizione del fascismo e quindi delinearono un governo con pochi
poteri
Oggi questa
preoccupazione è divenuta del tutto anacronistica ed è venuta
invece di preminente attualità la necessità di consentire al
governo di attuare il suo programma in tempi sensati.
La riforma
costituzionale attuata da Renzi, risponde a questa esigenza.
Secondo Zagrebelsky,
il problema è che vi risponde troppo bene, nel senso che dà al
governo troppo potere, senza prevedere adeguati contrappesi e
controlli.
Quando ne ho
l'opportunità ,non mi perdo mai una conferenza di Zagrebelsky,
perché si tratta di una persona di vasta e profonda cultura, ma sono
perplesso sull'opportunità di spingere l'elettorato a pronunciarsi
sulla bocciatura della riforma costituzionale di Renzi.
Come del resto sono
perplesso allo stesso modo sull'opportunità di dare a Renzi i vasti
poteri che prevede la riforma.
Anche se la
riforma costituzionale andasse bene, siamo sicuri di voler dare tutti
quei nuovi poteri proprio a Renzi, che non si degna di comunicarci
per fare cosa li userà?
E' ovvio che
Zagrebelsky fa alla fin fine lo stesso ragionamento che viene
spontaneo anche a me e chissà a quanti altri, e cioè che va bene
dare più potere al governo, ma per fare che cosa, se non è dato di
sapere a quale tradizione e storia politica si riferisca Renzi e
quale sia la sua strategia politica a lungo termine.
Cioè ,in sintesi,
l'argomento è : perché dovremmo dare più potere a un Renzi che non
si degna e, probabilmente, non si degnerà ci dirci per fare che
cosa, perché questo non lo sa nemmeno lui, essendo abituato a vivere
ed operare alla giornata?
Purtroppo è vero
che le cose stanno così.
Però ci sono anche
altre considerazioni che si possono fare.
La prima e più
importante è ovviamente questa : la sfiducia in Renzi è
probabilmente giustificata, ma la riforma va oltre Renzi e potrebbe
essere più utilmente usata, si spera in linea di principio, da
personaggi più preparati di lui e dopo di lui.
Cioè evitiamo di
buttare via con l'acqua anche il bambino.
Votare “no”
oltretutto significa trovarsi in pessima compagnia
Poi, sinceramente,
come non sentirsi fortemente imbarazzati a trovarsi affiancati per il
“no” al referendum a gente del livello dei leghisti, degli ex
fascisti e della destra clericale dei family day, oltre ovviamente al
prode Brunetta ed a quello che rimane del berlusconismo?
I 5Stelle, immagino
siano in gravissime difficoltà, perché se da una parte quasi non
possono politicamente non cavalcare la più decisiva occasione per
mandare Renzi a casa, come è quella del referendum, dall'altra parte
non possono non condividere l'esigenza di rendere più funzionale il
sistema politico.
Capisco e condivido
in larga parte le argomentazioni di Zagrebelsky, che da quel giurista
che è ,non può soffrire quel pateracchio abborracciato e
approssimativo ,che costituisce l'istituto del nuovo Senato, che
sarebbe abitato prevalentemente dal peggio della attuale classe
politica, come sono i membri dei consigli regionali.
Per rinfrescarsi la
memoria ,si pensi alla pubblicazione delle famose “note spese”
che ha sputtanato a vita quella classe politica regionale.
Zagrebelsky
però ha ragione a descrivere il nuovo Senato come un pateracchio
senza senso
D'altra parte però
é anche vero che mettere Renzi sul trono votando “si” al
referendum significa prendersi una bella responsabilità.
E se questo Renzi
(Grillo lo chiama “il bomba” alludendo al suo vezzo di sparare
annunci in continuazione) continuerà a blaterare a vanvera, senza
però muovere un dito per ridurre la montagna del debito pubblico,
dall'Europa prima o poi ci butteranno fuori, è inevitabile.
E per trovare
impiego a più di metà dei giovani italiani, che il lavoro non lo
trovano, continuerà a ignorare l'esistenza del problema?
E se poi questo
porterà avanti a gran velocità col nuovo sistema costituzionale
riformato, i progetti demenziali dei suoi principali consiglieri
economici e taglierà con la scure le pensioni, ricalcolandole tutte
col sistema contributivo, impoverendo così in modo catastrofico la
gran parte del ceto medio, non ci daremo degli idioti per avere
contribuito ad avergli dato tutto quel il potere ?
E i dieci milioni
di nostri concittadini che si trovano per l'Istat nella fascia di
povertà, andrà avanti a ignorarli?
E i 2.000 immigrati
al giorno che sbarcano da noi non sono un problema?
La soluzione più
sensata alla quale mi conduce la pura logica sarebbe far passare la
riforma costituzionale, ma mandare a casa Renzi, ma questa sembra
proprio una quadratura del cerchio di realizzazione estremamente
difficile.
Abbiamo ancora
qualche mese ( 4 e non sono pochi) per pensarci, sperando che
qualcosa maturi.
Non mi aspetto
scatti di fantasia dai partiti tradizionali.
Probabilmente gli
unici che potrebbero risolvere il problema sia perché sono più
aperti ad elaborare nuove vie, sia perché ne avrebbero i numeri sono
i 5Stelle.
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