sabato 20 agosto 2011

Dilettanti allo sbaraglio



A sinistra (si fa per dire) il prode Bersani disse: è uno schifo la Merkel ha fatto pagare il 30% agli “scudati” che riporteranno in patria i capitali nascosti in Svizzera e noi li abbiamo condonato solo col 5%,aumentiamo quella piccola tassa del 20%.
A destra dopo una breve meditazione risposero : ma si !, si potrebbe anche fare con un 2% di sopratassa si raccoglierebbero un po’ di soldi.
Se fossimo a scuola il professore dovrebbe dire :” bestie”! a tutti e due.
Infatti non è possibile che in una situazione così difficile i responsabili politici straparlino senza prima essersi documentati almeno quel minimo da apprendere che la norma che ha instituito lo scudo fiscale prevedeva l’anonimato degli scudati usando le banche come sostituto fiscale e che quindi è tecnicamente impossibile ri- tassare le stesse persone.
Non sembra possibile che il PD sia finito così in basso, eppure almeno nella sua componente cattolico- democratica vantava nella sua storia autori di politica economica del calibro di Vanoni, Saraceno, Carli ecc.,che sono stati padri del “miracolo economico” italiano.
Dal Cadore Bossi tenta di metterci del suo e propone : mettiamo il TFR (buonuscita) in busta paga e così vi raddoppiamo gli stipendi, heh, heh, contenti?
Poche ore dopo i tecnici fanno due calcoli e constatano che se così di facesse in busta paga arriverebbe circa il 10% in più (manca il restante 90% e non sono noccioline) e che con quell’aumento molti stipendi arriverebbero al coefficiente fiscale successivo facendo scendere di parecchio quel 10%.
La crisi economica sta avendo l’effetto di uno tsunami sull’assetto politico italiano che sembrava ingessato e non modificabile.
Il Berlusconismo è finito quando i suoi elettori se pure con colpevole e ingiustificato ritardo hanno cominciato a capire che il cavaliere non era il Padre Pio della politica.
L’ultima battaglia che ha fatto è stata in luglio per il “processo lungo” ennesima “legge ad personam”, indegna di un paese civile e indegno è stato per la Lega avere nuovamente pagato dazio alla persona di un Berlusconi ridotto a fantasma si sé stesso, non si capisce per quale ragione.
Il Bossismo nella Lega sta crollando per le stesse ragioni del Berlusconismo,cioè da quando i suoi elettori hanno capito che il partito personale fondato sul presunto fiuto infallibile del capo è un’idea da bambini dell’asilo.
La Lega ha il vantaggio di essere un partito ben radicato nel territorio e quindi potrebbe anche salvarsi se saprà rifondarsi, ma sarà dura.
Bossi, purtroppo per i Leghisti, passerà alla storia come quello che non ha realizzato neanche una delle battaglie che ha lanciato e questo non depone bene per il futuro della Lega.
Se lasciamo i partiti a andiamo alla famosa “società civile” le cose non vanno molto meglio se è vero che convocati per la prima volta in vent’anni di Berlusconismo, si sono seduti al “tavolo della concertazione” visceralmente odiato da Berlusconi, le “parti sociali”, che non hanno saputo presentare proposte consistenti.
Il clamoroso flop in Borsa di questi giorni del nuovo genio dell’imprenditoria italiana Marchionne di fronte a un titolo ridotto al lumicino presenta un'altra stella al tramonto.
Il Card Bagnasco tuona contro gli evasori fiscali dimenticandosi di rappresentare la categoria sociale che evade per gentile concessioni di improvvide “leggi ad Vaticanum” cifre da capogiro su immobili ed attività economiche correnti, senza essere minimamente tentato di offrirsi a condividere i sacrifici del suo gregge almeno simbolicamente, che so io, con l’1per cento delle entrate versategli dal Tesoro italiano.
Quanti responsabili della politica , della società civile, financo della chiesa, che sembrano non di più che dilettanti allo sbaraglio.
Eppure gli italiani hanno più volte dimostrato capacità notevoli di reazione alle avversità.
I responsabili però si dimostrano non all’altezza del loro ruolo se si rifiutano ormai sistematicamente di dire prima di tutto la verità agli italiani.
La verità che tutti i responsabili non riescono a dire, ridotta all’osso è questa.
Su di noi grava un debito pubblico pari al 120 % del Pil.
Questo debito in soldoni corrisponde a 35.000 per italiano neonati compresi.
Questo debito lo deve pagare ogni italiano e nessun altro, con una tassa ad hoc che durerà per diversi anni, fino a quando il debito medesimo non sarà dimezzato, rientrando così a un livello ritento sostenibile.
Prima si comincia a pagarlo meglio è.
Per potere pagarlo le misure una tantum come quelle inserite nella famosa manovra non servono pressoché a nulla, perché sono dirette a ridurre il debito di bilancio annuale.
Ma nessuno parla mai di affrontare il problema vero e ben più grosso che è quello di fare un piano di rientro dal debito pubblico pagato con l’emissione dei Bot, Btp eccetera.
Per potere pagarlo occorre crescere per avere a disposizione i soldi da destinare a quella ulteriore tassa.
Per crescere occorre una rivoluzione della società italiana che ponga fine a sussidi,privilegi corporativi, rendite di posizione, esenzioni.
E’ troppo? Forse, ma l’alternativa è il fallimento, le file davanti alle banche per ritirare solo una parte dei quattrini depositati, che non varranno più niente,perché i paesi al nord delle Alpi si saranno dotati per tempo di un super euro nordico, ingegneri disoccupati e i pensionati che da un giorno all’altro andranno a cercare un campo di patate da coltivare per sopravvivere come è capitato in Russia vent’anni fa.
Può succedere? Speriamo di no, ma al di la’ dell’Atlantico e non solo là lo danno per probabile da tempo, le opinioni divergono solo sul quando potrebbe succedere : fra un anno , due anni ?
Forse se gli italiani lo sapessero, invece che rincoglionirsi con la ninna nanna televisiva, che fino a ieri raccontava che qui tutto va bene, reagirebbero finché c’è tempo per farlo.
Nelle recenti elezioni di Milano si sono visti segni di cambiamento e di risveglio, è sperabile che sia solo l'inzio di una svolta generale.

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