domenica 29 maggio 2022

Domino – rivista sul mondo che cambia n. 2-2022 Sfida finale. Mai Russi e Americani così vicini alla guerra nucleare, con l’Ucraina che resiste e l’Europa divisa.Direttore Dario Fabbri - recensione

 


Dopo avere letto (e recensito) il numero 1 di questa rivista di Geopolitica, nata da una costola del gruppo di analisti di Limes ero curioso di vedere innanzitutto se un numero 2 ci sarebbe mai stato, non perché sia pessimista, ma perché sappiamo bene che il nostro mondo dei media è fatto per lo più di grossi personaggi dall’ego ipertrofico, tutti presi dall’apparire sopratutto in TV,ma spesso non troppo avvezzi allo studio e la geopolitica, che è una materia recente , di studio ne richiede molto.

In poche parole troppi parlano senza avere studiato il dossier.

Ecco, Domino viene in aiuto di chi vuole studiare gli argomenti però servendosi di strumenti autorevoli, ma che siano anche agili.

Spero che questa iniziativa editoriale nata sotto l’intelligente supervisione di Enrico Mentana duri nel tempo perché occupa uno spazio che era rimasto vuoto nel panorama editoriale italiano, e che si colloca ,mi si perdoni la semplificazione, un po’ a mezza strada fra il livello sostanzialmente accademico di Limes e degli studi dell’ISPI e l’apertura ai media internazionali ben scelti da Internazionale.

In questo numero mi ha colpito in particolare l’intelligente saggio di Pietro Figuera ,fondatore di Osservatorio Russia e collaboratore di Limes dal titolo : “Divide (il gas) et impera. Il piano energetico russo per l’Europa”.

Articolo molto acuto e ben documentato dal quale risulta che la mossa di Putin di invadere l’Ucraina se pure esecrabile ed a quanto si è visto finora tutt’altro che favorevole agli interessi della Russia, non è stato affatto un atto avventato ma nasconde una lunga preparazione in linea con un preciso disegno strategico.

Ed è proprio l’esistenza di un sottostante disegno strategico e una programmazione coerente che fa concludere all’autore che le durissime sanzioni occidentali di chiara marca americana non è detto che alla fine faranno sì che la Russia ne esca sconfitta per la semplice ragione che avendo programmato le cose aveva programmato anche le contromisure.

Lo avevo già sentito dire da esperti del settore energetico del tutto inattaccabili come Davide Tabarelli ,ma mi ha fatto piacere sentirlo ribadire da un esperto di geopolitica : lo stop delle forniture di gas non conviene a nessuno in Europa ( all’America probabilmente sì, ma questo lo dico io).

Figuera dice invece a chiare lettere due cose che gli ultra atlantici giornalisti dei nostri media fanno finta di ignorare e cioè :

1) che per la più ovvia delle leggi del mercato un embargo stretto sul gas farebbe aumentare i prezzi a dismisura provocando una recessione mondiale.

2) che il ricorso alternativo completo al gas americano è uno specchietto delle allodole per il fatto che oltre ad essere molto più caro, richiederebbe adattamenti logistici indicabili in circa 4 anni.

Mi hanno molto interessato anche l’intervista a Emmanuel Macron fatta da Etienne Gernelle del periodico francese Le Point ed ancora di più sempre sul ruolo di Macron e della Francia il piccolo saggio di Lorenzo Pregliasco, analista e docente di comunicazione politica, dedicato all’analisi dettagliata del voto alle recenti presidenziali francesi, perché il completo rinnovamento dei comportamenti elettorali in Francia ha aspetti comuni a quelli riscontrabili anche nel nostro paese.

Per finire ho molto apprezzato la conclusione del fascicolo di Domino con un piccolo saggio di storia della scienza dello specialista Alessandro Maga, che sostiene due tesi generalmente ignorate nei media :

- che le scoperte scientifiche non sono praticamente mai opera individuale dell’isolata eccelsa prestazione di assoluti geni, ma costituiscono quasi sempre un contributo incrementale di uno scienziato che riesce a formulare meglio principi fondamentalmente già noti

- che ripetiamo all’infinito l’errore di considerare la scienza un contributo solo moderno e solo occidentale, mentre la scienza come tutte le altre forme di cultura vede la sua nascita in Mesopotamia e ha un debito enorme da riconoscere agli Arabi.

Leggetelo questo breve saggio è in controtendenza ma proprio per questo è interessantissimo.





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