domenica 14 agosto 2011

Due leader rincoglioniti e un super-ministro fuori di testa, Viva l’Italia!


D’accordo questo titolo volutamente goliardico è un po’ il riassunto dei commenti più malevoli che questa “grande manovra” finanziaria si è guadagnata sulla stampa di ieri.
Però gli atti di questa classe politica sono di una qualità così bassa che anche in un momento grave come questo forse l’unica cosa che si può fare è fare della satira.
Se si volesse invece insistere a parlare sul serio la prima osservazioni che viene da fare è che non si trova più nemmeno un economista o un analista finanziario disposto a lodare questi provvedimenti e a ritenerli efficaci e conformi alle richieste pervenute dalla BCE e da Merkel-Sarkosy per il semplice fatto che non contemplano nemmeno un provvedimento di carattere “sistemico”, cioè in grado di colpire qualcuno dei problemi di fondo della nostra economia e quindi in grado di essere efficace nel tempo e di incidere come volano della crescita.
Esempio dei provvedimenti sistemici sono per citarne alcuni :
-abolizione delle pensioni di anzianità;
-riduzione drastica dei passaggi burocratici ai quali deve sottoporsi chi vuole aprire una nuova attività;
-abolizione degli ordini professionali facilitando così l’inserimento delle giovani generazioni nelle professioni liberali, creando più concorrenza e facendo diminuire le parcelle;
-rafforzamento delle agenzie dello stato addette all’accertamento dei tributi in modo che il 90 per cento dei ricchi che oggi risultano essere evasori fiscali finalmente siano costretti a fare il loro dovere (basta consultare la agghiacciante tabella che riporta accanto ad ogni professione quanto viene dichiarato mediamente al fisco per capire tutto quello che c’è da capire);
-vendita degli immobili dello stato e degli enti pubblici che oggi non risultano essere fonte di reddito come dovrebbero essere;
-liberalizzazioni e privatizzazioni al fine di creare condizioni di concorrenza nei settori nei quali concorrenza non c’è ancora;
-imposta sui patrimoni che costringa gli abbienti che oggi evadono il fisco a pagare comunque sui patrimoni non eludibili , come gli immobili (toccherà a tecnici qualificati andare a vedere chi si nasconde dietro al solito giochetto delle tre carte col quale si intestano gli immobili di pregio a società lussemburghesi), salvaguardando la seconda casa-vacanze del ceto medio, se di dimensioni modeste;
-misure che incidano decisamente nell’anomalia tutta italiana di una casta di dimensioni insensate che vive di politica e quindi non solo riduzione numerica radicale di tutte le cariche elettive dagli organi legislativi alle assemblee degli enti locali, ma anche radicale limitazione della partecipazioni finanziarie degli enti locali in imprese semipubbliche nonché blocco dei doppi o plurimi incarichi pubblici;
-spostamento della mannaia delle tasse dall’imposta sul reddito che colpisce unicamente i lavoratori dipendenti ,che non sono in condizione di poter evadere, all’imposizione sui consumi che tutti devono pagare (è vero che in questo caso si spara nel mucchio e si finisce per contraddire il criterio di progressività che dovrebbe favorire i meno abbienti, ma chi conosce un mezzo diverso per fare pagare le tasse a chi non le paga proponga qualcosa di socialmente più praticabile, se c’è, ma temo che non ci sia).
-riduzione delle tasse sul lavoro e sull’impresa, altrimenti non si cresce, questo lo sanno tutti.Oggi in Italia si paga di tassa sui redditi di impresa il 6o%, in Slovenia, cioè ai confini Italiani,si paga il 20%, è una situazione insostenibile per i nostri imprenditori
-predisposizione di un piano di rientro dal debito pubblico dal 120 al 60 per cento in un numero ragionevole di anni, dicendo chiaramente agli italiani che dovranno essere loro a mettersi le mani nel portafoglio e nessun altro, ognuno per quello che può, ma se le fanno tutti si è invogliati a farlo per consegnare alle giovani generazioni non un mucchio di debiti, ma un paese in grado di correre come è stato capace di fare in passato.
Inutile dire che nel pano dei due leader rincoglioniti e del super- ministro fuori di testa non c’è nessuna della voci sopra elencate.
Chi si è cimentato in una analisi di tipo non economico, ma politico non ha avuto difficoltà a rilevare che la famosa manovra fa fare sacrifici a senso unico a categorie ben precise : lavoratori dipendenti, lavoratori pubblici, utilizzatori dei servizi pubblici degli enti locali e guarda caso si tratta unicamente di quelle categorie che in maggioranza non votano né Berlusconi, né Bossi.
Almeno “i mercati” approveranno ed apprezzeranno questa manovra?
Difficile che lo facciano gli analisti che dovrebbero essere capaci di fare i conti, ma poi influisce molto il fatto che il berlusconismo ha ormai convinto i nostri partner europei che il problema non sono più le buffonate dei Berlusconi, ma gli italiani che hanno eletto un loro degno rappresentante, e superare questa nomea non sarà facile e ci vorrà del tempo.
Sempre che “i mercati” esistano davvero come luogo neutro nel quale si equilibrano le forze economiche.
Sempre che non sia vero quello che pochi economisti ormai si lasciano scappare che i mercati sarebbero oggi null’altro che una oligarchia di grossi finanzieri e banchieri anglosassoni che hanno da tempo il solo scopo di far fuori l’Euro e l’Europa Confederale al fine molto terra terra di mantenere l’impero del dollaro nascondendo dietro al caso del debito sovrano europeo, la ben più terribile situazione debitoria degli Usa.
Lo vedremo martedì alla riapertura dei mercati europei, se ci sarà di nuovo un assalto alle banche francesi (Berlusconi seguirebbe nella caduta, ma nessuno si occupa di lui più di tanto), allora il piano d’oltre oceano non lo si potrà più nascondere.
Peccato che a bagno ci andremmo comunque anche noi , che siamo nelle condizioni per affondare più facilmente.

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