mercoledì 3 agosto 2016

Papa Francesco se va avanti a prendere posizioni contraddittorie e incoerenti, finirà che i moltissimi suoi nemici cominceranno a dire che non ha più la testa a posto





La settimana scorsa su questo stesso blog si era scritto che Papa Francesco va dritto per la sua strada, spazzando via tabù millenari, ma che non sa governare, mettendo così in imbarazzo anche i pochi ecclesiastici che gli sono fedeli.
A conferma di quell'articolo lo stesso Papa nel frattempo ha preso due posizioni ancora sulla via del rinnovamento, ma in modo del tutto incoerente.

Due prese di posizioni recenti di Papa Francesco formulate in modo contraddittorio
- ha ribadito la tesi che dietro all'uccisione barbara del parroco francese ci sarebbe solo terrorismo e si noti ,terrorismo e basta ,senza accompagnare quel sostantivo con l'aggettivo islamico e che quindi non si tratterebbe di “guerra di religione”;
-ieri poi ha nominato formalmente la commissione di esperti per fornirgli uno studio-relazione sulla sostenibilità del diaconato femminile.
Tutto bene, se non fosse che ha messo a capo di quella neonata commissione il segretario dell'ex Sant' Uffizio, il Vescovo gesuita spagnolo Mons. Ferrer ,noto per il suo conservatorismo intransigente.
Vediamo allora dove sta il problema in queste due prese di posizione e perché sono ambedue incoerenti, in quanto dettate dalle migliore buon volontà, ma realizzate in modo da non far certo pensare a probabilità di successo.

Il terrorismo dilagante non sarebbe qualificabile come “guerra di religione”
Sul primo punto (il terrorismo dilagante nulla c'entrerebbe con la religione) non c'è molto da dire, perché vengono in nostro aiuto i ricordi appresi nel curriculum scolastico e quindi ,anche se non siamo esperti o appassionati di storia, ben sappiamo che le “guerre di religione” sono durate secoli e che hanno causato lo scorrere di fiumi di sangue.
Quello che ora fanno questi ,più o meno improvvisati “soldati di Allah, lo avevamo già fatto noi cristiani, con anche più abbondanza di teste tagliate, a cominciare dalle Crociate.
Quanti falliti, mezzi mentecatti, diseredati, provenienti da tutta Europa, aveva “radicalizzato” ,come si ripete oggi fino alla noia, Pietro l'Eremita, il predicatore più folle che giusto, che “faceva il lavoro sporco” per conto di Papa Urbano II.
E' talmente difficile se non impossibile da sostenere l'affermazione del Papa che nei giorni scorsi si è verificato un curioso ma significativo episodio.
E' successo che alla mattina una delle firme più accreditate dell'Osservatore Romano, Lucetta Scaraffia, docente di storia moderna all'Università di Roma, pure ben nota per le sue posizioni conservatrici, avesse scritto un articolo equilibrato col quale argomentava che proprio non si può più sostenere che nei fatti di terrorismo di questi giorni la religione non c'entri e quindi non si può più dire che non si tratta di “guerra di religione”.
Sfortunatamente, lo stesso pomeriggio, il Papa ripeteva l'esatto contrario, mettendo quanto meno in imbarazzo anche il suo entourage.

Quest 'affermazione è impossibile da sostenere
Il problema è che, come si diceva, non solo l'affermazione del Papa è praticamente impossibile da sostenere, ma che mentre la Scaraffia ha dedicato un articolo intero per appoggiare la sua affermazione, il Papa non ha fornito alcuna argomentazione a suo favore.
Riviene quindi in mente quanto si era accennato nel post precedente e cioè che uno dei più noti vaticanisti ha pubblicato sul “Regno” un florilegio di commenti che lo stesso ha raccolto fra alcuni dei Vescovi italiani favorevoli alla linea di Papa Francesco (una minoranza) e che questi in sostanza dicevano : siamo sconcertati dal modo di procedere del Papa, ma proprio perché condividiamo gli obiettivi che vuole raggiungere cerchiamo in tutti modi di capirne le ragioni.
Questo significa che anche i non molti Vescovi che gli sono fedeli, conservano un atteggiamento benevolo, ma si sono messi sul “chi vive”, cioè in altre parole gli forniscono un appoggio a tempo.
Questo Papa nel governo della Chiesa presume troppo, sopravvaluta le sue capacità di usare intricati strumenti tattici al limite del macchiavellismo per giocare la sua partita.
Per essere chiari ,il suo disegno, dopo ormai più di tre anni di pontificato non è più semplicemente la tattica di un colpo al cerchio e di un altro alla botte, per tenere insieme “collaboratori” innovatori e tradizionalisti, come se chi la pensa così diversamente potesse “fare squadra”.

Sembra che la sottile tattica gesuitica di Papa Francesco sia basata sul fare attuare le sue riforme innovative dai capi della Curia vaticana che sono ben noti per pensarla all'incontrario
Ora sembra addirittura che il suo sottile “gesuitismo” lo porti a pretendere che le sue riforme le realizzino i vecchi Cardinali di Curia tradizionalisti, lasciati da lui nei posti chiave che avevano con Papa Ratzinger e Bertone Segretario di Stato.
E questo è veramente un atteggiamento poco sensato.
Se si vuole a tutti i costi esorcizzare il rischio di cadute del mondo nel passato oscuro delle guerre di religione, cosa che sembra essere la giusta preoccupazione di Papa Francesco, occorre essere molto più chiari e trasparenti nel mettere le carte in tavola.
Guai rimanere sul crinale di un buonismo generico e ambiguo.
Come mai i giovanissimi jihadisti autori dei fatti efferati di questi giorni rivendicano la loro fede in Allah, documentandola per i posteri con filmati preventivi ?
Perchè si sono “radicalizzati”,come ripetono beotamente tutti i media, o perché nel loro testo sacro ci sono diversi passi che appoggiano, approvano, incitano a, e benedicono le loro azioni?
Il perdurante timore di Papa Francesco a prendere il toro per le corna su questi argomenti, lo sta mettendo in un vicolo cieco.

