lunedì 2 maggio 2022

Limes -rivista italiana di geopolitica -La fine della pace -marzo 2022 -Edizioni Gedi- recensione


 

Capisco che sorbirsi una quarantina di saggi scritti da pur qualificati analisti di geopolitica, possa non essere la massima aspirazione di un lettore, ma secondo me di fronte al desolante panorama dei media italiani quasi integralmente schierati in modo sorprendentemente fondamentalista a sostenere una ed una sola tesi di fronte alla guerra in Ucraina denigrando con arrogante sicumera chi si sforza di fare analisi invece che piatta propaganda filo americana ,non è possibile che una buona fetta di cittadini non senta l’esigenza di avere delle analisi di esperti per esercitare il suo diritto dovere di farsi un opinione sensata sui tragici avvenimenti in corso.

Ecco quindi che un lavoro di analisi specializzata come quella che offre Limes diventa uno dei pochi fari qualificati e indipendenti che offre appunto il materiale necessario per pensare ed esercitare il discernimento.

Chi non sente questa esigenza e si accontenta delle paginate di reportage dei giornali o le serate propinate dai talk show televisivi, dirette a suscitare forti reazioni emozionali senza curarsi del fatto che in guerra di sicuro non c’è proprio niente e sopratutto non c’è alcuna verità ,lasci pure stare le analisi di Limes, non fanno per lui.

Per chi ha poco tempo ma vuole ugualmente documentarsi consiglio vivamente di leggersi o meglio godersi almeno gli editoriali di Lucio Caracciolo, che aprono sempre i quaderni di Limes ,sono veramente godibili e terribilmente sferzanti verso il conformismo piatto dilagante, basato sul rifiuto arrogante di studiarsi i dossier prima di parlare.

Consentitemi una confidenza personale perché è significativa.

Nei giorni scorsi navigando per l’enorme massa di dati forniti da You Tube sulla guerra mi sono imbattuto in un formidabile seminario o come si dice oggi webinare tenuto dall’Università di Pisa sulla storia medioevale e appena post medioevale della Russia, indispensabile per avere un idea delle basi ideologiche alle quali di riferisce a tutt’oggi Putin ,webinare che ho seguito con grandissimo interesse, ma sono rimasto veramente scioccato quando ho visto che il numero degli utenti collegati era addirittura insignificante.

Ecco mi sono permesso di riportare una mia esperienza personale per dimostrare che c’è in giro troppa gente che parla, ma ce n’è assolutamente troppo poca che studia prima di parlare.

Ecco allora perché diventano estremamente utili le pubblicazioni come Limes, che d’accordo sono specializzate nel settore della geopolitica ma sono dirette al grande pubblico.

Questo quaderno ha tra l’altro il merito di fornire un ventaglio di analisi veramente ampio.

Cioè non soltanto analizza la posizione e la strategia dei due imperi che si stanno combattendo per procura : gli Usa e la Russia, ma anche la posizione degli altri attori che per storia geografia e cultura sono portatori comunque di ambizioni di potenza imperiali (Cina,Turchia, Regno Unito, Francia) e quelli che sono attori minori ma che potrebbero esercitare un ruolo almeno regionale (Europa).

Il quaderno si chiude giustamente con alcuni saggi sulla situazione -posizione italiana che risulta tutt’altro che brillante ma che potrebbe migliorare se si comprendessero alcune cose.

Concludo con una considerazione mia nel senso che non è riportata direttamente dal quaderno, ma che dai dati che vengono forniti mi è risultata illuminante.

Molte delle analisi contenute in questo numero di Limes riportano dati anche di dettaglio.

Ebbene visto che stiamo parlando di una guerra nella quale il nostro paese è considerato da una delle parti in causa la Russia cobelligerante in quanto fautore delle sanzioni contro di essa e paese attivo nel fornire armi all’Ucraina di Zelensky, non è certo fuori tema fare due conti sulle armi e sui numeri.

Seguendo questo ragionamento mi è venuto spontaneo, da lettore comune, constatare che la Russia tanto per fare un solo esempio è in grado di schierare diverse migliaia di carri armati (2.800), l’Ucraina è pure in grado di metterne in campo molti meno ma sempre nell’ordine di grandezza vicino al al mille (832) e l’esercito italiano sapete su quanti carri conta? Ho letto 200, ma funzionanti 125.

Ora in queste condizioni fattuali di cosa stanno parlando i nostri editorialisti e politici che insistono entusiasti nel sostenere la necessità che l’Italia fornisca armi agli Ucraini ,prendendosi così la responsabilità di essere considerata cobelligerante ?

Ecco cosa vuol dire parlare senza avere studiato i dossier nemmeno servendosi di un modesto bigino.

Ed ecco perché è più che utile leggere Limes.





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