giovedì 11 gennaio 2018

Dopo la serie di infantili sparate di promesse mirabolanti che ci hanno propinato i partiti si troveranno a dover subire il diffondersi una percezione di impotenza e di inadeguatezza






Non siamo neanche a metà tragitto della campagna elettorale e già ne abbiamo viste e sentite anche troppe, lo capiscono tutti, ma non lo capisce questa classe politica di dilettanti allo sbaraglio che rischia di annegare nella sua strabordante arroganza.

Milena Gabanelli nella sua intervista di ieri all’Huffington Post ha detto che si chiede se questa gente è mai stata a scuola.
Bella domanda.
Dietro a questa gente non sembra esserci niente, non si vede un pensiero, un disegno strategico, un’idea di quale Italia vorrebbero costruire se ne fossero capaci.
Questi non sanno immaginare, non sanno creare e tanto meno sanno sognare.
Ma che ce ne facciamo.

Un vecchietto pregiudicato per reati fiscali e quindi contro la società, che è stato al governo vent’anni senza combinare nulla , che ha portato il paese sulla imminente soglia del fallimento tipo Grecia, nel drammatico 2011, quando lo spread rispetto al Bund tedesco era schizzato a 574 punti (oggi è a 155) , che viene dato come il quasi sicuro vincitore delle prossime elezioni.
A capo di una coalizione di centro destra che ha sparato una serie di mirabolanti promesse elettorali, alcune delle quali : udite! udite! di inequivocabile colore socialista, come il reddito di cittadinanza da lui denominato reddito di dignità, per evitare di copiare in toto l’idea dagli avversari 5Stelle, nonché l’aumento delle pensioni minime a 1.000 € per tredici mensilità, nonché ,tanto che c’era, l’abolizione della legge Fornero per incentivare l’andata in pensione accontentando aspiranti pensionati e liberando contemporaneamente posti per i giovani in cerca di lavoro, il tutto nella solita salsa di destra dell’abolizione delle tasse per i più abbienti.
Evviva! Qualcuno ci crederà? Temo di sì come è già capitato, ma voglio sperare che nel frattempo, proprio perché si tratta di un dèjà vue e cioè di una minestra stracotta e stra-riscaldata la si finisca con la tiri-tera del tapparsi il naso e di andare a votare per il male minore!
Basta.
Se ne avete piene le scatole di gente di questa sorte, fate una bella cosa, se non trovate alternative per voi digeribili da poter votare (che non siano beninteso gli specchietti per le allodole dei “cespugli” così detti centristi, collegati a una delle due corazzate (centro-destra e centro-sinistra) affollati di politchini di terza fila che hanno già dato tutto quello che potevano dare spesso in decenni di poltrone scaldate senza costrutto), statevene a casa, se pure a malincuore per non potere esercitare un vostro sacrosanto diritto, sarà meglio per voi e per il resto degli italiani.

Quella di Berlusconi è la prima corazzata, la seconda ovviamente è quella di Renzi, che con la sfrontata arroganza dei suoi quarant’anni, beato lui, sta conducendo i rimasugli di una sinistra talmente stinta da non vedersi nemmeno più al progressivo esaurimento per mancanza totale di progettualità e di idee.
Come gli altri leader socialdemocratici ex socialisti ex cattolici sociali, ed ex comunisti d’Europa, Renzi ha interpretato anche meglio degli altri la svolta pro-mercato e pro-liberal -liberismo, che sta uccidendo per consunzione tutti i movimenti aderenti all’internazionale socialista, icona una volta gloriosa, come tante altre vecchie signore.
Errore fatale del quale come capita spesso in politica nessuno si assume la responsabilità e nemmeno si dichiara pentito del mal-fatto, macchè tirano avanti verso il nulla, altro che il vecchio “sol dell’avvenir”, il loro è un nero tramonto senza luce alcuna.
Consiglio a tutti di leggere il ben documentato libro inchiesta di una giovane ricercatrice il cui titolo spiega tutto quello che c’è da spiegare : ”Non è lavoro è sfruttamento” di Marta Fana Ed. Tempi Nuovi.

Il Jobs Act, il solito simil inglese per nascondere una porc….
Hanno svenduto i diritti costituzionali dei lavoratori in cambio di indegno lavoro precario ben remunerato per gli imprenditori che incassano generosi incentivi con la favola delle “tutele crescenti” “addavenì!”.
Il tutto condito dalla corte del “giglio magico” del capo del partito personale nel quale la vicenda della difesa a oltranza della famosissima Maria Elena Boschi è più che sufficiente per far saltare i nervi del normale cittadino di normale buon senso.
Non parliamo dei presunti “salvataggi” delle banche locali toscane e venete!
Andate a chiederlo ai cittadini che avevano le azioni o le obbligazione subordinate di quelle banche cosa “è stato salvato” dei loro risparmi spesso di una vita, ma non aspettatevi risposte cortesi o politicamente-corrette.

