giovedì 15 marzo 2012

Ancora sulla Tav Torino Lione

Ribadisco quello che avevo detto nel post del 2 marzo scorso. Certi pasticci elaborati come un labirinto dal quale non si riesce più ad uscire li sappiamo fare solo noi italiani, quando siamo in vena di esaltare non il nostro lato di santi navigatori e poeti, ma quello dei pasticcioni pressapochisti per il godimento degli stranieri che si beano dei luoghi comuni a nostro danno.

Al punto nel quale siamo arrivati in cui non si capisce più chi sia a favore e chi contro e soprattutto non si capisce perché lo facciano se non per partito preso, vediamo di ragionare su argomenti verificabili ed allora gli argomenti contrari alla realizzazione dell’opera sono numerosi e obiettivamente di peso :

-si tratta di un’opera progettata vent’anni fa che quand’anche fosse realizzata lo sarebbe fra altrettanti vent’anni, periodo di tempo che al giorno d’oggi corrisponde a tempi geologici, cioè totalmente al di fuori di ogni razionalità. Una volta finita l’opera pioverebbe in un mondo radicalmente diverso da quello che prevedevano i progettisti e quindi le probabilità che risulti inutile sono elevatissime;
-la Val di Susa è già percorsa da una grande opera altrettanto inutile della Tav o quanto meno del tutto surdimensionata per le esigenze del traffico che la attraversa ed è l’autostrada, di conseguenza i Valsusini sono già sufficientemente caricati dal peso di un’opera brutta, invasiva e poco utile.
-dalla stazione centrale di Milano parte ormai da anni il TGV (treno ad alta velocità) che va a Parigi, costoso, ma molto bello confortevole e sufficientemente veloce , la TAv Torino –Lione farebbe risparmiare un’ora : ne vale la pena se si considera il costo elevatissimo (per avere un’idea corrispondente a quello di tre ponti di Messina). Se poi si gira il discorso dal traffico passeggeri a quello merci il guadagno di un’ora ed a quel prezzo appare francamente ridicolo;
-le cifre relative al traffico ferroviario su quella tratta negli ultimi anni sono difficilmente contestabili : indicano una costante diminuzione e quindi sono solo loro la prova provata dell’inutilità dell’opera. Se vogliamo essere precisini, teniamo pure conto del fatto che negli ultimi tempi quella diminuzione è influenzata dal fatto straordinario dei lavori in corso nella galleria del Fréjus per alzare la campata al fine di consentire il passaggio dei containers dell’ultima generazione, caricati sugli appositi vagoni ferroviari. Però se è vero che quei lavori causano una diminuzione temporanea del traffico, questo non significa che l’ordine di tendenza sia diverso. Si tenga conto anche del fatto, per niente marginale, che la costruzione del tratto della linea di alta velocità successiva e cioè la Torino-Milano, già operativa, è stata finora un totale flop nel senso che non raggiunge neanche lontanamente i volumi di passeggeri ipotizzati al momento della progettazione;
-fenomeno tipicamente italiano su questa vicenda anche il genio di Leonardo da Vinci si troverebbe in difficoltà a farsi un giudizio attendibile a causa della assoluta mancanza di trasparenza su quasi tutto. Il Corriere della sera di qualche giorno fa ha pubblicato un bel disegnino fatto in modo da lasciar credere ai lettori che dalla pare francese il tunnel sarebbe quasi ultimato. Peccato che il pur autorevole meteorologo e ambientalista Luca Mercalli, che ricopre pur sempre una cattedra all’università di Torino, abbia dichiarato in un’intervista al Fatto due giorni dopo che i lavori dalla parte francese non sono ancora nemmeno partiti.
I giornali hanno insinuato in coro il fatto che la famosa cooperativa dei muratori di Ravenna, notissima mega coop nel campo delle grandi opere, per definizione vicina al PD (e io stesso avevo dato credito a queste voci perché plausibili) sarebbe destinata ad essere l’impresa “general contractor” ,ma per quanto se ne sa la società deputata a gestire tutti i lavori è francese e si chiama LTF.
Se poi cerchiamo di determinare i costi che si dovrà addossare lo stato cioè il famoso contribuente italiano, cioè noi tutti, finiamo al gioco del lotto.
Se poi mettiamo nel conto il fatto che viviamo in uno dei paesi appesantiti da una delle classi dirigenti più corrotte del mondo e che nella regione nordica dove dovrebbe sorgere l’opera l’indice di penetrazione della ndrangheta calabrese è molto elevato tanto che è stato sciolto di autorità il Consiglio comunale di Bardonecchia per indizi di infiltrazioni mafiose nel 1995, rischieremmo anche di arrabbiarci.
Se poi vogliamo dirla tutta non tralasciamo ancora un paio di considerazioni :
- se siamo incontestabilmente in una fase di stretta in tutti i sensi e di sacrifici generalizzati qualcuno ci spieghi perché dovremmo imbarcarci in un progetto faraonico del quale non si vedono per niente gli eventuali vantaggi, mentre gli svantaggi sono facili da elencare talmente sono evidenti, fra i quali le enormi somme di spesa che andrebbero ad appesantire ulteriormente il nostro deficit di bilancio.
- non sarebbe prioritario usare gli stessi soldi che rimarrebbero a carico dello stato italiano per le infrastrutture necessarie ai pendolari? Se esistesse ancora una qualunque forza politica di sinistra o almeno socialmente sensibile, non sarebbe il caso che si ricordasse del fatto che la grande velocità serve agli abbienti che se la possono permettere mentre il popolo ha bisogno quotidianamente di treni necessariamente a più bassa velocità a causa delle frequenti fermate indispensabili per chi va a lavorare? Se poi questa ex forza di sinistra favorisse quest’opera inutile per creare comunque occasioni di lavoro, allora vorrebbe dire che saremmo arrivati veramente alla canna del gas, come si usa dire. Ma speriamo che non sia così.
I fautori del sì non vanno oltre ad argomentazioni molto generiche e non documentate basate ad esempio :
- sulla necessità di rimanere legati all’Europa (forse sarebbero necessari altri tipi di vincoli di carattere politico e non stradali o ferroviari che già sono abbondanti)
- sul fatto che la realizzazione dell’opera sarebbe un fattore di adesione alla modernità (con questi tempi di realizzazione l’argomentazione fa veramente ridere)
-sul fatto che abbiamo firmato recentemente un accordo con la Francia relativamente alla nostra intenzione di realizzare l’opera (il tutto è talmente generico da non legarci minimamente)
-che si deve mantenere la parola data ( detto da politici siamo veramente oltre il limite del ridicolo)
-che una parte dell’opera sarebbe finanziata a livello europeo (vero ma lo stato italiano avrebbe a suo carico fra una e due decine di milioni, anche se le cifre comprese quelle ufficiali sono molto buttate là).
Mi spiace per i famosi tecnici al governo ma ribadisco che fa veramente pena sentire il pure autorevole Presidente Monti affidarsi ad argomenti tanto deboli e soprattutto tutt’altro che tecnici.
Perché lo fanno? Non sicuramente perché siano convinti delle ragioni ufficiali, ma allora siamo ancora ai tempi del berlusconismo riproposto con l’aggiunta solo di un sobrio loden, come dicono goliardicamente alcuni maligni?

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