venerdì 20 maggio 2011

Silvio se ci sei batti un colpo, ma non propinarci la solita minestra riscaldata



Se fossi sciocco e imprudente scriverei di getto che questa volta Silvio non ce la può fare, ma mi trattengo.
Quest’uomo è risorto più volte di Lazzaro e in teoria ce la potrebbe fare ancora.
Ora però ci sono due fatti nuovi, tutti e due sintomi di processi solo al loro inizio, è vero, ma ambedue di rilevanza notevole.
Prima di tutto ora risulta evidente da mille segnali che per la prima volta da quasi vent’anni il “mondo cattolico” comprese quelle sue componenti, che finora si erano schierate compattamente dietro al Berlusconismo sentono ormai manifesta ripugnanza addirittura per la persona del premier e per un leader populista questo è il peggio del peggio.
In più cominciano a segnalare il loro disgusto col voto, scoprendo per la prima volta che anche nello schieramento opposto militano dei cattolici con i quali è possibile dialogare politicamente, cominciando dal piano personale e che con loro trovare un terreno comune è assolutamente naturale.
In queste elezioni amministrative la cosa si è verificata un po’ dovunque.
Viene perfino da ridere a scrivere delle cose così pedestri, ma è successo per esempio che i prodi ciellini soprattutto di base, ma non solo, si siano accorti, dopo avere mangiato cento chili di polenta di centro destra, che nel volontariato e nelle parrocchie dove c’è da rimboccarsi le maniche per intervenire nel sociale non si incontrano mai né le gran dame dell’alta borghesia alla Moratti ,né gli industrialotti corteggiati dalla loro Compagnia delle Opere,né i molti manager e sotto manager para pubblici , targati Formigoni, ma guarda un po’, l’ìmpegno sociale sembra estremamente diffuso in particolar modo fra chi poi politicamente si sente naturalmente portato più verso il centro sinistra, che verso il centro- destra.
Meglio tardi che mai.
Formigoni, hanno scritto i giornali, che quando si è accorto delle decine di migliaia di voti ciellini che sono mancati all’appello dalle urne di Milano e non solo,abbia proferito esclamazioni del tutto sconvenienti per un confratello dei Memores Domini e più abituali invece sulla bocca dei “Lumbard”.
Chiunque conosca anche solo un po’ il mondo cattolico sa che tutto era cominciato col “caso Boffo” e che questo a sua volta non era che la punta di un iceberg che si stava muovendo lentamente ma inesorabilmente nelle profondità di quel mondo che non riusciva a capire perché i loro preti non si ribellassero con indignazione alla vulgata politica corrente che voleva confinare nei diritti del “privato” le ormai non più occultabili volgarità del così detto stile di vita del premier.
I medesimi poveri preti sono stati costretti ai più spericolati contorsionismi, a causa della sconcertante non reazione delle gerarchie , senza però che il loro irritato disagio potesse sfuggire ai laici a loro vicini.
E poi si è andati avanti di male in peggio con la ninfetta di Napoli fino alla ninfettopoli targata Ruby ecc.
Va bene tenere conto dei vantaggi che potevano arrivare a madre chiesa da un governo sempre pronto con l’ assegno in mano purché si stesse buoni e si facesse aria di nulla.
Però cominciavano a circolare anche altre riflessioni.
Va bene (ovviamente solo per le componenti cattoliche per le quali va bene, non per quelle che la vedono molto diversamente) essersi trovati compagni di strada nella difesa dei temi bioetici i così detti atei devoti, i Ferrara e compagnia,anche se costoro col mondo cattolico e la sua storia non hanno nulla, ma proprio nulla da spartire.
A un certo momento però le improbabili credenziali cattoliche di costoro e la palese pochezza di gran parte del personale politico del centro destra ,che si qualifica cattolico o cattolicissimo, venivano sempre più in evidenza.
La storia del movimento cattolico, anche nelle sue componenti tradizionaliste, è stata fatta da personaggi di ben altro calibro e questo provocava e provoca crescente disagio.
Ora il disagio cattolico è sfociato anche nelle urne, ha come abbiamo visto un fondamento obiettivamente più che giustificato ed è lecito pensare che sia solo l’inizio di un processo che probabilmente spazzerà via non solo Berlusconi, ma anche i cattolici in politica che Berlusconi hanno sostenuto senza fiatare ben oltre la decenza a cominciare dallo stesso Formigoni.
Inutile ora andare a vedere se è nato prima l’uovo o la gallina, cioè se , come ho scritto nel post di due giorni fa si è mossa prima la gerarchia, che ora e finalmente non punta più sul cavallo Berlusconi o se è la base che dai primi mormorii è passata ad agitare le acque fino a fare ondeggiare pericolosamente la barca di Pietro, che si è giustamente spaventato ed ha reagito di conseguenza.
Secondo punto non meno rilevante.
Cominciano a circolare analisi demoscopiche che evidenziano un fatto del tutto inaspettato : nel mondo delle libere professioni e delle partite Iva la minestra riscaldata di Berlusconi basata sulle riforme e le liberalizzazioni annunciate da vent’ anni e mai arrivate hanno ormai rotto e si è già formata una maggioranza consistente che è determinata a non rivoltare Berlusconi, non dandogli più credito.
Questi due fatti nuovi cioè il voltafaccia di parti consistenti del mondo cattolici e delle professioni liberali nei confronti di Berlusconi bastano e avanzano.
Poi però si deve aggiungere la sempre più evidente crisi della Lega, che potrebbe essere non un fatto congiunturale ma sistemico a causa di una base che comincia a non credere più alle promesse del capo.
Poi è successo che “il grande comunicatore” ha sbagliato clamorosamente comunicazione, forse per la prima volta, ma con conseguenze che potrebbero diventare catastrofiche per lui.
L’attacco frontale e sguaiato alla magistratura e a tutti i poteri dello stato diversi dal premier hanno messo sul chi vive gran parte dei moderati.
Ma l’errore capitale, imperdonabile per il premier, è proprio l’errore di comunicazione.
Dipingere il mite e pacato alto borghese Pisapia come un quasi terrorista estremista poteva andare bene a Palermo, dove non sanno di cosa si stia parlando, ma a Milano, dove tutti o quasi lo conoscono, è stata una “autentica e beata minchiata” come Camilleri farebbe dire al Commissario Montalbano.

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