A questa domanda i
nostri media hanno risposto praticamente in coro: meglio quello di
Erdogan, perché è stato eletto e non ha ancora abolito la
democrazia, pur essendosi lasciato andare ad eccessi nella
repressione del golpe (vero o presunto).
Ammetto che questa è
la risposta tipo, che sono costrette a dare le cancellerie
occidentali,sia perché è formalmente corretta, sia perché è
quella che consente meglio di prendere tempo studiando il da farsi,
di fronte ad una situazione tutt'altro che chiara e definita.
Ma che sia la
risposta più convincente, proprio no.
I paesi
occidentali preferiscono la stabilità alla libertà e alla dignità
Preferisco allora
quello che ha scritto ieri in proposito Robert Fisk sull'
Indipendent, quando ha bollato questa risposta buonista e farisaica,
osservando che i paesi occidentali preferiscono la stabilità alla
libertà ed alla dignità.
Del resto, come
ricorda lo stesso Fisk ,nel 2013 ,quando il golpe lo ha fatto il
generale Al Sissi in Egitto, mettendo in carcere il presidente eletto
Morsi , nessuno ha fiatato.
Sembra quindi che i
sacri principi vengano applicati a fisarmonica a seconda delle
esigenze del momento.
Mi piacerebbe poi
sapere perché i vari commentatori, che non sono affatto ignoranti
della storia contemporanea, fingano di non sapere, che anche i più
tragici dittatori del '900, da Mussolini ad Hitler, sono arrivati al
potere conseguendo la maggioranza dei consensi in libere elezioni,
anche se poi non le hanno più fatte, come ben sappiamo.
Quindi calma a
stabilire un principio, secondo il quale, essere eletti in libere
elezioni farebbe diventare “sic et simpliciter” chiunque venga
eletto, un perfetto democratico.
Non è così e la
storia o dimostra.
Non basta
essere stati eletti in normali elezioni per essere democratici,
occorrono istituzioni liberali e il rispetto di tutti i diritti umani
Peggio che peggio,
quando si tratta di paesi in via di sviluppo, dove la maggioranza
degli elettori aventi diritto è analfabeta e quindi, per esempio ,il
voto delle donne è condizionato dalle opinioni del marito , quello
dei villaggi è condizionato dal mullah, dai capi delle famiglie
allargate o addirittura dai maggiorenti del gruppo etnico di
appartenenza, se non dalla vera e propria tribù di appartenenza.
E' veramente
irritante, quanto sopratutto gli americani, cercano di vendere al
resto del mondo la favola degli Usa difensori e distributori della
democrazia.
Se qualcuno vuole
vedersi un riassuntino delle innumerevoli porcherie architettate e
messe in atto dagli Usa negli ultimi decenni, coprendosi con la
cinica foglia di fico della difesa della democrazia, può sempre
andare a leggersi i libri di Noam Chomsky, semiologo di fama
mondiale, che a causa del suo impegno civile radicale e poco
politicamente corretto, ci ha rimesso il non conseguimento del Nobel
che chiunque altro avrebbe preso con il lavoro scientifico, da lui
elaborato.
La Turchia, è vero,
è solo parzialmente un paese in via di sviluppo, ma fra i suoi ben
75 milioni di abitanti , è ben noto che la massa degli elettori di
Erdogan vengono dalle campagne, dove le condizioni di vita richiamano
molto quelle degli altri paesi in via di sviluppo.
Per essere
qualificati come democratici ,oltre allo svolgimento delle elezioni,
occorre attuare molte altre cose : istituzioni ispirate ai principi
liberali di rappresentanza e rispetto delle minoranze, oltre al
rispetto di tutti i diritti umani.
Già prima del
vero o presunto golpe la Turchia difficilmente poteva essere definita
un paese democratico
Come è ben noto,
era molto discutibile fornire patenti di democraticità alla Turchia,
già prima del golpe vero o presunto di tre giorni fa.
Figuriamoci adesso.
Mussolini, tanto per
avere un riferimento, non si è mai nemmeno sognato di “epurare”
cioè cacciare migliaia di giudici.
Ma nemmeno nel
tessuto della pubblica amministrazione il fascismo è mai intervenuto
sbattendo fuori in tre giorni migliaia di funzionari e impiegati.
Chiedevano di
prendere la tessera del partito fascista, ma questo è tutt'altro
discorso.
Del resto l'etica
islamica consente esplicitamente la “taqyya” cioè il dissimulare
quello che si pensa realmente ,per un bene maggiore, ma forse proprio
a causa di questa scappatoia religiosa islamica,Erdohan si sta
comportando in modo così feroce.
Quanto alla libertà
di stampa, Erdogan l'aveva già di fatto abolita prima, figuriamoci
adesso.
Se tutto questo non
è fascismo, non so cosa sia il fascismo.
Ma i militari
,dicono i nostri buonisti, sarebbero stati peggio, perché nessuno
avrebbe potuto garantire che avrebbero lasciato celebrare delle
elezioni, dopo l'eventuale successo del golpe.
Bene, vedremo quando
e se Erdogan indirà mai nuove elezioni, a meno che non riesca prima
ad annientare le forze di opposizione.
Vedremo poi
sopratutto la sorte che il Sultano, tutt'ora membro della Nato, senza
che nessuno degli altri paesi membri abbia mai avuto nulla da
eccepire, deciderà di riservare ai Curdi, se comincerà a
sterminarli con aerei e armamenti magari costruiti in quell'Italia,
tanto politicamente corretta e tanto succube dell'alleato più
alleato degli altri : Gli Usa.
Ma come mai
quello scaltro Sultano da giorni non pronuncia mai la parola Curdi?
Non sarà proprio la loro sorte il vero scopo di tutta la sua azione
così fuori dai binari?
Questi formidabili
Curdi, che erano a un passo da unificare i territori che da sempre
abitano ad Est della Turchia, con altri territori in Siria e Iraq
fino a mettere insieme uno stato di tutto rispetto, che all'Occidente
sarebbe stato di enorme utilità in funzione anti- Isis e come
riequilibratore della nascente potenza regionale Iraniana.
Ma non sarà proprio
questa quasi vittoria dei Curdi che si stava prospettando la vera
causa dell' apparente “impazzimento” di Erdogan?
Avremo la verifica
di qui a poco, appena il Sultano avrà sistemato le cose interne nel
peggiore dei modi, come è previsto che avverrà, date le premesse.
Il Sultano è un
dittatore ma non è affatto uno sciocco , tutt'altro, e quindi non
ha ancora pronunciato una sola parola sui Curdi.
La pronuncerà
quando l'inerzia e la debolezza dell'Occidente gli garantiranno di
avere le spalle coperte, perché questo del disputare la partita
finale coi Curdi è molto verosimilmente la posta di tutto il suo
gioco.
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