Certo che questo
dittatore della Corea del Nord, senza scrupoli che sembra giocare a
carte con i destini del mondo si presta terribilmente alle
descrizioni più caricaturali.
Un freddo o
freddissimo giocatore al quale il caso o il destino ha fornito
l’aspetto di un bamboccione occidentale super coccolato dai
genitori, porta con sé contraddizioni insolubili fatte apposta per
confezionargli intorno le storie più incredibili.
Kim governa il
suo paese con pugno di ferro e non è certo tenero con chi non è
riconoscibile come un fedele ed ossequiente seguace del suo regime.
Il suo medesimo
regime ha fatto della Corea del Nord il paese più isolato e chiuso
del mondo.
Fino a pochi anni fa
solo la Birmania o Myanmar quando era retta da una giunta militare
costituiva un regime politico avvicinabile alla Corea del Nord per
la totale chiusura al mondo esterno che praticava e per la maniacale
propaganda con la quale faceva il lavaggio del cervello ai suoi
sudditi per convincerli nell’idea che il resto del mondo guidato
dagli Americani stava complottando contro di loro con la volontà di
distruggerli.
Questi regimi
erano fondati sull’isteria del pericolo esterno che doveva
necessariamente tradursi nella militarizzazione del paese per
difenderlo dalla supposta minaccia incombente.
Poi,incredibilmente
in Birmania l’icona San Suu Kyi, appoggiata dalle pressioni di una
accorta diplomazia internazionale è riuscita a convincere i generali
ad aprire il paese ed a costruire istituzioni politiche accettabili.
In Corea del Nord,
questo processo risulta molto più difficile perché per la sfortuna
dei suoi abitanti questo paese si trova nella classica posizione
dello “stato cuscinetto” fra la superpotenza americana, la quasi
super potenza cinese e la ex super potenza russa.
Cinesi e Russi
hanno un interesse evidente che non nascondano : tenere gli americani
lontani dai loro confini e quindi sono interessati che a Piong Yang
ci sia un regime che stia in piedi, che sia in grado di
difendersi bene e di dissuadere gli americani a intrufolarsi
ulteriormente nella Corea del Sud.
Il Giappone, altra
potenza regionale in gioco, ha interesse prioritario a che la
situazione rimanga stabile per potere fare uscire il paese da una
condizione economica di stagnazione che si protrae da decenni.
Come si vede
questa è la situazione geopolitica, che risulta essere vistosamente
diversa da come la descrivono i media.
Evidentemente chi fa
sempre più fatica a vendere i giornali pensa che il pubblico sia
molto più invogliato ad andare in edicola se poi vi trova delle
storie forti come quella del pazzo furioso che tiene in scacco il
mondo cavalcando l’atomica, perché in realtà è così che è
stato descritto Kim in questi ultimi giorni.
Così come si
ritiene che venda di più la storia di una Corea del Nord con una
popolazione sull’orlo della fame a causa del bieco dittatore che
pranza a champagne ostriche e caviale, facendo finta di non sapere
che quel paese aveva subito sì una pesante carestia, ma negli anni
‘90 quando al potere c’era la medesima dinastia,ma non l’attuale
Kim, al quale viene riconosciuto invece di avere sensibilmente
migliorato le condizioni di vita del suo popolo e per di più in un
tempo breve.
Fare diventare
Kim un personaggio caricaturale paga al fine della vendita dei
giornali, anche perché il personaggio non esita a metterci del suo
in fatto di stravaganza.
Non raggiunge le
vette di Gheddafi, ma ci prova.
Però il giochetto
spesse volte ha preso la mano anche a giornalisti seri, quando si
sono lasciati andare a calcare la mano.
Come quando hanno
scritto che lo stesso Kim aveva fatto uccidere lo zio che complottava
contro di lui facendolo rinchiudere in una fossa alcuni hanno scritto
piena di scorpioni altri di serpenti velenosi, altri ancora hanno
parlato di cani affamati.
