giovedì 5 settembre 2024

 




Federico Faggin : Oltre l’invisibile Dove scienza e spiritualità si uniscono - Mondadori editore – recensione


Inutile dirlo, la lettura di un libro come questo è un lavoro piuttosto impegnativo.

Lo stesso autore consiglia al lettore, dopo aver affrontato la prima lettura, di ritornarci sopra per fissare meglio i concetti.

Oltre tutto, devo ammetterlo, la caratura stessa dell’autore, tende ad intimidire un po il lettore.

Infatti ci troviamo di fronte all’inventore e produttore del microprocessore ,senza il quale non esisterebbero i computer, e il medesimo personaggio ,come se quello non bastasse, ha poi inventato e prodotto, anche lo schermo tattile, senza il quale non esisterebbero i nostri amati smartphone.

Abbastanza inverosimile ,che in Italia un personaggio di tale statura sia ancora poco conosciuto per quello che è, ma tant’è, sappiamo tutti di essere il famoso popolo di poeti,artisti ed eroi ,che tanto hanno fatto,ma non sappiamo toglierci il vizietto di essere piagnoni e masochisti oltre misura fino a nasconderci le tante eccellenze che abbiamo.

Faggin stesso ci racconta la propria vita, in questo libro ed ancora più diffusamente in quello i ntitolato :“silicio”.

Da un diploma di perito elettronico ,alla laurea in fisica, a studi approfonditi di neuroscienze,psicologia, filosofia ecc.

Ma come è ovvio, la sbalorditiva carriera dell’autore ,probabilmente non avrebbe potuto avere il corso che ha avuto, se l’interessato non fosse finito ,ancora giovanissimo e per lavoro ,guarda caso, nella Sylicon Valley nei laboratori delle industrie di punta ,dove ha lavorato fortissimo, ma che a un certo momento ha lasciato, per mettersi in proprio aprendo suoi propri laboratori e proprie fabbriche.

Dopo qualche decennio, ha avuto tutto quello che nella vita uno può desiderare di avere ,dice lui,noi ci sentiamo autorizzati a dire, anche parecchio di più.

Ma lui stesso ci racconta, in età, diciamo matura,che a questo punto, non si è sentito appagato, ha desiderato di più ed ha cominciato a sperimentare avventure ,studi e meditazioni di costruzione spirituale.

E’ in questo clima che è maturata in lui una nuova esperienza.

Ma lui era un inventore e quale inventore, un imprenditore di successo e un fisico nel gotha ,che ha costruito il più grande e veloce progresso tecnologico ,che l’umanità abbia mai sperimentato e quindi non si è accontentato di fruire di una esperienza spirituale particolarmente appagante, tenendosela per sé.

Si è messo invece in collaborazione di ricerca con altri scienziati, di adeguato livello ,come il Prof. D’Ariano,ordinario di fisica teorica all’Università di Pavia, esperto di fisica quantistica, ed ha elaborato una nuova teoria inter- disciplinare, fra la fisica quantistica, fisica classica, e filosofia, denominata : QIP (Quantum Information-based Panpsichism).

Dò la sinossi presente su Google : teoria panspichista quantistica, che definisce la coscienza come la capacità ,che ha un sistema quantistico, che si trova allo stato puro, di provare l’esperienza cosciente del suo stato, sotto forma di “qualia”.

Ecco, so per esperienza personale già fatta, che a questo punto il lettore comincia ad avvertire i primi sintomi dell’emicrania ed a chiedersi se reggerà alla lettura di un libro come questo.

Assicuro che è abbastanza agevole e godibile la lettura completa, perché Faggin ha scritto questo e gli altri due libri, dedicati all’argomento, per essere capito da tutti, cioè con intento divulgativo.

Ovviamente per il mondo accademico, aveva già pubblicato dove di dovere.

Per trovare uno stimolo alla lettura ed a non scoraggiarsi, invito il lettore ad andarsi a vedere gli interventi, che l’autore ha fatto in diverse conversazioni e conferenze ,facilmente reperibili su Youtube.

Vedrete che tiene a farsi capire ed è molto aperto e disponibile.

Ecco, io capisco la preoccupazione dell’autore, di non intaccare l’autorevolezza e l’affidabilità della sua teoria, nuova, minoritaria e contro – corrente, rispetto all’opinione mainstream del mondo accademico, ma l’uso in questi libri ,diciamo divulgativi, di un lessico da lui (con d’Ariano) inventato, purtroppo non aiuta molto la comprensione.

