martedì 12 dicembre 2023

Marco Mancini - Le regole del gioco Dal terrorismo alle spie russe : come il controspionaggio offensivo ha protetto gli italiani - Ed.Mondadori – recensione

 



Ottimo libro, basato sulla narrazione di una vicenda umana singolarissima.

Addirittura colui che è stato il capo di una sezione del Sisde, cioè i servizi segreti italiani, che si racconta, e già questa sarebbe una notizia, perché, se c’è una cosa del tutto contro-intuitiva, è proprio questa.

Infatti, per quanto poco possiamo conoscere questo mondo, ci appare ovvio che una spia può fare tutto meno che raccontarsi.

Immaginiamoci poi il capo delle spie.

E’ ovvio quindi che il racconto ci presenta alcune cose essenziali, ma senza rivelare ovviamente né segreti di stato, né situazioni che potrebbero mettere in pericolo o far “saltare la copertura” ad agenti ,che fanno o hanno fatto questo lavoro.

Ci vengono rivelati autentici episodi da thriller d’azione e, solo per questo, varrebbe la pena leggersi il libro.

Ma il discorso si allarga e diventa molto, ma molto più serio, quando ci viene snocciolata una lungo fila di azioni-missioni ,compiute dal reparto speciale dei Carabinieri del Generale Dalla Chiesa e dal Sisde , che ci fanno capire che non è per uno straordinario colpo di fortuna, né per la particolare lungimiranza (ma quando mai!) dei nostri governanti politici, che siamo stato l’unico paese importante dell’Occidente ,che non ha dovuto subire il suo 11 settembre.

Non è stato un caso, è stato per merito di coraggiosi e preparati servitori dello stato, che si sono inventato e costruito il “controspionaggio offensivo” per individuare per tempo le cellule del terrore e bloccarle in tempo.

A che prezzo?

A un prezzo molto caro, per loro, prima di tutto in termini di costante rischio della vita propria e quel che è peggio di quella delle loro famiglie.

Ma non basta, purtroppo.

Perchè questo libro riporta anche, nella sua trama ,di fatti che fanno parte ormai della storia nazionale, intessuta insieme ,le vicende di uno spiacevole ,chiamiamolo “affaire Mancini”.

A volte può capitare ,che ,come nei film ,il valoroso servitore dello stato, che sventa pericoli orribili, che mettevano a rischio la vita di suoi concittadini, si ritrovi in un percorso lineare , che inevitabilmente accontenta le aspettative del pubblico, che si aspetta almeno la consegna di una luccicante medaglia, in segno di dovuta riconoscenza, musichetta e fine del film.

Troppo spesso però, nella vita reale,le cose vanno diversamente o più precisamente vanno storte.

A Marco Mancini sono andate per un po’ dritte, ma verso la fine di carriera, decisamente storte.

Il lettore colga la “consecutio temporum”, che non può essere casuale.

Quando i suoi successi “sul campo” diventavano troppo eclatanti, gli sono capitati tra capo e collo, non semplicemente due incidenti giudiziari, da chiarire velocemente, ma due arresti ,seguiti da due diversi periodi di detenzione ,in attesa di giudizio.

Giudizi che hanno scagionato “con formula piena” l’interessato, che però avrà avuto ampio modo di chiedersi se valeva la pena aver rischiato tante volte la pelle, per essere ripagato in quel modo.

Ma torniamo alla sopracitata consecutio temporum, che spiega abbondantemente, come la meschina invidia, di individui meschini, che magari ti lavorano accanto ,possa nella vita ,risultarti più pericolosa della canna puntata di uno o più kashnikov ak47, esperienza che Mancini ha fatto in più occasioni.

Il libro finisce ,giustamente a mio avviso, con una lettera aperta al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, perché si studi un momento il dossier e, capita l’importanza di ricostruire la rete del “controspionaggio offensivo” ,che aveva tessuta il Mancini ,compia atti solleciti per mettere più al sicuro noi cittadini italiani.

Purtroppo infatti il libro ci fa capire, che la più che verosimile invidiuccia di mediocri concorrenti aveva costretto il Mancini medesimo a un “pensionamento forzato”, guarda caso proprio quando gli era praticamente già stato annunciata la promozione alla sedia più alta, del servizio nel quale aveva lavorato, riportando risultati tanto consistenti.

La conseguenza ,però non è stata solo una questione riferita a un privato cittadino, che subisce un ‘ingiustizia subendo un siluramento invece di una promozione , ma il pratico smantellamento della rete che lo stesso aveva costruito, con paziente lavoro per anni, con conseguenze molto pesanti e pericolose per tutti noi.

Ma leggetelo questo libro, capirete tante cose.

Per esempio che non è per caso ,che l'afflusso dei migranti coi famosi barconi è deflagrato improvvisamente.


Nessun commento: