domenica 8 maggio 2022

DOMINO Rivista sul mondo che cambia .Ritorno al futuro L’invasione russa brucia l’illusione europea e accelera la resa dei conti globale numero 1 - 2022 . Recensione

 





Dopo avere recensito gli ultimi tre numeri di Limes ,due dei quali espressamente dedicati alla guerra in corso, rischio di esagerare se presento una nuova rivista di geopolitica, sempre dedicata alla guerra.

Me ne rendo conto, ma insisto per alcune ragioni che mi sembrano importanti.

Prima di tutto chi è il direttore.

Si tratta di quel medesimo Dario Fabbri che i lettori hanno già conosciuto in pratica come numero due di Lucio Caracciolo, Coordinatore America di Limes e membro del Consiglio Scientifico sempre di Limes.

Ora temo di dover dire ex di tutte le posizioni sopra indicare.

Oggi molto più noto al pubblico per essere divenuto la spalla di Enrico Mentana nello Speciale TG7 in onda dalla 17 alle 20 ininterrottamente dal 24 febbraio data di inizio dell’invasione Russa dell’Ucraina.

Dalla pagina-profilo del medesimo Mentana su Facebook si apprende che appena interpellato e conosciuto Fabbri , il direttore del TG7 capisce che il suo interlocutore è abbastanza preparato e ambizioso da desiderare di poter farsi una sua rivista di geopolitica e gli fornisce tutto il supporto necessario per realizzare il suo sogno.

Così è nato Domino.

Dopo avere letto o ascoltato diversi saggi di Fabbri, oltre agli ormai innumerevoli interventi in trasmissione mi viene da dire : onore al merito a Mentana per aver saputo capire al volo che si trovava di fronte a un giovane sì, ma di livello culturale e professionale tutt’altro che comune.

Premetto che tempo permettendomi seguo più o meno intensamente Limes praticamente dal primo numero uscito nel lontano 1993 e quindi ho avuto ampiamente modo di apprezzarne la serietà anche per l’indirizzo rigorosamente indipendente.

Ma il confronto con un prodotto modernissimo se pure nato da una sua costola è quasi impietoso.

Oggi ,l’osservazione è ovvia, la capacità di comunicazione ha un importanza molto elevata e quindi salta all’occhio subito la grande cura posta nella scelta della grafica di Domino.

Sotto questo aspetto proprio non c’è partita nel confronto con Limes.

Non solo è particolarmente felice la scelta di mettere in copertina la foto di Putin con indosso la divisa che fu del Generale Zukov, Eroe dell’Unione Sovietica e per molti principale legittimo intestatario della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale contro i Nazisti.

Siamo nel campo della geopolitica e quindi la scelta dei simboli nelle immagini o meglio di ricorrere a immagini-simbolo fa parte della sostanza della materia.

Non mi dilungo, ma la grafica, i colori della copertina, il titolo in rilievo e poi nell’interno l’impaginazione che alterna sapientemente testo, vuoti, bianco e nero, titoli a piena pagina, foto di autore, il tutto in poco più di cento pagine sono tutte cose che si notano molto e che pesano rendendo la rivista particolarmente piacevole alla lettura.

La scelta degli autori e degli articoli non è da meno.

Alcuni come J. Shapiro ben noti a livello internazionale.

Mi ha colpito favorevolmente il fatto di introdurre anche il contributo di esperti militari e ancora di più l’intervento in materia di un’esperto che si qualifica come “debunker” (letteralmente smascheratore) esperto di quello che oggi si dice fact-cheking , analisi di documenti visivi o di testo per individuare i falsi come foto usate per documentare un fatto che in realtà sono state scattate altrove o in altro momento storico.

L’esperto addirittura ci indica foto individuate come fermo-immagine di video-giochi di guerra usate come se provenissero dagli odierni teatri di guerra.

Nel corso di una guerra ogni parte costruisce la sua narrazione coerente coi propri fini propagandistici, ma la realtà e la presunta verità sono spesso molto lontane.

Trovo che gli articoli sono volutamente più stringati di quelli di Limes e la cosa non guasta per niente.

Sarà un caso ma ho notato anche una propensione degli autori ad esprimersi in modo più diretto anche azzardando previsioni che,data la materia rischiano non poco di essere smentite dai fatti di qui a poco, ma questo è un rischio che occorre mettere in conto purchè si appoggi la previsione su basi solide, anche se solo a livello logico.

Un’esperto ad esempio da per scontato il coinvolgimento diretto di qui a poco della Nato e dell’America, è un grosso azzardo certo, ma appoggia il ragionamento su elementi seri, poi è ovvio nessuno ha la sfera di cristallo.

Quanto alla completezza della trattazione mi sembra buona anche nei limiti contenuti che si è voluto mantenere, nel senso che si parla di tutti i soggetti geopolitici dei quali vale la pena parlare.

Nell’insieme quindi un ottimo lavoro che spero abbia il seguito che si merita.



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