venerdì 27 maggio 2011

Il Berlusconismo è allo sfascio, cerchiamo di non farci travolgere

Sta ormai succedendo quello che molti temevano e altrettanti auspicavano.
Chi segue questo blog sa che sono stato da tempo molto cauto sul Berlusconismo.
Ho fatto di tutto per cercare di capirne le ragioni e il perché di un seguito anche fra persone serie che mi riusciva del tutto incomprensibile.
Ho tenuto conto della capacità del personaggio Berlusconi di risorgere infinite volte anche se più per demerito degli avversari che per merito suo.
Ora però occorre arrendersi all’evidenza.
Il Divo Silvio sta naufragando come politico e, purtroppo per lui, anche come persona.
I poteri forti l’hanno apertamente mollato.
Durante la sessione della Conferenza Episcopale ancora in corso il commento a questa politica più riportato era la parola “disgusto”.
Non sappiamo come andrà a finire il dopo Berlusconi, ma basta con questo degrado quotidiano, questo è attualmente il pensiero della grande maggioranza dei Vescovi.
Sappiamo bene che non era così nemmeno poco tempo fa e sappiamo anche che le conseguenze di questo nuovo atteggiamento ci saranno non solo sul piano politico ma anche in casa cattolica.
Per farla breve ad esempio i gerarchi ciellini dovranno stare attenti d’ora in avanti a chiarire bene che quello che dicono è l’opinione di una corrente del Pdl, e quindi si dovranno guardare bene dal lasciar credere di parlare a nome della chiesa , come hanno fatto finora, diversamente saranno smentiti.
Il tempo dei “cattoliconi” non autorizzati sta finendo ed era ora.
L’assemblea generale della Confindustria che solo due anni fa si spellava le mani per applaudire il divo Silvio,ora non solo lo ha scaricato ma non gli ha neppure risparmiato l’invettiva e il rancore.
Venivi dalle nostre file ma non sei stato capace di fare nulla per noi e noi” i ricchi” ora piangiamo come i nostri operai, perché le cose non ci stanno andando affatto bene e il futuro non lo vediamo per niente chiaro.
Questi i poteri forti che in Italia sono più forti che altrove.
Ma a casa sua le cose non vanno meglio.
Nel suo partito i ministri più in vista hanno cominciato a fare prove d’orchestra senza il solito direttore e hanno visto che ci possono riuscire.
Frattini è addirittura riuscito a costringerlo ad accodarsi all’intervento militare in Libia che mai e poi mai Berlusconi avrebbe fatto di sua iniziativa.
La Gelmini non ha bisogno di Berlusconi, anzi.
L’età, i pregiudizi culturali e la ben nota incapacità a governare decentemente le proprie pulsioni hanno giocato un brutto tiro a Berlusconi che nella convinzione che la donna bella per definizione deve essere anche scema e prona ai voleri del maschio dominante ha messo in posizioni di potere anche alcune belle figliole che per sua sfortuna hanno dimostrato di non essere affatto sceme e di essere dotate di un carattere di ferro che potrebbe anche consentire loro di essere le prime a mettersi in proprio, scaricando un capo che non comanda più niente.
Saranno loro Bruto in questa commedia?
Che sorrisetto si farebbe Dante nel vedere confermata la sua pena del contrappasso e Dante di politica se ne intendeva eccome per averne viste ai suoi tempi ben di peggio del Berlusconismo al tramonto.
Ma andiamo ancora più all’interno del Berlusconismo e passiamo dal partito ai giornali di famiglia per verificare a quale punto è giunto lo sfascio.
Da tempo quel personaggio particolare che è Vittorio Feltri dopo avere suonato per anni la grancassa della propaganda berlusconiana con il piglio l’abilità e la spregiudicatezza che non gli mancano certo, una volta passato alla direzione editoriale di Libero ha iniziato un percorso nuovo, che su questo Blog ho più volte evidenziato.
In poche parole ha cominciato chiaramente a prendere le distanze concedendosi la inusitata libertà di linguaggio che comprendeva anche la qualifica di “vecchio porco” riferita a sappiamo chi e via di seguito.
Apertamente simpatetico verso la Lega e quasi ossequioso nei confronti di Tremonti.
Potrebbe bastare ma non basta.
La cannonata è arrivata due giorni fa dall’intervista che l’attuale direttore del Giornale Sallusti ha rilasciato a Vanity Fair.
Sallusti è ritento direttore uscente in quanto pare sia stato individuato come capro espiatorio per la disfatta di Milano e questo consente di capire in parte la ragione del suo sfogo, nel quale però ne dice delle belle.
Moratti perdente in partenza, insofferenza nei riguardi della Lega, insofferenza nei riguardi dei cattolici ambrosiani e via di seguito.
Il succo sembra essere questo : vi abbiamo raccontato un sacco di storie, ma perdonateci, quest’uomo è un genio che ammalia tanto che a volte mi chiedo se non sia pazzo.
Il lettore giudichi lui.
Ma lasciatemi concludere con una impressione personale.
Il fatto che mi ha fatto di colpo capire che l’idolo è andato in pezzi è stato il filmato del colloquio estorto a Obama ieri.
Si era detto che in ogni caso Berlusconi era un uomo di grande valore con un curriculum scolastico di tutto rispetto, imprenditore di grande successo, uomo di notevole spessore.
Ora a vedere nel 2011 il premier della quinta potenza mondiale, il grande imprenditore che con un ghigno terreo gira dietro al Presidente americano, va a chiedere a un fotografo italiano di seguirlo, ritorna dietro ad Obama seduto, pacca sulla spalla, “How are you?” vedere l’educatissimo Obama che si alza per rispetto e poi il nostro premier che non riesce a spiaccicare nemmeno quattro semplici parole in inglese scolastico per dire la semplicissima frase : “ho recuperto la maggiorana, ma devo fare la riforma della giustizia perché in Italia c’è la dittatura dei PM” e deve ricorrere all’interprete.
Non mi interessa ora il giudizio sul merito che si giudica da solo, Mi interessa e molto il fatto della lingua.
Mi è caduta tutta una costruzione intellettuale alla quale avevo dato fede.
Allora costui non ha mai saputo l’inglese se non per le quattro cose che imparava a memoria e ripeteva a macchinetta.
Ma uno che non sa l’inglese oggi non è più buono nemmeno per fare il portiere immaginiamoci il premier di un grande paese o l’imprenditore.
Ma allora se la conoscenza dell’inglese non c’era mai stata il Berlusconismo era tutto una balla, come ci hanno contato quella chissà quante altre ce ne hanno contate.
Questa è stata la mia impressione personale.

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