E veniamo alla terza corazzata, quella data per vincente come numero di voti per singolo partito, i 5Stelle.
Sulla carta ed in via teorica l’unica ciambella di salvataggio per non affondare.
Purtroppo però siamo costretti a dover spaccare in quattro il cappello per vedere in che misura sia sensato raccogliere quel salvagente nella pratica, nel mondo reale.
Solo il fatto che si sia costretti a spiegare che i 5Stelle sono l acorazzata data vincente ma “solo” nel senso che è in netto vantaggio il “solo” partito dei 5Stelle, ma che questo partito rifiuta di dichiarare in anticipo con quale altro partito è disposto a fare maggioranza è un problema.
Il Rosatellum è una legge elettorale tagliata apposta per mescolare proporzionale e maggioritario , collegi uninominali e non uninominali, in modo da costringere i partiti a coalizzarsi, ma i 5Stelle faticano a buttare nella spazzatura una volta per tutte la incredibile serie di fisime con le quali erano nati : il partito non partito; lo statuto non statuto; gli eletti denominati non rappresentanti, ma portavoce con tempi assurdamente brevi di permanenza in carica; autoriduzione feroce degli stipendi; designazione dei candidati esclusivamente con votazioni sul web; democrazia che va a farsi benedire quando si ritrovano i due vertici del movimento non eletti, ma autonominatisi in quando fondatori dei quali uno è in conflitto di interesse perché titolare della ditta che gestisce i servizi web del movimento, eccetera eccetera.
Poi non si può trascurare il peso del fondamentalismo ideologico ambientalista che impedisce la costruzione o l’accesso a inceneritori, anche quando non si può razionalmente farne a meno; oppure l’intransigenza ideologica contro l’alta velocità ferroviaria, sopratutto in Val di Susa eccetera eccetera.
Poi ci sono le incertezze su temi della massima serietà tipo Europa sì Europa no; Euro sì, Euro no; vaccini obbligatori sì, vaccini obbligatori no.
Poi permane la scarsissima propensione a fare i conti dei costi delle riforme annunziate, va bene lo fanno anche tutti gli altri ed almeno i 5Stelle del reddito di cittadinanza sono praticamente i detentori del copy-right, ma serietà vorrebbe che…..
Ultimamente si sono ufficialmente emendati superando alcune delle storture più evidenti cambiando lo statuto non statuto.
Poi ci sono i risultati che proprio non vengono nelle amministrazioni nelle quali governano.
Fa un certo effetto vedere la perdurante totale paralisi della giunta Raggi a Roma con pre-allarme per la situazione rifiuti e vedere riportato dai media che Pizzarotti, riconfermato sindaco di Parma, a suo tempo buttato fuori dal movimento 5Stelle, senza che avesse avuto la possibilità di far valere le sue ragioni di fronte a un’autorità interna terza, come usa perfino nei nostri partiti italiani, sia arrivato al record assoluto di raccolta differenziata all’80%.
Al tempo della sua cacciata la causa era stata proprio il fondamentalismo ideologico che impediva a Grillo e soci di accettare che a Parma si portasse a termine la costruzione di un forno già appaltato.
Pura follia, della quale non ritengono nemmeno di dover chiedere scusa, dopo che il loro ex è diventato una icona di buon ambientalista nella realtà e non nei programmi.
Hanno avuto la fortuna di ritrovarsi nelle loro file un Di Maio che è nato pacato, educatino e in doppio petto.
Grillo ha avuto la furbizia di sceglierlo subito e di preferirlo al più schietto ma troppo barricadero Di Battista o al troppo duro e puro Fico.
Funzionerà?
Oggi che la politica è anche troppo personalizzata e quindi Di Maio è indubbiamente una risorsa, anche se la più che giovane età gli fa fare qualche scivolone quando non fa in tempo a consultare Google in tempo e spara diciamo qualche “imprecisione”.

Potremo fidarci?
Se guardiamo agli altri dovrei dire di sì.
Mi fanno veramente rabbia gli eterni “moderati” che guardano con sussiego dall’alto in basso i giovani e impreparati esponenti 5Stelle, come se la corte dei renziani o dei berlusconiani fossero state in grado di servirci grandi statisti come ministri.
E’ già tanto se non sono finiti o se finiscono in galera e quanto alla scuola che avrebbero dovuto frequentare, condivido in pieno la battuta della Gabanelli che ho riportato all’inizio.
Se guardiamo all’attendibilità dei loro programmi vengono dei dubbi.
Possiamo rassegnarci forse a non ricercare a quale ideologia si ispirano, visto che apertamente si definiscono come dei moderni trasversali alle ideologie.
E del resto le altre due corazzate a quale ideologia si riferiscono idealmente?
Facciamoci una risata e resistiamo alle facili battutacce!

A mio parere il vero punto di forza morale e storico dei 5Stelle è il fatto, difficilmente contestabile, che loro e solo loro raccolgono e rappresentano politicamente ormai da anni le aspirazioni dei giovani, delle generazioni che gli altri partiti hanno trascurato o peggio hanno caricato, fregandosene, di debiti, di condizioni di lavoro indegne, di perdita di diritti, in poche parole di un futuro degno.
Basta?
A conti fatti quindi si ,probabilmente ci potremo fidare dei 5Stelle.
Non trascuriamo anche un’ultima annotazione che però potrebbe divenire di grande peso.
Se le mirabolanti promesse che ci sono state propinate di verificheranno, come è probabile fra un mese e mezzo delle prese per i fondelli, si diffonderà a macchio d’olio una sensazione di impotenza e di inadeguatezza di questa classe politica.
Cerchiamo di evitare che i giovani, che purtroppo non hanno molto a da perdere se fallisse il salvagente dei 5Stelle, comincino seriamente a pensare e ricercare soluzioni autoritarie.
Non un fascismo storicamente troppo impresentabile, ma Putin, Erdogan, Orban, Austria, e peggio Polonia insegnano.
Si va a votare ancora, ma si vota per chi ha il pugno duro.
Del resto dopo un certo punto non rimarrebbe altro, c’è sempre una linea rossa .
Dopo di che altro che turarsi il naso, centristi , moderati , minestrine riscaldate e oddio i 5Stelle!
Pensiamoci prima.



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