la chiesa deve
chiedere scusa a gay, lesbiche, transessuali e bisessuali
Non si era veramente
mai visto un papa che dice che come chiesa è venuto il momento di
chiedere scusa ai gay,lesbiche, transessuali e bisessuali per averli
perseguitati per secoli per pura ignoranza, cioè per il semplice
fatto di avere ignorato che una cosa è il sesso in senso di anatomia
e una cosa è “il genere” ,che include elementi psicologici,
culturali, sentimentali, che vanno oltre ai dati del sesso fisico e
che però sono elementi costitutivi di una personalità.
Un papa che antepone
le acquisizioni scientifiche ai vecchi pregiudizi, un tempo fatti
passare per “dati incontrovertibili di natura”, è sulla buona
strada.
sulla
comunione ai divorziati, fate voi dice il Papa ai suoi ministri di
culto
Non parliamo della
comunione ai divorziati, lasciata al discernimento del singolo
vescovo o sacerdote, pur nel rispetto della linea della misericordia,
che deve prevalere sul rispetto delle vecchie normative, perché la
normativa che disciplina una materia è al servizio della crescita
spirituale degli individui e non viceversa.
Non da meno sono le
aperture di Papa Francesco in materia di diaconato e di diaconato
femminile in particolare.
con l'apertura
della discussione sul diaconato femminile il Papa ha dato un bel
colpo a uno dei tabù ecclesiastici più “lunari” per il mondo
moderno, quello del sacerdozio femminile
Tutte le persone di
buon senso sono da tempo convinte della assoluta assurdità del
mantenimento del tabù ecclesiastico, relativo al divieto del
sacerdozio femminile, difeso da ultimo da Papa Woytila, con un piglio
intransigente, degno di un migliore fine, senza che si rendesse conto
di battersi per una causa lunare.
Ma i difensori della
causa lunare, che non hanno alcuna considerazione per la cultura e la
sensibilità moderna, sono ancora la maggioranza nell'apparato
clericale e quindi l'approccio di Papa Francesco a questo tabù è
moto cauto, ma c'è, e solo questa è un'altra buona notizia.
Molto significativa
a mio parere è stata anche la recente presa di posizione del Papa
sul matrimonio, assolutamente spiazzante, per chi ragiona sempre e
solo in termini di rispetto della tradizione e delle norme.
il Papa vede
di buon occhio le convivenze consapevoli prima o anche senza il
matrimonio formale
In poche parole il
papa (nel corso della conferenza annuale sulla Diocesi di Roma) si è
espresso in modo incontrovertibile a favore di un periodo di
convivenza, o a favore di una convivenza pura e semplice, sostitutiva
del matrimonio formale, se praticata nel segno della fedeltà e
quindi nello spirito vero del matrimonio.
Si è invece
pronunciato in modo molto critico nei riguardi dei “matrimoni
riparatori” ,condotti in fretta e furia con figlio in arrivo.
Meglio una
convivenza per verificare la capacità della copia di coltivare i
valori dell'unione e poi eventualmente arrivare qualche anno dopo a
un matrimonio formale.
Il Papa ha poi
espresso la sua cordiale riprovazione, se non vero e proprio
disgusto ,per chi cerca nel matrimonio la soddisfazione degli usi
mondani tipo bomboniere, confetti, pranzi vistosi, vestiti costosi,
come se il matrimonio si configurasse con quegli usi, che soddisfano
ambizioni sociali ma nulla c'entrano con la sostanza di quel
sacramento.
In quella occasione,
parlando a braccio, il Papa si era spinto addirittura ad affermare
che la maggioranza dei matrimoni celebrati in chiesa sono nulli “per
mancanza di consapevolezza” da parte dei contraenti.
Che bella frustata
per l'anima dormiente dei “benpensanti”, soddisfatti di poter
continuare a dormire all'ombra dei loro pregiudizi ,che nulla hanno
a che vedere con la religione.
Papa Francesco
tornando dal viaggio in Armenia sull'aereo si concesso, come d'uso,
al fuoco di fila delle domande dei giornalisti e ha tirato la botta
forse più grossa di tutto il suo pontificato, questa veramente da
svenimento per la maggior parte degli uomini che compongono
l'apparato clericale.
le intenzioni
del riformatore Lutero non erano sbagliate
Bella affermazione,
che chiunque si avvicini alla storia della riforma protestante dalle
elementari in poi, non può che condividere.
