venerdì 19 agosto 2011

Sarà il problema del futuro : politici piccoli- piccoli che devono risolvere problemi più grandi di loro

Molti lo avevano già capito e da tempo, però ha fatto effetto ugualmente sentirsi dire in questi giorni dai Cinesi che la crisi di leadership in Occidente è diventata impressionante.
Ci dovremo abituare all’idea di prendere lezione dagli asiatici e dagli emergenti in genere, invece che pensare che sia ovvio il fatto che saremmo solo noi in grado di dar lezione a loro.
E’ dura da digerire, ma non è più così.
La realtà è che siamo di fronte a problemi nuovi e di tale complessità, che non è affatto detto che le nostre vecchie ricette siano ancora buone.
Di fronte a questo tipo di problemi il sistema democratico occidentale scricchiola da tutte le parti.
Certo, questo non significa che le pseudo –democrazie tipo quella cinese siano l’esempio di un nuovo sistema al quale fare riferimento, ma è certo che alcuni elementi di quei sistemi prevalentemente tecnocratici , meritano probabilmente attenta considerazione.
La debolezza delle nostre democrazie occidentali sta dimostrando una evidente crisi di leadership : Obama, Merkel, Sarkosy,Cameron,Zapatero, Berlusconi non nominiamolo nemmeno, si dimostrano ogni giorno di più non all’altezza dei problemi che dovrebbero affrontare, questo fatto è sotto gli occhi di tutti.
Però attenzione se il problema fosse solo questo, sarebbe relativamente facile risolverlo cercando leader di più alto profilo (ammesso che sia agevole trovarli).
Purtroppo però il problema è più complesso perché presenta un’altra e speculare debolezza, che è quello della disinformazione, della credulità , dell’impreparazione dei cittadini, spesso indottrinati da tecniche di comunicazione raffinate che danno o tacciono notizie con spregiudicata partigianeria.
Gli altri non stanno troppo meglio di noi, ma il caso Italia è emblematico.
Gli Italiani hanno scelto per quasi vent’anni un leader politico che non solo da oggi all’estero è nominato quasi esclusivamente con davanti l’aggettivo “buffone”, perché appunto sono stati disinformati, creduloni e impreparati fino al punto da credere alle virtù taumaturgiche del “ghe pensi mì” del loro leader ,come se fosse stato Padre Pio.
E quindi se governare problemi tecnicamente sempre più complessi è difficile per i leader politici, occorrere tenere ben presente che per il cittadino normale, capire almeno nelle grandi linee di cosa si sta parlando, diventa sempre più difficile non ostante il forte incremento che c’è stato nel livello di scolarizzazione delle persone e nonostante la potenza straordinaria dei mezzi informatici , che consentono a chiunque di informarsi fino a livelli prima consentiti solo a pochi o pochissimi.
I filosofi ci avevano avvertiti.
Nei post precedenti avevo più volte citato Emanuele Severino e Umberto Galimberti, che hanno affrontato il problema del potere della tecnica nel mondo di oggi e che ambedue hanno configurato scenari futuri tutt’altro che ottimistici, in quanto ritengono che l’uomo moderno sia ancora ben lontano dall’ essere in grado di padroneggiare il potere della tecnica quale è oggi.
Certo che il combinato disposto , come si dice in ambito giuridico, delle due debolezze crea situazioni ben difficili da gestire.
Speriamo che la attuale crisi economica da seria quale è già oggi non diventi rovinosa, perché se questo dovesse verificarsi è verosimile pensare che delle due debolezze finirebbe per debordare nelle soluzioni irrazionali e quindi disastrose la debolezza più grande e cioè quella dei cittadini.
I precedenti storici sono da brivido se pensiamo alla Repubblica di Weimar che ha creduto o voluto credere, come capita sempre negli atti di fede, al nascente nazional- socialismo ed al suo fuerer, per risolvere una depressione economica.
Non è affatto detto che si debba finire così male, però pensiamoci in tempo.
Occorrerà per esempio riconoscere che il famoso aforisma di Winston Churchill secondo il quale la democrazia è la peggior forma di governo ,eccezion fatta per tutte quelle altre forme di governo che si sono sperimentate finora, è veramente una bella battuta , ma che per i problemi di oggi ci vuole qualcosa di più serio.
O ci sbrighiamo a studiare i dovuti aggiornamenti, che rendano più forte e funzionale gli istituti democratici o attenzione che i popoli esasperati , disinformati, creduloni e poco preparati difficilmente troveranno di meglio che ricorrere al duce populista di turno.
Non è un caso che i movimenti di estrema destra che sono nati ovunque in Europa hanno dei programmi più "sociali" che nazionalisti.
Nel prossimo post vedremo di collocare questo ragionamento nella situazione economica e politica italiana.

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