venerdì 14 maggio 2021

Simone Pieranni : Red Mirror Il nostro futuro si scrive in Cina – recensione

 





Dopo avere letto e recensito il ponderoso libro del sinologo Adriano Madaro, che con una lucida trattazione sistematica mi aveva fissato le nozioni fondamentali sul pianeta Cina, desideravo mettere mano a un agile trattazione giornalistica come questa del Pieranni che mi confermasse o meno quello che avevo appreso.

Fortunatamente la conferma è stata puntuale e completa pur provenendo da una fonte di tutt’altra inclinazione ideologica.

Non vorrei banalizzare ma se il sinologo Madaro ha scritto per una vita sul Gazzettino, giornale non particolarmente di sinistra, Pieranni scrive sul Manifesto e collabora all’Ispi.

Il fatto che le narrazioni dei due finiscano per essere perfettamente omogenee è un elemento più che significativo.

Chiariamo subito che il Pieranni ha materialmente vissuto in Cina per otto anni e che quindi le cose che racconta sono narrazioni di prima mano.

Lo sviluppo storico del Dragone in Pieranni è appena accennato per sommi capi ma richiama ugualmente gli elemento essenziali,

Consentitemi una battuta se vi capitasse di leggere da qualche parte che Mao in Cina è un capitolo chiuso e superato, non esitate a buttare subito nel cestino quella pagina, significa inequivocabilmente che siete incappati in una fonte inaffidabile.

Per farla breve Mao ha fatto il miracolo di salvare capra e cavoli nel senso che è riuscito con la rivoluzione vittoriosa non solo a liberare il suo immenso paese dai colonialisti stranieri ma a restaurare l’onore degno di una civiltà parallela a quella dell’impero romano.

E’ riuscito contemporaneamente a fare la rivoluzione culturale che al di là dei ben noti eccessi ha sradicato l’oscurantismo che aveva causato la dissoluzione dell’impero.

Non è certo stato un restauratore del Confucianesimo, ma di quella religione, attenzione ,che è una religione laica, ha conservato i punti fondamentali che oggi sono pienamente riemersi.

Consiglierei a chi volesse approfondire questo passaggio fondamentale per capire la Cina la lettura del capitolo dedicato a Confucio de “I Quattro Maestri” di Vito Mancuso pure già recensito su questo Blog.

Confucio li chiamava “i riti” ma si trattava di para liturgie civiche, che sono nelle radici della civiltà cinese familiare e politica, cose che si contemperano per arrivare a un unico corpo.

Anche Pieranni accenna se pure in modo meno diretto e circostanziato di Madaro al fatto che c’è una radicale differenza nei due mondi : Occidente e Cina dovuta a radicali diversi riferimenti ideologici.

La base di partenza è una differenza di filosofie.

L’Occidente si riferisce al primato assoluto dell’individuo ed ai suoi diritti, l’Oriente cinese al primato assoluto della società, del bene comune, dell’armonia di quel tutto.

Se vogliamo metterla sul piano delle teorie e tipologie di scienza politica la Cina ha al fondo una concezione politica di tipo organicistico.

In questo senso eminentemente ideologico e astratto la Cina è sempre stata “comunista”.

Chi in Occidente pensa ingenuamente che ragionando in questo modo i Cinesi manchino del passaggio attraverso il liberalismo, per acquisire i diritti umani, temo non abbiano capito nulla, non lo faranno mai nel senso che noi intendiamo perché hanno altre radici filosofiche.

Gli Usa potranno esportare la Coca Cola ma non certo il liberalismo individualista in Cina.

Gli elementi che fanno cozzare frontalmente Cina e Occidente che sono Taiwan, Hong Kong e lo Xinjiang degli Uiguri non si sposteranno di un millimetro se non saremo capaci di affrontarli prima di tutto partendo dai diversi punti di vista filosofici, che non è detto debbano essere confliggenti, ma bisogna prima conoscerli e studiarli.

Ovviamente non è vestendo alla Western un contendente da sceriffo e l’altro da bandito che si può combinare qualcosa, occorre cercare di capire i punti di vista molto diversi e liberarsi dai condizionamenti di pura propaganda politico-mediatica che ci affliggono, vendendoci narrazioni semplicistiche per fatti estremamente complessi.

Tagliamo la testa al toro.

Andiamo al più iconico dei fatti o misfatti imputati universalmente del regime cinese : Tienanmen 89 la famosissima foto di reportage del manifestante davanti al carro armato.

Il lettore che voglia svezzarsi dalla propaganda divenuta storia a furia di ripeterla, vada a leggersi la narrazione che ne fa il sinologo sopra pluri -citato Madaro.

Lui c’era ma guarda caso la sua narrazione è del tutto diversa dal mantra quasi universalmente condiviso.

Ho apprezzato che Pieranni giudichi essenziale evidenziare un altro degli aspetti costitutivi della Cina attuale.

Il metodo, la prassi della meritocrazia nella formazione della classe dirigente.

Vengono inevitabilmente ricordati i famoso esami imperiali severissimi e rigorosi inventati qualche secolo prima dell’era cristiana, per rendere funzionale l’apparato statale creando con ciò un fondamentale contrappeso al potere dei nobili.

E’ un peccato che di fronte alla crisi generalizzata del prestigio delle classi politiche occidentali, sia quasi del tutto ignoto il fatto che Partito Comunista Cinese, invece di essere un ferro vecchio sopravvissuto non si sa come al passato, è in realtà in organismo che può venire scalato nei suoi gradi solo da chi si sottopone a una feroce selezione dei più preparati.

E’ inutile fare nomi ma è verosimile che nessuno dei leader occidentali avrebbe mai potuto scalare il potere in Cina per mancanza di adeguato curriculum.

Veniamo infine all’elemento forse fondamentale che caratterizza la Cina di oggi.

Il livello strabiliante della ricerca pura e della tecnologia applicata,che già da oggi ne fa la superpotenza principale in quasi tutti i settori.

Pieranni ne accenna ma senza dare un giudizio perché nessuno è in grado di darlo, ma se veramente la Cina ha vinto la corsa al super computer quantistico, è fatta, rimane poco da discutere.

Ha già quasi vinto la corsa al 5G, e questo basterebbe, ma se fosse davvero così avanti nella tecnologia quantistica per gli Americani non ci sarebbe partita nella velocità di tutto il mondo informatico.

Ottimo libretto, agile ma sostanzioso e ben documentato per chi volesse approfondire.




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