Luca Ricolfi è
professore di psicometria all’Università di Torino.
Una delle
declinazioni principali della sua materia è di grandissima attualità
e potrebbe tradursi in italiano come lo studio di come interpretare
in modo corretto i numeri delle statistiche (sondaggi politici
compresi).
Perchè c’è
bisogno di una materia come la sua è presto detto, da sempre un po
tutti ma i politici in particolare hanno il vizietto di sparare
numeri come immaginaria controprova presentata appunto come
dimostrazione indiscutibile della assoluta veridicità delle loro
affermazioni “perché la matematica, i numeri non sono
un’opinione”.
Errore! Certo che la matematica non è un’opinione ma i
numeri citati senza contesto e sopratutto senza indicare fonte data
e metodologia statistica sono tutti da discutere ed ecco allora la
estrema utilità del lavoro degli studiosi come il sopracitato
Ricolfi.
In tempi di “fake
news” i più grandi giornali internazionali si sono dotati della
nuova figura dello “statistical editor” compreso ad esempio il
Corriere della Sera con Danilo Taino che è anche corrispondente da
Berlino, proprio per dare ai lettori una garanzia in più sulla
professionalità di chi spara e commenta i dati.
Ai tempi dei governi
Berlusconi che brillavano per promesse e comunicati, ma pochi,
pochissimi fatti, all’allora brillante ministro del tesoro
Tremonti era stato attribuito il nuovo epiteto di inventore della
“finanza creativa” per la sua abilità nel presentare come grandi
risultati i soliti trend di un’Italia in decadenza da decenni,
appunto facendo pare un uso disinvolto proprio delle cifre, magari
confrontando con abilità se conveniva dati dell’Istat con dati
dello stesso tipo della commissione Europea o viceversa, oppure dati
raccolti con metodi diversi, o riferiti a periodi diversi, i trucchi
studiati da chi cita statistiche sono infiniti.
Tutto questo per dire che il medesimo Ricolfi, la settimana
scorsa ha scritto un articolo per evidenziare la grandissima distanza
che intercorre fra la fiducia raccolta da Renzi e da Gentiloni con
uno schiacciante risultato positivo a favore di quest’ultimo,
usando ovviamente i numeri disponibili dai sondaggi.
Ricordo Renzi
qualche anno fa in tour per l’Italia su camper prima di diventare
Segretario del PD e Presidente del Consiglio.
Non eccelleva in una
grande eloquenza, ma teneva ad accentuare l’uso di statistiche e
numeri.
Aveva il vezzo degli
“slides” da proiettare e dei discorsi di Obama ,presentato quasi
con venerazione come fosse l’oracolo di Delfi.
Voglio sperare che
dopo i non eccelsi risultati raccolti dallo stesso Renzi in una
stagione nella quale ha esibito un ego straripante, conseguendo magri
risultati ,si sia conservato l’interesse ed il rispetto per i
numeri e che questi gli insegnino che la giovane età gli
consentirebbe tranquillamente di saltare almeno un turno, lasciando
lavorare Gentiloni anche per la prossima legislatura ,levandogli dai
piedi il peso almeno dei più ingombranti dei “controllori” del
suo “giglio magico”.
Non è detto che
l’eccesso di arroganza non lo freghi ancora, ma il suo PD va
talmente male nei sondaggi che questa volta potrebbe cominciare
capire qualcosa per puro interesse.
Manca un mese
e mezzo alle elezioni, però ormai le hanno sparate tutti talmente
grosse che non vedo quali novità possano avere serbato per gli
ultimi giorni.
Renzi lo abbiamo
appena detto ha sprecato un grosso capitale che aveva conquistato per
la sua giovane età e per la capacità che stava dimostrando come
rinnovatore della vecchia classe dirigente, eccedendo in personalismo
ed arroganza.
A questo punto
però devo constatare che nel trio del 30% ciascuno (Centro-
sinistra; centro-destra; movimento 5Stelle) è stato proprio
l’eccesso nelle promesse e nelle esternazioni che può pesare
gravemente sui risultati elettorali degli avversari del
centro-sinistra.
I due
clamorosi scivoloni di ieri sono gravi e significativi.
Il leghista di
lungo corso Fontana che spara una battuta pazzesca tipica dei
“suprematisti bianchi” dell’estrema destra americana, battuta
talmente esagerata da rendere del tutto non credibile la correzione
avanzata dall’interessato secondo la quale si sarebbe trattato di
un puro errore di lessico, di terminologia.
Non meno
preoccupante e con conseguenze imprevedibili sul suo elettorato la
dichiarazione di DiMaio a proposito della sua volontà
politica di abolire la legge Lorenzin sulla obbligatorietà delle
vaccinazioni riducendo il numero di quelle obbligatorie a 4 e
lasciando le altre 6 alla libera scelta.
Se le dichiarazioni
di Fontana sono palesemente un problema per i simpatizzanti leghisti
di propensioni moderate,o cattoliche che avrebbero visto bene quel
candidato, come rappresentante del “leghismo istituzionale”,
capace di governare senza infamia e senza lode, quelle di DiMaio
potrebbero avere conseguenze catastrofiche su un elettorato giovane e
di istruzione elevata, che vedono nei 5Stelle forse l’unica forza
politica che si occuperebbe di loro, ma che non credo siano disposti
a condividere castronate anti-scientifiche come quelle sui vaccini.
Ma per quali
ragioni quei giovani che si “sono fatti un mazzo così” sui
banchi delle università, dovrebbero ora condividere idee da
ciarlatani che si fanno beffe della scienza, del metodo scientifico e
relativi protocolli?
Il leghismo,
purtroppo per lui ed i suoi seguaci non era certo nuovo a idee di
estrema destra, vedi le esternazioni di qualche anno fa del senatore
Borghezio e compagni.
Ma i 5Stelle, per
quale arcana ragione si saranno mai accollati quelle insane e
pericolose sciocchezze?
Volevano
proprio dar ragione a tutti i costi all’accusa di inaffidabilità
lanciata e ripetuta contro di loro dal vecchio furbastro di Arcore?
Non a caso il
sondaggio settimanale del telegiornale di la 7 di ieri sera dava al
movimento 5Stelle un calo repentino e in contro tendenza addirittura
di un 1,5%.
I 5Stelle da tempo
li hanno contro tutti e più si avvicina la data delle elezioni e più
li avranno contro tutti, partiti, giornaloni e TV ma questo però
fino ad oggi li ha favoriti, perchè sta a dimostrare la loro
posizione coerentemente anti-sistema, anti-casta, anti establishment.
Va bene, lo
sappiamo.
Si possono fare
errore, li fanno tutti.
Ma non si possono
predicare cose che la gran parte dei loro elettori giovani di elevata
istruzione non possono che considerare come palesi scemenze.
Nessuno se
l’aspettava, ma dato che i 5Stelle avevano già una lunga serie di
punti deboli irrisolti, questa disastrosa esternazione di DiMaio
potrebbe attivare una valanga a danno del movimento.
A questo punto
Gentiloni è autorizzato a fregarsi le mani, per lui non potrebbe
andare meglio.
Sarà uno che
parla e si muove come un bradipo ma se i suoi avversari fanno gara a
chi spara la battuta più disastrosa, molti e poi moltissimi
preferiranno il bradipo, che non fa danni, si muove lento,ma va
sicuro.
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