venerdì 15 luglio 2016

A Nizza una nuova strage perpetrata dal terrorismo islamico, occorrerà pure reagire una buona volta





Sarà anche vero che il presunto califfato sta perdendo terreno in Siria e in Iraq e in Libia, ma fa veramente pena sentire il Presidente della super potenza americana che dopo quest'ultimo episodio da oltre 80 morti , ripete le frasi di rito al Presidente francese assicurandogli ogni aiuto tecnico “per assicurare i colpevoli alla giustizia”, come se si trattasse di un furtarello da sistemare acchiappando il ladruncolo.

I tagliagole islamici stanno già riuscendo a destabilizzarci con poca spesa, vedi il successo
di politici di destra che solo poco fa nessuno avrebbe preso sul serio
I fanatici islamisti seguono dei loro lucidi percorsi per destabilizzare l'Occidente, cioè noi, e giudicando dalle reazioni penose come quella di Obama (che, particolare non secondario, dell'Occidente è il capo) occorre dire che ci stanno riscendo, per di più con poca spesa.
Stanno dimostrandoci che la democrazia e i nostri “sacri valori” non sono sufficienti per difenderci.
Siamo abbastanza civilizzati da esser capaci di reagire in modo razionale, ma come in tutte le cose della vita, fino a un certo punto, quando la paura e la rabbia avranno raggiunto un certo limite, l'essere umano, lo sappiamo dalle neuroscienze, viene spinto a reagire prevalentemente di “pancia”, come diciamo noi, o come dicono con più finezza gli anglosassoni “by heart”.
E allora saranno guai e ritorni indietro nella storia.
Del resto la prospettiva di avere un Donald Trump presidente americano, una Marine Le Pen presidente francese, un Boris Johnson già Ministro degli esteri del Regno Unito, dopo la brexit, una Spagna resa ininfluente dalla pochezza dei suoi politici (regolarmente eletti), eccetera, eccetera, è ormai verosimile.
Il terrorismo islamico è già riuscito di fatto a insinuare il dubbio che con la democrazia e con i “valori occidentali” non si risolvono i problemi di oggi e infatti soffia vento di destra ormai ovunque.
Siamo quindi in ritardo già ora, perché a quanto pare non abbiamo né un serio piano A né un serio piano B per affrontare e vincere il terrorismo islamico.
Il problema non è, o è solo fino a un certo punto, sostenere o no una campagna militare classica contro i territori ,ancora controllati dal presunto califfato di Al Baghdadi, oppure tenere aperte o chiudere le nostre frontiere.
Per il semplice fatto che oramai i buoi sono scappati, nel senso che gli islamici in Europa sono ormai un numero parecchio elevato e per buoni e moderati che siano (tutto da dimostrare) è più che evidente che contano nelle loro file un piccolo o grande numero di fanatici tagliagole, che non si sono integrati e che ci odiano cordialmente.
In Francia è stato calcolato che la percentuale dei “non integrati” ed a noi avversi sia ben l'8%.
La situazione quindi già oggi è grave e impone che la politica elabori al più presto una politica seria di contrasto.

Occorre una politica precisa per affrontare il terrorismo islamico, che potrebbe essere fondata su questi due punti
- a livello interno occorre elaborare interventi obbligatori di scolarizzazione mirate sugli islamici non integrati.
Capisco benissimo che siamo su un terreno delicato e scivoloso perché questo implica un modo diverso di valutare diritti umani e libertà democratiche, ma mi sembra che questo tipo di discorso stia diventando via via sempre più ineludibile.
Occorre elaborare e mettere in atto politiche di inculturazione di questi soggetti, perché acquisiscano i concetti di pensiero critico e libero da dogmatismi.
E' evidente che questo tipo di discorso fa immediatamente venire alla mente precedenti sgradevoli come “il lavaggio del cervello” largamente praticato con campagne di massa per esempio nella Cina di Mao, per “rieducare” coloro che contestavano la linea del partito.
Non sarà semplice inoltrarsi su questa strada, ma deve essere chiaro che questo è il cuore del problema del terrorismo islamico, che si fonda su un fatto prettamente culturale.
Un individuo che viene fanatizzato al punto da indurlo a valutare nulla la propria vita e quella degli altri, è uno che ha subito più o meno volutamente, questo non è più essenziale, una coercizione psichica che lo priva del rispetto dei valori umani.
Quindi la cura non può che essere indirizzata prima di tutto sul piano culturale e dell'educazione.
Di conseguenza occorre affrontare il tabù della libertà religiosa.
Argomento spinosissimo, ma di nuovo, è qui il cuore del problema.
Occorrerà andare a metterci il naso nelle moschee, nei centri islamici e nelle madrasse e non essere né teneri, né ambigui.
E' lecito che un paese democratico occidentale pretenda di dare il proprio pacet o di rifiutarlo a un imam? Come fanno in Cina con i vescovi cattolici?
Per quanto sia spiacevoli doversi confrontare con problemi di questo genere, non vedo come si possa evitare di andare al dunque.
Se non ci decidiamo a cacciare gli imam che predicano il Wahabismo o i testi dei Fratelli Musulmani, continueremo ad allevarci in casa coloro che sono pronti e decisi a tagliarci la gola pensando di fare cosa gradita e richiesta da Dio, né più né meno di come predicava ai tempi della prima crociata Pietro l'eremita (venerato come santo dalla Chiesa fiamminga).
Più complicato ancora cercare di “integrare” gli islamici non integrati a livello sociale, a causa dei problemi di carenza di lavoro e di alloggio, che affliggono una larga parte della nostra popolazione autoctona.

