Che personaggio questo Gianumberto Accinelli.
Entomologo, etologo, ma sopratutto, gran divulgatore scientifico.
Non per caso, dice spesso di essere stato allievo di Giorgio Celli, non dimenticato maestro di quelle materie.
E come il suo maestro ,appare spesso in TV da Geo & Geo a TV 2000, dove ha una rubrica fissa.
Ha la verve e il senso dell’umorismo, che servono per riuscire ad attrarre l’attenzione dello spettatore, quel tanto che basta per fare passare nozioni e concetti ,che lo studio sistematico liceale o universitario di Zoologia e Botanica, riuscirebbe a rendere del tutto indigeste.
Si serve spesso e volentieri di racconti anedottici, come del resto fa anche il forse più noto suo collega botanico, Stefano Mancuso.
E’ una autentica fortuna per noi lettori, sopratutto se siamo appassionati di natura, potere usufruire dei lavori di questi specialisti, che finalmente reputano importante e immagino anche appagante, uscire dagli ambienti accademici e sforzarsi di parlare alla gente con un linguaggio piano, che nel contempo ,lascia trasparire l’autentica passione per la materia che coltivano.
Quante cose si imparano leggendo i libri di Accinelli.
Ormai gli autoproclamatisi sacerdoti del verbo verde – climatico hanno conquistato il pensiero main-stream, rischiando di assumere atteggiamenti che un tempo si diceva da “parrucconi”.
Non è il caso di Accinelli, autore ironico e auto-ironico.
I suoi libri lasciano non poche nozioni, ma rappresentano sopratutto un autentico divertimento.
Il taglio di questo libro è particolarissimo, perché riesce a usare la storia per fornire nozioni di botanica, zoologia ed ecologia e viceversa.
Molti si scocciano quando si imbattono in modi di dire inglesi, che saranno anche abusati, ma in questo caso, mi sembra che l’espressione “win win” sia la più adatta per descrivere il risultato della tecnica usata dall’autore.
E’ una genialata riuscire a far passare nozioni di storia e di etologia-ecologia, tenendo alta l’attenzione del lettore, che sicuramente non aveva avuto modo di arrivare autonomamente a riflessioni e collegamenti ai quali induce l’autore.
Il disboscamento, divenuto una inevitabile necessità per sopravvivere durante gli anni della seconda guerra mondiale e il successivo ripopolamento, avvenuto in modo massiccio, in molte zone appenniniche, ecco un fatto storico narrato con due eventi ,che hanno cambiati la faccia di enormi territori.
Il povero Sarno (il non notissimo fiume dell’area vesuviana) che diventa rosso sangue, per la ragione, che vi lascio scoprire leggendo il libro.
Sempre in tema di seconda guerra mondiale, la battaglia contro l’anofele ,combattuta e vinta usufruendo dei progressi tecnologici sfruttati su larga scala dalle truppe americane, ma anche la campagna del grano per conquistare l’autarchia, messa a segno ,da chi allora governava il nostro paese.
I disastri che possono provocare le termini.
Ma rimanendo sulle formiche ,l’estrema utilità della specie rufa, per liberare le foreste di conifere, da quella bestiola pestifera, che è la processionaria.
Non mi dilungo per citare gli argomenti trattati che sono interessanti e intriganti dalla famosissima Linea Gotica ,ovviamente coi suoi risvolti in campo naturale, agli obesi gabbiani di Roma.
Procuratevi questo libro, non ve ne pentirete di sicuro.
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