Tempo dopo nessuno
più crede a storie del genere e si è di fatto appurato che il
poveretto è stato semplicemente fucilato.
E’ chiaro
che con il nucleare non è lecito scherzare, ma Kim non sta
scherzando affatto.
Kim è vero che
minacciando l’America che rimane tutt’ora l’unica superpotenza
militare senza concorrenti alla pari e nemmeno vicini, gioca col
fuoco sopratutto se si pensa che quella superpotenza è guidata da un
altro personaggio fra lo stravagante e il caratteriale come Donald
Trump.
Ma in qualche modo
lo doveva fare per far vedere al mondo che l’atomica ce l’ha, i
razzi ce li ha e che quindi anche la super potenza globale America
deve sapere che se si mettesse in testa di attaccare la Corea del
Nord, il prezzo da pagare sarebbe pesantissimo anche per lei e quindi
tael da sconsigliare assolutamente ogni azione.
Siamo nel campo
della deterrenza e dell’equilibrio delle forze che regge la
politica dai tempi del mammouth ad oggi.
E’ tanto vero che
lo doveva fare per fare prendere in seria considerazione il suo paese
e il suo regime che autorevoli commentatori hanno rilevato in questi
ultimi giorni che
se Saddam a
suo tempo si fosse dotato dell’atomica, sarebbe ancora
tranquillamente al potere e il mondo si sarebbe evitato una sequela
di inutili guerre e sofferenze senza
venire a capo di nulla se non trovarsi in una situazione
peggiore di quando Saddam c’era, personaggio per molti versi
spiacevole ma che garantiva stabilità alla regione facendo pagare
prezzi sicuramente molto inferiori a quelli pagati per farlo fuori.
E’ verosimile
pensare che quando si parla di Corea del Nord il folclore e le tinte
fosche siano più nella rappresentazione che ne fanno i media che
nella realtà.
Nella realtà le
potenze globali e regionali in gioco hanno come interesse prioritario
la stabilità di quella regione, per mantenere la quale è più
conveniente che Kim rimanga dov’è piuttosto che al contrario
rischiare il caos di un cambio di regime.
Kim sfoggiando
l’atomica ha fatto tutto quello che poteva fare, non sarebbe
ragionevole che si spinga più in là.
Il problema vero a
questo punto è l’America.
Usciamo dalle
narrazioni folkloristiche dei media.
All’America
non gliene frega proprio niente di portare una supposta democrazia
per i buoni nord-coreani, liberandoli dalla dittatura di Kim.
All’America
interessa stoppare e cercare di fare abbassare le ali alla Cina,
perché è con la Cina che sta combattendo la vera battaglia per la
supremazia globale.
Gli esperti di
geopolitica dicono che l’America questa battaglia è destinata a
perderla nel giro di uno o due decenni, perché i numeri sono
implacabilmente a favore della Cina.
Ma l’America non
si rassegna e quindi è attirata dall’idea di arrivare al confine
con la Cina in Corea sia pure per interposta persona (la Corea del
Sud) ,piazzando basi militari, missili ,antimissili e uomini per
“difendere” i SudCoreani, che curiosamente avendo scoperto il
gioco sulla loro pelle stanno impegnandosi in vistose
manifestazioni anche di piazza contro la crescente ingerenza
americana.
Allo stesso modo
agli americani di Kim interessa poco e tutto il gioco lo fanno
pensando e guardando alla Cina confinante con la Nord Corea.
Comunque non
essendo nessuno dei competitori matto, come farebbero pensare i
media, è in corso da tempo una seria trattativa diplomatica fra
tutte le parti in causa.
Sarà dura fare
digerire all’America che ormai Kim l’atomica ce l’ha e che
quindi se la terrà stretta, ma non sembra proprio che ci siano
alternative.
Il boccone è duro e
indigesto, ma Kim sa che per tenersi l’atomica dovrà dare in
cambio qualcosa di sostanzioso.
Kim e Trump devono
fermarsi dove sono, questa è la sostanza e questo è quello che
sostanzialmente vogliono le potenze in gioco.
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