Sarà anche vero che
il presunto califfato sta perdendo terreno in Siria e in Iraq e in
Libia, ma fa veramente pena sentire il Presidente della super potenza
americana che dopo quest'ultimo episodio da oltre 80 morti , ripete
le frasi di rito al Presidente francese assicurandogli ogni aiuto
tecnico “per assicurare i colpevoli alla giustizia”, come se si
trattasse di un furtarello da sistemare acchiappando il ladruncolo.
I tagliagole
islamici stanno già riuscendo a destabilizzarci con poca spesa, vedi
il successo
di politici di
destra che solo poco fa nessuno avrebbe preso sul serio
I fanatici islamisti
seguono dei loro lucidi percorsi per destabilizzare l'Occidente, cioè
noi, e giudicando dalle reazioni penose come quella di Obama (che,
particolare non secondario, dell'Occidente è il capo) occorre dire
che ci stanno riscendo, per di più con poca spesa.
Stanno dimostrandoci
che la democrazia e i nostri “sacri valori” non sono sufficienti
per difenderci.
Siamo abbastanza
civilizzati da esser capaci di reagire in modo razionale, ma come in
tutte le cose della vita, fino a un certo punto, quando la paura e la
rabbia avranno raggiunto un certo limite, l'essere umano, lo
sappiamo dalle neuroscienze, viene spinto a reagire prevalentemente
di “pancia”, come diciamo noi, o come dicono con più finezza gli
anglosassoni “by heart”.
E allora saranno
guai e ritorni indietro nella storia.
Del resto la
prospettiva di avere un Donald Trump presidente americano, una Marine
Le Pen presidente francese, un Boris Johnson già Ministro degli
esteri del Regno Unito, dopo la brexit, una Spagna resa ininfluente
dalla pochezza dei suoi politici (regolarmente eletti), eccetera,
eccetera, è ormai verosimile.
Il terrorismo
islamico è già riuscito di fatto a insinuare il dubbio che con la
democrazia e con i “valori occidentali” non si risolvono i
problemi di oggi e infatti soffia vento di destra ormai ovunque.
Siamo quindi in
ritardo già ora, perché a quanto pare non abbiamo né un serio
piano A né un serio piano B per affrontare e vincere il terrorismo
islamico.
Il problema non è,
o è solo fino a un certo punto, sostenere o no una campagna
militare classica contro i territori ,ancora controllati dal presunto
califfato di Al Baghdadi, oppure tenere aperte o chiudere le nostre
frontiere.
Per il semplice
fatto che oramai i buoi sono scappati, nel senso che gli islamici in
Europa sono ormai un numero parecchio elevato e per buoni e moderati
che siano (tutto da dimostrare) è più che evidente che contano
nelle loro file un piccolo o grande numero di fanatici tagliagole,
che non si sono integrati e che ci odiano cordialmente.
In Francia è stato
calcolato che la percentuale dei “non integrati” ed a noi avversi
sia ben l'8%.
La situazione quindi
già oggi è grave e impone che la politica elabori al più presto
una politica seria di contrasto.
Occorre una
politica precisa per affrontare il terrorismo islamico, che potrebbe
essere fondata su questi due punti
- a livello interno
occorre elaborare interventi obbligatori di scolarizzazione mirate
sugli islamici non integrati.
Capisco benissimo
che siamo su un terreno delicato e scivoloso perché questo implica
un modo diverso di valutare diritti umani e libertà democratiche, ma
mi sembra che questo tipo di discorso stia diventando via via sempre
più ineludibile.
Occorre elaborare e
mettere in atto politiche di inculturazione di questi soggetti,
perché acquisiscano i concetti di pensiero critico e libero da
dogmatismi.
E' evidente che
questo tipo di discorso fa immediatamente venire alla mente
precedenti sgradevoli come “il lavaggio del cervello” largamente
praticato con campagne di massa per esempio nella Cina di Mao, per
“rieducare” coloro che contestavano la linea del partito.
Non sarà semplice
inoltrarsi su questa strada, ma deve essere chiaro che questo è il
cuore del problema del terrorismo islamico, che si fonda su un fatto
prettamente culturale.
Un individuo che
viene fanatizzato al punto da indurlo a valutare nulla la propria
vita e quella degli altri, è uno che ha subito più o meno
volutamente, questo non è più essenziale, una coercizione psichica
che lo priva del rispetto dei valori umani.
Quindi la cura non
può che essere indirizzata prima di tutto sul piano culturale e
dell'educazione.
Di conseguenza
occorre affrontare il tabù della libertà religiosa.
Argomento
spinosissimo, ma di nuovo, è qui il cuore del problema.
Occorrerà andare a
metterci il naso nelle moschee, nei centri islamici e nelle madrasse
e non essere né teneri, né ambigui.
E' lecito che un
paese democratico occidentale pretenda di dare il proprio pacet o di
rifiutarlo a un imam? Come fanno in Cina con i vescovi cattolici?
