giovedì 28 luglio 2016

Papa Francesco sta spazzando via tabù millenari, ma non riesce a governare, se non in modo caotico e contraddittorio






la chiesa deve chiedere scusa a gay, lesbiche, transessuali e bisessuali
Non si era veramente mai visto un papa che dice che come chiesa è venuto il momento di chiedere scusa ai gay,lesbiche, transessuali e bisessuali per averli perseguitati per secoli per pura ignoranza, cioè per il semplice fatto di avere ignorato che una cosa è il sesso in senso di anatomia e una cosa è “il genere” ,che include elementi psicologici, culturali, sentimentali, che vanno oltre ai dati del sesso fisico e che però sono elementi costitutivi di una personalità.
Un papa che antepone le acquisizioni scientifiche ai vecchi pregiudizi, un tempo fatti passare per “dati incontrovertibili di natura”, è sulla buona strada.

sulla comunione ai divorziati, fate voi dice il Papa ai suoi ministri di culto
Non parliamo della comunione ai divorziati, lasciata al discernimento del singolo vescovo o sacerdote, pur nel rispetto della linea della misericordia, che deve prevalere sul rispetto delle vecchie normative, perché la normativa che disciplina una materia è al servizio della crescita spirituale degli individui e non viceversa.
Non da meno sono le aperture di Papa Francesco in materia di diaconato e di diaconato femminile in particolare.

con l'apertura della discussione sul diaconato femminile il Papa ha dato un bel colpo a uno dei tabù ecclesiastici più “lunari” per il mondo moderno, quello del sacerdozio femminile
Tutte le persone di buon senso sono da tempo convinte della assoluta assurdità del mantenimento del tabù ecclesiastico, relativo al divieto del sacerdozio femminile, difeso da ultimo da Papa Woytila, con un piglio intransigente, degno di un migliore fine, senza che si rendesse conto di battersi per una causa lunare.
Ma i difensori della causa lunare, che non hanno alcuna considerazione per la cultura e la sensibilità moderna, sono ancora la maggioranza nell'apparato clericale e quindi l'approccio di Papa Francesco a questo tabù è moto cauto, ma c'è, e solo questa è un'altra buona notizia.
Molto significativa a mio parere è stata anche la recente presa di posizione del Papa sul matrimonio, assolutamente spiazzante, per chi ragiona sempre e solo in termini di rispetto della tradizione e delle norme.

il Papa vede di buon occhio le convivenze consapevoli prima o anche senza il matrimonio formale
In poche parole il papa (nel corso della conferenza annuale sulla Diocesi di Roma) si è espresso in modo incontrovertibile a favore di un periodo di convivenza, o a favore di una convivenza pura e semplice, sostitutiva del matrimonio formale, se praticata nel segno della fedeltà e quindi nello spirito vero del matrimonio.
Si è invece pronunciato in modo molto critico nei riguardi dei “matrimoni riparatori” ,condotti in fretta e furia con figlio in arrivo.
Meglio una convivenza per verificare la capacità della copia di coltivare i valori dell'unione e poi eventualmente arrivare qualche anno dopo a un matrimonio formale.
Il Papa ha poi espresso la sua cordiale riprovazione, se non vero e proprio disgusto ,per chi cerca nel matrimonio la soddisfazione degli usi mondani tipo bomboniere, confetti, pranzi vistosi, vestiti costosi, come se il matrimonio si configurasse con quegli usi, che soddisfano ambizioni sociali ma nulla c'entrano con la sostanza di quel sacramento.
In quella occasione, parlando a braccio, il Papa si era spinto addirittura ad affermare che la maggioranza dei matrimoni celebrati in chiesa sono nulli “per mancanza di consapevolezza” da parte dei contraenti.
Che bella frustata per l'anima dormiente dei “benpensanti”, soddisfatti di poter continuare a dormire all'ombra dei loro pregiudizi ,che nulla hanno a che vedere con la religione.
Papa Francesco tornando dal viaggio in Armenia sull'aereo si concesso, come d'uso, al fuoco di fila delle domande dei giornalisti e ha tirato la botta forse più grossa di tutto il suo pontificato, questa veramente da svenimento per la maggior parte degli uomini che compongono l'apparato clericale.