Ma che per
l'apparato ecclesiale è una eresia bella e buona.
Quella della Riforma
è uno dei tanti tabù, che nessuno ha mai osato toccare,
figuriamoci il Papa in persona.
Qualsiasi teologo
cattolico a tutt'oggi ritiene infatti che in qusta materia non si
possa che tessere le lodi della Controriforma, come la più
appropriata forma possibile di reazione alla Riforma di Lutero.
Ma anche qui siamo
nel campo delle affermazioni “lunari”, che al di fuori
dell'apparato ecclesiastico, sono considerate da sempre pure
esercitazioni retoriche, senza la minima relazione con la realtà
storica.
Perchè la realtà
consiste nel fatto che con le idee della Riforma la Chiesa Cattolica
non ha mai fatto realmente i conti il che significa che li deve
ancora fare e il dossier è molto ricco:
- sistema di governo
della Chiesa, ruolo del papa, ruolo dei cardinali e sopratutto della
curia,
- posizione e status
del prete, sacerdozio femminile;
-modo di leggere e
di interpretare le scritture, facendo prevalere le elaborazioni
raggiunte, usando la propria testa, come ognuno fa per qualsiasi
testo o materia ,ovviamente con cognizione di causa, oppure rimanendo
vincolati prioritariamente a quanto riporta la “tradizione” e
quindi espellendo il metodo scientifico dal proprio armamentario
conoscitivo;
- riconoscimento o
meno della tradizione relativa alla proclamazione dei santi o suo
superamento;
- posizione della
Madonna nella chiesa;
- riconoscimento o
meno dei “miracoli”
Come si vede si
tratta di un “carnet” piuttosto corposo e impegnativo e forse
questa è la ragione per la quale la stessa ricerca teologica ci ha
sostanzialmente dormito sopra per cinquecento anni.
In quella conferenza
stampa sopra citata sono venuti poi alla luce i problemi della
geopolitica : guerre, tendenze alla disunione ed alla balcanizzazione
degli stati.
per risolvere
i gravosi problemi geopolitici occorre fare un passo nella creatività
Costruire ponti non
muri, è uno slogan questo di Papa Francesco ,ma è molto
significativo.
Per affrontare tutti
questi gravosi problemi “bisogna fare un passo nella creatività”,
ha detto il Papa in proposito.
Fantastica questa
affermazione, che qualifica la linea di questo papa e certifica la
sua fiducia nell'uomo e nel suo futuro, pur in situazioni che
inducono nella gente tanta preoccupazione.
Poi un tuffo nella
concretezza dei problemi e l'osservazione che la percentuale di
giovani non occupati in Italia è abnorme.
Interessante anche
la sana affermazione che durante l'attuazione dei tre grandi genocidi
del '900 (armeni, ebrei e purghe staliniane) le grandi potenze hanno
chiuso gli occhi e non hanno fatto assolutamente nulla per fermarli.
Gli è poi arrivata
la più cattiva delle domande possibili ed è stata quella sul ruolo
del Papa Emerito e del suo segretario Mons. Gaenswein.
Non è infatti una
novità che la parte peggiore (e maggioritaria) della curia cerca di
coinvolgere nelle sue trame anti- Papa Francesco, il vecchio papa
emerito ed il suo segretario.
Basterebbe leggere
le cronache su Libero ed i libri di Antonio Socci, da tempo portavoce
laico di quelle potente lobby clericali, per venire a conoscenza di
quali manovre d'altri tempi siano in corso all'ombra delle mura
vaticane.
Ma Papa Francesco
,anche in altre occasioni, aveva affermato,fuori dai denti, che gli
risulta che il Papa Emerito si fosse sempre comportato nei suoi
confronti con estrema correttezza, tanto da avere letteralmente
sbattuto fuori anche i più altolocati dei personaggi, che andavano
da lui per coinvolgerlo in trame anti -papa regnante.
Ce n'è abbastanza.
la mancanza di
direttive chiare sta rendendo perplessi anche i vescovi non ostili a
Francesco
I tre anni di
pontificato, Papa Francesco, non li ha certo sprecati a parlare
dell'esistenza o meno degli angeli.
