La settimana scorsa
su questo stesso blog si era scritto che Papa Francesco va dritto
per la sua strada, spazzando via tabù millenari, ma che non sa
governare, mettendo così in imbarazzo anche i pochi ecclesiastici
che gli sono fedeli.
A conferma di
quell'articolo lo stesso Papa nel frattempo ha preso due posizioni
ancora sulla via del rinnovamento, ma in modo del tutto incoerente.
Due prese di
posizioni recenti di Papa Francesco formulate in modo contraddittorio
- ha ribadito la
tesi che dietro all'uccisione barbara del parroco francese ci sarebbe
solo terrorismo e si noti ,terrorismo e basta ,senza accompagnare
quel sostantivo con l'aggettivo islamico e che quindi non si
tratterebbe di “guerra di religione”;
-ieri poi ha
nominato formalmente la commissione di esperti per fornirgli uno
studio-relazione sulla sostenibilità del diaconato femminile.
Tutto bene, se non
fosse che ha messo a capo di quella neonata commissione il
segretario dell'ex Sant' Uffizio, il Vescovo gesuita spagnolo Mons.
Ferrer ,noto per il suo conservatorismo intransigente.
Vediamo allora dove
sta il problema in queste due prese di posizione e perché sono
ambedue incoerenti, in quanto dettate dalle migliore buon volontà,
ma realizzate in modo da non far certo pensare a probabilità di
successo.
Il terrorismo
dilagante non sarebbe qualificabile come “guerra di religione”
Sul primo punto (il
terrorismo dilagante nulla c'entrerebbe con la religione) non c'è
molto da dire, perché vengono in nostro aiuto i ricordi appresi
nel curriculum scolastico e quindi ,anche se non siamo esperti o
appassionati di storia, ben sappiamo che le “guerre di religione”
sono durate secoli e che hanno causato lo scorrere di fiumi di
sangue.
Quello che ora fanno
questi ,più o meno improvvisati “soldati di Allah, lo avevamo già
fatto noi cristiani, con anche più abbondanza di teste tagliate, a
cominciare dalle Crociate.
Quanti falliti,
mezzi mentecatti, diseredati, provenienti da tutta Europa, aveva
“radicalizzato” ,come si ripete oggi fino alla noia, Pietro
l'Eremita, il predicatore più folle che giusto, che “faceva il
lavoro sporco” per conto di Papa Urbano II.
E' talmente
difficile se non impossibile da sostenere l'affermazione del Papa che
nei giorni scorsi si è verificato un curioso ma significativo
episodio.
E' successo che alla
mattina una delle firme più accreditate dell'Osservatore Romano,
Lucetta Scaraffia, docente di storia moderna all'Università di Roma,
pure ben nota per le sue posizioni conservatrici, avesse scritto un
articolo equilibrato col quale argomentava che proprio non si può
più sostenere che nei fatti di terrorismo di questi giorni la
religione non c'entri e quindi non si può più dire che non si
tratta di “guerra di religione”.
Sfortunatamente, lo
stesso pomeriggio, il Papa ripeteva l'esatto contrario, mettendo
quanto meno in imbarazzo anche il suo entourage.
Quest
'affermazione è impossibile da sostenere
Il problema è che,
come si diceva, non solo l'affermazione del Papa è praticamente
impossibile da sostenere, ma che mentre la Scaraffia ha dedicato un
articolo intero per appoggiare la sua affermazione, il Papa non ha
fornito alcuna argomentazione a suo favore.
Riviene quindi in
mente quanto si era accennato nel post precedente e cioè che uno dei
più noti vaticanisti ha pubblicato sul “Regno” un florilegio di
commenti che lo stesso ha raccolto fra alcuni dei Vescovi italiani
favorevoli alla linea di Papa Francesco (una minoranza) e che questi
in sostanza dicevano : siamo sconcertati dal modo di procedere del
Papa, ma proprio perché condividiamo gli obiettivi che vuole
raggiungere cerchiamo in tutti modi di capirne le ragioni.
Questo significa che
anche i non molti Vescovi che gli sono fedeli, conservano un
atteggiamento benevolo, ma si sono messi sul “chi vive”, cioè in
altre parole gli forniscono un appoggio a tempo.
Questo Papa nel
governo della Chiesa presume troppo, sopravvaluta le sue capacità di
usare intricati strumenti tattici al limite del macchiavellismo per
giocare la sua partita.
Per essere chiari
,il suo disegno, dopo ormai più di tre anni di pontificato non è
più semplicemente la tattica di un colpo al cerchio e di un altro
alla botte, per tenere insieme “collaboratori” innovatori e
tradizionalisti, come se chi la pensa così diversamente potesse
“fare squadra”.
Sembra che la
sottile tattica gesuitica di Papa Francesco sia basata sul fare
attuare le sue riforme innovative dai capi della Curia vaticana che
sono ben noti per pensarla all'incontrario
Ora sembra
addirittura che il suo sottile “gesuitismo” lo porti a pretendere
che le sue riforme le realizzino i vecchi Cardinali di Curia
tradizionalisti, lasciati da lui nei posti chiave che avevano con
Papa Ratzinger e Bertone Segretario di Stato.
E questo è
veramente un atteggiamento poco sensato.
Se si vuole a tutti
i costi esorcizzare il rischio di cadute del mondo nel passato oscuro
delle guerre di religione, cosa che sembra essere la giusta
preoccupazione di Papa Francesco, occorre essere molto più chiari e
trasparenti nel mettere le carte in tavola.
Guai rimanere sul
crinale di un buonismo generico e ambiguo.
