martedì 19 dicembre 2017

L’inguaribile arroganza di Renzi gli sta facendo fare errori macroscopici a ripetizione



Ci è capitata una classe politica di una mediocrità esasperante, così che a movimentare la scena politica non sono più i suoi esponenti ,che fanno solo mosse prevedibili anche da un bambino, perché ripetute all’infinito.
A movimentare la scena politica è solo il caso, l’ironia della storia, la sembianza di un “fato” avverso che si accanisce contro individui troppo deboli per contrastarlo.

Chi avrebbe pensato che quello stesso Renzi che alla sua apparizione sembrava colui che avrebbe potuto produrre un ciclone politico rinnovando la nostra paludosa politica, si sarebbe dopo pochi anni ridotto come è oggi , una caricatura di sé stesso.
Lui da una parte e dall’altra il finto avversario Berlusconi, che gli è talmente simile da essere da sempre stato da lui giudicato come il suo delfino-successore ideale.
Poi il terzo incomodo, quei Cinque Stelle ,anche loro nati sull’onda e sulla domanda di un rimescolamento radicale della politica, proveniente sopratutto dai giovani, ma passano gli anni e la loro spinta propulsiva sta rischiando di esaurirsi se non riescono finalmente a decidersi su cosa vogliono diventare da grandi, dato che dove hanno avuto l’opportunità di gestire il potere per amministrare hanno fatto cilecca, a volte anche in modo tragicomico, come con la sindaca di Roma insanabilmente inadatta a quel ruolo, sindaca che però loro insistono caparbiamente a difendere rischiando di rimetterci la reputazione.
Come sono stati obiettivamente sfortunati nella scelta della Raggi, i 5 Stelle sono stati fortunati nel trovare in DiMaio la persona perfetta per sostenere la parte del giovane rampante educato ben vestito e istituzionalmente a puntino, se non fosse che la sua forse troppo giovane età e una formazione culturale probabilmente approssimativa, lo conducono troppo spesso a gaffes che fanno pensar male.
Alla fine i più lo perdonano perché sul piano della preparazione non sono certo migliori le ministre ed i ministri del “giglio magico” di Renzi, anche loro giovani e rampanti ,ma di una modestia fin troppo evidente.
Il primo “capo” che ho avuto nella vita professionale mi aveva subito apostrofato dicendomi : guarda che non basta voler comandare, bisogna anche essere capaci di farlo, dacci dentro e mettiti in gioco mostrando il dovuto polso.
Aveva pienamente ragione, ma si vede che ai nostri politici non è mai capitato un capo ruvido e sincero di tal fatta e infatti continuano a preferire gli adulatori ai critici anche se costruttivi, coi risultati che ci sono sotto gli occhi.
Questi politici non sono stati capaci di combinare nulla di sostanziale per decenni, ma adesso si avviano alle urne, che hanno invocato per anni, dicendoci che tanto i risultati non avranno nessuno sbocco pratico e che di conseguenza ci richiameranno alle urne una volta successiva.

Se avessero un minimo di cervello capirebbero da soli che non si vede perché se si dovesse votare a marzo senza saper produrre un governo, questo lo si troverebbe ritornando a votare in estate o in autunno 2018.
Si sono tutti talmente incartati nel recitare questa commedia di bassa lega che danno l’impressione di essere prigionieri di un fato avverso, che li costringe a dire e ripetere sciocchezze, facendo finta di crederci.
Tutti sono a parole per tagliare le tasse e migliorare le condizioni per andare in pensione, ma nessuno si occupa di tagliare il debito pubblico che ci metterà in eterno nella posizione dei paria in Europa e tutti si guardano bene dal fare i conti prima e di mostrarli poi, per vedere che tagliando le tasse non si vede come si possa finanziare il welfare, sanità, istruzione, infrastrutture eccetera.
Renzi, poveretto, prigioniero di quella sua caparbia arroganza, sostenuta da nessuna strategia di lungo respiro è l’emblema del politico condannato a recitare e ripetere sempre la parte di un eterno presente, non essendo capace di studiarsi e inventarsi un’idea di futuro.

Sembra che un destino avverso gli abbia “fatto un sortilegio”, visto che da un certo momento in poi le ha sbagliate proprio tutte.
Sembra incredibile che in questi giorni si sia infilato con la solita sicumera in una situazione auto-castrante tirando in ballo la storia della commissione banche , pensando, chi lo sa perché ,che avrebbe potuto gestirla a suo favore, quando non poteva non sapere benissimo che gli scheletri che sarebbero usciti dalle banche locali fallite avrebbero avuto in maggioranza una imbarazzante tessera del Pd o di Forza Italia da nascondere ,ma non certo quella dei 5Stelle.
L’insistenza poi nel difendere la Sottosegretaria Maria Elena Boschi ,assolutamente indifendibile, nella sua plateale incapacità di mostrare di possedere un minimo senso dello stato, fa il paio con la parallela incapacità dei 5Stelle di capire che con la Raggi l’unica cosa utile per il Movimento sarebbe stato di disfarsene il più presto possibile per farla dimenticare il più presto possibile.
Si può mancare di sufficienti basi culturali, si può mancare di cultura politica condivisa, ma sembra impossibile che questi politici infilino tanti errori così marchiani uno dietro l’altro.
E’ per questo che pensando a loro avverto la sensazione di personaggi da commedia, costretti dal copione a recitare la parte di gente inchiodata a subire un destino avverso, perché incapaci di opporcisi.
E in effetti per esempio Renzi è per ironia della sorte inchiodato a fare il segretario nazionale del PD da una democraticissima tornata di primarie, che lo ha messo in trono con una maggioranza elevatissima.
Si dirà che allora la colpa è di chi lo ha improvvidamente intronizzato e questo è in parte senz’altro vero, ma pensiamo a chi erano i suoi avversari.
Che credibilità avevano le pattuglie degli ex PCI D’Alema, Bersani e c.?
Che autorevolezza aveva la pattuglia del ministro della giustizia Orlando?
Cosa pensava di poter trascinarsi dietro il governatore della Puglia Emiliano, che rischia di fare anche peggio di Renzi ,rischiando di far chiudere la maggiore industria della sua regione e di bloccare il gasdotto assolutamente strategico per salvare quattro piante di olivi che tra l’altro saranno ripiantati dopo aver posato i tubi ?
Con questi avversari era forse meglio non andare a votare a quelle primarie.
Lo si era già detto su questo blog, su quelle primarie aleggiava il fantasma dell’unico gerarca PD giudicato in grado di contrastare il potere di Renzi, in quanto detentore di consistenti pacchetti di tessere, ma purtroppo questi è risultato del tutto mancante del coraggio del “super eroe”.
E infatti il fantasma di Franceschini non si è materializzato allora e probabilmente non si materializzerà nemmeno né oggi né domani, a meno che il partito guidato così male da Renzi non incappi in clamorosi rovesci.

Peccato che appesi alla barbetta di Franceschini si siamo noi.
Come siamo messi male!

Abbiamo veramente poco per pensarci, due mesi o giù di lì, ma diamoci da fare e vediamo di usare il nostro voto in modo efficace, anche se la cosa non è né semplice, né facile

Nessun commento: