Penso che nessuno
sentisse la necessità del rimpatrio dei resti dell’ex re Vittorio
Emanuele III, detto “sciaboletta”, ma probabilmente è stata
saggezza quella del nostro Presidente della Repubblica, che si dice
abbia incoraggiato l’operazione in quanto pare fosse stato messo
sull’avviso che il sepolcro di quell’infelice ex re d’Italia in
una chiesa di Alessandria d’Egitto, non poteva più considerarsi al
sicuro da atti vandalici o peggio, da parte degli integralisti
islamici e quindi ha pensato fosse meglio prevenire che dover
trovarsi a gestire situazioni quanto meno incresciose.
Se la vogliamo
mettere sotto il profilo umanitario niente da ridire a che le spoglie
di un cittadino italiano vengano riportate in Italia, al di là
dell’orrore che nei più suscita la figura di quel penultimo re.
Del resto, come si
era saggiamente accettato a suo tempo che potesse godere di una tomba
nel suo paese il Cavalier Benito Mussolini, tanto valeva accordare lo
stesso trattamento al Savoia che ha accompagnato proprio lo stesso
Mussolini in tutta la sua avventura politica, per tragica che fosse.
Quello che non è
tollerabile però è che qualcuno sia ancora tanto ignorante di
storia da prendersi la libertà di dire che quei resti dovrebbero
essere deposti addirittura nel Pantheon per onorare che cosa?
debolezza, fuga dalle responsabilità e tradimento della
Costituzione, allora denominata Statuto.
Per tanto che
si dica male della scuola italiana, mi pare che chiunque in una
scuola ci si passato se fa mente locale dovrebbe ricordare questi
fatti:
- il primo peccato
mortale Vittorio Emanuele III lo ha commesso quando ha accetto la
corona, pur sapendo di non avere né il carattere, né la voglia di
assumersi gli impegni inerenti a quella carica, gli storici hanno
trovato diverse sue dichiarazioni ricevute da persone degne di fede
nelle quali confidava di non essere adatto per quel posto, di non
amare affatto quel compito, che avrebbe accettato per sottomettersi a
un destino più forte di lui.
La sua debolezza di
carattere si è quindi manifestata da subito e per sua e nostra
disgrazia la sua presenza in carica è durata un’eternità dal 1900
al 1946;
- il secondo peccato
capitale lo ha fatto avvallando l’entrata in guerra dell’Italia
nella prima Guerra Mondiale (23 maggio 1915) pur essendo contrario
Giolitti e la maggioranza parlamentare, obbedendo così alla piazza
invece che agli orientamenti del parlamento e quindi contravvenendo
indegnamente ai doveri dettati dalla sua funzione di supremo garante
della Costituzione, ri-dimostrando una inaccettabile debolezza;
- ancora poi è
ricaduto nella stessa debolezza di cedere alla piazza quando alla
marcia su Roma si è rifiutato di firmare il decreto di stato
d’assedio presentatogli dal Presidente del Consiglio in carica
Luigi Facta, costringendolo così alle dimissioni, prendendosi in
pieno la responsabilità del colpo di stato, che faceva a pezzi la
Costituzione allora vigente (27 ottobre 1922);
- non ha battuto
ciglio e non ha reagito quando Mussolini si è preso la
responsabilità del delitto Matteotti, pur temendo di essere arrivato
al capolinea (10 giugno 1924);
- ha firmato la più
indegna delle leggi che inchioderanno per sempre al ludibrio della
storia il fascismo e i suoi non oppositori e cioè le leggi razziali
del 1938;
- ha firmato il
decreto di entrata in guerra dell’Italia nella II guerra mondiale
(10 giugno 1940);
- ha vissuto
l’armistizio del settembre 1944, che portò all’8 settembre,data
nella quale l’armistizio medesimo fu reso pubblico, una delle date
più tristi del nostro paese, senza predisporre alcun piano per
organizzare quelle che avrebbero dovuto essere le conseguenze
inevitabili di quell’armistizio e cioè la resistenza dell’esercito
italiano nei riguardi di quello tedesco ed il supporto agli eserciti
alleati.
Predispose
invece una precipitosa e vergognosa fuga sua e del suo entourage il 9
settembre 1943 a Brindisi per mettersi al riparo dai tedeschi insieme
a Badoglio, altro carattere conigliesco, che evidentemente non aveva
neanche nell’anticamera del cervello di poter diventare il DeGaulle
italiano.
DeGaulle ,tanto per
non dimenticarcene, aveva rifiutato l’armistizio che il
collaborazionista Pètaine aveva sottoscritto con la Germania Nazista
e il 18 giugno del 1940 chiama i Francesi alla Resistenza, e quindi
il buon esempio di come ci si deve comportare se si hanno gli
attributi la cultura e la forza morale, qualcuno lo aveva dato ed
era conosciuto dai quel re e dal suo generale.
Ce ne è abbastanza
per meritarsi il disprezzo insanabile della storia e del popolo
italiano?
Di sepoltura
nel Pantheon ovviamente non ha alcun senso parlare.
Ma dato che di
quel monumento di fantastica architettura romana, si parla in questi
giorni, se avessimo una classe politica di cultura appena appena
decente, potrebbe essere l’occasione per rifletterci sopra e
domandarsi se non è il caso di farlo diventare davvero il Pantheon
degli italiani illustri.
Oggi sulla la scelta
di questi personaggi il minimo che si può dire è che lascia molto a
desiderare perché sembra non avere seguito alcun criterio sensato e
coerente nella loro scelta.
Vi sono alcuni
celebri pittori a cominciare dal sommo Raffaello, e poi Annibale
Caracci , l’architetto Baldassarre Peruzzi e il musicista Angelo
Corelli.
Ma che scelte sono
queste?
E Michelangelo, e
Leonardo e Caravaggio e Verdi e Rossini e Manzoni e Carducci e
Leopardi eccetera eccetera ?
E poi teniamoci pure
quello che a scuola ci è stato propinato come “padre della patria”
Vittorio Emanuele II.
Ma Umberto I e sua
moglie che ci fanno al Pantheon?
Ma che Pantheon è
mai questo?
E Mazzini, e
Garibaldi, e Giolitti e De Gasperi?
E Volta e Fermi e
Montalcini?
Vogliamo
provare a vergognarci mettendo a confronto solo alcuni dei personaggi
che hanno sepoltura del Pantéon di Parigi?
Voltaire,
Baudelaire,Marat, Rousseau,Victor Hugo.Emile Zola,Marie Curie,André
Malreaux,Alexandre Dumas,Simone Veil.
Vergognatici
abbastanza non sarebbe il caso di fare finalmente un Pantheon
decente, ad esempio riportando tutti i Savoia a casa loro nel
Santuario di Superga (ammesso che i Torinesi non si oppongano) e
portando al Pantheon cognomi ben più illustri?
Per nostra fortuna
ne abbiamo a frotte.
Per fortuna a questa
incredibile incongruenza di un Pantheon che non è degno di questa
parola sopperisce ad esempio ,Santa Croce di Firenze,il Famedio del
Cimitero Monumentale di Milano e monumenti funebri dedicati in
singole città per onorare i grandi spiriti.
Il Pantheon di oggi
è un Pantheon “tarocco” non degno del nostro paese e della sua
storia, ma nessuno ne parla, figuriamoci la titolare di quel
monumento, la sindaca di Roma, divenuta emblema di questa strampalata
classe politica.
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