giovedì 21 dicembre 2017

Vittorio Emanuele III sepolto in fianco a Raffaello? Ma per favore! Piuttosto ripensiamo a chi nel Pantheon ci andrebbe messo e chi sarebbe più sensato togliercelo.



Penso che nessuno sentisse la necessità del rimpatrio dei resti dell’ex re Vittorio Emanuele III, detto “sciaboletta”, ma probabilmente è stata saggezza quella del nostro Presidente della Repubblica, che si dice abbia incoraggiato l’operazione in quanto pare fosse stato messo sull’avviso che il sepolcro di quell’infelice ex re d’Italia in una chiesa di Alessandria d’Egitto, non poteva più considerarsi al sicuro da atti vandalici o peggio, da parte degli integralisti islamici e quindi ha pensato fosse meglio prevenire che dover trovarsi a gestire situazioni quanto meno incresciose.

Se la vogliamo mettere sotto il profilo umanitario niente da ridire a che le spoglie di un cittadino italiano vengano riportate in Italia, al di là dell’orrore che nei più suscita la figura di quel penultimo re.
Del resto, come si era saggiamente accettato a suo tempo che potesse godere di una tomba nel suo paese il Cavalier Benito Mussolini, tanto valeva accordare lo stesso trattamento al Savoia che ha accompagnato proprio lo stesso Mussolini in tutta la sua avventura politica, per tragica che fosse.
Quello che non è tollerabile però è che qualcuno sia ancora tanto ignorante di storia da prendersi la libertà di dire che quei resti dovrebbero essere deposti addirittura nel Pantheon per onorare che cosa? debolezza, fuga dalle responsabilità e tradimento della Costituzione, allora denominata Statuto.

Per tanto che si dica male della scuola italiana, mi pare che chiunque in una scuola ci si passato se fa mente locale dovrebbe ricordare questi fatti:
- il primo peccato mortale Vittorio Emanuele III lo ha commesso quando ha accetto la corona, pur sapendo di non avere né il carattere, né la voglia di assumersi gli impegni inerenti a quella carica, gli storici hanno trovato diverse sue dichiarazioni ricevute da persone degne di fede nelle quali confidava di non essere adatto per quel posto, di non amare affatto quel compito, che avrebbe accettato per sottomettersi a un destino più forte di lui.
La sua debolezza di carattere si è quindi manifestata da subito e per sua e nostra disgrazia la sua presenza in carica è durata un’eternità dal 1900 al 1946;
- il secondo peccato capitale lo ha fatto avvallando l’entrata in guerra dell’Italia nella prima Guerra Mondiale (23 maggio 1915) pur essendo contrario Giolitti e la maggioranza parlamentare, obbedendo così alla piazza invece che agli orientamenti del parlamento e quindi contravvenendo indegnamente ai doveri dettati dalla sua funzione di supremo garante della Costituzione, ri-dimostrando una inaccettabile debolezza;
- ancora poi è ricaduto nella stessa debolezza di cedere alla piazza quando alla marcia su Roma si è rifiutato di firmare il decreto di stato d’assedio presentatogli dal Presidente del Consiglio in carica Luigi Facta, costringendolo così alle dimissioni, prendendosi in pieno la responsabilità del colpo di stato, che faceva a pezzi la Costituzione allora vigente (27 ottobre 1922);
- non ha battuto ciglio e non ha reagito quando Mussolini si è preso la responsabilità del delitto Matteotti, pur temendo di essere arrivato al capolinea (10 giugno 1924);
- ha firmato la più indegna delle leggi che inchioderanno per sempre al ludibrio della storia il fascismo e i suoi non oppositori e cioè le leggi razziali del 1938;
- ha firmato il decreto di entrata in guerra dell’Italia nella II guerra mondiale (10 giugno 1940);
- ha vissuto l’armistizio del settembre 1944, che portò all’8 settembre,data nella quale l’armistizio medesimo fu reso pubblico, una delle date più tristi del nostro paese, senza predisporre alcun piano per organizzare quelle che avrebbero dovuto essere le conseguenze inevitabili di quell’armistizio e cioè la resistenza dell’esercito italiano nei riguardi di quello tedesco ed il supporto agli eserciti alleati.

Predispose invece una precipitosa e vergognosa fuga sua e del suo entourage il 9 settembre 1943 a Brindisi per mettersi al riparo dai tedeschi insieme a Badoglio, altro carattere conigliesco, che evidentemente non aveva neanche nell’anticamera del cervello di poter diventare il DeGaulle italiano.
DeGaulle ,tanto per non dimenticarcene, aveva rifiutato l’armistizio che il collaborazionista Pètaine aveva sottoscritto con la Germania Nazista e il 18 giugno del 1940 chiama i Francesi alla Resistenza, e quindi il buon esempio di come ci si deve comportare se si hanno gli attributi la cultura e la forza morale, qualcuno lo aveva dato ed era conosciuto dai quel re e dal suo generale.
Ce ne è abbastanza per meritarsi il disprezzo insanabile della storia e del popolo italiano?

Di sepoltura nel Pantheon ovviamente non ha alcun senso parlare.
Ma dato che di quel monumento di fantastica architettura romana, si parla in questi giorni, se avessimo una classe politica di cultura appena appena decente, potrebbe essere l’occasione per rifletterci sopra e domandarsi se non è il caso di farlo diventare davvero il Pantheon degli italiani illustri.
Oggi sulla la scelta di questi personaggi il minimo che si può dire è che lascia molto a desiderare perché sembra non avere seguito alcun criterio sensato e coerente nella loro scelta.
Vi sono alcuni celebri pittori a cominciare dal sommo Raffaello, e poi Annibale Caracci , l’architetto Baldassarre Peruzzi e il musicista Angelo Corelli.
Ma che scelte sono queste?
E Michelangelo, e Leonardo e Caravaggio e Verdi e Rossini e Manzoni e Carducci e Leopardi eccetera eccetera ?
E poi teniamoci pure quello che a scuola ci è stato propinato come “padre della patria” Vittorio Emanuele II.
Ma Umberto I e sua moglie che ci fanno al Pantheon?
Ma che Pantheon è mai questo?
E Mazzini, e Garibaldi, e Giolitti e De Gasperi?
E Volta e Fermi e Montalcini?

Vogliamo provare a vergognarci mettendo a confronto solo alcuni dei personaggi che hanno sepoltura del Pantéon di Parigi?
Voltaire, Baudelaire,Marat, Rousseau,Victor Hugo.Emile Zola,Marie Curie,André Malreaux,Alexandre Dumas,Simone Veil.
Vergognatici abbastanza non sarebbe il caso di fare finalmente un Pantheon decente, ad esempio riportando tutti i Savoia a casa loro nel Santuario di Superga (ammesso che i Torinesi non si oppongano) e portando al Pantheon cognomi ben più illustri?
Per nostra fortuna ne abbiamo a frotte.
Per fortuna a questa incredibile incongruenza di un Pantheon che non è degno di questa parola sopperisce ad esempio ,Santa Croce di Firenze,il Famedio del Cimitero Monumentale di Milano e monumenti funebri dedicati in singole città per onorare i grandi spiriti.

Il Pantheon di oggi è un Pantheon “tarocco” non degno del nostro paese e della sua storia, ma nessuno ne parla, figuriamoci la titolare di quel monumento, la sindaca di Roma, divenuta emblema di questa strampalata classe politica.

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