sabato 21 gennaio 2023

Prince Harry Spare Il minore - Mondadori editore - recensione

 



Non è facile parlare di questo libro

Oltretutto intimorisce un po’ recensire ,quando è appena uscito, il libro che è lecito pensare sarà il più venduto dell’anno, pubblicato dal più grande editore del mondo : Random House Penguin.

Anche perchè con la considerevole mole di 540 pagine, nell’edizione italiana, si presta, mi sembra volutamente, a molteplici chiavi di lettura.

Immagino che gli scafati professionisti del markering editoriale interessato abbiano giocato un po sull’equivoco : facciamo credere di presentare un libro che al primo contatto richiami al lettore il genere “romance” , sempre primo nella classfica delle vendite, ma di fatto ci mettiamo dentro la storia di un personaggio ultra-noto ,che però ha caratteristiche molto particolari, sul quale il giudizio potrebbe essere molto “divisivo”.


E infatti la “storia” ,come ci è narrata, si presenta tutta come un coacervo di contraddizioni, nel senso che il protagonista è principe di nascita ma formalmente non fa più parte della Royal Family in quanto ha rinunciato alla sua posizione dinastica e conseguentemente anche ai suoi non lievi privilegi.

Per carattere, il principe non principe, è un lottatore (tra l’altro soldato modello con permanenza breve ma significativa sul fronte di guerra in Afganistan) che gioca sempre all’attacco, addirittura anche di una delle più antiche e tradizionali isituzioni del mondo, come la Casa Reale inglese ,ma nello stesso tempo dice, sembra con convinzione, di combattere per difenderla.

Ma sopratutto la sua biografia si dipana descrivendo anni e anni, passati nella sua singolare posizione ,sempre in bilico fra privilegi da nababbo e quella che percepisce come una costante persecuzione da parte della stampa inglese, intrusiva nella sua vita privata, fino al punto di costringerlo più volte a ricorrere alla terapia per superare periodi critici di attacchi d’ansia ,procurati dalla spiacevole sensazione di non essere più padrone della propria vita.

Il tutto aggravato dal mai veramente superato shock traumatico, causato dalla perdita della madre all’inizio dell’adolescenza.


Tutto il libro della sua vita viene descritto come percorso e segnato da questo filo rosso del ricordo della sofferenza di sua madre sia per le limitazioni obiettivamente un po folli per i tempi moderni ,ai quali deve sottoporsi che si trova avviluppato nella royalty e la caccia costante e intrusiva ,al di là di ogni limite ,alla quale la sottoponeva la stampa, senza che “il Palazzo” sapesse o volesse difenderla.

Appare dalla narrazzione che il suo peccato capitale, poi ripercorso tale e quale dal figlio Henry, sia stato quello di attirare su di sé, volente o nolente, riflettori e telecamere, che il “Sistema” voleva diretti sulle figure della “Famiglia” che gli stavano davanti in linea dinastica.

Ricordo che questo riferimento continuo alle sofferenze della madre, per lui è come il perpetuarsi di una maledizione, di un sortilegio che vorrebbe ma non riesce a combattere.


Altro che “romance”, questo libro , nella sostanza, mi appare come altamente drammatico, anche perchè mi sembra che delinei un personaggio che è un combattente per sua naturale inclinazione e carattere, ma che dà contemporaneamente la sensazione di sapere che sta combattendo costantemente una battaglia ,persa in partenza.

Si’! Persa in partenza perchè anche dal libro stesso sembra uscire implicita la consapevolezza che i membri della “Famiglia” o meglio del “Sistema” sanno benissimo che il permanere dei loro considerevoli privilegi è strettamente legata alla copertura che ne danno i media, anche quando questi fanno “il lavoro sporco” di andare a cercare i punti deboli e le vere o presunte cadute nelle vite di quei, sorprendemente numerosi, membri della “Famiglia”.

E quindi chi si oppone a questo “contratto non scritto” è necessariamente un perdente e non può non saperlo.

Il principe non principe sente il dovere di difendere sé stesso e le persone più amate dalle intrusioni dei paparazzi e chiede il sostegno dei familiari e del Palazzo, ma non può non rendersi conto, nel suo intimo, che è insensato chiedere ad altri di tagliare il ramo sul quale sono così comodamente seduti.


Da questo insuperabile stato di fatto nasce tutto il dramma.

Se vogliamo metterla a un livello più alto questo schema è un po’ la figura dell’eroe classico, anche se obiettivamente il principe non principe temo che non ne abbia la statura.

Però dalla lettura del libro si capisce che soffre in modo autentico nel sentire di dover recitare quel ruolo.

Umanamente dopo avere finito la lettura del libro gli auguro ogni bene ma mi rimarrà nella memoria una maschera da teatro tragico.


Ci sarebbe molto altro da dire perchè il libro, al di là dei lati umani, porta ad esplorare dal di dentro l’assoluta assurdità dell’istituzione monarchica.

Ancora più assurda e irritante oggi quando in questa fase storica dominata dalla “comunicazione” , da media ultra-invasivi anche nelle vite di chiunque di noi, non solo in quella delle celebrità, si scopre ancora di più quanto “il re sia nudo”.

Cioè quanto in realtà la monarchia non sia altro che una grande Disneyland, una commedia recitata per dare lustro a un flusso turistico molto lucrativo.

Oltre che a sostenere ,nel caso della Monarchia inglese, il perdurare della società forse più classista rimasta nel nostro Occidente, che si specchia e giustifica proprio in quella arcaica istituzione.


Il tutto aggravato da un altro contratto non scritto ma sempre presente come un dogma : “il sistema” è sopra e prima della “famiglia” ,che quindi nei suoi rapporti interpersonali non può in pratica permettersi comportamenti “normali” ,perchè la royalty impone nei rapporti umani di essere “aloof” ,distaccati, cosa che declinata per dei british, aumenta il livello di freddo.

E di conseguenza, se la compagna della vita che il principe si è scelto tende ad essere tendenzialmente espansiva e diretta, viene subito bollata come “rude”, maleducata,rozza.

Lasciamo perdere le allusioni al colore della pelle che hanno portato alcuni media a battute indegnamente razziste.

Ma se siete di buon umore e volete gustarvi il distillato del livello culturale ed umano sul quale trascorrono le vite di queste persone leggetevi le “serie” preoccupazioni che per giorni interi turbano i sonni dei medesimi nel disquisire sull’abbigliamento da procurarsi per presenziare al matrimonio Harry-Megan, …..

Ci sono pagine veramente agghiaccianti!


Non ostante tutto questo però traspare dal libro un sincero affetto del figlio del fratello e del nipote per quel padre , quel fratello e quella nonna, così “staccati” ,un po per loro natura, un po per la loro granitica sottomissione al fondamentalismo laico intrinseco a quella anacronistica istituzione.

E questa è un’illuminazione di umanità che rende il personaggio del principe non principe, autenticamente tragico, almeno questo è il mio parere.

Se siete interessati ad approfondire l’argomento in un modo anche piacevole non perdetevi le serie di Downton Abbey e di The Crown, oltre ovviamente a quella ancora più recente di Harry & Meghan.


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