sabato 9 settembre 2017

Kim Jong Un è un politico lucido con una visione precisa e quindi è tutt’altro che pazzo



Certo che questo dittatore della Corea del Nord, senza scrupoli che sembra giocare a carte con i destini del mondo si presta terribilmente alle descrizioni più caricaturali.
Un freddo o freddissimo giocatore al quale il caso o il destino ha fornito l’aspetto di un bamboccione occidentale super coccolato dai genitori, porta con sé contraddizioni insolubili fatte apposta per confezionargli intorno le storie più incredibili.

Kim governa il suo paese con pugno di ferro e non è certo tenero con chi non è riconoscibile come un fedele ed ossequiente seguace del suo regime.
Il suo medesimo regime ha fatto della Corea del Nord il paese più isolato e chiuso del mondo.
Fino a pochi anni fa solo la Birmania o Myanmar quando era retta da una giunta militare costituiva un regime politico avvicinabile alla Corea del Nord per la totale chiusura al mondo esterno che praticava e per la maniacale propaganda con la quale faceva il lavaggio del cervello ai suoi sudditi per convincerli nell’idea che il resto del mondo guidato dagli Americani stava complottando contro di loro con la volontà di distruggerli.

Questi regimi erano fondati sull’isteria del pericolo esterno che doveva necessariamente tradursi nella militarizzazione del paese per difenderlo dalla supposta minaccia incombente.
Poi,incredibilmente in Birmania l’icona San Suu Kyi, appoggiata dalle pressioni di una accorta diplomazia internazionale è riuscita a convincere i generali ad aprire il paese ed a costruire istituzioni politiche accettabili.
In Corea del Nord, questo processo risulta molto più difficile perché per la sfortuna dei suoi abitanti questo paese si trova nella classica posizione dello “stato cuscinetto” fra la superpotenza americana, la quasi super potenza cinese e la ex super potenza russa.

Cinesi e Russi hanno un interesse evidente che non nascondano : tenere gli americani lontani dai loro confini e quindi sono interessati che a Piong Yang ci sia un regime che stia in piedi, che sia in grado di difendersi bene e di dissuadere gli americani a intrufolarsi ulteriormente nella Corea del Sud.
Il Giappone, altra potenza regionale in gioco, ha interesse prioritario a che la situazione rimanga stabile per potere fare uscire il paese da una condizione economica di stagnazione che si protrae da decenni.

Come si vede questa è la situazione geopolitica, che risulta essere vistosamente diversa da come la descrivono i media.
Evidentemente chi fa sempre più fatica a vendere i giornali pensa che il pubblico sia molto più invogliato ad andare in edicola se poi vi trova delle storie forti come quella del pazzo furioso che tiene in scacco il mondo cavalcando l’atomica, perché in realtà è così che è stato descritto Kim in questi ultimi giorni.
Così come si ritiene che venda di più la storia di una Corea del Nord con una popolazione sull’orlo della fame a causa del bieco dittatore che pranza a champagne ostriche e caviale, facendo finta di non sapere che quel paese aveva subito sì una pesante carestia, ma negli anni ‘90 quando al potere c’era la medesima dinastia,ma non l’attuale Kim, al quale viene riconosciuto invece di avere sensibilmente migliorato le condizioni di vita del suo popolo e per di più in un tempo breve.

Fare diventare Kim un personaggio caricaturale paga al fine della vendita dei giornali, anche perché il personaggio non esita a metterci del suo in fatto di stravaganza.
Non raggiunge le vette di Gheddafi, ma ci prova.
Però il giochetto spesse volte ha preso la mano anche a giornalisti seri, quando si sono lasciati andare a calcare la mano.
Come quando hanno scritto che lo stesso Kim aveva fatto uccidere lo zio che complottava contro di lui facendolo rinchiudere in una fossa alcuni hanno scritto piena di scorpioni altri di serpenti velenosi, altri ancora hanno parlato di cani affamati.
Tempo dopo nessuno più crede a storie del genere e si è di fatto appurato che il poveretto è stato semplicemente fucilato.