Occorre riconoscere apertamente che Bibbia e Corano contengono passi nei quali il Dio incita a mettere in atto violenze orripilanti
Ed è incomprensibile questo atteggiamento papale, quando, per esempio, uno dei suoi collaboratori istituzionali di più alto rango, il Cardinale Ravasi, biblista insigne, estremamente prolifico di libri e articoli e capace di farsi leggere anche dal popolo cristiano meno acculturato nella sua materia, ha scritto e stra-scritto senza falsi timori ,che la Bibbia è piena di passi nei quali il Dio biblico invita i suoi seguaci ad atti di violenza orripilanti per realizzare la vittoria degli eserciti a Lui favorevoli.
Ravasi, anzi, si è sempre servito retoricamente di queste indicazioni per sostenere efficacemente la tesi ,ormai completamente ortodossa ,che la Bibbia non va “presa alla lettera”, o come si dice in modo più dotto, che la narrazione della Bibbia non è storicamente affidabile.
Cioè non è importante quello specifico racconto, che può essere anche di pura fantasia, ma quello che lo scrittore sacro vuole far passare come insegnamento da trarre da quel racconto.
Il Corano, come è noto, fa sue non poche delle narrazioni, personaggi e indicazioni della Bibbia e quindi ripete anche le invocazioni attribuite ad Allah di massacrare i nemici della fede, entrando anche nei dettagli più sanguinolenti.

I cattolici hanno fatto i “compiti a casa” consistenti in una lettura critica della Bibbia, adesso occorre pretendere che gli Islamici facciano altrettanto, altrimenti niente dialogo e niente integrazione
Fare finta che questi passi non esistano sia nella Bibbia, sia nel Corano è una pura insensatezza.
Occorre invece fare chiarezza prima di tutto su questo argomento e invitare gli Islamici a leggere in modo non letterale, ma critico, il loro testo sacro, esercitando la dovuta ermeneutica, cioè interpretazione,seguendo criteri rigorosi ben conosciuti in qualsiasi università dove esistono facoltà di antichistica.
Così come i cattolici hanno già fatto, solo di recente, ma lo hanno fatto e questo non può negarlo nessuno.
Parlare e dialogare con gli Islamici è giusto e dovrebbe essere anche produttivo, ma per farlo bisogna avere le idee chiare ed occorre mettere prima giù dei paletti ben chiari perché questo dialogo ha un senso solo se si riesce a convincere gli Islamici stessi che se questo lavoro di revisione e di lettura critica non lo cominciano nemmeno, purtroppo non c'è nulla da discutere e gli incontri di dialogo sarebbero inutili, equivoci e dannosi.
La convivenza è possibile e auspicabile, ma per loro integrazione significa superare e rinnegare alcuni tabù religiosi e culturali, non ci sono accomodamenti possibili per esempio in tema di diritti umani.
Per essere chiari ,non si può prendere per buono il fatto che gli Islamici abbiano stilato un loro elenco dei diritti umani taroccato per non dovere fare “i compiti a casa” come si è detto sopra.
O li fanno questi conti, o saremmo imprudenti noi ad aprire loro le porte.
Il Papa può essere prudente, molto prudente, ma non può dire una cosa per l'altra.
Perchè così facendo favorisce la confusione, non la pace.
Su questi temi bisogna dimostrare di avere idee chiare e trasparenti, perché sono temi delicati che possono orientare per la pace o per la guerra.
Non sono discussioni accademiche.
Guai se anche il Papa si lascia trascinare a dire e non dire, confondendo le idee già poco chiare del suo popolo, che non brilla in sforzi di studio o anche solo di informazione.
E veniamo al secondo episodio col quale siamo partiti, la nomina della Commissione per studiare la sostenibilità del diaconato femminile.

La Commissione per lo studio del diaconato femminile presieduta da un conservatore
La Commissione formata da persone qualificate (6 uomini e 6 donne) è sorprendentemente presieduta dal Segretario dell'ex Sant'Uffizio, gesuita spagnolo che non nasconde il suo orientamento conservatore.
Il suo curriculum lo descrive come esperto di Patristica e questa sarà stata sicuramente la ragione di merito a base della scelta papale.
Ma è chiaro che con una tale scelta ricadiamo nel delineare la tattica di governo di Papa Francesco che mi sembra lecito ipotizzare come il voler fare realizzare le sue innovazioni dai più altolocati “collaboratori” che in Curia coprono le posizioni di vertice e che sono esplicitamente conservatori e quindi contrari a quelle riforme.
Se la logica ha un senso, a me sembra che Papa Francesco si stia comportando in modo illogico e quindi contraddittorio.
E siccome i medesimi suoi “collaboratori” in porpora o meno non sono affatto alieni dal far sapere all'esterno di essere membri di potenti “cordate” vaticane che criticano sempre più pesantemente questo papato, mi aspetto che prima o poi comincino a mettere in giro il sospetto che questo Papa sia tanto buono e popolare, ma che non sia più tanto padrone della propria testa.


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