le intenzioni del riformatore Lutero non erano sbagliate
Bella affermazione, che chiunque si avvicini alla storia della riforma protestante dalle elementari in poi, non può che condividere.
Ma che per l'apparato ecclesiale è una eresia bella e buona.
Quella della Riforma è uno dei tanti tabù, che nessuno ha mai osato toccare, figuriamoci il Papa in persona.
Qualsiasi teologo cattolico a tutt'oggi ritiene infatti che in qusta materia non si possa che tessere le lodi della Controriforma, come la più appropriata forma possibile di reazione alla Riforma di Lutero.
Ma anche qui siamo nel campo delle affermazioni “lunari”, che al di fuori dell'apparato ecclesiastico, sono considerate da sempre pure esercitazioni retoriche, senza la minima relazione con la realtà storica.
Perchè la realtà consiste nel fatto che con le idee della Riforma la Chiesa Cattolica non ha mai fatto realmente i conti il che significa che li deve ancora fare e il dossier è molto ricco:
- sistema di governo della Chiesa, ruolo del papa, ruolo dei cardinali e sopratutto della curia,
- posizione e status del prete, sacerdozio femminile;
-modo di leggere e di interpretare le scritture, facendo prevalere le elaborazioni raggiunte, usando la propria testa, come ognuno fa per qualsiasi testo o materia ,ovviamente con cognizione di causa, oppure rimanendo vincolati prioritariamente a quanto riporta la “tradizione” e quindi espellendo il metodo scientifico dal proprio armamentario conoscitivo;
- riconoscimento o meno della tradizione relativa alla proclamazione dei santi o suo superamento;
- posizione della Madonna nella chiesa;
- riconoscimento o meno dei “miracoli”
Come si vede si tratta di un “carnet” piuttosto corposo e impegnativo e forse questa è la ragione per la quale la stessa ricerca teologica ci ha sostanzialmente dormito sopra per cinquecento anni.
In quella conferenza stampa sopra citata sono venuti poi alla luce i problemi della geopolitica : guerre, tendenze alla disunione ed alla balcanizzazione degli stati.

per risolvere i gravosi problemi geopolitici occorre fare un passo nella creatività
Costruire ponti non muri, è uno slogan questo di Papa Francesco ,ma è molto significativo.
Per affrontare tutti questi gravosi problemi “bisogna fare un passo nella creatività”, ha detto il Papa in proposito.
Fantastica questa affermazione, che qualifica la linea di questo papa e certifica la sua fiducia nell'uomo e nel suo futuro, pur in situazioni che inducono nella gente tanta preoccupazione.
Poi un tuffo nella concretezza dei problemi e l'osservazione che la percentuale di giovani non occupati in Italia è abnorme.
Interessante anche la sana affermazione che durante l'attuazione dei tre grandi genocidi del '900 (armeni, ebrei e purghe staliniane) le grandi potenze hanno chiuso gli occhi e non hanno fatto assolutamente nulla per fermarli.
Gli è poi arrivata la più cattiva delle domande possibili ed è stata quella sul ruolo del Papa Emerito e del suo segretario Mons. Gaenswein.
Non è infatti una novità che la parte peggiore (e maggioritaria) della curia cerca di coinvolgere nelle sue trame anti- Papa Francesco, il vecchio papa emerito ed il suo segretario.
Basterebbe leggere le cronache su Libero ed i libri di Antonio Socci, da tempo portavoce laico di quelle potente lobby clericali, per venire a conoscenza di quali manovre d'altri tempi siano in corso all'ombra delle mura vaticane.
Ma Papa Francesco ,anche in altre occasioni, aveva affermato,fuori dai denti, che gli risulta che il Papa Emerito si fosse sempre comportato nei suoi confronti con estrema correttezza, tanto da avere letteralmente sbattuto fuori anche i più altolocati dei personaggi, che andavano da lui per coinvolgerlo in trame anti -papa regnante.
Ce n'è abbastanza.

la mancanza di direttive chiare sta rendendo perplessi anche i vescovi non ostili a Francesco
I tre anni di pontificato, Papa Francesco, non li ha certo sprecati a parlare dell'esistenza o meno degli angeli.
Occorre però riconoscere, che se questo Papa ha dimostrato un coraggio inaudito nell'affrontare praticamente tutti i tabù che hanno svuotato le chiese, ha dei seri problemi nell'esercitare il suo ruolo di “governo” della chiesa.
Perchè va bene affrontare senza paure e preconcetti tutti i “dossier” che sono rimasti inevasi nei pontificati precedenti.
Va benissimo dire quello che è necessario per far capire alla gente quale è il suo orientamento riformatore, ma è una contraddizione in termini mantenere contemporaneamente nei posti di comando più importanti dell'apparato ecclesiastico personaggi ormai decotti e screditati.
Le raccolte di documenti vaticani pubblicati dai libri di GianLuigi Nuzzi e di Emiliano Fittipaldi, quei personaggi, per quanto potenti e altolocati, li hanno sepolti per sempre.
La reputazione non è cosa che si compri al mercato, quando è compromessa è compromessa.
Ma i fedeli ,si dice, quei libri non li hanno letti per paura di coinvolgere in un drastico giudizio negativo anche il loro sentimento religioso, in altre parole la loro fede.
Purtroppo il tipo di fede, rimasta come elaborazione personale allo stadio infantile, così diffusa in Italia, porta la maggior parte dei fedeli a comportamenti assurdi, come questo di coprirsi gli occhi per non vedere quanto sia sgradevole la realtà vaticana, ma la sostanza dei problemi divulgati da quei libri nel senso di avere fotocopiato un apparato gerarchico insanabilmente corrotto dall'esercizio del potere e come sempre dal maneggio di soldi, di troppi soldi, è ormai sgradita ospite nelle coscienze di tutti.
Appena Papa Francesco era diventato papa avevo scritto che a mio parere la situazione della chiesa era talmente incancrenita e compromessa che avrei creduto veramente che il nuovo papa era un riformatore determinato, quando lo avrei visto cacciare Don Julian Carron, Presidente di Comunione e Liberazione.
Non è ancora avvenuto.
Ma forse ancora peggio è che il famoso Card. Bertone non sia stato ancora chiamato formalmente a rispondere dei suoi non commendevoli atti.
E qui siamo finiti contro un ennesimo tabù.
Si può mandare sotto processo un Principe della Chiesa, come si diceva una volta, quando questi personaggi avevano ancora ben altro prestigio?
Ma sopratutto, se mandiamo sotto inchiesta quello, poi quanti altri saremo costretti a inquisire?
E in questo caso cosa ne sarebbe del prestigio di Santa Romana Chiesa?
In realtà è tutto il contrario, e cioè, se non mandiamo sotto inchiesta tutti quei personaggi a causa del loro maneggio del danaro tutt'altro che trasparente, come farà la gente a prendere sul serio i propositi riformatori del Papa regnante?
Ignorando il problema il Papa si tiene per esempio il molto discusso Card. George Pell nella carica chiave di Prefetto della Segreteria dell'Economia ,che controlla la banca vaticana; peggio ancora si è tenuto il bertoniano ,Card. Domenico Calcagno, come Presidente dell'Apsa, che è l'organismo chiave che gestisce l'immenso patrimonio immobiliare e non solo del Vaticano.
E' rimasto al vertice il vecchio Card. Velasio Depaolis, ex Presidente degli affari economici, designato addirittura come arbitro delle liti fra i soprannominati ,che non riconoscono le rispettive nuove competenze dei settori di loro spettanza e continuano a litigare fra di loro.
Una recente inchiesta di uno dei più stimati vaticanisti Luigi Accattoli sul Regno ha riprodotto diversi commenti sul Papa registrati fra i Vescovi italiani di orientamento favorevoli a questo Papa.
Tutti si lamentano della mancanza di governo, di direttive chiare.
Ai vescovi non piace affatto che il Papa faccia capire come la pensa ma poi in pratica dica a loro :”fate voi”.
Non funziona così, la chiesa è istituzione gerarchica, anche troppo, e se il vertice non comanda è il caos.
E' chiaro che questa situazione non può durare.





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