domenica 1 gennaio 2023

Piergiorgio Odifreddi : La democrazia non esiste Critica matematica della ragione politica - Edizioni Rizzoli - recensione

 





Il mio istinto di lettore di lungo corso mi porta a diffidare dei "tuttologi” e quindi quando mi imbatto in un noto esperto di una materia che si lancia tranquillamente in tutt’altro campo generalmente lascio perdere e mi rivolgo ad altro.

Ma non va così con Odifreddi perchè la sua quasi impareggiabile “vis polemica” si è rivelata utilissima per esempio per smontare usando la logica il prestigio delle religioni istituzionali.

Lui stesso ci dice di avere usato la medesima procedura intellettuale per smontare usando ragione e logica quello che per il pensiero unico dominante è diventato il dogma della democrazia.


Il suo non è ovviamente un invito ad aderire alle dittature ma è una sana analisi della estrema debolezza teorica e pratica delle istituzioni democratiche.

Il libro è ben architettato e non ci si aspetta altro da un logico matematico di professione e di fama.

Forme di governo loro analisi e critica ; costituzione e suo ruolo ;i poteri e loro divisone ;sistemi elettorali eccetera.

Ma non è neanche lontanamente un manuale di scienza politica o di istituzioni politiche ,obiettivamente se fosse quello ,chi lo leggerebbe oltre agli addetti ai lavori?

Penso che l’autore non si adonterebbe se invito i lettori a non rispettare l’ordine di lettura canonico perchè sono convinto che il lettore che si accosta a un’opera di uno scienziato- divulgatore come Odifreddi pretende da lui una trattazione coerente e affidabile ma sopratutto è attratto dal tutt’un’altra facoltà di questo personaggio singolare : l’invettiva pura e semplice ed allora cominciate la lettura da quella che lui stesso definisce l’invettiva finale.

Leggendola sembra di assistere alla sparata finale di uno spettacolo pirotecnico , solo per questo vale la pena di leggersi tutto il libro.


Il nocciolo del problema è probabilmente questo che in una democrazia per quanto funzionante fra la gente e i decisori politici ci sono una serie di filtri che rendono quasi impossibile al meccanismo di funzionare come promesso.

Non a caso fra i critici della sacralità della democrazia viene citato fra gli altri Noam Chomsky che non esita a parlare di “farsa parlamentare” .

O il Marchese de Condorcet che defini’ i politici dei ciarlatani intenti a blandire il popolo per tiranneggiarlo meglio”.

Terribile la citazione del pensiero di Napoleone ove dice che i politici devono essere stupidi e se non lo sono devono fingere di esserlo perchè il popolo è fatto di stupidi.

Del resto tutti sappiamo che la politica usa oggi a piene mani le tecniche pubblicitarie che si basano sullo studio dell’inconscio per manipolare meglio gli elettori e che le medesime tecniche aborrono la presentazione di analisi razionali favorendo la semplificazione stretta dei messaggi da dirigere a un pubblico giudicato di fascia intellettuale medio bassa.


Odifreddi da buon logico matematico presenta dei veri e propri teoremi che illustri studiosi hanno elaborato nel tempo a cominciare per esempio dal teorema dell’elettore mediano formulato da Duncan Balck e ripreso da Antony Downs.

Non da meno è il paradosso di Condorcet.

Entrando nel vivo della politica da tutti conosciuto Odifreddi punta il dito sul fatto che la democrazia si riduce al lumicino o addirittura scompare quando non si tiene per nulla conto del fatto che oggidì il numero degli astenuti (quelli che non vanno più a votare) sommato a quello delle schede bianche è divenuto imponente e rende del tutto falsi i numeri che vengono presentati ufficialmente come risultati elettorali.

Se per esempio un politico prende il 40% dei voti ma è andato a votare il 57% degli elettori, la realtà è che il medesimo politico ha preso all’incirca il 20% dei voti e non il 40% che vanta, questa è aritmetica elementare.


Insomma per farla breve Odifreddi dimostra, insisto, non presenta un’opinione, ma semplicemente dimostra che quella che noi oggi siamo arci-convinti che sia la democrazia non è affatto qualificabile come tale.

E’ antipatico sentirselo dire ma mettere la testa sotto la sabbia si sa non serve a nulla.

Però, però attenzione a correre alle conclusioni.

Vanno bene le analisi e i ragionamenti intrecciati da Odifreddi in questo libro, sono corrette e consequenziali, ma se la conclusione finisse per essere che la governabilità la garantisce solo la dittatura non credo proprio che questa fosse l’intenzione dell’autore.


Odifreddi sembra guardare nel libro con molta considerazione alle costituzioni ed alle assemblee costituenti, ma poi non porta questo filone di discorso a compimento.

Mi meraviglia e molto che non citi nemmeno nella bibliografia quella mente geniale che era Giovanni Sartori, il numero uno dei politologi italiani molto apprezzato anche all’estero, avendo insegnato a lungo alla Columbia University, che aveva dedicato la vita proprio allo studio dell’ “ingegneria costituzionale”.

Sartori era convinto che fosse possibile costruire un sistema politico democratico funzionante purchè architettato con una strategia coerente.

Se poi i politici non sono in grado di mettere in piedi nè un’ assemblea costituente indipendente, nè una strategia costituzionale coerente, questo è un altro problema ma quella indicata da Sartori è la strada per fare funzionare la democrazia, che quindi se si vuole la si può fare esistere.


Nessun commento: