Non si può dire che Fabbri non abbia fiuto.
Se mi metto nei panni del direttore di una rivista di geo-politica, se pure di successo, e mi trovo a dover decidere l’argomento del numero di agosto, con la gran parte dei lettori sotto gli ombrelloni, certo che sarei in forte difficoltà, oltre tutto ,questo genere di riviste usavano saltare il numero di agosto proprio per la medesima ragione.
E invece Domino è uscito, e direi che ha anche scelto l’argomento giusto.
La scelta è caduta su di noi italiani.
E’ come se Fabbri e collaboratori ci avessero detto : avete voluto giustamente andare in vacanza a fare i turisti, ebbene, visto che ci siete, in quella condizione, vi sembra veramente, che in questo mondo globalizzato e sbalzato dai sogni economicisti al ritorno alla realtà della storia, dalla guerra in Ucraina, il nostro paese possa pensare di risolvere i propri problemi ,contando principalmente sul turismo, che è un po’ giocare sul vantaggio competitivo della posizione nella geografia e nella storia?
Pensatelo voi, e magari esercitatevi a immaginare cosa girerebbe nella mente di fronte a quella domanda, nel vostro vicino di ombrellone tedesco o austriaco o russo, se siete nella riviera romagnola.
La risposta è ovviamente : ottima cosa sviluppare il turismo, ma ci vuol altro per un paese che fa il proprio PIL esportando la manifattura.
Ci vuole un ‘idea di paese all’altezza dei tempi e ,non meno importante, dei nostri competitori, poi, dato che non siamo una grande potenza mondiale, del o dei nostri egemoni ,ai quali facciamo riferimento.
Leggetelo questo volumetto, avrete una volta tanto la soddisfazione di vedere come sia possibilissimo parlare di politica, quella vera, senza dover seguire le umilianti beccate fra galline dei nostri partiti e partitini.
Qual’è l’interesse nazionale del nostro paese ?
Qual’è una ragionevole strategia da seguire a lungo termine per il nostro paese?
Questa è la politica, il resto è fumo.
Non è che gli altri paesi abbiano al momento dei giganti al potere, tutt’altro ,salvo alcuni ,che non sono quelli che si nominano di solito, ma non ve li elenco, tanto, se siete lettori di Domino,conoscete bene i loro nomi.
Quali sono i consigli che Domino darebbe al Principe?
Ecco il bello e probabilmente anche la ragione del successo di questa rivista.
Non vi fa penare per 300 pagine per dirvi le cose, ve le anticipa addirittura nei titoli di copertina.
Il messaggio è semplice, ma scolpito nella roccia.
L’Italia, cioè gli italiani ,sono abituati a vivere di rendita.
Rendita da capitale fisso anzitutto, basta andare a confrontare le statistiche dei proprietari di case italiani con gli omologhi vicini per capirlo.
Ma come hanno fatto gli italiani a diventare proprietari di case e ad avere un portafoglio mobiliare di tutto rispetto?
Si sono indebitati.
“Schuld” in tedesco vuol dire sia debito sia colpa, vergogna, ci ricorda Fabbri.
Ma non la si pensa così nel Bel-paese, proprio per niente.
Chi ci presta i soldi?
I tedeschi, perché l’economia italiana è troppo grande per fallire e nel suo fallimento trascinerebbe la manifattura tedesca, della quale è divenuta componente complementare essenziale.
Poi gli americani ,che ci comprano gentilmente Bot e Btp, non perché sono tanto buoni ,ma perché così ci obbligano ad assecondare le loro traiettorie strategiche, che corrispondono al loro interesse nazionale, non al nostro, se non per caso.
E’ saggio andare avanti così?
Ovviamente no.
Ma quale politico ha la faccia e la forza di andare a proporre le lacrime e sangue, che occorrerebbero per dimezzare il debito (con patrimoniali dure su case .conti correnti e successioni)?
Non si vedono dei Churchill in circolazione, i DeGasperi sono durati troppo poco e i Moro e i Mattei li hanno fatti fuori senza tante remore, appena sembravano contrastare le traiettorie sopra accennate.
A proposito ,quello che dice Fabbri (documentandolo) sulla morte di Moro, attraverso le dichiarazioni di un allora importante esponente della Cia è abbastanza aggiacciante, perchè mette a nudo la reale considerazione che gli americani hanno del nostro paese.
L’Italia ha bisogni di enormi investimenti in infrastrutture ,a cominciare da quelle portuali, perché è nella dimensione marinara (o se vogliamo dirla con vocabolo colto, nella talassocrazia) che un paese nella nostra posizione geografica e con la nostra storia, può esprimere tutta la sua potenzialità.
Bhè si!, non vergognatevi di lasciarvi andare a un pensierino sui ricordi scolastici circa l’impero romano e le repubbliche marinare, sono le nostre radici, non possiamo farne a meno.
Non perdetevi nemmeno ,in questo delizioso volumetto, il breve saggio sul legame quasi metafisico fra i russi e la vodka, è godibilissimo.