lunedì 22 gennaio 2024

Dal Direttore del Dipartimento di Fisica Teorica del Cern , Gian Franco Giudice : Prima del Big Bang. Come è iniziato l’universo e cosa è avvenuto prima – Ed Rizzoli – recensione

 




Il nostro paese ha sempre avuto fisici teorici ai massimi livelli.

A molti di loro va anche riconosciuto il merito di essersi prodigati per cercare di spiegare il mondo nuovo di conoscenze, che le loro ricerche venivano a delineare.

Ricordo di avere partecipato diversi anni fa ad una affollatissima conferenza dell’allora notissimo Prof. Antonino Zichichi (il fondatore dei laboratori del Gran Sasso) divenuto personaggio televisivo molto popolare in quei tempi.

Devo dire però che mentre tutti avevano apprezzato l’entusiasmo che il Professore riusciva a esternare, ben poche delle persone con le quali ho parlato ,mi avevano detto di aver afferrato il succo della conversazione.

Ecco, lo dico subito, questo non è il caso del libro e delle conferenze del Prof. Giudice.

Oddio, la fisica delle particelle, ed ancor più ,l’astrofisica di oggi non sono cose che ha senso accostare con la leggerezza di chi pensa di sorbirsi velocemente un aperitivo, conservandone le piacevoli sensazioni.

Se ci tenete a capirci qualcosa, dovete dare in cambio almeno un po di sofferenza ,causata da una concentrazione, molto attenta , su concetti non semplici e sopratutto contro-intuitivi.

Si direbbero fatti apposta per scoraggiare anche la migliore buona volontà.

Allora bisogna resistere e seguire i ragionamenti degli esperti per acquisire alcune nozioni di base, senza le quali non ci si può avventurare in quei campi.

Non c’è un altra via, neanche disponendo di maestri del livello del Prof. Giudice, che ha indubbiamente la capacità di saper spiegare anche i concetti più astrusi.

Personalmente, ho una formazione più classica che scientifica, ma ho sempre avuto un grande interesse, per aggiornarmi sullo stato attuale della scienza.

Confesso, però, che molti degli argomenti trattati dall’autore in questo saggio li avevo già affrontati, ma senza ricavarci se non una pallida infarinatura.

E’ per questo che ho enormemente apprezzato questo libro, perché mi ha avviato alla reale comprensione almeno di alcuni elementi essenziali.

Questo libro mi ha fatto fare realmente un salto in avanti.

Ma di che stiamo parlando?

Faccio un piccolo elenco di argomenti non per spaventare il lettore, ma per esortarlo a leggere il libro se gli interessa capirci finalmente qualcosa.

Geometria non euclidea;

Relatività generale di Albert Einstein con relative equazioni;

Moto di recessione delle galassie;

Radiazione cosmica di fondo;

Big Bang;

Spazio vuoto che genera la gravità repulsiva;

Processo di inflazione (espansione frenetica dell’universo);

Meccanica quantistica, che consente di capire il principio di indeterminazione;

Multiversi.

Questo elenco di argomenti non è casuale ,ma è il percorso logico che segue il Prof. Giudice nel libro.

Arrivati con una certa fatica alla fine, ne viene fuori un insieme di sensazioni contrastati.

Ci troviamo immessi in concetti ,che abbiamo sempre sfiorato nel pensiero mitico e filosofico e questo ci riporta fortunatamente ad universo concettuale che ci è familiare.

Mi riferisco a concetti ovviamente astrati del tipo di infinito, immenso, eterno.

Ci esaltano e chi schiacciano contemporaneamente perché ci sentiamo parte di qualcosa di immenso, ma anche schiacciati da questa immensità, troppo più grande di noi.

Il Prof. Giudice a conclusione delle sue argomentazioni tiene a sottolineare due punti.

Anzitutto, che, se è vero, che questa nuova cosmologia richiama, come abbiamo appena accennato,alcune formidabili intuizioni di pensatori del passato, dai filosofi pre-socratici – atomisti in avanti, quello di cui parla lui non sono pur fantastiche teorie ,ma sono assolutamente acquisizioni scientifiche dimostrabili col linguaggio matematico, calcolo su calcolo.

Sono scienza, non sono teorie fantasiose o visioni pur di menti brillanti.

Secondariamente, mentre la sua compianta e pur brillantissima collega astrofisica ,Margherita Hack nelle conferenze aveva un po il vezzo di gelare il pubblico affermando che dobbiamo rassegnarci a essere non più che piccole formichine in un immenso universo, al quale di noi non importa nulla, il Prof. Giudici conclude con un discorso interessante.

Che è questo.

Come possiamo, in un universo delineato nelle sue inverosimili immensità e variabilità ,trovare un punto fermo ,che salvaguardi la dignità che sentiamo di avere come esseri umani, unici esseri dotati di consapevolezza, di pensiero astratto e di capacità di immaginare il non esistente?

Riflettendo sul fatto, che per ragioni inesplicabili ,questo universo infinitamente grande è inconfutabilmente costruito, in modo da essere perfettamente conoscibile da noi.

Questa è la nostra dignità e questo è il nostro posto nell’universo, di cui siamo parte perché siamo sì fatti polvere di stelle, ma abbiamo anche la capacità di comprenderlo in modo compiuto.










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