Ci è capitata una
classe politica di una mediocrità esasperante, così che a
movimentare la scena politica non sono più i suoi esponenti ,che
fanno solo mosse prevedibili anche da un bambino, perché ripetute
all’infinito.
A movimentare la
scena politica è solo il caso, l’ironia della storia, la sembianza
di un “fato” avverso che si accanisce contro individui troppo
deboli per contrastarlo.
Chi avrebbe
pensato che quello stesso Renzi che alla sua apparizione sembrava
colui che avrebbe potuto produrre un ciclone politico rinnovando la
nostra paludosa politica, si sarebbe dopo pochi anni ridotto come è
oggi , una caricatura di sé stesso.
Lui da una parte e
dall’altra il finto avversario Berlusconi, che gli è talmente
simile da essere da sempre stato da lui giudicato come il suo
delfino-successore ideale.
Poi il terzo
incomodo, quei Cinque Stelle ,anche loro nati sull’onda e sulla
domanda di un rimescolamento radicale della politica, proveniente
sopratutto dai giovani, ma passano gli anni e la loro spinta
propulsiva sta rischiando di esaurirsi se non riescono finalmente a
decidersi su cosa vogliono diventare da grandi, dato che dove hanno
avuto l’opportunità di gestire il potere per amministrare hanno
fatto cilecca, a volte anche in modo tragicomico, come con la sindaca
di Roma insanabilmente inadatta a quel ruolo, sindaca che però loro
insistono caparbiamente a difendere rischiando di rimetterci la
reputazione.
Come sono stati
obiettivamente sfortunati nella scelta della Raggi, i 5 Stelle sono
stati fortunati nel trovare in DiMaio la persona perfetta per
sostenere la parte del giovane rampante educato ben vestito e
istituzionalmente a puntino, se non fosse che la sua forse troppo
giovane età e una formazione culturale probabilmente approssimativa,
lo conducono troppo spesso a gaffes che fanno pensar male.
Alla fine i più lo
perdonano perché sul piano della preparazione non sono certo
migliori le ministre ed i ministri del “giglio magico” di Renzi,
anche loro giovani e rampanti ,ma di una modestia fin troppo
evidente.
Il primo “capo”
che ho avuto nella vita professionale mi aveva subito apostrofato
dicendomi : guarda che non basta voler comandare, bisogna anche
essere capaci di farlo, dacci dentro e mettiti in gioco mostrando il
dovuto polso.
Aveva pienamente
ragione, ma si vede che ai nostri politici non è mai capitato un
capo ruvido e sincero di tal fatta e infatti continuano a preferire
gli adulatori ai critici anche se costruttivi, coi risultati che ci
sono sotto gli occhi.
Questi
politici non sono stati capaci di combinare nulla di sostanziale per
decenni, ma adesso si avviano alle urne, che hanno invocato per anni,
dicendoci che tanto i risultati non avranno nessuno sbocco pratico e
che di conseguenza ci richiameranno alle urne una volta successiva.
Se avessero un
minimo di cervello capirebbero da soli che non si vede perché se si
dovesse votare a marzo senza saper produrre un governo, questo lo si
troverebbe ritornando a votare in estate o in autunno 2018.
Si sono tutti
talmente incartati nel recitare questa commedia di bassa lega che
danno l’impressione di essere prigionieri di un fato avverso, che
li costringe a dire e ripetere sciocchezze, facendo finta di
crederci.
Tutti sono a parole
per tagliare le tasse e migliorare le condizioni per andare in
pensione, ma nessuno si occupa di tagliare il debito pubblico che ci
metterà in eterno nella posizione dei paria in Europa e tutti si
guardano bene dal fare i conti prima e di mostrarli poi, per vedere
che tagliando le tasse non si vede come si possa finanziare il
welfare, sanità, istruzione, infrastrutture eccetera.
Renzi, poveretto,
prigioniero di quella sua caparbia arroganza, sostenuta da nessuna
strategia di lungo respiro è l’emblema del politico condannato a
recitare e ripetere sempre la parte di un eterno presente, non
essendo capace di studiarsi e inventarsi un’idea di futuro.
Sembra che un
destino avverso gli abbia “fatto un sortilegio”, visto che da un
certo momento in poi le ha sbagliate proprio tutte.
Sembra incredibile
che in questi giorni si sia infilato con la solita sicumera in una
situazione auto-castrante tirando in ballo la storia della
commissione banche , pensando, chi lo sa perché ,che avrebbe potuto
gestirla a suo favore, quando non poteva non sapere benissimo che gli
scheletri che sarebbero usciti dalle banche locali fallite avrebbero
avuto in maggioranza una imbarazzante tessera del Pd o di Forza
Italia da nascondere ,ma non certo quella dei 5Stelle.
L’insistenza poi
nel difendere la Sottosegretaria Maria Elena Boschi ,assolutamente
indifendibile, nella sua plateale incapacità di mostrare di
possedere un minimo senso dello stato, fa il paio con la parallela
incapacità dei 5Stelle di capire che con la Raggi l’unica cosa
utile per il Movimento sarebbe stato di disfarsene il più presto
possibile per farla dimenticare il più presto possibile.
Si può mancare di
sufficienti basi culturali, si può mancare di cultura politica
condivisa, ma sembra impossibile che questi politici infilino tanti
errori così marchiani uno dietro l’altro.
E’ per questo che
pensando a loro avverto la sensazione di personaggi da commedia,
costretti dal copione a recitare la parte di gente inchiodata a
subire un destino avverso, perché incapaci di opporcisi.
E in effetti per
esempio Renzi è per ironia della sorte inchiodato a fare il
segretario nazionale del PD da una democraticissima tornata di
primarie, che lo ha messo in trono con una maggioranza elevatissima.
Si dirà che allora
la colpa è di chi lo ha improvvidamente intronizzato e questo è in
parte senz’altro vero, ma pensiamo a chi erano i suoi avversari.
Che credibilità
avevano le pattuglie degli ex PCI D’Alema, Bersani e c.?
Che autorevolezza
aveva la pattuglia del ministro della giustizia Orlando?
Cosa pensava di
poter trascinarsi dietro il governatore della Puglia Emiliano, che
rischia di fare anche peggio di Renzi ,rischiando di far chiudere la
maggiore industria della sua regione e di bloccare il gasdotto
assolutamente strategico per salvare quattro piante di olivi che tra
l’altro saranno ripiantati dopo aver posato i tubi ?
Con questi avversari
era forse meglio non andare a votare a quelle primarie.
Lo si era già detto
su questo blog, su quelle primarie aleggiava il fantasma dell’unico
gerarca PD giudicato in grado di contrastare il potere di Renzi, in
quanto detentore di consistenti pacchetti di tessere, ma purtroppo
questi è risultato del tutto mancante del coraggio del “super
eroe”.
E infatti il
fantasma di Franceschini non si è materializzato allora e
probabilmente non si materializzerà nemmeno né oggi né domani, a
meno che il partito guidato così male da Renzi non incappi in
clamorosi rovesci.
Peccato che
appesi alla barbetta di Franceschini si siamo noi.
Come siamo
messi male!
Abbiamo
veramente poco per pensarci, due mesi o giù di lì, ma diamoci da
fare e vediamo di usare il nostro voto in modo efficace, anche se la
cosa non è né semplice, né facile
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