sabato 20 gennaio 2024

Antonio Scurati : Fascismo e populismo – Ed : Bompiani – recensione

 



Piccolo e densissimo saggio ,a mio parere, di estrema utilità.

Mi avventurerei perfino a dire, che l’analisi che ci offre Scurati in questo libretto è perfino più penetrante di quella memorabile di Umberto Eco, che ritroviamo nel suo : “Il Fascismo eterno”.

Il libro è fresco di stampa, ma il contenuto, ci dice l’autore ,si basa sulla prolusione tenuta dallo stesso Scurati ai : “Rencontres internationales de Genève” ,del 29 settembre 2022 ,promosso da un gruppo di scrittori e intellettuali nel 1946, con l’obiettivo di ri-celebrarlo ogni anno, per favorire il mantenimento della pace.

Scurati accenna al fatto che quel 29 settembre 2022 ,cadeva pochi giorni dopo lo svolgimento delle elezioni politiche in Italia.

Il nostro autore si trova da anni nella singolare posizione di scrittore di gran lunga più letto sull’argomento fascismo, anche se ci tiene a presentarsi come romanziere piuttosto che come storico, e quindi si sente quasi in dovere di rispondere alla domanda ovvia che proviene anche dal suo pubblico.

E cioè : che significa il fatto che in Italia hanno vinto le elezioni e governano politici che, almeno in parte, provengono dal neo-fascismo o dal post-fascismo?

C’è verosimilmente un rischio di ritornarci?

La risposta che viene da questo saggio è un inequivocabilmente no.

Perchè ,come del resto aveva già detto, una schiera di più che qualificati storici da DeFelice a Barbero, il fascismo, come fatto storico, non è ripetibile senza Benito Mussolini e senza le circostanze storiche che l’avevano favorito.

Quanto a circostanze, storiche ,Scurati ,in questo saggio, ripete quanto aveva già diffusamente esposto nel primo libro della biografia di Mussolini.

Prima ancora del 23 marzo 1919 ,in Piazza San Sepolcro a Milano, il fascismo era nato qualche mese prima e precisamente il 10 novembre 1919 in Piazza 5 Giornate sempre a Milano, quando alla prima grande manifestazione alla fine della Prima Guerra Mondiale, si volle celebrare, quasi plasticamente, il compimento del Risorgimento, con la vittoria in quella guerra mondiale.

In quella piazza si aggirava fra gli altri un giovane politico ,che era divenuto già allora personaggio molto noto.

Benito Mussolini, era stato un esponente di primo piano del Partito Socialista, nella veste di brillante direttore dell’Avanti, quotidiano socialista, poi espulso da quel partito quando decise di schierarsi per l’interventismo, contro la linea di quel partito.

Di conseguenza ,in quel 10 novembre 1919, Mussolini si trovava senza casa politica, ma aveva avuto l’intuizione, indubbiamente brillante, che le circostanze erano tali per cui la nuova casa politica poteva crearsela e anche sui due piedi.

E lo fece, saltando sul camion degli Arditi, il fior fiore ,oggi si direbbe, delle truppe speciali, dove il livello di rischio e di coraggio loro richiesto era al limite della follia, tanto che per trovare reclute, disposte a correrli quei rischi ,si erano aperte le porte anche ai peggiori galeotti.

Vedete che il personale venuto alle cronache alcuni mesi fa, con le gesta della Wagner russa, aveva già calcato le scene della storia eccome.

Ecco ,sottolinea Scurati, chi pensa al fascismo senza conoscerne in profondità la genesi storica, in realtà non sa di cosa parla, perché non può esistere fascismo senza violenza, anche estrema, e quel saltare sul camion degli Arditi è stato il fatto costitutivo del fascismo.

Chiariamoci quindi subito le idee constatando che di tutto questo oggi non c’è nemmeno l’ombra, per nostra fortuna.

Cerco di semplificare al massimo per dare al lettore un’idea dell’insieme.

Scurati ,con una immagine efficacissima, dice che il fascismo ha stuprato l’Italia con la violenza, ma contemporaneamente l’ha sedotta con una comunicazione moderna efficacissima ,che è stata fondamentale, non meno che la prima.

Ridotto a slogan : “manganello e giornale”.

Assieme.

L’autore ripete spesso che va tenuto nel dovuto conto il fatto che Mussolini era nato professionalmente come giornalista e che da subito aveva brillato in quella professione.

Ancora giovanissimo, come direttore dell’Avanti ,cambiandone completamente il linguaggio ne aveva quadruplicato la tiratura solo in pochi mesi.

Politico cinico, senza alcuna etica o ideologia, ma efficace nella capacità di lettura della “pancia” della gente e nella determinazione di non avere alcuna pretesa di seguire strategie se non quella di captare per primo le pulsioni profonde del popolo per inseguirle.

Ecco il nocciolo del populismo, allora come oggi.

Attenzione però, del populismo, non del fascismo.

Il populismo era contenuto nel fascismo ma ne era solo una delle componenti.

In altre parole ,non basta essere populisti per essere fascisti.

Trovo molto onesto l’atteggiamento di fondo di Scurati verso il fenomeno “fascismo”.

Da tempo ripete che l’Italia non ha ancora voluto fare i conti col fascismo ,perchè per decenni si è diffusa e assorbita una narrazione dell’antifascismo che pensa ,sbagliando, di risolvere tutto nel vittimismo : i buoni e democratici italiani sono stati messo sotto il tallone di un pazzo, che li ha costretti a seguirlo nel razzismo e nella guerra dalla parte sbagliata.

Non è così, la realtà è diversa anche se spiacevole.

I fascisti non erano marziani, “i fascisti eravamo noi”, se ci riconosciamo , come decentemente dobbiamo fare ,nei nostri nonni e familiari nel loro complesso.

Si chiama assunzione di responsabilità.

Se vogliamo davvero vaccinarci dal fascismo dobbiamo prenderci le nostre responsabilità.

E’ più comodo seguire la corrente main stream del vittimismo, ma non serve.


Nessun commento: