martedì 19 luglio 2016

E' meglio il fascismo di Erdogan o quello dei militari golpisti?






A questa domanda i nostri media hanno risposto praticamente in coro: meglio quello di Erdogan, perché è stato eletto e non ha ancora abolito la democrazia, pur essendosi lasciato andare ad eccessi nella repressione del golpe (vero o presunto).
Ammetto che questa è la risposta tipo, che sono costrette a dare le cancellerie occidentali,sia perché è formalmente corretta, sia perché è quella che consente meglio di prendere tempo studiando il da farsi, di fronte ad una situazione tutt'altro che chiara e definita.
Ma che sia la risposta più convincente, proprio no.

I paesi occidentali preferiscono la stabilità alla libertà e alla dignità
Preferisco allora quello che ha scritto ieri in proposito Robert Fisk sull' Indipendent, quando ha bollato questa risposta buonista e farisaica, osservando che i paesi occidentali preferiscono la stabilità alla libertà ed alla dignità.
Del resto, come ricorda lo stesso Fisk ,nel 2013 ,quando il golpe lo ha fatto il generale Al Sissi in Egitto, mettendo in carcere il presidente eletto Morsi , nessuno ha fiatato.
Sembra quindi che i sacri principi vengano applicati a fisarmonica a seconda delle esigenze del momento.
Mi piacerebbe poi sapere perché i vari commentatori, che non sono affatto ignoranti della storia contemporanea, fingano di non sapere, che anche i più tragici dittatori del '900, da Mussolini ad Hitler, sono arrivati al potere conseguendo la maggioranza dei consensi in libere elezioni, anche se poi non le hanno più fatte, come ben sappiamo.
Quindi calma a stabilire un principio, secondo il quale, essere eletti in libere elezioni farebbe diventare “sic et simpliciter” chiunque venga eletto, un perfetto democratico.
Non è così e la storia o dimostra.

Non basta essere stati eletti in normali elezioni per essere democratici, occorrono istituzioni liberali e il rispetto di tutti i diritti umani
Peggio che peggio, quando si tratta di paesi in via di sviluppo, dove la maggioranza degli elettori aventi diritto è analfabeta e quindi, per esempio ,il voto delle donne è condizionato dalle opinioni del marito , quello dei villaggi è condizionato dal mullah, dai capi delle famiglie allargate o addirittura dai maggiorenti del gruppo etnico di appartenenza, se non dalla vera e propria tribù di appartenenza.
E' veramente irritante, quanto sopratutto gli americani, cercano di vendere al resto del mondo la favola degli Usa difensori e distributori della democrazia.
Se qualcuno vuole vedersi un riassuntino delle innumerevoli porcherie architettate e messe in atto dagli Usa negli ultimi decenni, coprendosi con la cinica foglia di fico della difesa della democrazia, può sempre andare a leggersi i libri di Noam Chomsky, semiologo di fama mondiale, che a causa del suo impegno civile radicale e poco politicamente corretto, ci ha rimesso il non conseguimento del Nobel che chiunque altro avrebbe preso con il lavoro scientifico, da lui elaborato.
La Turchia, è vero, è solo parzialmente un paese in via di sviluppo, ma fra i suoi ben 75 milioni di abitanti , è ben noto che la massa degli elettori di Erdogan vengono dalle campagne, dove le condizioni di vita richiamano molto quelle degli altri paesi in via di sviluppo.
Per essere qualificati come democratici ,oltre allo svolgimento delle elezioni, occorre attuare molte altre cose : istituzioni ispirate ai principi liberali di rappresentanza e rispetto delle minoranze, oltre al rispetto di tutti i diritti umani.

Già prima del vero o presunto golpe la Turchia difficilmente poteva essere definita un paese democratico
Come è ben noto, era molto discutibile fornire patenti di democraticità alla Turchia, già prima del golpe vero o presunto di tre giorni fa.
Figuriamoci adesso.
Mussolini, tanto per avere un riferimento, non si è mai nemmeno sognato di “epurare” cioè cacciare migliaia di giudici.
Ma nemmeno nel tessuto della pubblica amministrazione il fascismo è mai intervenuto sbattendo fuori in tre giorni migliaia di funzionari e impiegati.
Chiedevano di prendere la tessera del partito fascista, ma questo è tutt'altro discorso.
Del resto l'etica islamica consente esplicitamente la “taqyya” cioè il dissimulare quello che si pensa realmente ,per un bene maggiore, ma forse proprio a causa di questa scappatoia religiosa islamica,Erdohan si sta comportando in modo così feroce.
Quanto alla libertà di stampa, Erdogan l'aveva già di fatto abolita prima, figuriamoci adesso.
Se tutto questo non è fascismo, non so cosa sia il fascismo.
Ma i militari ,dicono i nostri buonisti, sarebbero stati peggio, perché nessuno avrebbe potuto garantire che avrebbero lasciato celebrare delle elezioni, dopo l'eventuale successo del golpe.
Bene, vedremo quando e se Erdogan indirà mai nuove elezioni, a meno che non riesca prima ad annientare le forze di opposizione.
Vedremo poi sopratutto la sorte che il Sultano, tutt'ora membro della Nato, senza che nessuno degli altri paesi membri abbia mai avuto nulla da eccepire, deciderà di riservare ai Curdi, se comincerà a sterminarli con aerei e armamenti magari costruiti in quell'Italia, tanto politicamente corretta e tanto succube dell'alleato più alleato degli altri : Gli Usa.
Ma come mai quello scaltro Sultano da giorni non pronuncia mai la parola Curdi? Non sarà proprio la loro sorte il vero scopo di tutta la sua azione così fuori dai binari?
Questi formidabili Curdi, che erano a un passo da unificare i territori che da sempre abitano ad Est della Turchia, con altri territori in Siria e Iraq fino a mettere insieme uno stato di tutto rispetto, che all'Occidente sarebbe stato di enorme utilità in funzione anti- Isis e come riequilibratore della nascente potenza regionale Iraniana.
Ma non sarà proprio questa quasi vittoria dei Curdi che si stava prospettando la vera causa dell' apparente “impazzimento” di Erdogan?
Avremo la verifica di qui a poco, appena il Sultano avrà sistemato le cose interne nel peggiore dei modi, come è previsto che avverrà, date le premesse.
Il Sultano è un dittatore ma non è affatto uno sciocco , tutt'altro, e quindi non ha ancora pronunciato una sola parola sui Curdi.
La pronuncerà quando l'inerzia e la debolezza dell'Occidente gli garantiranno di avere le spalle coperte, perché questo del disputare la partita finale coi Curdi è molto verosimilmente la posta di tutto il suo gioco.





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