Occorre però
riconoscere, che se questo Papa ha dimostrato un coraggio inaudito
nell'affrontare praticamente tutti i tabù che hanno svuotato le
chiese, ha dei seri problemi nell'esercitare il suo ruolo di
“governo” della chiesa.
Perchè va bene
affrontare senza paure e preconcetti tutti i “dossier” che sono
rimasti inevasi nei pontificati precedenti.
Va benissimo dire
quello che è necessario per far capire alla gente quale è il suo
orientamento riformatore, ma è una contraddizione in termini
mantenere contemporaneamente nei posti di comando più importanti
dell'apparato ecclesiastico personaggi ormai decotti e screditati.
Le raccolte di
documenti vaticani pubblicati dai libri di GianLuigi Nuzzi e di
Emiliano Fittipaldi, quei personaggi, per quanto potenti e
altolocati, li hanno sepolti per sempre.
La reputazione non è
cosa che si compri al mercato, quando è compromessa è compromessa.
Ma i fedeli ,si
dice, quei libri non li hanno letti per paura di coinvolgere in un
drastico giudizio negativo anche il loro sentimento religioso, in
altre parole la loro fede.
Purtroppo il tipo di
fede, rimasta come elaborazione personale allo stadio infantile, così
diffusa in Italia, porta la maggior parte dei fedeli a comportamenti
assurdi, come questo di coprirsi gli occhi per non vedere quanto sia
sgradevole la realtà vaticana, ma la sostanza dei problemi divulgati
da quei libri nel senso di avere fotocopiato un apparato gerarchico
insanabilmente corrotto dall'esercizio del potere e come sempre dal
maneggio di soldi, di troppi soldi, è ormai sgradita ospite nelle
coscienze di tutti.
Appena Papa
Francesco era diventato papa avevo scritto che a mio parere la
situazione della chiesa era talmente incancrenita e compromessa che
avrei creduto veramente che il nuovo papa era un riformatore
determinato, quando lo avrei visto cacciare Don Julian Carron,
Presidente di Comunione e Liberazione.
Non è ancora
avvenuto.
Ma forse ancora
peggio è che il famoso Card. Bertone non sia stato ancora chiamato
formalmente a rispondere dei suoi non commendevoli atti.
E qui siamo finiti
contro un ennesimo tabù.
Si può mandare
sotto processo un Principe della Chiesa, come si diceva una volta,
quando questi personaggi avevano ancora ben altro prestigio?
Ma sopratutto, se
mandiamo sotto inchiesta quello, poi quanti altri saremo costretti a
inquisire?
E in questo caso
cosa ne sarebbe del prestigio di Santa Romana Chiesa?
In realtà è tutto
il contrario, e cioè, se non mandiamo sotto inchiesta tutti quei
personaggi a causa del loro maneggio del danaro tutt'altro che
trasparente, come farà la gente a prendere sul serio i propositi
riformatori del Papa regnante?
Ignorando il
problema il Papa si tiene per esempio il molto discusso Card. George
Pell nella carica chiave di Prefetto della Segreteria dell'Economia
,che controlla la banca vaticana; peggio ancora si è tenuto il
bertoniano ,Card. Domenico Calcagno, come Presidente dell'Apsa, che è
l'organismo chiave che gestisce l'immenso patrimonio immobiliare e
non solo del Vaticano.
E' rimasto al
vertice il vecchio Card. Velasio Depaolis, ex Presidente degli affari
economici, designato addirittura come arbitro delle liti fra i
soprannominati ,che non riconoscono le rispettive nuove competenze
dei settori di loro spettanza e continuano a litigare fra di loro.
Una recente
inchiesta di uno dei più stimati vaticanisti Luigi Accattoli sul
Regno ha riprodotto diversi commenti sul Papa registrati fra i
Vescovi italiani di orientamento favorevoli a questo Papa.
Tutti si lamentano
della mancanza di governo, di direttive chiare.
Ai vescovi non piace
affatto che il Papa faccia capire come la pensa ma poi in pratica
dica a loro :”fate voi”.
Non funziona così,
la chiesa è istituzione gerarchica, anche troppo, e se il vertice
non comanda è il caos.
E' chiaro che questa
situazione non può durare.
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