sabato 13 maggio 2017

La vittoria di Macron lascia perplessi perchè richiama anche troppo la situazione italiana




I cugini francesi hanno votato Macron non per il suo programma, ma per paura di una possibile vittoria della Lepen.

Votare un candidato per evitare che vada al potere un altro, assomiglia tanto al vecchio slogan coniato da Indro Montanelli : andate a votare la Democrazia Cristiana turandovi il naso (per non far riuscire i comunisti).
Non è un gran ragionamento e lo è ancora meno in salsa italiana.
Per decenni gli italiani hanno dato retta a Montanelli ed hanno tenuto al potere una DC che aveva ormai esaurito tutta la sua carica vitale, era un guscio vuoto, con il solo riusultato di rimandare la soluzione dei problemi strutturali del paese acumulando  un debito pubblico folle.

Visto da dopo non era stato un buon consiglio quello di Montanelli, perchè l'Italia aveva bisogno di un cambiamento radicale da allora, non del rinvio dei problemi. Quello che è successo in Francia temo che si possa valutare con lo stesso metro.
Alla vigilia delle elezioni francesi in uno degli ormai mille talk politici, una sociologa con tutta tranquillità ha contraddetto gli altri ospiti tutti allineati nell'auspicare una vittoria di Macron per fermare la Lepen dicendo :si è probabile che adesso la Lepen ne esca sconfitta, ma siccome nessuno dei suoi oppositori Macron compreso ha messo in cantiere la soluzione dei problemi strutturali della Francia, come ha invece indicato la Lepen, questa vincerà tranquillamente fra i prossimi quattro anni, che risulteranno probabilmente inconcludenti.
Lo si era detto nei post precedenti :

la paura del cambiamento tipica dei ceti che politicamente rientrano nella tipologia dei "moderati" e che sono tutt'ora maggioritari è un bel guaio, perchè la loro paura li induce a considerare saggio il consiglio di Montanelli, che se posso parlare liberamente li "freghera'" sempre, perchè non è possibile rinviare la soluzione dei problemi strutturali che bloccano da vent'anni la crescita del nostro paese.

E per cambiare bisogna necessariamente correre rischi, compreso quello di sbagliare cavallo, anche se non sono affatto sicuro che i vecchi cavalli, per rimanere nella medesima metafora, sperimentati con esito negativo, siano migliori di quelli nuovi che fanno paura perchè poco conosciuti e poco pratici nell'uso del potere.
Eleggendo Macron l'elettorato francese ha copiato gli atteggiamenti di quello italiano, ma noi siamo sempre i migliori e pur ritrovandoci nella medesima situazione quanto a orientamento dell'elettorato, non abbiamo per nostra sfortuna l'impianto politico a suo tempo voluto da De Gaulle per dare stabilità e certezze.
Noi abbiamo una mitizzata costituzione ,narrata come la più bella del mondo che garantisce perenne instabilità politica e il quadruplo dei cambiamenti di governo rispetto a francesi o tedeschi.
Anche a causa di leggi elettorali deplorevoli.


Oggi poi ci ritroviamo nella situazione semplicemente folle di non avere nemmeno leggi elettorali per l'elezione delle camere e ci sono  commentatori goliardi che cominciano a dire cinicamente che forse va bene se ci trovassimo ad andare avanti anche senza governo, come è capitato in Belgio e in Spagna con risultati niente affatto malvagi.
Con il ritorno sul trono di Renzi siamo tornati nel clima di campagna elettorale permanente e tutti si chiedono : ma Renzi vuole votare a ottobre 17 o ad aprile 18? Se, come sembra c'è un distruttivo orientamento generale a tornare al proporzionale per garantire sedie per tutti i partiti e partitini e governi inconsistenti per gli italiani, poco cambierebbe perchè in questo quadro si arriverebbe a una verosimile coalizione traballante PD-Forza Italia fatta apposta per non combinare nulla, garantendo però il potere a lor signori.
L'alternativa sarebbe un 5Stelle con appoggio esterno della Lega, non meno traballante, ma almeno con la prospettiva di affrontare qualcuno dei problemi di struttura.

Insomma è inutile ripeterci che abbiamo una classe politica che fa pena, se poi continuiamo ad andare a votare per non cambiare nulla.

Grillo è uno che grida e che fa paura, i suoi non saprebbero governare, Salvini sarebbe un estremista, anche un po fascista, dal quale guardarsi, e va bene , allora teniamoci il parolaio Renzi e le sue grandi ministre e sottosegretarie con congreghe bancarie al seguito, costringendo i nostri figli e nipoti a vivere in un paese in decadenza che non è in grado di dare lavoro.

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