Gli stati arabi che finanziano largamente la diffusione di un islam fanatico e violento vanno denunciati e colpiti con sanzioni internazionali
- A livello di politica internazionale, ripeto quanto si è già più volte scritto su questo blog ,e cioè che è assolutamente assurdo che l'Italia sia stata costretta ad approvare sanzioni contro la Russia, che hanno prodotto un grave danno economico alle nostre aziende, mentre accogliamo con tutti gli onori i governanti delle anacronistiche dinastie Saudita ,finanziatrice del wahabismo nel mondo con mezzi ingentissimi, e del Quatar ,finanziatrice dei Fratelli Musulmani nel mondo, sempre con larghezza di mezzi.
E' contro questi paesi, ben accompagnati dalla Turchia di Erdogan, che andrebbero indirizzate delle decise sanzioni internazionali, finché non porranno rimedio agli enormi danni che ci hanno già fatto.
I soldi servono, ma è indegno farsi comprare da coloro che finanziano i tagliagole.
Occorre uscire una buona volta da questi equivoci prendendo il toro per le corna.
E invece noi le inventiamo tutte per eludere il problema.
Dal buonismo alla Boldrini ,secondo il quale gli immigrati vanno accolti tutti e gli islamici sono tutti buoni e moderati, alla leggenda metropolitana del “lupo solitario” ,secondo la quale non ci sarebbe alcun legame fra i tagliagole, che fanno materialmente gli attentati e il presunto califfato.
Gli esperti , che ci sono, basterebbe consultarli, hanno più volte chiarito che i lupi solitari non esistono nella realtà, perché nessuno si fanatizza da solo, ma deve necessariamente seguire un percorso obbligato sui social network, che il medesimo califfato padroneggia e indirizza con maestria.
Una volta radicalizzati ,i terroristi agiscono come cellule autonome, che non necessitano di un ordine specifico per agire per il semplice fatto che l'ordine del califfato è già stato dato in modo generico.
Ma il legame con l'ideologia e con l'organizzazione sul web è costante e fondamentale.
Occorre quindi almeno cominciare con un confronto deciso non buonista e non di maniera con le comunità islamiche in Italia.
Ora i “moderati” fra gli Islamici, che sicuramente sono la maggioranza, devono dimostrare pubblicamente da che parte stanno.

E' essenziale coinvolgere le comunità islamiche per spingerle a venire allo scoperto e dire da che parte stanno
Però finora non l'hanno fatto e continuano a non farlo.
Nel nostro paese abbiamo acquisita, a nostre spese, una capacità che gli altri paesi non hanno nell'affrontare associazioni terroristiche.
Lo abbiamo fatto con successo nei confronti delle Brigate Rosse e continuiamo a tentare di farlo con esiti contrastanti con le varie mafie.
In tutti e due i casi abbiamo imparato una cosa assolutamente fondamentale che è questa, al di là dell'abnegazione e dell' efficienza di magistratura e forze dell'ordine, lo stato ha cominciato a vincere contro il terrorismo, quando la gente comune ha cominciato a collaborare, magari prendendosi la briga di telefonare alla polizia quando in un appartamento vicino vedeva persone che potevano essere brigatisti in clandestinità, eccetera eccetera.
Nel caso specifico, per bravi che siano polizia e servizi segreti, se le comunità islamiche non cominceranno a prendere seriamente posizione e a denunciare i sospetti che abitano fra di loro, continueremo a ballare.
Lo faranno però solo quando avvertiranno nell'opinione pubblica una forte posizione di riprovazione per il loro atteggiamento ambiguo, che devono essere messi in condizione di non potersi più permettere.

Attenzione al razzismo strisciante, se ci dormiamo sopra rischiamo il ritorno al medioevo
Non dormiamoci sopra perché sintomi pericolosi si sono già manifestati.
Gli italiani per esempio hanno già manifestato di albergare in sé chiari elementi di razzismo, in percentuali impensabili, poco tempo fa.
Se le cose peggiorassero, saremo costretti a rivedere cose da medioevo.



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