E’ chiaro che con il nucleare non è lecito scherzare, ma Kim non sta scherzando affatto.
Kim è vero che minacciando l’America che rimane tutt’ora l’unica superpotenza militare senza concorrenti alla pari e nemmeno vicini, gioca col fuoco sopratutto se si pensa che quella superpotenza è guidata da un altro personaggio fra lo stravagante e il caratteriale come Donald Trump.
Ma in qualche modo lo doveva fare per far vedere al mondo che l’atomica ce l’ha, i razzi ce li ha e che quindi anche la super potenza globale America deve sapere che se si mettesse in testa di attaccare la Corea del Nord, il prezzo da pagare sarebbe pesantissimo anche per lei e quindi tael da sconsigliare assolutamente ogni azione.
Siamo nel campo della deterrenza e dell’equilibrio delle forze che regge la politica dai tempi del mammouth ad oggi.
E’ tanto vero che lo doveva fare per fare prendere in seria considerazione il suo paese e il suo regime che autorevoli commentatori hanno rilevato in questi ultimi giorni che

se Saddam a suo tempo si fosse dotato dell’atomica, sarebbe ancora tranquillamente al potere e il mondo si sarebbe evitato una sequela di inutili guerre e sofferenze senza venire a capo di nulla se non trovarsi in una situazione peggiore di quando Saddam c’era, personaggio per molti versi spiacevole ma che garantiva stabilità alla regione facendo pagare prezzi sicuramente molto inferiori a quelli pagati per farlo fuori.
E’ verosimile pensare che quando si parla di Corea del Nord il folclore e le tinte fosche siano più nella rappresentazione che ne fanno i media che nella realtà.
Nella realtà le potenze globali e regionali in gioco hanno come interesse prioritario la stabilità di quella regione, per mantenere la quale è più conveniente che Kim rimanga dov’è piuttosto che al contrario rischiare il caos di un cambio di regime.
Kim sfoggiando l’atomica ha fatto tutto quello che poteva fare, non sarebbe ragionevole che si spinga più in là.
Il problema vero a questo punto è l’America.
Usciamo dalle narrazioni folkloristiche dei media.

All’America non gliene frega proprio niente di portare una supposta democrazia per i buoni nord-coreani, liberandoli dalla dittatura di Kim.
All’America interessa stoppare e cercare di fare abbassare le ali alla Cina, perché è con la Cina che sta combattendo la vera battaglia per la supremazia globale.
Gli esperti di geopolitica dicono che l’America questa battaglia è destinata a perderla nel giro di uno o due decenni, perché i numeri sono implacabilmente a favore della Cina.
Ma l’America non si rassegna e quindi è attirata dall’idea di arrivare al confine con la Cina in Corea sia pure per interposta persona (la Corea del Sud) ,piazzando basi militari, missili ,antimissili e uomini per “difendere” i SudCoreani, che curiosamente avendo scoperto il gioco sulla loro pelle stanno impegnandosi in vistose manifestazioni anche di piazza contro la crescente ingerenza americana.
Allo stesso modo agli americani di Kim interessa poco e tutto il gioco lo fanno pensando e guardando alla Cina confinante con la Nord Corea.

Comunque non essendo nessuno dei competitori matto, come farebbero pensare i media, è in corso da tempo una seria trattativa diplomatica fra tutte le parti in causa.
Sarà dura fare digerire all’America che ormai Kim l’atomica ce l’ha e che quindi se la terrà stretta, ma non sembra proprio che ci siano alternative.
Il boccone è duro e indigesto, ma Kim sa che per tenersi l’atomica dovrà dare in cambio qualcosa di sostanzioso.
Kim e Trump devono fermarsi dove sono, questa è la sostanza e questo è quello che sostanzialmente vogliono le potenze in gioco.


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