Per quanto sia
spiacevoli doversi confrontare con problemi di questo genere, non
vedo come si possa evitare di andare al dunque.
Se non ci decidiamo
a cacciare gli imam che predicano il Wahabismo o i testi dei Fratelli
Musulmani, continueremo ad allevarci in casa coloro che sono pronti
e decisi a tagliarci la gola pensando di fare cosa gradita e
richiesta da Dio, né più né meno di come predicava ai tempi della
prima crociata Pietro l'eremita (venerato come santo dalla Chiesa
fiamminga).
Più complicato
ancora cercare di “integrare” gli islamici non integrati a
livello sociale, a causa dei problemi di carenza di lavoro e di
alloggio, che affliggono una larga parte della nostra popolazione
autoctona.
Gli stati
arabi che finanziano largamente la diffusione di un islam fanatico e
violento vanno denunciati e colpiti con sanzioni internazionali
- A livello di
politica internazionale, ripeto quanto si è già più volte scritto
su questo blog ,e cioè che è assolutamente assurdo che l'Italia sia
stata costretta ad approvare sanzioni contro la Russia, che hanno
prodotto un grave danno economico alle nostre aziende, mentre
accogliamo con tutti gli onori i governanti delle anacronistiche
dinastie Saudita ,finanziatrice del wahabismo nel mondo con mezzi
ingentissimi, e del Quatar ,finanziatrice dei Fratelli Musulmani nel
mondo, sempre con larghezza di mezzi.
E' contro questi
paesi, ben accompagnati dalla Turchia di Erdogan, che andrebbero
indirizzate delle decise sanzioni internazionali, finché non
porranno rimedio agli enormi danni che ci hanno già fatto.
I soldi servono, ma
è indegno farsi comprare da coloro che finanziano i tagliagole.
Occorre uscire una
buona volta da questi equivoci prendendo il toro per le corna.
E invece noi le
inventiamo tutte per eludere il problema.
Dal buonismo alla
Boldrini ,secondo il quale gli immigrati vanno accolti tutti e gli
islamici sono tutti buoni e moderati, alla leggenda metropolitana del
“lupo solitario” ,secondo la quale non ci sarebbe alcun legame
fra i tagliagole, che fanno materialmente gli attentati e il
presunto califfato.
Gli esperti , che ci
sono, basterebbe consultarli, hanno più volte chiarito che i lupi
solitari non esistono nella realtà, perché nessuno si fanatizza da
solo, ma deve necessariamente seguire un percorso obbligato sui
social network, che il medesimo califfato padroneggia e indirizza con
maestria.
Una volta
radicalizzati ,i terroristi agiscono come cellule autonome, che non
necessitano di un ordine specifico per agire per il semplice fatto
che l'ordine del califfato è già stato dato in modo generico.
Ma il legame con
l'ideologia e con l'organizzazione sul web è costante e
fondamentale.
Occorre quindi
almeno cominciare con un confronto deciso non buonista e non di
maniera con le comunità islamiche in Italia.
Ora i “moderati”
fra gli Islamici, che sicuramente sono la maggioranza, devono
dimostrare pubblicamente da che parte stanno.
E' essenziale
coinvolgere le comunità islamiche per spingerle a venire allo
scoperto e dire da che parte stanno
Però finora non
l'hanno fatto e continuano a non farlo.
Nel nostro paese
abbiamo acquisita, a nostre spese, una capacità che gli altri paesi
non hanno nell'affrontare associazioni terroristiche.
Lo abbiamo fatto con
successo nei confronti delle Brigate Rosse e continuiamo a tentare di
farlo con esiti contrastanti con le varie mafie.
In tutti e due i
casi abbiamo imparato una cosa assolutamente fondamentale che è
questa, al di là dell'abnegazione e dell' efficienza di magistratura
e forze dell'ordine, lo stato ha cominciato a vincere contro il
terrorismo, quando la gente comune ha cominciato a collaborare,
magari prendendosi la briga di telefonare alla polizia quando in un
appartamento vicino vedeva persone che potevano essere brigatisti in
clandestinità, eccetera eccetera.
Nel caso specifico,
per bravi che siano polizia e servizi segreti, se le comunità
islamiche non cominceranno a prendere seriamente posizione e a
denunciare i sospetti che abitano fra di loro, continueremo a
ballare.
Lo faranno però
solo quando avvertiranno nell'opinione pubblica una forte posizione
di riprovazione per il loro atteggiamento ambiguo, che devono essere
messi in condizione di non potersi più permettere.
Attenzione al
razzismo strisciante, se ci dormiamo sopra rischiamo il ritorno al
medioevo
Non dormiamoci sopra
perché sintomi pericolosi si sono già manifestati.
Gli italiani per
esempio hanno già manifestato di albergare in sé chiari elementi di
razzismo, in percentuali impensabili, poco tempo fa.
Se le cose
peggiorassero, saremo costretti a rivedere cose da medioevo.
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