Sinceramente, io nei suoi panni ,avrei fatto seguire alle denominazioni che Faggin e D’Ariano hanno creato ,le dizioni accessibili più facilmente, usate dalla filosofia e dalle varie spiritualità.

Tanto che, probabilmente essendosene reso conto lui stesso delle difficoltà che avrebbe incontrato nel comunicare le sue nuove teorie,nel libro intitolato “irriducibile”, Faggin ha inserito alla fine un utilissimo glossario.

Faccio un esempio.

Se nella definizione della teoria,che ho riportato sopra, il lettore sapesse subito che “qualia” è il termine creato da Faggin e D’Ariano , per riferirsi a quello ,che nel linguaggio comune sono sensazioni e sentimenti di natura interiore,la comprensione del testo risulterebbe quasi immediata.


Cerco ora di riassumere il succo della visione teorica di Faggin.


La fisica classica ha avuto il merito enorme di descrivere il mondo come qualcosa di comprensibile perché rispondente a leggi universali.

Di conseguenza il mondo è risultato leggibile ,usando strumenti assolutamente razionali e logici, superando visioni dogmatiche e oscurantiste, basate sull’autorità, invece che sulla logica razionale.

Questa appena descritta è la parte positiva della visione, diciamo scientista.

La parte negativa sta nel fatto che nella visione della fisica classica, la sola forma di conoscenza considerata accettabile è quella fornita dall’uso delle leggi fisiche, leggibili tramite la matematica.

Di conseguenza tutto quello che succede nel mondo sarebbe inevitabilmente soggetto e prigioniero di un ingranaggio meccanicistico e deterministico e quindi noi umani non saremmo altro che macchine se pure sofisticate e complesse.

Tutto sarebbe leggibile con procedimento deduttivo, tutto ,comprese le cose della massima complessità, sarebbero comprensibili smontandole nelle singole parti, con la logica dalla parte al tutto, il più verrebbe dal meno.

Dall’atomo, alla vita organica e biologica, al cervello e di conseguenza anche a quello che si intende come coscienza, o autocoscienza, che fanno l’homo sapiens quello che è, e che solo homo sapiens possiede.

Noi quindi saremmo sostanzialmente come delle macchine ,se pur dotate di un grande cervello assimilabile a computer, hardware software, intelligenza artificiale e algoritmi.

Tutto quello che non rientra in questo schema , perché la fisica classica non sa come spiegarlo, come ad esempio, i sentimenti, non sarebbe altro che “epifenomeno”,cioè, fatto accessorio, Aristotele avrebbe detto accidente, non sostanza, prodotto dalle correnti elettriche che si scambiano i neuroni del cervello, privi di una realtà misurabile, e di conseguenza non sarebbero altro che pure illusioni.

La sola forma di conoscenza sarebbe quindi quella scientifica classica.

Dietro o oltre questa forma di conoscenza non ci potrebbe essere nulla, se non ciarlataneria e superstizione.

E quindi la ricerca del significato delle cose e della vita sarebbe vana per definizione, perdita di tempo.

Chi sono, da dove vengo e dove vado : le domande classiche di tutte le filosofie, sarebbero vane.

Siamo macchine complesse ,nate per evoluzione casuale, dice lo scientismo ed quindi una perdita di tempo,chiedersi il significato della vita, per la semplice ragione che questo significato non c’è.


Bene! No, bene per niente ,sembra dire Faggin, perché questa visione del mondo scientista ,se da un lato ha avuto il merito di superare i pregiudizi ed abituare al pensiero critico-razionale, dall’altra di fatto non concede cittadinanza alle cose, che però, sono quelle che tutti consideriamo come le più importanti nella vita.

Quelle cioè ,per le quali, riteniamo valga la pena di vivere, e che sono : la coscienza, il libero arbitrio,i sentimenti, il senso del bello, del giusto e via di seguito, tutti conosciamo queste cose, anche se non abbiamo studiato filosofia, perché fanno parte di noi, nel senso, che senza di quelle non ci sentiremmo umani.

Ebbene, è inutile che faccia presente, che questo tipo di ragionamento lo abbiano fatto e lo facciano, in parte ,anche le religioni e la filosofia, proponendo loro molteplici approcci al superamento dell’impasse, nel quale obiettivamente cade lo scientismo, approcci che, però, usano i loro parametri dogmatici e non l’analisi, basata sul pensiero critico.

La via seguita da Faggin- D’Ariano è assolutamente diversa e originale perché parte da una nuova e concezione della fisica, non della filosofia o delle religioni.

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