Come mai i
giovanissimi jihadisti autori dei fatti efferati di questi giorni
rivendicano la loro fede in Allah, documentandola per i posteri con
filmati preventivi ?
Perchè si sono
“radicalizzati”,come ripetono beotamente tutti i media, o perché
nel loro testo sacro ci sono diversi passi che appoggiano, approvano,
incitano a, e benedicono le loro azioni?
Il perdurante timore
di Papa Francesco a prendere il toro per le corna su questi
argomenti, lo sta mettendo in un vicolo cieco.
Occorre
riconoscere apertamente che Bibbia e Corano contengono passi nei
quali il Dio incita a mettere in atto violenze orripilanti
Ed è
incomprensibile questo atteggiamento papale, quando, per esempio, uno
dei suoi collaboratori istituzionali di più alto rango, il Cardinale
Ravasi, biblista insigne, estremamente prolifico di libri e articoli
e capace di farsi leggere anche dal popolo cristiano meno acculturato
nella sua materia, ha scritto e stra-scritto senza falsi timori ,che
la Bibbia è piena di passi nei quali il Dio biblico invita i suoi
seguaci ad atti di violenza orripilanti per realizzare la vittoria
degli eserciti a Lui favorevoli.
Ravasi, anzi, si è
sempre servito retoricamente di queste indicazioni per sostenere
efficacemente la tesi ,ormai completamente ortodossa ,che la Bibbia
non va “presa alla lettera”, o come si dice in modo più dotto,
che la narrazione della Bibbia non è storicamente affidabile.
Cioè non è
importante quello specifico racconto, che può essere anche di pura
fantasia, ma quello che lo scrittore sacro vuole far passare come
insegnamento da trarre da quel racconto.
Il Corano, come è
noto, fa sue non poche delle narrazioni, personaggi e indicazioni
della Bibbia e quindi ripete anche le invocazioni attribuite ad Allah
di massacrare i nemici della fede, entrando anche nei dettagli più
sanguinolenti.
I cattolici
hanno fatto i “compiti a casa” consistenti in una lettura critica
della Bibbia, adesso occorre pretendere che gli Islamici facciano
altrettanto, altrimenti niente dialogo e niente integrazione
Fare finta che
questi passi non esistano sia nella Bibbia, sia nel Corano è una
pura insensatezza.
Occorre invece fare
chiarezza prima di tutto su questo argomento e invitare gli Islamici
a leggere in modo non letterale, ma critico, il loro testo sacro,
esercitando la dovuta ermeneutica, cioè interpretazione,seguendo
criteri rigorosi ben conosciuti in qualsiasi università dove
esistono facoltà di antichistica.
Così come i
cattolici hanno già fatto, solo di recente, ma lo hanno fatto e
questo non può negarlo nessuno.
Parlare e dialogare
con gli Islamici è giusto e dovrebbe essere anche produttivo, ma per
farlo bisogna avere le idee chiare ed occorre mettere prima giù dei
paletti ben chiari perché questo dialogo ha un senso solo se si
riesce a convincere gli Islamici stessi che se questo lavoro di
revisione e di lettura critica non lo cominciano nemmeno, purtroppo
non c'è nulla da discutere e gli incontri di dialogo sarebbero
inutili, equivoci e dannosi.
La convivenza è
possibile e auspicabile, ma per loro integrazione significa superare
e rinnegare alcuni tabù religiosi e culturali, non ci sono
accomodamenti possibili per esempio in tema di diritti umani.
Per essere chiari
,non si può prendere per buono il fatto che gli Islamici abbiano
stilato un loro elenco dei diritti umani taroccato per non dovere
fare “i compiti a casa” come si è detto sopra.
O li fanno questi
conti, o saremmo imprudenti noi ad aprire loro le porte.
Il Papa può essere
prudente, molto prudente, ma non può dire una cosa per l'altra.
Perchè così
facendo favorisce la confusione, non la pace.
Su questi temi
bisogna dimostrare di avere idee chiare e trasparenti, perché sono
temi delicati che possono orientare per la pace o per la guerra.
Non sono discussioni
accademiche.
Guai se anche il
Papa si lascia trascinare a dire e non dire, confondendo le idee già
poco chiare del suo popolo, che non brilla in sforzi di studio o
anche solo di informazione.
E veniamo al
secondo episodio col quale siamo partiti, la nomina della Commissione
per studiare la sostenibilità del diaconato femminile.
La Commissione
per lo studio del diaconato femminile presieduta da un conservatore
La Commissione
formata da persone qualificate (6 uomini e 6 donne) è
sorprendentemente presieduta dal Segretario dell'ex Sant'Uffizio,
gesuita spagnolo che non nasconde il suo orientamento conservatore.
Il suo curriculum
lo descrive come esperto di Patristica e questa sarà stata
sicuramente la ragione di merito a base della scelta papale.
Ma è chiaro che
con una tale scelta ricadiamo nel delineare la tattica di governo di
Papa Francesco che mi sembra lecito ipotizzare come il voler fare
realizzare le sue innovazioni dai più altolocati “collaboratori”
che in Curia coprono le posizioni di vertice e che sono
esplicitamente conservatori e quindi contrari a quelle riforme.
Se la logica ha un
senso, a me sembra che Papa Francesco si stia comportando in modo
illogico e quindi contraddittorio.
E siccome i
medesimi suoi “collaboratori” in porpora o meno non sono affatto
alieni dal far sapere all'esterno di essere membri di potenti
“cordate” vaticane che criticano sempre più pesantemente questo
papato, mi aspetto che prima o poi comincino a mettere in giro il
sospetto che questo Papa sia tanto buono e popolare, ma che non sia
più tanto padrone della propria testa.
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